Autore Topic: Bambini sulla spiaggia  (Letto 18659 volte)

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ThomasDoll

Bambini sulla spiaggia
« : Venerdì 4 Settembre 2015, 10:41:29 »
Niente, là fuori c'è la polemica che infuria sulla foto del bambino siriano. Io ci avevo scritto sopra una cosa, mi piacerebbe sapere cosa pensate dell'argomento, quindi la posto qua. Siamo gentili nel confronto, come saremmo gentili con quel bambino.


Bambini sulla spiaggia

I bambini sulla spiaggia dovrebbero andarci per giocare. Secchiello, paletta, formine, tappini, pallone, racchettoni, braccioli. Imparare a nuotare. Correre avanti e indietro, stare in acqua finché non si lessano i polpastrelli, stramazzare addormentati sull’asciugamano o sul sedile posteriore della macchina che li riporta a casa sfiniti e cotti dal sole.

Il mare questo lo sa. Il bambino di Bodrum, Aylan, tre anni, ha provato a restituirlo alla spiaggia, perché provasse a svegliarlo dolcemente, cullandolo con il frangersi della risacca. Ma lui non poteva più svegliarsi. Noi ci interroghiamo se sia stato giusto scattargli quella foto, mentre era senza vita, riverso, con tutto il suo corpicino piccolo di progetto d’uomo annegato per traversare il mare a cercare il pane e la pace.

Quella foto da annegato annoda il filo con la foto della bambina vietnamita che scappa, nuda, dal fuoco della guerra, la schiena ustionata. Quasi 50 anni fa. Allora come oggi usiamo le immagini per raccontare l’orrore. Perché sappiamo che l’orrore è indicibile e che un’immagine si può comprendere fuori dagli steccati formali del linguaggio, inadatti a dire. La foto ci arriva addosso come un treno in corsa. Non è come essere lì, ma quasi.

Obbliga a formarsi un’opinione almeno sensoriale. A pensare all’acqua, se era calda o fredda. Al corpo, se l’acqua lo muoveva ancora o si era definitivamente spiaggiato. All’intorno, se c’era qualcuno o no, Bodrum è una località di mare sempre gremita di turisti, piena di luci che si vedono nitide da Kos. Qualcuno c’era, avrà visto arrivare il corpo e i detriti, o sarà passato sulla spiaggia la mattina presto, per fare una passeggiata, pescare, prendere il sole, fare il bagno.

Un bambino piccolo è privo di difesa, che sia vivo o morto. A tutti verrebbe spontaneo tutelarlo. Avere cura anche della sua memoria. Proteggerlo nella sua somma sventura. Ma c’è anche altro da fare. C’è da significare qualcosa perché non si rimuova un dramma. Sappiamo che se non esibissimo le prove sulla Shoah prevarrebbe chi nega. Sul genocidio armeno anche peggio, è passato ancora più tempo. Sulla questione dei migranti c’è chi ha fondato un programma politico che nega la solidarietà e l’accoglienza, tirando una riga che cancella un secolo di storia europea scritta col sangue dei caduti di due guerre mondiali, della guerra dei balcani, della guerra civile spagnola e delle vittime inermi delle grandi dittature.

Tira una riga che nega la pace e la solidarietà di questa Europa che ha dimenticato il sangue e le rovine. Ci sono Paesi che fino a 25 anni fa speravano di guadagnarsi la libertà anche scappando e chiedendo asilo e oggi negano, ostacolano e schedano. Ci sono persone che si chiudono nell’egoismo. Ci sono politici che alimentano l’odio e l’indifferenza, etichettando il bambino di Bodrum come delinquente, predone clandestino che approfitta dell’orrore per nascondere il suo vero volto, quello di chi migra per venire qui a toglierci il benessere guadagnato col sudore della fronte.

La foto del piccolo Aylan non fermerà questa gente, nessuno di loro si sentirà in colpa o mosso a compassione. A muovere l’odio è l’interesse e la brama di potere. La benzina è l’ignoranza. Quindi ci sarà sempre chi farà spallucce di fronte a certe immagini e continuerà a odiare, a negare e a respingere. La foto serve a dire quello che non si può dire ma non si deve tacere. E’ il riconoscimento della salma che dobbiamo fare tutti, perché col bambino di Bodrum muore la solidarietà su cui è fondata, eccome se lo è, l’idea d’Europa in pace e prosperità che ci ha portato dove siamo.

