Autore Topic: ex Jugoslavia e Balcani  (Letto 13440 volte)

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Offline AlenBoksic

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ex Jugoslavia e Balcani
« : Martedì 12 Maggio 2015, 11:45:01 »
La Macedonia si lecca le ferite e fa i conti con lo scontro armato più sanguinoso della sua storia recente: l'assalto delle bande terroristiche a Kumanovo ha seminato di morti il terreno di morti e di inquietudine i i Balcani meridionali che si è conclusa con un bilancio di otto morti tra le forze di polizia macedoni, quattordici morti tra i terroristi albanesi, trentasette poliziotti feriti e circa trenta terroristi arrestati. 
La Serbia schiera reparti speciali al confine e dice di non temere sconfinamenti, ma se questi avvenissero è "pronta a rispondere adeguatamente". Le immagini degli scontri a fuoco e delle auto in coda alla frontiera serbo-macedone (che è rimasta anche chiusa per qualche ora) con intere amiglie che lasciavano in fretta le proprie abitazioni hanno fatto il giro della regione creado apprensione, in un istintivo parallelismo con gli esodi delle guerre degli anni Novanta.

"Il gruppo terroristico è stato completamente neutralizzato e eliminato ", fa sapere adesso da Skopje il portavoce del ministero dell'Interno, Ivo Kotevski, aggiungendo che gli uomini armati erano di etnia albanese e a guidarli erano ex comandanti ribelli provenienti dal Kosovo, ossia uomini dell'"UCK". Nella battaglia sono rimasti uccisi otto poliziotti e quattordici terroristi e una trentina di persone sono state arrestate. Il capo della polizia serba, Milorad Veljovic, dall'altra parte del confine dice che nei tre Comuni della zona la situazione è calma, anche non di esclude che per ragioni di sicurezza il governo possa decretare di chiudere la frontiera: "La situazione potrebbe cambiare da un'ora all'altra e decideremo esclusivamente sulla base delle valutazioni di sicurezza", dice. Nelle ultime ore circa 450 persone, per lo più di etnia albanese, hanno attraversato il confne per passare in territorio serbo dalla Macedonia .

A Presevo, che la città serba più vicina a Bujanovac ma è abitata in maggioranza da albanesi, il sindaco Ragmi Mustafa dice che dall'inizio degli scontri circa 700 persone si sono rifugiate lì . Rispetto all'assalto alla stazioni di polizia sul confine del Kosovo avvenuto meno di un mese fa, l'assalto di Kumamovo sembra segnare l'inizio di una fase nuova, e molto più sanguinosa, le bande dell' "UCK"tentano di approfittare delle turbolenze che hanno investito il governo di Nikola Gruesvki per destabilizzare ancora un Paese posticcio,nel quale gli albanesi sono il 40 per cento e di fatto hanno occupati tutta la fascia del Nord-Ovest, quella del Tetovo, gestendola come una sorta di repubblica indipendente.

Alcuni invece sospettano che il governo Gruevsky stia approfittando delle incursioni terroristiche per far salire il livello di allarme, e la notizia che arriva da Belgrado aumenta le perplessità: un mese fa, esattamente il 6 aprile, i servizi di sicurezza di Belgrado avevano avvertito il capo di Stato maggiore dell'esercito macedone del fatto che i terroristi albanesi stessero preparando un'incursione, ma a Skopje la segnalazione non è stata presa troppo sul serio.

Adesso si tenta di correre ai ripari: i ministeri degli Interni serbo e macedone hanno formato una "squadra tattica" comune e Nebojsa Stefanovic, ministro dell'Interno a Belgrado, dice che "queste unità serviranno a monitorare la situazione sul campo nei prossimi giorni e a fare di tutto perchè l'attività dei terroristi non si sposti nel territorio della Serbia. Abbiamo partner seri e stiamo condividendo tutti i sospetti e le informazioni con loro, proprio per essere più efficienti ".

