Corriere dello Sport
Tare: Il progetto mai nascosto . «Difficoltà previste, tanti motivi. La Lazio è chiara, non prende in giro, tiene i suoi big» ROMA - Fabrizio Patania
Ha raccolto l’invito dopo un discreto pressing, una profonda riflessione e alla fine si è aperto, ripercorrendo a 360 gradi l’estate tormentata della Lazio, le linee guida di un progetto che non cambierà se Pioli dovesse entrare o meno in Champions, le scelte compiute nelle ultime settimane. E reclamando fiducia, quella che continuano e non hanno mai smesso di respirare a Formello. «Non possono bastare dei brutti risultati nel calcio di luglio per cancellare il lavoro di un anno» ha sottolineato con forza il direttore sportivo della Lazio, questa sera in partenza da Roma per Shanghai, autorizzandoci a sintetizzare tra virgolette i suoi pensieri perché i concetti passassero con maggiore forza. «Allarme? Non la vedo così e neppure Pioli, intanto perché si dimenticano troppe cose successe questa estate. Gruppo diviso a scaglioni, non è stato possibile partire per il ritiro tutti insieme e se penso che soltanto due sere fa a Mainz, con l’arrivo di Biglia, il mister ha potuto vedere tutti insieme i suoi giocatori». Ci sono stati degli infortuni e diversi contrattempi. In serie Radu, Morrison, Braafheid, infine Djordjevic, senza contare De Vrij, operato di ernia inguinale a metà giugno e per questo motivo sinora utilizzato nelle amichevoli. «Certe difficoltà erano state messe in preventivo. E’ calcio di luglio, dovevamo prepararci ad un mese di agosto tremendo con gli impegni di Supercoppa e Champions, abbiamo anticipato certe partite. Pioli le voleva per accelerare il rodaggio e mettere minuti nelle gambe, non per centrare risultati. Non tutti si sono allenati allo stesso modo e ci sono stati dei contrattempi». Il tecnico emiliano è convinto di arrivare in Cina con la stessa condizione atletica della Juve. «Forse, dico io, anche con qualche giorno in più di lavoro. Ha ragione Pioli, sono convinto che saremo allo stesso livello di gambe per giocarcela. Poi una partita può andare in tanti modi».
Salto di qualità. Ci sono altre cose che non sono piaciute a Tare. Sa benissimo come la dote costruita nella stagione passata nel rapporto con il pubblico sia da custodire gelosamente. «Mi spiace si cambi idea troppo in fretta». Le aspettative, dopo il terzo posto, sono cresciute. Il ds della Lazio ha ribadito e allargato concetti espressi durante la conferenza stampa tenuta ad Auronzo. «Noi siamo stati chiari e il progetto non è stato mai nascosto. Sento parlare dei rinforzi. Noi non abbiamo preso in giro nessuno dei nostri tifosi. Ho parlato di idee e abbiamo fatto dei sacrifici, a differenza di altri, senza vendere i nostri big. Ora i fenomeni dobbiamo provare a costruirceli in casa. Il salto di qualità, se manterremo certi risultati stando in Champions, lo potremo fare in due, tre o quattro anni». Mercato quasi chiuso, come aveva spiegato ad Auronzo. «Un centrocampista arriverà, spero molto presto» l’ammissione del diesse. Quasi certamente Milinkovic Savic. Il profilo spesso richiamato del modello Borussia Dortmund. «Un mix di giocatori di esperienza e di giovani talenti. Dico Marchetti, Berisha, De Vrij, Basta, Radu, Klose, Djordjevic, Biglia, Candreva, Parolo, Lulic, Gentiletti. Io ne conto dodici. Poi ci sono i ragazzi e i talenti su cui abbiamo investito». Ai giovani bisogna dare tempo. «Hoedt ha giocato un’ottima partita e ha commesso un errore sul primo gol del Mainz. Ha iniziato ora, ha vent’anni, diamogli tempo. A lui come agli altri». Il progetto è quello. «E non cambierà in dipendenza del risultato nei preliminari» ha aggiunto Tare, cercando di proteggere i suoi giocatori e il tecnico emiliano, peraltro da nessuno messo in discussione. «Fiducia piena in questa squadra. Ci sono dei valori tecnici e morali. Fiducia piena nel lavoro di Pioli e dello staff. Non è vero che i giocatori non hanno voglia, ci sono state difficoltà e hanno cominciato adesso a entrare in condizione».