In memoria di Laurent
(E' morto Lauren Fignon, ex ciclista francese, anni 50, vincitore, tra l'altro, di due Tour e di un Giro d'Italia...)
Sei stato l'immagine dell'uomo che lotta contro gli dei ed il destino; il senso di uno sport fatto per esaltare l'imperfezione umana e tutti i suoi magnifici corollari, dalla bellezza all'abnegazione, dall'eleganza alla passione, dall'effimero al sacro...
Un campione da tragedia greca, un Ulisse sconfitto sulla porta di casa da Proci molto più scaltri di quelli omerici; un Prometeo che ripete il gesto per il gusto di provare a togliere il fuoco a chi troppo ne dispone...
Nello stile di corsa e nello stile di vita, ad un tempo sei stato Cyrano e Don Chisciotte ma anche Amleto e Mefistofele...
hai inventato da corridore ed atleta l'autogestione nel mondo degli sponsor, hai inventato da uomo la poetica della fuga da se stessi, fuggire in avanti per rincorrersi, hai lottato con il gusto della dissacrazione di tutti i luoghi comuni che infarcivano (ed ancora infarciscono) il ciclismo...
Ora non so se il tuo fantasma veleggia luccicante in sella alla tua bici, senza protesi che non siano le tue gambe e la tua acuta intelligenza, verso la Micronesia e la Polinesia alla ricerca di rari uccelli da impagliare...non so se nel laticlavio del ciclismo troveranno il coraggio di affiancarti al tasso Hinault o, piuttosto, all'umano, strenuamente umano, Louison Bobet...non so nulla di ciò...non riesco a sapere nulla...So solo che vederti all'attacco sugli altipiani del Vercoirs in maglia gialla per dare spettacolo degno e non calcolare gli spiccioli di una gloria che più volte hai sfiorato quasi disdegnandola e lasciandola andare...so solo che ricordare il tuo addio al ciclismo ormai affollato di dopati di EPO così come lo hai descritto nel tuo libro autobiografico, manco a dirlo bellissimo, mi riga il volto di lacrime...so solo che quel giovane parigino che vinse il Tour a ventitre anni come "riserva di Hinault"... e che poi lo perse per soli otto secondi al culmine della sua tormentata carriera, rimarrà nella memoria e nella suggestione (e cosa altro è la vita, in fondo?) di chi ha avuto la fortuna di seguire le tue gesta...Ti lasciasti sfilare in coda al gruppo sul Col de la Bonnette e poi, pedalando dolcemente, guardasti le cime innevate, i profili lucenti dei rilievi alpini...in un attimo di maestosa immobilità...poi tirasti i freni e mettesti piede a terra...
"Sono affetto da una strana emorragia: perdo ogni giorno qualche secondo" dicesti, in modo presago, in quell'edizione del Tour in cui Lemond di beffò per un batter di ciglia...
Ma poi rispondesti - ad un passante che, incontrandoti, ti appellò: "ma lei è Fignon, quello che ha perso il Tour per otto secondi?"... "Nossignore...io sono Fignon quello che ne ha vinti due...!"
Addio Laurent, anzi arrivederci...