Sembra già chiaro però che[b ] l' "UCK" non si fermerà qui: Dusan Janijc, direttore del Forum per le relazioni etniche, avverte che "dove non c'è Stato o dove lo Stato è debole e non si risolvono né i problemi sociali nè quelli politici o economici , è ingenuo aspettarsi che non ci sia il terrorismo. A Kumanovo gli albanesi hanno colto l'opportunità di dividere ancora la Macedonia e dunque dobbiamo aspettarci ulteriori attività terroristiche"

http://italintermedia.globalist.it/Detail_News_Display?ID=82132&typeb=0&Macedonia-rischio-guerra-civile
Voglio 11 Scaloni

Offline AlenBoksic

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #1 : Martedì 12 Maggio 2015, 11:51:57 »
Tra i capi dei terroristi che sono stati arrestati durante e dopo l’azione terroristica a Kumanovo in Macedonia si trovano anche le ex guardie del corpo dei politici albanesi del Kosovo, hanno riportato i media della Macedonia.
Gli albanesi kosovari Sami Uksini, noto come il comandante Sokoli, Bef Rizaj, Dem Sehu e Muhamet Krasnici, il comandante di Malisevo, si sono arresi alla polizia macedone a Kumanovo dopo 16 ore di combattimenti.
Dem Sehu di Decani in Kosovo ha partecipato come membro dell’Uck agli scontri militari in Kosovo e in Macedonia nell’anno 2001. Dopo la guerra in Macedonia egli era la guardia del corpo del lieder dell’Unione democratica per le integrazioni Ali Ahmeti. Beg Rizaj era appartenente dell’Uck. Dopo gli scontri miltari in Kosovo è diventato la guardia del corpo dell’ex lieder dell’Uck e il capo del partito Alleanza per il futuro del Kosovo Ramus Haradinaj.
Sami Uksimi, ossia il comandante Sokoli, proviene dalla famiglia di Morina nei pressi di Djakovica. La sua famiglia era la base dei gruppi terroristici dell’Uck, Ovpm e Uck Macedonia. Muhamed Krasnici, il quale era il comandanate di Malisevo, combatteva nelle file dell’Uck in Kosovo e in Macedonia nel 2001.

http://voiceofserbia.org/it/content/tra-terroristi-arrestati-kumanovo-si-trovano-ex-guardie-del-corpo-dei-politici-albanesi-del
Voglio 11 Scaloni

Offline Ceres

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #2 : Martedì 12 Maggio 2015, 12:04:24 »
Resto sempre più convinto che l'UCK (appoggiato dall'Occidente in chiave anti serba) non è nient'altro che un'organizzazione terroristica di stampo mafioso.
Per la Lazio, Giordano!

Offline ammiraglio

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #3 : Martedì 12 Maggio 2015, 15:33:47 »
bel casino.
l'UCK - secondo molte analisi politiche ed economiche - vivrebbe anche dello spaccio di droga. nulla di nuovo sotto il sole, del resto sono un gruppo che cerca finanziamenti in qualsiasi modo.
resterebbe da capire quanto pesa politicamente il 25%-30% della minoranza albanese in macedonia: l'etnia è inserita nella struttura politica nel paese? nelle istituzioni? anni fa lessi un rapporto che chiaramente parlava di una evidente sottorappresentazione, quasi di un ghetto politico messo in piedi dagli "slavi".

gli stati uniti, logicamente, sono contro l'odiata russia: no al gas di putin, sì a quello degli altri.
il presidente macedone è dovuto tornare precipitosamente in patria proprio interrompendo un viaggio commemorativo ... in russia (i famosi 70 anni dalla liberazione del nazismo). Non è un caso che appena lasciata la capitale gli incidenti "terroristici" siano scoppiati.


