www.gazzetta.itPioli non sa come sostituire Radu a sinistra e potrebbe giocare col 3-4-3, Benitez dovrà fare la partita perché col pari sarebbe tagliato fuori. Sarà De Vrij a vedersela con Higuaindi Andrea Elefante
Si fosse giocata uno-due mesi fa, avremmo scommesso su una partita divertentissima. È diventata una partita da una quarantina di milioni di euro - la Champions, passando il preliminare, ne vale circa 50 e chi va in Europa League può contare su 8/10 - dunque Napoli e Lazio se la giocheranno un po’ meno a cuor leggero. Ma se la giocheranno, perché in fondo non sanno fare altro: a prescindere dalla differente variabilità tattica, visto che il Napoli non si discosta mai dal 4-2-3-1 se non nell’interpretazione (con e senza Gabbiadini: stasera in partenza dovrebbe essere senza), mentre Pioli adatta di più la Lazio e dunque la cambia a seconda dell’avversaria, del tipo di partita da giocare e della disponibilità di giocatori.
LINEA A TRE — Per esempio stasera: gli ultimi allenamenti lasciano pensare che il tecnico biancoceleste si affiderà alla difesa a tre, dunque ad un 3-4-3 di partenza ad alto tasso di volubilità. Resta da capire, e questo inciderà sulla genesi della partita, se sia una scelta dettata dalle assenze, oppure dal Napoli. Primo caso: più che Biglia, Pioli non sa come sostituire Radu, perché sulla fascia sinistra non si fida abbastanza di Cavanda e Braafheid e preferisce non arretrare Lulic, che non dà il meglio da laterale e soprattutto è importante a centrocampo per l’applicazione nelle due fasi. Secondo caso: a prescindere da quanto la Lazio riuscirà - o vorrà - stare alta, Pioli così vuole garantirsi più copertura dietro. Del resto gli vanno bene due risultati su tre, è il Napoli a dover fare la partita, e la Lazio sa come stare compatta e fare male in ripartenza. Anche se la scelta rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio, perché può finire per far soffrire la sua squadra a centrocampo.
DUELLO MONDIALE — Pioli ha già usato la difesa a tre recentemente, contro la Juve: in quel caso però doveva affrontare due punte più o meno centrali, stavolta soltanto una «pura», ovvero Higuain. Che sembra voler affidare prevalentemente a De Vrij, il difensore più completo, veloce e anche esperto, che ha provato in questi giorni al centro della linea a tre. Uno contro uno (dubitiamo sarà sempre tre contro tre), è la scelta più logica. Anche perché l’olandese è quello che ha conosciuto meglio sul campo il Pipita, che pure nella semifinale mondiale di un anno fa toccò più che altro a Vlaar. Però mettere De Vrij in mezzo significa sistemargli ai fianchi Gentiletti e Mauricio e dunque lasciare il compito di scivolare sugli esterni e di assicurare le coperture preventive a due giocatori non velocissimi, soprattutto l’argentino: Callejon e Mertens (o Insigne) potrebbero approfittarne.
LE FASCE — Il Napoli ha l’obbligo di vincere, dunque a meno che non riesca a segnare subito, prima o poi dovrà fare la partita. Ma nonostante questo è difficile credere che rinuncerà del tutto a giocare in ripartenza, dunque a sfruttare, contando in particolare sulla spinta di Maggio, anche le sovrapposizioni sulle fasce. Molto di questa partita si potrà decidere sulle corsie esterne: per questo e per il fatto che la Lazio non arriva a questa partita al massimo della condizione atletica (anche contro la Roma è diventata molto più vulnerabile quando è calata l’intensità del suo pressing), non ci sarà da meravigliarsi se vedremo il 3-4-3 della Lazio diventare un 5-4-1. Sarà decisivo il lavoro su tutta la fascia di Basta, che è in un buon momento di forma, e di Lulic (un po’ meno), ma conterà molto anche quanto e come si abbasseranno Candreva e Felipe Anderson, per controbilanciare le forze a centrocampo sulle salite degli esterni del Napoli.
I FALSI TREQUARTISTI — Napoli e Lazio giocano di partenza senza trequartista puro, ma Hamsik e Candreva hanno attitudine e movimenti per portare la loro qualità anche alle spalle della punta centrale. Lo slovacco, se sta bene come adesso, si trova a suo agio anche fra le linee, più vicino alla porta e dunque un centrale della Lazio dovrà sempre leggere il momento giusto per alzarsi e andarlo a prendere, aggiungendosi ai centrocampisti per non lasciare troppo soli Cataldi e soprattutto Parolo, che soffre sempre un po’, anche se ormai è abituato, quando deve tenere la posizione senza troppe possibilità di puntare la porta. Ma il Candreva che diventa abrasivo andando a cercare gli inserimenti dietro i centrali difensivi avversari ha per forza bisogno, soprattutto in una gara così, di copertura: per lui e Felipe Anderson la conditio sine qua non per poter scegliere con sufficiente libertà gli spazi dove trovare a fianco scoperto il Napoli, sicuramente non sempre perfetto in fase difensiva.
SPORTELLATE — Anche per questo a Benitez servirà una partita a basso indice di errore dei suoi centrali. La scelta di Djordjevic da parte di Pioli va letta anche così: avendo più energie da spendere rispetto a Klose, il serbo si dedicherà molto al lavoro sporco, compreso il primo pressing su David Lopez. Il resto saranno sportellate con Albiol e Koulibaly: sui calci piazzati più con il francese, visto che in quei casi lo spagnolo di solito va sul centrocampista o sul difensore avversario che sale.