Non ci siamo liberati, in questi 70 anni, della patina d’ipocrisia lasciata da una pace forzata, da un’amicizia voluta a tavolino, da un’integrazione programmata sposando una bandiera, ma avendone in mente un’altra. L’odio ribolle, nel frattempo, e talvolta tracima. L’immagine di quel bambino lontano deve restarci negli occhi, per capire che da noi si è ancora in tempo a prendere le distanze da un racconto del problema che è malato di sciacallaggio, prima che segnato dall’aberrazione del razzismo. Che nasconde interessi politici che calpestano questo corpicino inerte.

Dobbiamo capire che non c’è steccato che possa tenere lontano questo orrore. L’immagine di un piccolo naufrago spiaggiato sulla costa del mare della speranza, che è diventato prima paura, poi morte, racconterà con più forza, da adesso in poi, che c’è chi contrabbanda esseri umani in pericolo di vita per nemici della pace e del benessere della nostra società. E anche, ovviamente, che c’è chi contrabbanda esseri umani, punto.

Nel nostro salotto caldo, o anche al freddo della nostra cassa integrazione, sui banchi di una chiesa, seduti al bar o gridando di gioia allo stadio, non ce lo dobbiamo dimenticare. Solo noi potevamo salvare il bambino di Bodrum, e se è morto siamo coinvolti nella sua morte. Per la nostra incapacità di comprendere, per la nostra indifferenza, per la nostra voglia di non guardare, che offende per l’ultima volta la memoria di questo innocente, infierendo su di lui con lo strazio di una prima pagina titolata per sferzare chi di noi riesce ancora a rimanere inerte.

Niente asilo. Parole come pietre, ma le pietre tirano a fondo. Qui il mare, invece, riporta tutto a galla, depositandolo sulla riva, perché tutti vedano. Con questo, ci condanna. Senza appello, ma c’è ancora modo di riscattarsi. Non dimentichiamo questo piccolo corpo che ci sveglia dal torpore e ci muove a compassione. Soprattutto, coltiviamo questi sentimenti di pietà. Basta con l’odio e con l’indifferenza. Siamo l’Europa, un po’ cristiana e molto socialista, e sappiamo benissimo cosa c’è da fare. Basta ricordarselo.

CP 4.0

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #1 : Venerdì 4 Settembre 2015, 10:50:30 »
IMHO

non e' il primo bambino che muore in tali circostanze per cui penso che il problema dovrebbe essere slegato all'episodio, e non perche' non sia rilevante ma proprio perche' e' uno di tanti.

a mio avviso, il classico caso di farne un caso particolare pensando che cio' possa aiutare a focalizzare l'attenzione, non vedo altro motivo di disparita' di trattamento con altri bambini morti in simili circostanze, alla lunga non portera' a nulla perche' l'attenzione rimarra' al bambino morto sulla spiaggia, con tutto il dovutissimo rispetto e dolore, e non si focalizzera' sulle vere ragioni che creano le circostanze, l'emigrazione 'necessaria', in cui il bambino, e come lui tanti altri, e' morto.

ThomasDoll

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #2 : Venerdì 4 Settembre 2015, 10:58:14 »
in molti sottolineano il collegamento con l'immagine della bambina che scappa nuda dai bombardamenti in Vietnam.
La prima differenza che salta all'occhio, purtroppo, è che quella bambina era viva.
Non si può poi non ragionare sull'uso dell'immagine, ma ci si sente a disagio, perché è evidente che si parla del dito e non della luna.
Ma qualcosa bisogna fare.