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Offline AlenBoksic

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #4 : Martedì 12 Maggio 2015, 19:25:41 »
resterebbe da capire quanto pesa politicamente il 25%-30% della minoranza albanese in macedonia: l'etnia è inserita nella struttura politica nel paese? nelle istituzioni? anni fa lessi un rapporto che chiaramente parlava di una evidente sottorappresentazione, quasi di un ghetto politico messo in piedi dagli "slavi".

Penso che dopo gli incidenti nella zona di Tetovo nel 2001 si sia trovata una sistemazione costituzionale.
In Macedonia in questi giorni c'era anche una violenta protesta per un filmato che smentiva una precedente versione governativa sull'uccisione di un manifestante,
ennesima bomba che andava ad aggiungersi ad una situazione già tesa per delle intercettazioni operate in precedenza sempre (sembra) da parte degli apparati governativi.
Il gruppo di Kumanovo pare avesse provato ad infiltrarsi in Serbia per compiere atti terroristici. respinto alla frontiera si era rifugiato in Macedonia in attesa del momento proprizio per agire.
Sia come sia le farneticanti dichiarazioni di Rama sulla "Grande Albania",
condite dal famoso vessillo sventolante sul palazzo di Tirana, non fanno altro che incendiare una situazione già tesissima in una zona che vede entità statuali molto traballanti e posticce,
oltre che marce e corrotte fino al midollo.
Voglio 11 Scaloni

Offline Er Matador

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #5 : Mercoledì 13 Maggio 2015, 09:15:21 »
resterebbe da capire quanto pesa politicamente il 25%-30% della minoranza albanese in macedonia: l'etnia è inserita nella struttura politica nel paese? nelle istituzioni? anni fa lessi un rapporto che chiaramente parlava di una evidente sottorappresentazione, quasi di un ghetto politico messo in piedi dagli "slavi".
Al di là delle forme costituzionali, la porzione della Rep. di Macedonia a maggioranza albanese si gestisce di fatto come una sorta di Transdnistria.
Vale a dire come un territorio non controllato dal Governo centrale, che vive di vita propria sul piano economico con una forte componente di criminalità organizzata.
Le differenze rispetto alla regione russofona, sotto formale sovranità moldava, sono tutte in peggio:

1) fra Chişinău e Tiraspol si è giunti a un sostanziale accordo: in caso di riunificazione con la Romania, la Transdnistria andrà per conto proprio ricongiungendosi a sua volta alla madrepatria russa; fino ad allora, si va avanti da separati in casa.
Nulla di cui andare fieri, anche perché la rinuncia a governare a Est del Dnestr lascia un pericoloso "buco nero" geopolitico: ma l'alternativa più immediata, nel momento di massima tensione, sembrava un conflitto armato fra Romania e Russia.
Nella Rep. di Macedonia tutto si è svolto direttamente sul campo, con un controllo della situazione ancor più approssimativo

2) La componente criminale attiva in Transdnistria si occupa principalmente del traffico d'armi.
Attività non certo onorevole, ma più circoscritta: le zone controllate dalla malavita albanese, Kosovo compreso, ospitano anche sgherri dell'Isis e attività che vanno un po' troppo oltre il più sporco fine di lucro

3) I coriandoli in cui si è polverizzata la Moldavia - buona ultima la Gagauzia, anch'essa desiderosa di ritornare sotto Mosca - hanno perlomeno evitato di destabilizzare i Paesi vicini: neppure un conflitto cruciale sul confine, e non certo estraneo ai propri interessi, ha indotto Tiraspol a soffiare sul fuoco.
Le aree a maggioranza albanese appaiono sempre più, al contrario, vere e proprie piattaforme d'attacco contro la stabilità nella regione

