Autore Topic: 100 anni.  (Letto 1024 volte)

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Giglic

100 anni.
« : Domenica 24 Maggio 2015, 08:28:09 »
Sono pressappoco 4 generazioni, il che vuol dire che pienamente l'hanno vissuta i nostri nonni  bisnonni.
La prima Guerra Mondiale' stata, molto di più della seconda, la vera causa di tutti i mali del XX secolo e dell'attuale equilibrio mondiale, a mio modo di vedere.
L'Italia ci entrò grazi alla rumorosa minoranza di Interventisti, Nazionalisti, futuristi, e Socialisti alla Mussolini (Tutti germi che poi si fusero nel fascismo), contro se stessa. La maggioranza degli italiani (e del parlamento) la guerra non la voleva. Anche perché Trento e Trieste l'Austria ce le aveva promesse proprio in cambio della non apertura di un terzo fronte bellico. Ma i sogni di grandezza tipici dei parvenu (Pascoli definiva l'Italia "la grande proletaria", contrapponendola all'"Italiota" dei notabili) ebbero la meglio, anche perché in quel momento al governo c'era Salandra (una mezza figura messa li perché nessuno voleva quel posto), con Sonnino (il vero leader dei conservatori) ministro degli esteri. Giolitti avrebbe fatto di tutto per evitare la guerra. Sapeva della pochezza bellica del paese (mancavano anche le cesoie per tagliare i fili spinati dei nemici) e dell'insipienza dei generali (del capo di stato maggiore Cadorna disse "Lo conosco, e proprio per questo gli preferisco l'altro, che non conosco"), ed aveva ricevuto rassicurazioni da Salandra in tal senso. Probabilmente il voltafaccia che tanto fece infuriare lo statista di Mondovì fu deciso dal Re, che la guerra la voleva (il patto di Londra che ci faceva essere alleati di entrambe le parti in guerra era molto probabilmente voluto da lui). Lo stesso Re che dopo aver definito il parlamento "occhi ed orecchie del sovrano" passò sopra il dibattito che si stava presentando (e che voleva la neutralità) per insistere sulla guerra.
Due anni e mezzo di inutili battaglie sull'Isonzo, con conquiste marginali, centinaia di migliaia di vittime, e la sconfitta più cruenta mai subita da un esercito Italiano: quella Caporetto che, non fosse stato per la lentezza della logistica dell'esercito austroungarico, avrebbe portato il nemico (comandato da un giovanissimo Rommel) praticamente dritto nella pianura padana.
La vittoria dell'anno successivo - con i tedeschi ormai assenti e gli austroungarici demotivati - fu importante, certo. Ma secondo me solo per ricordare i morti militari e civili che quel macello aveva portato (ci si metteva anche l'influenza Spagnola adesso, a mietere vittime in un'Europa affamata denutrita e provata da 4 anni di guerra).

La storia la scrivono i vincitori? Al di la della banalità della frase, questo non è del tutto vero. La crudeltà dell'aquila bicefala gialla e nera (che c'era, ne fece le spese Cesare Battisti, quello vero), non ha mai fatto premio sulla nostalgia che quell'impero ha lasciato e sui disastri che il disfacimento  dei possedimenti absburgici ha procurato. E poiché la letteratura è piena di queste cose (pare che i perdenti si divertano tantissimo a scrivere: vedi il caso dei vari meridionalismi d'accatto), la frase con cui ho iniziato quest'ultimo periodo la si può tranquillamente definire una puttanata, sempre a mio modo di vedere e parlando con pardon.

ThomasDoll

Re:100 anni.
« Risposta #1 : Lunedì 25 Maggio 2015, 08:39:10 »
Mi sfugge una cosa: perché celebrare l'entrata in guerra (al di là dell'importanza storica della ricorrenza)?
Leggo in giro che per molti è una data più importante della Vittoria. Boh. L'entrata in guerra è un momento drammatico, secondo me, ma magari non ho capito bene lo spirito delle celebrazioni, che mi sembrano sentite soprattutto da alcuni.

Offline Frusta

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Re:100 anni.
« Risposta #2 : Lunedì 25 Maggio 2015, 17:20:54 »
...la frase con cui ho iniziato quest'ultimo periodo la si può tranquillamente definire una puttanata...
Beh, dopo la sequela di ovvietà che hai elencato che sarà mai puttanata?

P.s.
Che c' è, Gig, stai in astinenza da rissa che non puoi mettere in fondo ad una scoperta dell'acqua calda un paio di ami sperando che qualcuno abbocchi?
Pensa alla partita piuttosto, che mancano meno de treqquartidora  ;D
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.