Offline cipollone

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #3 : Venerdì 4 Settembre 2015, 11:26:56 »
L'unica cosa importante, a questo punto, è che quella foto non venga rimossa dalle nostre menti perché rappresenta il simbolo di una tragedia che riguarda tanti altri bambini.
Occorre comprendere il fenomeno in atto e darvi risposte che non siano ideologiche, ma concrete ed applicabili.
asromamerda

Offline AlenBoksic

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #4 : Venerdì 4 Settembre 2015, 11:32:25 »
C'è una discrasia evidente tra le parole e i fatti.
A 20 anni di bombardamenti per portare i Diritti e di "guerre umanitarie" segue l'inazione totale quando non la chiusura di fronte ad una tragedia che avrebbe, questa si, bisogno di intervento umanitario, ma umanitario vero, non le solite bombe sganciate dall'alto.
Questa tragica discrepanza tra i valori sbandierati e le politiche pratiche è foriera dei peggiori disastri,
tanto più che gran parte dei profughi sono stati resi tali dagli interventi scriteriati degli anni passati.
Ci vorrebbe un sussulto di orgoglio e di dignità, ci vorrebbero dei media più intelligenti che spiegassero ai cittadini cosa succede, ci vorrebbe una popolazione meno opulenta e più abituata a confrontarsi con i bisogni quotidiani,
invece si continua a ignorare o a dare per scontato che nel mare nostrum si muoia ogni ora, mentre ci si scandalizza per il muro ungherese dove, ad oggi, non è morto nessuno.
Voglio 11 Scaloni

CP 4.0

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #5 : Venerdì 4 Settembre 2015, 11:37:37 »
spesso si punta il dito verso la luna perche' si preferisce guardare la luna che il vero problema. ed il raffronto che TD menziona con la bambina vietnamita calza proprio l'esempio.

il dito e' puntato alla sofferenza dei bambini, la luna, indipendentemete dalle ragioni della stessa sofferenza, il vero problema, che pur essendo legati sono differenti per i diversi casi die due bambini.

su come si puo' risolvere il problema della emigrazione credo si sia tutti d'accordo.

'livellando' il benessere su tutto il pianeta ed il metodo preferito e' quello di innalzare il livello di chi sta peggio, altra luna a cui si preferisce puntare il dito.

altra luna 'preferita' perche' pur accentando, pero' che il pianeta ad oggi, con le tecnologie attuali, non puo' sostenere tale situazione di un intera umanita' al livello di benessere di chi sta meglio, si suole sperare che un domani 'inventeremo' nuovi modi e tecnologie per estrarre le risorse e/o sfruttarle affinche' 'si vada su quella luna, il dito sta puntando'.

dio-uomo puo' tutto.

purtroppo pero' e' una speranza non sostenuta da nessuna 'storia', che anzi la smentisce visto che nonostante gli enormi progressi in vari campi, la situazione attuale diventa ogni giorno ancor piu' insostenibile gia' cosi com'e'.

per cui rimarrebbe, se solo si volesse realmente risolvere il problema, e non puntare il dito semplicemente alla luna, una sola soluzione.

'livellare' verso il basso il benessere di chi sta meglio.

ma lo sappiamo tutti che cio' non accadra' mai.

ecco che una foto di un bambino sulla spiaggia, od una bambina che corre nuda, serve a lavare la coscienza.

Offline carpelo

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #6 : Venerdì 4 Settembre 2015, 12:32:03 »
Scusa Cp, mi pare che il tuo discorso sugli equilibri sia un po' troppo netto. Correggimi se sbaglio, in estrema sintesi tu affermi che "loro" non possono stare meglio se "noi" non iniziamo a stare peggio, in termini di benessere.
Ma chi è che realmente ha visto negli ultimi 20 anni crescere il suo benessere? Intendo non a livello personale, ma di popolo. Mi pare che siano in molti a vedere abbassare i propri standard abituali.
Insomma, la mia idea è che la tua equazione sia un po' forzata e che ci possa essere modo di redistribuire il benessere e le risorse in maniera più equa. Per "noi" e per "loro".

A parte queste romantiche illusioni, la mia idea disillusa è che la foto in questione colpisca davvero solo chi già è colpito da questo dramma ed a nulla serve, se non a vendere qualche copia in più di un giornale. Non sono pro o contro la sua pubblicazione, semplicemente me ne sbatto e non voglio avere nulla a che fare con chi si accorge per mezzora, il tempo di linkare qualcosa su facebook, di questo grandissimo dramma.