Beninteso, in quanto sta accadendo non vi è nulla di ignoto o estraneo all'attività dell'Occidente da quelle parti.
Basta ricordare due gesti con cui l'Uçk non solo venne riconosciuto come luogotenente, ma legittimato a pieno titolo.
La sostituzione dell'ambasciatore Usa a Skopje, "colpevole" di aver classificato l' "Esercito di Liberazione del Kosovo" per quello che era, vale a dire in un elenco di movimenti terroristici.
Il celebre bacio di Madeleine - l'allora Segretario di Stato americano Allbright - al leader dell'Uçk Hashim Thaçi in un contesto assai significativo: l'incontro al Castello di Rambouillet nel quale, dietro la parvenza di un negoziato, si impose alla Serbia l'antistorica mutilazione del proprio territorio nazionale.
Dopo un'incoronazione del genere, difficile stupirsi del senso di impunità e onnipotenza che anima le gesta di tali galantuomini.
I quali hanno, però, impresso ultimamente un'imprevista accelerazione, cui si accennava anche qui

http://www.biancocelesti.org/index.php/topic,19216.msg649437.html#msg649437

Difficile scacciare la sensazione che tutto rientri in unico progetto e in velleità di Grande Albania, che vanno molto oltre il drone planato sul campo durante l'incontro fra le due Nazionali.
La domanda sembra piuttosto un'altra: è ancora il padrone (Usa e alleati) a portare a spasso il cane (l'Uçk)?
O i ruoli si stanno ribaltando?

Offline AlenBoksic

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #6 : Mercoledì 13 Maggio 2015, 10:44:26 »
Il tribunale di base di Skopje ha ordinato la custodia per un mese dei trenta membri del gruppo armato arrestati durante gli scontri dei giorni scorsi con la polizia macedone alla periferia di Kumanovo. Fra i detenuti ci sono diciotto cittadini del Kosovo, due macedoni con residenza temporanea in Kosovo, e nove cittadini di Macedonia, oltre ad un albanese residente in Germania.

Nello stesso tempo la polizia, dichiarando terminata l'operazione, fa sapere di avere ucciso ventidue terroristi, il bilancio complessivo è anche di otto poliziotti uccisi e trentasette feriti.

http://italintermedia.globalist.it/Detail_News_Display?ID=82161&typeb=0&Fermiamo-il-terrorismo
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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #7 : Mercoledì 13 Maggio 2015, 11:23:02 »
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/15/macedonia-undici-anni-dopo-guerra-riaccendono-tensioni-interetniche/204650/

un pezzo del 2012. Metto solo l'attacco dell'articolo.

E’ una Pasqua di alta tensione in Macedonia. Dopo lo shock per la strage di tre giorni fa, giovedì santo ortodosso, in cui sono state uccise cinque persone, una nuova ondata di violenze rischia di diffondersi senza controllo in tutto il Paese a undici anni dalla fine della guerra civile. Il massiccio spiegamento di polizia ha per adesso tenuto sotto controllo la rabbia della popolazione macedone che ritiene responsabile della strage la comunità albanese. Consapevoli che dalle indagini può dipendere la stabilità del Paese, dal presidente Gjorgje Ivanov e dal ministro dell’Interno Gordana Jankulovska sono giunti ripetuti appelli a mantenere la calma e a evitare strumentalizzazioni politiche. Poche le notizie filtrate sulla strage di Radisani, sobborgo alla periferia nord di Skopje. Quattro ragazzi ventenni uccisi a colpi di arma da fuoco da distanza ravvicinata sulla sponda di un lago artificiale, a centro metri un altro corpo di un uomo di 45 anni, forse un testimone oculare. Il delitto sarebbe stato compiuto da più persone.
Le tensioni interetniche non sono una novità, ma l’escalation di violenze nei primi mesi del 2012 dovrebbe far riconsiderare la definizione di frozen conflict con cui è stato definito il contesto macedone, circa due milioni di abitanti un quarto dei quali albanesi stabiliti principalmente nel nord.

