Autore Topic: Immobile e Romagnoli, la Lazio dei simboli  (Letto 311 volte)

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Immobile e Romagnoli, la Lazio dei simboli
« : Lunedì 18 Luglio 2022, 08:03:06 »
www.corrieredellosport.it



di Daniele Rindone

Ciro sblocca la sfida contro la Triestina riscattandosi dal dischetto. Il difensore, all’esordio, già nel cuore dei tifosi

AURONZO - Sul podio delle emozioni sono saliti Romagnoli e Immobile. L’uno a difesa dei gol dell’altro. Alessio, alfiere nei secoli fedele, debuttando con l’amata Lazio ha vissuto i 45 minuti più belli e lunghi della sua vita e poco importa che fosse un’amichevole. Ogni partita lo farà carburare dopo un anno di tormenti per la pubalgia e lo coinvolgerà sempre più. Ciro, con la sua cifra di colpi (suo l’1-0 su rigore), meriterebbe una premiazione a partita. E’ atto dovuto partire da loro per rivivere il 3-1 sulla Triestina, una partita per due Lazio. Sarri, nel primo test realistico, coniugando tradizione e rivoluzione, tecnica e forza fisica, è partito con la formazione-tipo chiarendo molte gerarchie: Patric-Romagnoli coppia centrale davanti a Maximiano. Lazzari a destra, Hysaj a sinistra (poi sostituito da Radu), è l’unico posto senza titolarità. Mau ha offerto la regia a Marcos Antonio, i suoi pretoriani erano Milinkovic e Luis Alberto. Felipe Anderson e Zaccagni le punte affilate ai fianchi di Ciro.


L'analisi

Immobile, pressatore d’attacco, ha provocato l’azione e s’è preso il rigore del vantaggio, segnato riscattando l’errore col Dekani. Ha fatto tutto lui recuperando un pallone come piace a Sarri, servendolo a Felipe che l’ha girato a Milinkovic. Sergej ha spalancato l’area, Ciro è stato atterrato da Sarzi. Il raddoppio gliel’ha negato Ghislandi sulla linea, allo scadere del primo tempo. Mau non è mai andato in bestia, ha seguito in silenzio, masticando la solita cicca, ha chiesto solo più velocità. La flemma s’è rispecchiata in campo, la Lazio è stata ordinata, poco imprevedibile. C’erano idee di gioco, non ancora sprizzi. Tre alibi a conforto: il caldo inconsueto per Auronzo, il campo con troppe zolle e la Triestina di Bonatti (allenatore futurista fin dai tempi della Primavera laziale). I laziali, in 1.100, sono esplosi al gol di Immobile e sono riesplosi poco dopo quando Romagnoli s’è esibito in un tackle scivolato all’altezza del centrocampo, sotto la tribunetta, evitando una ripartenza. Intervento rude replicato a fine primo tempo. Maximiano, quasi ingiudicabile, non ha mai corso rischi. La Triestina, appena allenata, alla prima amichevole, imbottita di 6 acquisti, non s’è mai spinta oltre la trequarti. A centrocampo ha giostrato Marcos Antonio, spaesato in partenza, quando s’è perso un paio di palloni. Poi sempre più dentro al gioco. Ha cercato di tenere corta la squadra, di indurla al palleggio di prima, chiedeva il pallone, s’è impegnato nel pressing. Ha sbagliato qualche tempo in fase di non possesso, fisicamente soffrirà per via di altezza ed esilità, ma è battagliero. Ha sempre reagito agli scontri, ha strappato applausi quando ha schermato De Luca e s’è lanciato sul rimpallo. Piace a Sarri, oggi è una recluta, tecnicamente incarna l’idea sarriana. Milinkovic non è ancora al top, domina con la presenza. Luis Alberto ha preso un colpo ad inizio partita, l’ha limitato. Ciro s’è lamentato per il trattamento della Triestina, feroce nelle pressioni, nei corpo a corpo, se l’è presa con Sabbione (scintille anche con Milinkovic). Mini-ressa prima dell’intervallo.


Il secondo tempo

Sarri ha confermato solo Maximiano e Milinkovic nel secondo tempo, poi sostituiti da Adamonis e Bertini. C’è stata più fluidità. Mau ha lanciato la coppia centrale Gila-Casale, i terzini erano Marusic e Radu. Gila ha confermato d’essere un centrale-velocista, buoni alcuni recuperi in progressione. Casale s’è macchiato di un errore in costruzione. Cataldi era in regia, l’altra mezzala era Basic. Il tridentino era Romero-Cancellieri-Pedro. Prima del raddoppio di un operoso Basic (servito da un’imbucata di Cancellieri) c’è stata una traversa ciclonica di Marusic. Un gioiello di Gomez su punizione ha riaperto la partita (beffato Adamonis). Un gioiello di Bertini, tiro a giro, ha fissato il 3-1. Gol disegnati.

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