Complimenti a ThomasDoll per le sue profonde parole.

ThomasDoll

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #7 : Venerdì 4 Settembre 2015, 12:49:33 »
Il problema è che la polarizzazione della ricchezza aumenta sempre di più, generando squilibri enormi.
Nelle nostre società occidentali piene di benessere continua a crescere. E' come l'universo che si espande, la differenza tra chi sta sopra e chi sta sotto aumenta sempre più e ci dovremo fare i conti.
Il modello di pace che abbiamo costruito ha nascosto la guerra e l'orrore sotto il tappeto.
Non si può pretendere che resti lì. Bisognerà metterci mano prima che ci travolga, perché si rischia di finire una stagione di sogni e di (pseudo) libertà per tornare a vecchi incubi mai del tutto dimenticati.

CP 4.0

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #8 : Venerdì 4 Settembre 2015, 13:14:57 »
per rispondere a Carpelo, parto da un semplice punto, ma il discorso non puo' che essere lungo.

il senso di benessere e' dato dalla possibilita' di acquisto, se possiamo permetterci certe cose ci sentiremo meglio che se non potessimo. ecco perche si dice bene-stanti per indicare chi sta bene economicamente, perche' e' possibile acquisire dei beni, ancora un eplicativo uso della parola bene, che ci fanno stare meglio.

altrimenti saremmo idioti a spendere 7 ore al giorno, quando ci dice bene, 5 giorni a settimana, quando ci dice bene, una 40ina di settimane l'anno, quando ci dice bene, una 45ina di anni, sempre quando ci dice bene, a fare una cosa che non amiamo particolarmente chiamata 'lavoro' se non fosse che ci da' la possibilita' di stare bene economicamente e quindi acquistare i beni di cui sopra, ecc.ecc.

e' poi nella natura dell'uomo cercare di stare sempre meglio e non accontentarsi mai, chi ormai non cambia i propri beni per il semplice fatto che non ci piacciono piu' o per la classica botta de vita che si vive una volta sola e aumenta la qualita' di tale bene, una televisione piu' grande, un telefonino piu' avanzato, un PC piu' potente.

ed ogni volta ci sembra di aver migliorato il nostro senso di benessere, salvo poi vederlo riappiattire e sentire il bisogno di cambiare ecc.ecc.

ma tutto questo richiede risorse naturali, sia materiali che energitiche, la cui unica fonte e' il pianeta su cui viviamo. al che o si crede che le risorse sono infinite, o che per quanto grande sia la popolazione umana le risorse sarano sempre sufficienti, o che un possibile domani la tecnologia ci salvera'.

siccome non credo in nessuna delle tre, e mi pare che i fatti siano abbastanza chiari, incluso il non veder crescere il proprio, e l'altrui, benessere a livello di popolo, dovuto alla forbice che aumenta tra i piu' ricchi ed i piu' poveri, e' per me ovvio che per eliminare la differenza di benessere, chi emigra lo fa perche' ha motivo di credere che le strade dall'altra parte del mare sia lastrivcate di oro, e per chi ha problemi per mettere insieme una pasto al giorno il solo poter mangiare due volte al giorno e' il paradiso, non rimane che equilibrare il livello.

redistribuendo, come dici tu, l'uso delle ricchezze che creano benessere.

il che vuol dire che chi sta meglio dovra' rinunciare a parte di cio' che ha cosi che possa essere usato da chi sta peggio.

come detto ogni altra soluzione e per me pia illusione.

da cui appunto 'loro' non potranno stare meglio finche' 'noi' non staremo peggio, anche se oggi ci sembra di stare peggio di ieri, perche' tale impressione e' relativa al nostro sistema di vita, non ad una assoluta capacita' umana di valutare il proprio livello di benessere oggettivamente.