(segue)
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Offline aaronwinter

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #8 : Giovedì 14 Maggio 2015, 17:55:15 »
http://www.viaggiaresicuri.it/?macedonia_ex_rep_jug
(sito gestito dalla Farnesina)

Temo che dovrò tenerlo monitorato, devo andare proprio da quelle parti (parte occidentale del Paese, confine con Albania) tra una decina di giorni :(

Citazione
Avvisi particolari
Macedonia, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, ex Repubblica Jugoslava di

Diffuso il 12.05.2015. Tuttora valido.


A seguito dell’aggravamento della situazione politica interna, che si aggiunge al protrarsi dello stato di tensione interetnica in tutto il Paese, disordini e scontri tra polizia e manifestanti, anche particolarmente violenti, si verificano con crescente frequenza e culmineranno nella manifestazione antigovernativa di domenica 17 maggio p.v.; si raccomanda pertanto di evitare assembramenti e/o manifestazioni di qualsiasi carattere politico, sia nella capitale Skopje, sia nelle altre regioni del Paese, indipendentemente dalla prevalenza etnica dell’area interessata.

I recenti avvenimenti che hanno riguardato sia la capitale Skopje sia le aree del Paese al confine con il Kosovo, inclusi i sanguinosi scontri a fuoco a Kumanovo, suggeriscono di prestare la massima attenzione negli spostamenti, evitando quelli in orari notturni, nelle aree di Kumanovo, Tetovo, Gostivar e Struga.
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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #9 : Venerdì 15 Maggio 2015, 09:25:24 »
aaron caro, in bocca al lupo!

è una vicenda stranissima quella macedone (paese che allineandosi con la matrice politica della NATO) ha cmq riconosciuto formalmente il kosovo come stato indipendente. sulla carta uno schiaffo a Belgrado al quale poi si aggiunge un dato anomalo, chiamiamolo così, ma questa volta a sfondo religioso: esiste la chiesa ortodossa di macedonia che non riconosce il mainstream ortodossso serbo. Elementi tutti che farebbero pensare ad una macedonia piuttosto lontana dalla serbia.
l'attacco dell'UCK pare un'azione dimostrativa (pagata assai cara) dai contorni non ancora chiarissimi.

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Offline aaronwinter

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #10 : Venerdì 15 Maggio 2015, 09:44:49 »
Grazie Ammi, ti manderò una cartolina (magari, dal ristorante dell'intervista entomologica allo zingaro) :D

Da quanto ho percepito frequentando la Macedonia ed i Macedoni per alcuni viaggi di lavoro negli ultimi anni, loro intendono questo "volgere le spalle" (in tutti i sensi: politico, culturale, economico, ecc.) alla ex-yugoslavia come emancipazione rispetto al contesto balcanico, coltivando da tempo l'ambizione di entrare nella UE (come la Slovenia e poi la Croazia)

Questo per loro sarebbe anche fattore identitario, perché sul tema da sempre - lo sapete - litigano con la Grecia, un litigio che ha determinato l'adozione dell'acronimo per la denominazione del Paese; peraltro, la Grecia ha storicamente imposto l'ostracismo verso l'adesione della Macedonia alla UE (paradosso nel paradosso, ad oggi sono debolissime entrambe le posizioni, quella di una Grecia la cui credibilità ed il cui potere contrattuale in ambito UE è ridotto al lumicino dalla crisi finanziaria, e quello della Macedonia che ha oggettivamente diversi problemi interni da risolvere prima di proporre una candidatura credibile).

Insomma, a loro interessa di più la querelle a Sud, e questo temo che li faccia distrarre rispetto alla delicatezza della situazione ai confini Nord  ed Ovest.

Lunedi ci sarà la grande manifestazione anti-governativa. Speriamo la tensione non aumenti oltre il livello di guardia.
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Offline AlenBoksic

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #11 : Venerdì 15 Maggio 2015, 09:59:38 »
 esiste la chiesa ortodossa di macedonia che non riconosce il mainstream ortodossso serbo. Elementi tutti che farebbero pensare ad una macedonia piuttosto lontana dalla serbia.

