La Curva Nord ha deciso: ”Mercato non soddisfacente, non ci abboneremo”.....

[CP 4.0]

l'importante e' non pensare di rappresentare altri

e se ci va bene la rappresentanza altrui, se ne prendano anche gli oneri.

[Panzabianca]

Quegli stessi piccoli azionisti incapaci di associarsi e raccattare un 2% sul mercato azionario per poter avere un posto nel cda?
So' dieci anni almeno che li aspetto...

ahò, ma sto tavolo lo voi allargà o no? Se chiamano tutti.
Un'agorà greca, dovrebbe piacè anche ai più nostalgici tra noi...

[disabitato]

ahò, ma sto tavolo lo voi allargà o no? Se chiamano tutti.
Un'agorà greca, dovrebbe piacè anche ai più nostalgici tra noi...

Un PD greco..

[franz_kappa]

La premessa unica? Siamo tutti tifosi della Lazio. Vogliamo vincere e ciò è conseguibile con una solida unione. Non esistono altre vie.

Come non concordare appieno. "United we stand, divided we fall" (questa è una citazione marklendersiana ).
La nostra forza è la consistenza di una tifoseria da club metropolitano che sarebbe in grado - ed è stata in grado, a dire il vero, sino a pochi anni fa - di garantire stabilmente oltre 30mila presenze allo stadio, al netto di promozioni e cuccioloni.

E' il numero la nostra forza, checché un'ottusa vulgata popolare ci voglia pochi e dispersi (maddeché!  ) in una città tutta giallorossa. I laziali sono dappertutto, magari silenziosi e sotto copertura ma allo stesso tempo presenti ad ogni livello nei tessuti e nei gangli della società romana e non.

Il problema, fatale, è il nostro inveterato individualismo, che da qualche anno è stato aggravato dalla distruzione di una coscienza collettiva operata dall'implosione del gruppo ultras, egemone - con le buone e, soprattutto, con le cattive - negli anni Novanta e successivamente devastato da condotte autodistruttive (nonché in alcuni casi sanzionabili dalle leggi della Repubblica).

Lo scenario attuale è un quadro a mio avviso assai poco confortante: una galassia di decine, centinaia di migliaia di tifosi, spesso individuali o debolmente associati ad altri laziali con cui condividere idee e stili di tifo, cui si uniscono alcuni gruppuscoli, in alcuni casi costituiti da poche centinaia di unità, la cui aggregazione è stata negli ultimi 15 anni favorita dalle opportunità offerte dal Web.

Completamente assenti una coscienza collettiva e, di conseguenza, completamente assente la percezione di quello che è il bene assoluto della Società: la coesione del suo bacino d'utenza, precondizione indispensabile per sviluppare politiche di marketing che si traducano, direttamente o indirettamente, in stabili strategie di consumo di ogni prodotto a marchio. Più semplicemente, ci manca la capacità di sentirci parte di una famiglia comune.

Paradossalmente, il collante più forte - da un decennio a questa parte - è l'odio per il maggior azionista.
Ma è un sentimento infertile, che non produce nulla se non danni, diretti e indiretti, per la Società.

Lotito, in ciò, è fonte del problema ma anche potenziale soluzione: una duplice natura che non può che rendere il problema quasi irrisolvibile, temo.

[franz_kappa]

ahò, ma sto tavolo lo voi allargà o no? Se chiamano tutti.
Un'agorà greca, dovrebbe piacè anche ai più nostalgici tra noi...

Frena frena frena...

Ogni esperienza di democrazia diretta (antica Grecia o colonie inglesi del New England) o - estendendo - di governo largo (le Repubbliche rinascimentali, Firenze e Venezia in primis) che la storia ci ha consegnato sino alle rivoluzioni di fine Settecento, si è fondata su alcune irrinunciabili caratteristiche:
- restrizione del diritto di voto a pochi, individuati, membri della comunità, distinti per censo, reddito e sesso
- applicazione del suddetto modello di auto-governo a realtà ridotte, nella consistenza numerica delle popolazioni e nell'estensione territoriale su cui le suddette popolazioni esercitavano un diretto controllo

La governance di un diffuso azionariato popolare, sistema di co-gestione perfettamente immaginabile e favorito dalle moderne tecnologie, va immaginata sviluppando modelli gestionali ben diversi dai vagheggiamenti di una sorta di democrazia diretta, di fatto irrealizzabile.