CP 4.0

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #9 : Venerdì 4 Settembre 2015, 13:24:39 »
Il problema è che la polarizzazione della ricchezza aumenta sempre di più, generando squilibri enormi.
Nelle nostre società occidentali piene di benessere continua a crescere. E' come l'universo che si espande, la differenza tra chi sta sopra e chi sta sotto aumenta sempre più e ci dovremo fare i conti.
Il modello di pace che abbiamo costruito ha nascosto la guerra e l'orrore sotto il tappeto.
Non si può pretendere che resti lì. Bisognerà metterci mano prima che ci travolga, perché si rischia di finire una stagione di sogni e di (pseudo) libertà per tornare a vecchi incubi mai del tutto dimenticati.

d'accordissimo TD, con l'aggiunta che cio' e' amio avviso la deriva di un modo di pensare antico.

quando l'europa comincio' a colonizzare il mondo, con i suoi viaggiatori, vicere', consoli ecc.ecc., non fece altro che agire nella maniera piu' comune.

dividere il mondo tra 'noi' e 'loro', romani e burini, greci e barbari, e chissa' di quanti altri esempi e' piena la storia.

quindi nella cultura europea non si razziava, semplicemente si prendeva cio' che si sentiva dovuto perche' superiore, il superuomo nietzschiano ha radici profonde.

quello europeo era quindi un modello chiuso su se stesso e su questo modello abbiamo costruito quel modello di pace di cui parli grazie anche al benessere che tale modello ha permesso.

Offline carpelo

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #10 : Venerdì 4 Settembre 2015, 13:42:07 »
C'è qualcosa che continua a non tornarmi.
Non è che tra "noi" e "loro" ci sia pure qualcun altro che ce la sta mettendo in saccoccia a tutti quanti, alimentato dalla nostra stessa miopia? Voglio dire: è davvero così, che la guerra e l'orrore che nascondiamo sotto il tappeto siano direttamente proporzionali al nostro aumento (o mantenimento o peggioramento contenuto) di benessere?
Le risorse che il mondo ha e che non bastano a tutti, siamo sicuri che siano sfruttate al meglio da quelli che ne hanno accesso?

Mi scuso per l'Ot e mi dileguo

ThomasDoll

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #11 : Venerdì 4 Settembre 2015, 13:45:35 »
Non è OT, le analisi più avvedute sulla situazione che sta portando a questo esodo angoscioso di siriani e curdi puntano il dito verso la politica di Bush e i riflessi avvelenati della guerra fredda.
Non starò qui ad approfondire, ma per trovare le prove basta affondare il cucchiaio. Un po' come in Texas trovavano il petrolio infilando un bastone nella terra.

Offline AlenBoksic

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #12 : Venerdì 4 Settembre 2015, 13:46:52 »
Ma chi è che realmente ha visto negli ultimi 20 anni crescere il suo benessere? Intendo non a livello personale, ma di popolo. Mi pare che siano in molti a vedere abbassare i propri standard abituali.

Stiamo andando OT ma chi è che come popolo ha visto abbassare il proprio benessere?
Io per benessere intendo cose elementari come luce, gas, acqua corrente, che gran parte della popolazione mondiale non sa neanche cosa siano,
e che anche qui erano del tutto ignote o privilegio di pochi fino a 70 anni fa, e anche meno (quando andavo in Calabria a fine anni '70 sul mare l'erogazione d'acqua veniva sospesa durante la notte).
Ecco, bisognerebbe riscoprire proprio queste cose basilari come benessere senza farsi troppo trascinare dalla civiltà dei consumi che, come dice CP, è anche quella del superfluo che ci porta a considerare irrinunciabili cose che non lo sono,
creando un vortice di insoddisfazione che è - quello si! - causa di malessere individuale e collettivo.

P.S.: il 20% della popolazione mondiale consuma il 75% delle risorse, mi pare il rapporto sia questo.
Certo, poi anche all'interno della parte ricca ci sono squilibri che vanno da Bill Gates al disoccupato diseredato, ma il dato complessivo è quello di cui sopra.
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Offline AlenBoksic

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #13 : Venerdì 4 Settembre 2015, 13:48:25 »
Non è OT, le analisi più avvedute sulla situazione che sta portando a questo esodo angoscioso di siriani e curdi puntano il dito verso la politica di Bush

Bush e non solo.
Anche Blair e, successivamente, Cameron e Sarkozy han dato una bella mano.
Voglio 11 Scaloni