La stessa chiesa ortodossa montenegrina - nonostante i fortissimi legami storici, culturali e anche linguistici - è già altra cosa rispetto a quella serba, figuriamoci la macedone.

Nella vicenda di questi giorni mi pare che ognuno veda la trama che preferisce: c'è chi pensa ad una messinscena del traballante governo per riprendere consenso in nome del patriottismo etnico, c'è chi ci vede la solita longa manus USA in funzione anti gasdotto e per favorire l'ennesima rivoluzione colorata e c'è chi vede invece con timore il montante estremismo albanese che va a coinvolgere anche altri paesi (Montenegro in primis).
Tali trame potrebbero anche - per caso o per amore - intersecarsi
Sia come sia sarebbe il caso che chi dovere (UE, USA in primis) battesse un colpo invece di assistere silenti a dichiarazioni come questa:
L’unione tra il Kosovo e l’Albania “è inevitabile e indiscutibile“. E si farà “dentro l’Unione Europea, oppure senza il consenso di Bruxelles come reazione alla cecità e alla pigrizia europea”. Queste le parole del primo ministro albanese, Edi Rama, rilasciate durante un’intervista congiunta con il ministro degli Esteri kosovaro, Hashim Thaci, all’emittente televisiva di Pristina “Klan Kosova
Parole che in un contesto di confini fragilissimi ed economie al collasso equivalgono alla classica torcia dentro la polveriera.
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Offline Breizh

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #12 : Venerdì 15 Maggio 2015, 10:15:31 »
Elementi tutti che farebbero pensare ad una macedonia piuttosto lontana dalla serbia.
Da un punto di vista linguistico, il macedone, malgrado un secolo passato sotto la stessa bandiera, è più vicino al bulgaro che al serbo.

Offline AlenBoksic

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #13 : Venerdì 15 Maggio 2015, 10:39:39 »
Nei Balcani arde un nuovo focolaio di instabilità: è Kumanovo, città di poco più di 100mila abitanti situata nella parte settentrionale della Macedonia, 40 chilometri a nord della capitale Skopje, al confine tra Kosovo e Serbia. Domenica 10 maggio, al termine di due giornate di violenti scontri ,il reparto antiterrorismo della polizia locale ha costretto alla resa un gruppo di uomini armati prevalentemente di origine albanese, che da sabato 9 maggio era entrato in azione indossando uniformi militari con lo stemma dell'"UCK".
 
La sigla sta per Esercito di Liberazione del Kosovo, formazione guerrigliera paramilitare e terroristica kosovaro-albanese, protagonista della guerra del Kosovo contro le forze serbe tra il 1996 e il 1999 e di violenti attacchi in Macedonia fino ai primi anni Duemila. Alcuni dei suoi membri sono affiliati anche all'ONA, l'esercito di liberazione nazionale della Macedonia, ma anche al gruppo UCPMB, l'esercito di liberazione di Presevo, Medveda e Bujanovac, tre città del Sud della Serbia dove la presenza albanese è molto radicata. Il bilancio degli scontri è di 22 morti, tra cui 8 agenti della polizia e 14 terroristi, e 37 feriti. Il portavoce della polizia macedone, Ivo Kotevski, ha definito l'"UCK" uno dei gruppi terroristici più pericolosi tra quelli operativi nei Balcani, formato da uomini addestrati e ben armati.

Tra la settantina di elementi del commando che si era asserragliato nel quartiere di Divo Naselje, area di Kumanovo a maggioranza musulmana, c'erano anche esponenti di spicco dell'organizzazione: Muhamed Krasniqi, conosciuto come comandante "Malisheva", Mirsad Ndrecaj (nome di battaglia "Nato"), Sami Ukshini ("Sokoli"), Beg Rizaj ("Begu") e Deme Shehu ("Juniku"). Nomi noti negli ambienti dell'indipendentismo albanese e kosovaro, sui cui movimenti però pare che la polizia del Kosovo non avesse alcuna informazione. Eppure ad aprile un gruppo di uomini armati, formato da circa 40 albanesi del Kosovo, aveva già attaccato una stazione di polizia nella località macedone di Gosince. Anche in quell'occasione l'attacco era stato attribuito dalle autorità a paramilitari kosovari appartenenti all'"UCK".