[Panzabianca]

Come non concordare appieno. "United we stand, divided we fall" (questa è una citazione marklendersiana ).
La nostra forza è la consistenza di una tifoseria da club metropolitano che sarebbe in grado - ed è stata in grado, a dire il vero, sino a pochi anni fa - di garantire stabilmente oltre 30mila presenze allo stadio, al netto di promozioni e cuccioloni.

E' il numero la nostra forza, checché un'ottusa vulgata popolare ci voglia pochi e dispersi (maddeché!  ) in una città tutta giallorossa. I laziali sono dappertutto, magari silenziosi e sotto copertura ma allo stesso tempo presenti ad ogni livello nei tessuti e nei gangli della società romana e non.

Il problema, fatale, è il nostro inveterato individualismo, che da qualche anno è stato aggravato dalla distruzione di una coscienza collettiva operata dall'implosione del gruppo ultras, egemone - con le buone e, soprattutto, con le cattive - negli anni Novanta e successivamente devastato da condotte autodistruttive (nonché in alcuni casi sanzionabili dalle leggi della Repubblica).

Lo scenario attuale è un quadro a mio avviso assai poco confortante: una galassia di decine, centinaia di migliaia di tifosi, spesso individuali o debolmente associati ad altri laziali con cui condividere idee e stili di tifo, cui si uniscono alcuni gruppuscoli, in alcuni casi costituiti da poche centinaia di unità, la cui aggregazione è stata negli ultimi 15 anni favorita dalle opportunità offerte dal Web.

Completamente assenti una coscienza collettiva e, di conseguenza, completamente assente la percezione di quello che è il bene assoluto della Società: la coesione del suo bacino d'utenza, precondizione indispensabile per sviluppare politiche di marketing che si traducano, direttamente o indirettamente, in stabili strategie di consumo di ogni prodotto a marchio. Più semplicemente, ci manca la capacità di sentirci parte di una famiglia comune.

Paradossalmente, il collante più forte - da un decennio a questa parte - è l'odio per il maggior azionista.
Ma è un sentimento infertile, che non produce nulla se non danni, diretti e indiretti, per la Società.

Lotito, in ciò, è fonte del problema ma anche potenziale soluzione: una duplice natura che non può che rendere il problema quasi irrisolvibile, temo.

Concordo in tutto. Quello sottolineato è un passaggio che mi ha profondamente immalinconito.
Pur scettico, concludi dando un indizio per la possibile soluzione ma stiamo sempre a carissimo amico Claudio

[CP 4.0]

il problema e' l'aver voluto mettere Lotito dappertutto da 11 anni a questa parte, invece di discutere e parlare semplicemente di Lazio e calcio.

ecco quindi che senza Lotito non se ne esce.

il Laziale non e' debolmente associato o assente di una coscienza collettiva, preferisce pero' non passare per Lotitiano, di essere quello in trincea, come sono sempre stati additati coloro che non contestano apertamente ogni 2 x 3.

al che c'e' una sola alternativa di referenza.

chi altro organizza attivita' di protesta se non il sig. 'Curva Nord', nonostante la maggioranza sia scontenta di questa dirigenza?

che altro si fa se non quello che il sig. 'Curva Nord' propone per dimostrare la propria disaffezione per l'azionista di maggioranza?

quali punti di vista vengono snocciolati che non sono snocciolati pirma dagli organi di informazione, soprattutto quelli del sig. 'Curva Nord'?

chi ha deciso che non puo' esserci unione finche' ci sara' Lotito, qualunque sia la ragione di tale impossibilita', e' il primo ha porre le basi di una divisione.

[Panzabianca]

Frena frena frena...

