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Biglia perché leader e collante nel gruppo
« : Venerdì 31 Luglio 2015, 08:46:50 »
Corriere dello Sport



Biglia perché leader e collante nel gruppo . Le ragioni del tecnico la scelta del capitano
 
ROMA - Fabrizio Patania
 
Pioli sapeva del malumore di Candreva, ci aveva parlato prima di comunicare le sue scelte alla squadra, di sicuro non gli avrà fatto piacere che trapelasse in modo così evidente, forse ne riparleranno. Per chiudere subito il caso e andare avanti. Il tecnico ha un rapporto diretto e schietto con i suoi giocatori, allo stesso tempo pretende rispetto delle decisioni che gli appartengono senza discussione e in autonomia considerando il ruolo. Una scelta, dopo l’addio di Mauri e Ledesma, andava fatta e nel momento in cui cadeva il criterio dell’anzianità di servizio Pioli s’è affidato al giocatore che più di ogni altro “sente” e avverte in campo e nello spogliatoio. Nei suoi pensieri considerava l’argentino già a giugno l’erede di Mauri (all’epoca sicuro del rinnovo e di restare alla Lazio) e non certo per discorsi di mercato. Serviva un collante che sostituisse il brianzolo. Lucas Biglia è la vera guida della Lazio, il motore indispensabile, ma in questi mesi si è rivelato soprattutto un leader silenzioso, un punto di riferimento a cui si appoggiano con maggiore facilità i più giovani. L’autorevolezza emerge attraverso un consenso spontaneo, viene riconosciuta dagli altri. Una legge naturale, questione di carisma, nella vita come nello spogliatoio.
 
Come in Vaticano. Chi entra Papa in conclave di solito esce cardinale, si dice così a Roma. Antonio Candreva si aspettava la fascia e c’è rimasto male perché ne faceva una questione di appartenenza, essendo un giocatore nato e cresciuto a Roma, e di rappresentatività esterna. Sarebbe stato un motivo d’orgoglio portarla come più volte aveva dichiarato negli ultimi due anni, spesso sollecitato dai tifosi. E’ un ragazzo orgoglioso, è cresciuto tanto alla Lazio, si era posto un obiettivo che ne testimonia la passione, spesso diviso o sbattuto sulle prime pagine e dentro le notizie del mercato come era accaduto la scorsa estate. C’è chi sceglie di diventare uno dei tanti al PSG, alla Juve oppure al Barcellona, e chi invece vorrebbe essere identificato e riconosciuto come il numero uno nella sua città. Ha scelto di restare, contento di farlo, e non ha certo cambiato idea perché non è diventato capitano. E’ un giocatore fatto e cresciuto, un punto fermo della nazionale, continuerà con lo stesso entuasiasmo di prima, magari stimolato da Pioli a tenersi ancora in discussione, perché non si finisce mai di migliorare. Dopo il momento di delusione, s’è rimesso a guardare avanti, reagirà con maturità dopo il segnale inviato dai suoi agenti Pastorello e Moretti. Non ci sono dietrologie, riflessi o conseguenze. Antonio era rimasto male, come hanno fatto sapere i suoi procuratori, spegnendo il caso il giorno dopo perché l’argomento andava chiuso. Conta l’aspetto psicologico, come del resto aveva calcolato Pioli che lo tiene in considerazione e gli voleva affidare la mansione di vice-capitano. Dietro a Biglia, ci sarebbe stato lui. Antonio, invece, ha declinato l’invito: sperava nella fascia. Non essendo stato scelto come capitano, ha preferito non diventare vice. Così, a quel punto, la scelta è ricaduta su Klose, il campione del mondo tedesco, il più titolato e rappresentativo dei giocatori laziali.
 
Personalità. A Mainz, con Biglia inizialmente in panchina, Pioli ha consegnato la fascia di capitano a Klose, che poi l’ha lasciato a Lulic nella ripresa. Il dettaglio non era insignificante. Questa sarà la gerarchia. La Lazio non ha mai espresso, come complesso di squadra, una personalità spiccata e il tecnico emiliano, attraverso l’elezione dei nuovi capitani, ha voluto dare un segnale ai giocatori di maggiore esperienza e spessore morale. Le scelte includevano Candreva, che si è autoescluso per una reazione d’orgoglio. La fascia non è mai stata considerata dagli allenatori un premio, ma una responsabilità. Pioli ad Auronzo aveva sottolineato gli aspetti fondamentali alla base dei successi della Lazio: motivazioni, lavoro, spirito di sacrificio. Non ha dubbi neppure in questo momento. Sa di poter contare su un gruppo speciale, come spesso lo ha definito, e su giocatori orgogliosi come Candreva. Forse la scossa emotiva servirà per risvegliare la Lazio e portarla in Champions. 

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