Quello che è accaduto a Kumanovo è solo una delle tante testimonianze di quanto sia incandescente la situazione non soltanto in Macedonia, ma anche nei territori confinanti di Albania, Kosovo e Serbia. Si tratta di una delle aree meno sviluppate di tutta Europa, con indici di disoccupazione alle stelle, corruzione dilagante e flussi incontrollati di immigrazione clandestina. Un contesto ideale per il radicamento di movimenti eversivi che fanno leva sulle spinte indipendentiste, così come sul fondamentalismo islamico, per la destabilizzazione dei governi nazionali.
 
 Gli ambienti indipendentisti non rappresentano però l'unico problema per il governo macedone guidato dal primo ministro Nikola Gruevski, leader del partito nazionalista "VMRO" (partito democratico per l'unità nazionale Macedone). Da giorni a Skopje sono in corso manifestazioni contro l'esecutivo, accusato dalle opposizioni, da "ong" e movimenti di attivisti di imporre una censura sistematica per soffocare ogni voce di dissenso. Il premier Gruevski è finito nel mirino dell'opinione pubblica da quando, nel febbraio scorso, gli oppositori del partito di opposizione "unione socialdemocratica di Macedonia" hanno diffuso i nastri delle intercettazioni che svelerebbero i piani attraverso cui il potere avrebbe fatto sorvegliare negli ultimi anni centinaia di persone tra giornalisti, giudici, procuratori, politici e anche ministri. La situazione potrebbe complicarsi ulteriormente il prossimo 17 maggio, giornata in cui i sostenitori dei socialdemocratici e di altri partiti di opposizione torneranno a manifestare a Skopje per chiedere le dimissioni del governo.
 
 L'esecutivo di Gruevski, minato al suo interno anche dalle spaccature con gli alleati del partito albanese DUI, potrebbe dunque rischiare grosso. Il dissenso nei suoi confronti vede per la prima volta unite le due principali comunità del Paese, la maggioranza slavo-macedone e il 25% della popolazione di etnia albanese. Entrambe accusano il primo ministro di fomentare nuove divisioni interetniche per distrarre l'opinione pubblica. E c'è chi sostiene che anche i fatti di Kumanovo siano andati in questa direzione.

Di fronte ai fatti di Kumanovo, Gruevski ha ricevuto il sostegno dei governi di Kosovo e Albania, mentre invece la Serbia ha rafforzato la presenza di truppe lungo le frontiere con la Macedonia. Al momento sarebbero almeno 450 le persone che hanno attraversato il confine per trovare rifugio nel comune serbo di Presevo. Sulla questione è intervenuto anche il ministero degli Esteri russo, esprimendo preoccupazione per il clima di instabilità causato in Macedonia dai movimenti anti-governativi e denunciando un clima che rischia di replicare quanto avvenuto a Kiev, con le rivolte di Piazza Maidan manovrate da servizi segreti occidentali.

In questo scenario restano sullo sfondo i tanti spettri che, di fatto, continuano a tormentare quest'area dei Balcani. Da un lato c'è l'antico progetto della "Grande Albania" che punta alla creazione di un'unica entità territoriale che comprenda Kosovo, Macedonia occidentale, una parte del Montenegro, il sud della Serbia e l'Albania.Dall'altro il piano della cosiddetta "Trasversale Verde", che unisce i militanti islamici dall'Albania alla Bosnia-Herzegovina, passando per Kosovo e Sangiaccato. Insomma, una vera e propria polveriera che rischia di esplodere da un momento all'altro nella totale indifferenza di Bruxelles, che da anni tiene in sospeso la richiesta di adesione della Macedonia all'UE, soprattutto a causa della contesa con la Grecia per la denominazione di una repubblica che sul piano internazionale si continua a definire "Fyrom", ovvero "Former yugoslav republic of Macedonia".