Ogni esperienza di democrazia diretta (antica Grecia o colonie inglesi del New England) o - estendendo - di governo largo (le Repubbliche rinascimentali, Firenze e Venezia in primis) che la storia ci ha consegnato sino alle rivoluzioni di fine Settecento, si è fondata su alcune irrinunciabili caratteristiche:
- restrizione del diritto di voto a pochi, individuati, membri della comunità, distinti per censo, reddito e sesso
- applicazione del suddetto modello di auto-governo a realtà ridotte, nella consistenza numerica delle popolazioni e nell'estensione territoriale su cui le suddette popolazioni esercitavano un diretto controllo

La governance di un diffuso azionariato popolare, sistema di co-gestione perfettamente immaginabile e favorito dalle moderne tecnologie, va immaginata sviluppando modelli gestionali ben diversi dai vagheggiamenti di una sorta di democrazia diretta, di fatto irrealizzabile.

si, vero, purtroppo vero.  (Non ricordo chi l'abbia detto ma la democrazia greca, per i filtri e vincoli da te elencati, sarebbe sembrata più simile ad un apartheid... ) 

[franz_kappa]

si, vero, purtroppo vero.  (Non ricordo chi l'abbia detto ma la democrazia greca, per i filtri e vincoli da te elencati, sarebbe sembrata più simile ad un apartheid... ) 

OT
Eh già. Ma non dimentichiamo mai che i sistemi politici sono figli dei loro tempi. E' sempre complesso giudicarli con il nostro 'metro' contemporaneo.
EOT

[disabitato]

La democrazia, specialmente in aziende che fatturano centinaia di milioni, non funziona.

[borgorosso]

La democrazia è certamente sopravvalutata


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[Pomata]

sembri non tenere conto che una situazione del genere c'è già stata e loro sono stati dove stanno sempre, a braccetto con una società che per vincere ci era scesa a patti. .. perché Quello era un imprenditore che voleva affermare il proprio brand attraverso le vittorie della Lazio.  Lui si.
Questo no, e se quelle che hai elencato sono le sue mire (alle spalle di una società sportiva vecchia più di 100 anni), il soggetto, espressione del generone romano, amico dell'amici.., ha di fatto fallito parte "cospicua" dei propri obiettivi.

@ C.P 4.0,  nulla di contrario ad un tavolo allargato, a patto che noi si diventi un'entità riconoscibile. (Se potrebbe pensare de tirà dentro pure il gruppo degli azionisti...e perché no, la polisportiva della quale la Lazio calcio è credo ancora sezione)

Stai dicendo che il signor curva nord e il signor Cragnotti erano scesi a patti, o sbaglio? Sappiamo tutti quali erano questi "patti"
Un esempio fu quando il signor Cragnotti diede le trasferte in esclusiva alla Francorosso...al derby successivo una bella scritta " Squadra de negri, curva de ebrei..." E sputtanamento a livello mondiale della nostra immagine...

Questi vogliono soldi e usano i risultati avversi per montare la contestazione, nessuno ricorda piú che il minimo per Lotito era l'europa in base al nostro 6/7 fatturato...oggi si chiede di lottare per il secondo posto minimo e andare in CL da protagonisti...

Nel frattempo non mi abbono e mi metto comodo...

Bah!

[borgorosso]

Stiamo ancora alla Francorosso... L'eterno ritorno.
La Lazio ha alle spalle una società con l'ambizione dei 100 anni da pecora.
Nessuno lo ammetterà mai, ma questo 100 anni da pecora sono intollerabili ai più alla luce delle ambizioni e degli investimenti di una squadra che divide con noi la città e che non fattura di base molto più di noi.
Pallotta, che lo vogliamo o no, ci fa pensare: perché noi no?


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[Pomata]

Stiamo ancora alla Francorosso... L'eterno ritorno.
La Lazio ha alle spalle una società con l'ambizione dei 100 anni da pecora.
Nessuno lo ammetterà mai, ma questo 100 anni da pecora sono intollerabili ai più alla luce delle ambizioni e degli investimenti di una squadra che divide con noi la città e che non fattura di base molto più di noi.
Pallotta, che lo vogliamo o no, ci fa pensare: perché noi no?


