www.iltempo.itIl riscatto dell’argentino sullo stesso campo dell’infortunio. "Credo nelle favole, per me è stata una serata bellissima"di Simone Pieretti
Il comandante è tornato. Da Genova a Genova, viadotti e gallerie, strade impervie e profumo di mare. Pesto. Come il suo ginocchio che a settembre si sbriciolò per una zolla infame. Buio pesto.
Poi è tornata la luce, si è riaccesa la Lanterna. Santiago Gentiletti sorride, con l’inseparabile borsa del ghiaccio che continua a fargli compagnia. «Non è niente, solo un indurimento al polpaccio - dice col cuore gonfio di emozione - sto bene, mi sentivo pronto, ho parlato con il mister e gli ho dato la mia disponibilità pur dovendo tornare a giocare sullo stesso campo in cui mi ero rotto il ginocchio. Abbiamo giocato bene, loro hanno fatto pochi tiri in porta, avremmo potuto vincere con uno scarto maggiore».
Un gol pesante, pesantissimo, che alimenta sogni e speranze, che dà nuova linfa ai biancocelesti ora pronti a sfidare la Juventus per la finale di Coppa Italia. Nella settimana più importante della stagione la Lazio ritrova un giocatore fondamentale. Poco tempo per entrare nel cuore dei tifosi, ancor meno per uscire di scena. Marassi, 21 settembre 2014. Gentiletti si è conquistato il posto da titolare una settimana prima contro il Cesena, dopo aver visto l’esordio dei suoi compagni contro il Milan dalla panchina. E a Genova incassa ancora la fiducia del suo allenatore, ma la sua partita dura solo 69 minuti.
Poi il terreno di gioco cede, il ginocchio destro ha una torsione innaturale. Crack. Rottura del legamento anteriore. Inizia un lungo calvario, con l’intervento di ricostruzione effettuato dal dottor Stefano Lovati, poi sei mesi di rieducazione. L’infortunio sembra alle spalle, ma un problema ai flessori rimediato durante l’allenamento allunga ulteriormente i tempi di recupero. Altra fisioterapia, altri sacrifici, altro lavoro personalizzato.
Poi il finale da libro cuore. «Credo nelle favole - continua il difensore ai microfoni di Mediaset Premium - qui mi sono infortunato gravemente, qui sono tornato segnando un gol importantissimo per la stagione della mia squadra. Dopo esser rimasto fuori per quasi otto mesi avevo bisogno di tornare a giocare. La Lazio ha ottenuto una grande vittoria grazie a una mia rete. È una serata bellissima. Vorrei dedicare il gol a mio figlio che mi è sempre stato accanto in questi mesi così come tutta la mia famiglia. La Roma? Non ci pensiamo, ora c’è la finale di Coppa Italia contro la Juventus, poi avremo anche tempo per pensare ai giallorossi. Alla fine ero stanco ma ora sono felice: grazie a Dio sto bene».
Negli spogliatoi di Marassi arrivano anche i complimenti di Pioli, soddisfatto per aver ritrovato un protagonista. «Credo che questo sia il giusto premio per un ragazzo sfortunato - afferma il tecnico - ha lavorato tanto per dare il suo apporto alla squadra. Abbiamo deciso di farlo giocare soltanto a poche ore dal calcio d’inizio. Lui è un ottimo giocatore, era scritto nel destino».