Offline AlenBoksic

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #14 : Venerdì 4 Settembre 2015, 14:10:30 »


"La nuova mappa del mondo", la reazione del cartoonist giordano Rafat Alkhateeb alla morte del profugo siriano Aylan Kurdi.
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borgorosso

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #15 : Venerdì 4 Settembre 2015, 14:20:48 »
Mi fate un esempio nella storia in cui una popolazione ha scelto scientemente di stare peggio, in favore di qualcun altro per giunta?
Irrealistico.
Condivisibile forse, ma la fattibilità è sotto zero.
Una soluzione non esiste. E vedrete che l'occidente (noi) faremo in modo di mantenere il nostro benessere. Ad ogni costo.


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CP 4.0

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #16 : Venerdì 4 Settembre 2015, 14:25:01 »
C'è qualcosa che continua a non tornarmi.
Non è che tra "noi" e "loro" ci sia pure qualcun altro che ce la sta mettendo in saccoccia a tutti quanti, alimentato dalla nostra stessa miopia? Voglio dire: è davvero così, che la guerra e l'orrore che nascondiamo sotto il tappeto siano direttamente proporzionali al nostro aumento (o mantenimento o peggioramento contenuto) di benessere?
Le risorse che il mondo ha e che non bastano a tutti, siamo sicuri che siano sfruttate al meglio da quelli che ne hanno accesso?

Mi scuso per l'Ot e mi dileguo

io ritengo invece che siano domande importanti.

fra noi e loro, io, ma penso tutti, intendo coloro che vivono dove l'emigrazione si dirige e coloro che vivono da dove si emigra.

poi come ogni gruppo all'interno ci sono vari sotto gruppi, non solo c'e' chi tra i noi la mette in saccoccia agli stessi, ma anche chi tra i loro la mette in saccoccia sia ai loro che ai noi, ecc.ecc.

le guerre sono sempre state o per conquista di beni o per il loro trasporto, il resto sono foglie di fico, e si fanno piu' crude maggiore e' il bisogno dei beni.

non c'e' dubbio che potremmo utilizzare le risorse in maniera piu' efficiente, ma cio' comporterebbe comunque un sacrificio del benessere in altro modo, e non e' detto che basterebbe comunque.

Stiamo andando OT ma chi è che come popolo ha visto abbassare il proprio benessere?
Io per benessere intendo cose elementari come luce, gas, acqua corrente, che gran parte della popolazione mondiale non sa neanche cosa siano,
e che anche qui erano del tutto ignote o privilegio di pochi fino a 70 anni fa, e anche meno (quando andavo in Calabria a fine anni '70 sul mare l'erogazione d'acqua veniva sospesa durante la notte).
Ecco, bisognerebbe riscoprire proprio queste cose basilari come benessere senza farsi troppo trascinare dalla civiltà dei consumi che, come dice CP, è anche quella del superfluo che ci porta a considerare irrinunciabili cose che non lo sono,
creando un vortice di insoddisfazione che è - quello si! - causa di malessere individuale e collettivo.

P.S.: il 20% della popolazione mondiale consuma il 75% delle risorse, mi pare il rapporto sia questo.
Certo, poi anche all'interno della parte ricca ci sono squilibri che vanno da Bill Gates al disoccupato diseredato, ma il dato complessivo è quello di cui sopra.

non posso che trovarmi d'accordissimo, anche se sapevo che il rapporto popolazione/risorse arrivasse addirittura a 15/85, ma in materia i numeri sono sempre difficili da dare per certi.

Mi fate un esempio nella storia in cui una popolazione ha scelto scientemente di stare peggio, in favore di qualcun altro per giunta?
Irrealistico.
Condivisibile forse, ma la fattibilità è sotto zero.
Una soluzione non esiste. E vedrete che l'occidente (noi) faremo in modo di mantenere il nostro benessere. Ad ogni costo.


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ed infatti e' proprio la natura dell'irrealismo di risolvere il problema che ponevo in luce, ed infatti stiamo gia; mantenendo il nostro benessere ad ogni costo, anche senza saperlo che mica veniamo informati di tutto.