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Perchè loro amano a prescindere...noi con condizioni.

[MrMoto]

Non mi sembra tanto individualista ripetere il mantra che per colpa di Lotito non vado più allo stadio/non mi abbono/mi ha tolto la lazialità/non posso più sognare, ecc.  Mi sa tanto tanto di comformismo.

[borgorosso]

Perchè loro amano a prescindere...noi con condizioni.

Sciocchezze, banalità.
Lo scorso anno hanno cominciato a perdere colpi, e quando è diventato chiaro che non avrebbero lottato per lo scudetto hanno abbassato talmente tanto la media presenze che li abbiamo superati.

Ed è ancora più umiliante: abbacinati dall'obiettivo secondo posto il laziale ha cominciato andare allo stadio. Furenti perché era rimasto solo il secondo posto come obiettivo i romanisti lo hanno abbandonato.
Pensa che solco si è scavato tra noi anche grazie al super Presidente


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[Panzabianca]

Stiamo ancora alla Francorosso... L'eterno ritorno.
La Lazio ha alle spalle una società con l'ambizione dei 100 anni da pecora.
Nessuno lo ammetterà mai, ma questo 100 anni da pecora sono intollerabili ai più alla luce delle ambizioni e degli investimenti di una squadra che divide con noi la città e che non fattura di base molto più di noi.
Pallotta, che lo vogliamo o no, ci fa pensare: perché noi no?


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d'accordo con te.

@ Pomata: Cragnotti ha letto Machiavelli (come ogni buon imprenditore che voglia vincere)

P.s. Cmq ho parlato di agorà solo perché alcuni di voi erano contrari al tavolo. Allora ho pensato a na piazza...

[MrMoto]

Sciocchezze, banalità.
Lo scorso anno hanno cominciato a perdere colpi, e quando è diventato chiaro che non avrebbero lottato per lo scudetto hanno abbassato talmente tanto la media presenze che li abbiamo superati.

Ed è ancora più umiliante: abbacinati dall'obiettivo secondo posto il laziale ha cominciato andare allo stadio. Furenti perché era rimasto solo il secondo posto come obiettivo i romanisti lo hanno abbandonato.
Pensa che solco si è scavato tra noi anche grazie al super Presidente


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Non seguo il filo logico del tuo discorso… noi A, loro B, per colpa di C?

[kalle]

Sciocchezze, banalità.
Lo scorso anno hanno cominciato a perdere colpi, e quando è diventato chiaro che non avrebbero lottato per lo scudetto hanno abbassato talmente tanto la media presenze che li abbiamo superati.

Ed è ancora più umiliante: abbacinati dall'obiettivo secondo posto il laziale ha cominciato andare allo stadio. Furenti perché era rimasto solo il secondo posto come obiettivo i romanisti lo hanno abbandonato.
Pensa che solco si è scavato tra noi anche grazie al super Presidente


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Un cretino che se doveva fare li cazzi suoi e lasciacce annà falliti e diventà Lazio soccer2014 in mano agli imprenditori di Latina amici de D'Amico (marchio già registrato in attesa della morte della nostra..) oppure nelle mani di Tulli.

Poi vojo vede se non ve sognavate tutto quello che abbiamo avuto in questi anni.

Tifosi ridicoli e senza palle.

[Wasicu]

Sciocchezze, banalità.
Lo scorso anno hanno cominciato a perdere colpi, e quando è diventato chiaro che non avrebbero lottato per lo scudetto hanno abbassato talmente tanto la media presenze che li abbiamo superati.

Ed è ancora più umiliante: abbacinati dall'obiettivo secondo posto il laziale ha cominciato andare allo stadio. Furenti perché era rimasto solo il secondo posto come obiettivo i romanisti lo hanno abbandonato.
Pensa che solco si è scavato tra noi anche grazie al super Presidente

Ma quale scudetto, borgoro' ....  ma stiamo scherzando con le parole   ??
E la strega con la mela avvelenata  ??