Offline Frusta

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #17 : Venerdì 4 Settembre 2015, 14:51:21 »
Certo, l'impatto emotivo della foto è forte, e tutti ce ne sentiamo coinvolti quanto TD,  ma se ne facessimo solo un uso ideologico od emotivo (come sta succedendo su buona parte della stampa e dei programmi televisivi alla Barbara d'Urso) finiremmo col distruggere qualsiasi discussione razionale sull'accoglienza senza limiti.
Dietro la quale io non vedo altro che una finanza oligarchica e sovranazionale (il tanto temuto "Capitale") costantemente tesa alla ricerca di  nuovi eserciti di schiavi privi di ogni diritto e di ogni rivendicazione.
Persone, badate bene, non da integrare, ma da sfruttare fino in fondo, senza stacoli e senza limiti.
Tanto da poter tornare indietro in termini di civiltà e di tempo, saltando a piè pari un secolo e mezzo di lotte e di rivendicazioni, e poter sfruttare senza limiti anche noi. Come pian pianino con le ultime "riforme del lavoro" sta succedendo.

Citazione da: ThomasDoll link=topic=21928.msg668840#msg668840 date=144136nel resto3773
Nelle nostre società occidentali piene di benessere continua a crescere.
Cresce solo nelle mani di pochi privilegiati, per il resto della popolazione i dati istat http://www.istat.it/it/archivio/povert%C3%A0 ci dicono che a crescere è la miseria.
'livellare' verso il basso il benessere di chi sta meglio.
Questa se mai, lungi dall'esserne la soluzione, aggrava il problema.
Le persone che vivono al di sotto della soglia della povertà nel mondo superano i tre miliardi, e non è possibile né pensabile che i
flussi migratori possano servire a far fronte a questa situazione. E nemmeno che l’ Europa sia in grado di sostenere con la propria economia una massa del genere. Né che possa farlo l’occidente: questi paesi devono svilupparsi, e farlo in fretta.
L’ostacolo principale al loro sviluppo è costituito dalle loro preistoriche “culture tradizionali”, che possono produrre un sistema economico capace di sfamare pochi milioni di persone, ma non tre miliardi. Ergo o si (auto)decimano, o si evolvono. E soprattutto figliassero di meno, dato che viaggiano ad una media di sei parti per donna. Anche dividendo “equamente” le risorse su scala globale, nemmeno i paesi ricchi ne hanno abbastanza da sollevare tutto il mondo attuale.
P.s.
Il mondo è una barca che ha bisogno di altri remi. Non possono remare sempre e solo gli stessi. E se i loro preti o altri cazzologi della cultura locale preziosa e intoccabile hanno qualcosa da dire, si segua il metodo Robespierre. Ha funzionato da noi. Può funzionare anche da loro.




Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

CP 4.0

Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #18 : Venerdì 4 Settembre 2015, 14:55:07 »
mai detto che i ricchi si debbano fare carico dei poveri.

semmai che smettessero di continuare ad essere ricchi ad ogni costo cosi che i poveri potranno essere meno poveri, o piu' ricchi, e non avranno bisogno di emigrare.

PS: un bambino ricco consuma di piu' di 6 bambini poveri.

Offline Frusta

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Re:Bambini sulla spiaggia
« Risposta #19 : Venerdì 4 Settembre 2015, 15:03:12 »
mai detto che i ricchi si debbano fare carico dei poveri.

semmai che smettessero di continuare ad essere ricchi ad ogni costo cosi che i poveri potranno essere meno poveri, o piu' ricchi, e non avranno bisogno di emigrare.

PS: un bambino ricco consuma di piu' di 6 bambini poveri.
I ricchi dei paesi poveri sono, presi uno per uno personalmente, più ricchi dei loro omologhi dei paesi ricchi, e partecipano attivamente alle aberrazioni della finanza occidentale succhiando infinitamente più di quanto abbia mai fatto l'occidente il sangue dei loro popoli.
Ed i loro preti, mullah, ulema, imam o mufti stanno tutti dalla loro parte.
Ripeto: metodo Robespierre. Così come ha funzionato da noi può funzionare anche da loro.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.