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #14 : Venerdì 15 Maggio 2015, 10:50:14 »
E' un peccato, la Macedonia sinora, nonostante sia un melting pot etnico e religioso, era riuscita a stare ai margini delle tensioni che avevano attraversato tutti i Balcani negli scorsi decenni - e durante i conflitti altrui aveva anche assicurato rifugio a diversi profughi.

E' davvero un peccato. 
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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #15 : Venerdì 15 Maggio 2015, 11:42:14 »
Da un punto di vista linguistico, il macedone, malgrado un secolo passato sotto la stessa bandiera, è più vicino al bulgaro che al serbo.

verissimo ed i rapporti tra le due nazioni sono ottimi.
anche se poi la bulgaria ruppe un po' le scatole agli amici macedoni, ai tempi delle prime relazioni bilaterali, perché essi sarebbero un sottogruppo dell'etnia bulgara.
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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #16 : Venerdì 15 Maggio 2015, 11:46:18 »
Le pretese della Bulgaria sulla Macedonia furono la causa scatenante della seconda guerra balcanica nel 1913
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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #17 : Venerdì 15 Maggio 2015, 12:24:43 »
torno velocemente al Kosovo: è sacrificabile in ottica di una futura pace nel prossimo ventennio? sotto la regia occidentale è auspicabile un veloce passaggio del kosovo sotto tirana con la corrispondente rinuncia da parte di quest'ultima di ogni ulteriore pretesa regionale?
è un discorso al limite ed è facile rendersi conto di ciò, ma, in chiave seppur minimalista, dare un futuro più stabile a questa area è un must. la banalizzazione dei concetti è insita in qualsiasi guerra (come in ogni discussione post guerra) e oltre alla banalizzazione c'è sempre dietro la menzogna.
ricette infallibili non esistono in contesti come questi.
gli stati uniti sono il miglior alleato di tirana e il faccione di Clinton campeggia, insieme alle bandiere a stelle e strisce, ovunque.
quali potrebbero essere le ripercussioni sui serbi? il kosovo è uno stato riconosciuto dal altre 110 nazioni e la partita per Belgrado è decisamente persa. Non tanto curiosamente la serbia non ha una posizione nettissima sul kosovo (Non riconosce l'indipendenza, ma l'autonomia) ed il motivo è che c'è ancora una partita da giocarsi: quella dei serbi rimasti là.
resta appunto una minoranza serba pari a circa un 5% (ammirabili i doc del laziale aquilagrigia e reperibili su youtube), una minoranza stoica e che resiste in condizioni difficili. gli albanese, quelli buoni (e magari con i soldi della mafia uck) hanno i soldi per comprare case e campi dei serbi, quelli cattivi organizzano imboscate. da parte albanese si racconta sempre ai giornalisti, a quelli in vena di reportage, che Belgrado usa quella minoranza come carne da cannone, sacrificabile nei prossimi anni e come pretesto per alimentare il fuoco della rivendicazione. I serbi continueranno ad andarsene, anche senza l'aiuto di Belgrado, almeno questa è la sensazione.

in definitiva è sacrificabile pristina per la buona pace di macedonia e Montenegro nel prox futuro?
personalmente non credo che gli stati uniti appoggeranno mai una "grande albania" ai limiti del sold out.

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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #18 : Sabato 16 Maggio 2015, 06:47:26 »
Il Kosovo è riconosciuto da 110 nazioni,
ma non siede all'ONU e, tra quanti non l riconoscono, mi pare vi siano 4 paesi dell'UE (Spagna, Grecia, Cipro e Slovacchia),
il tutto a non considerare la Risoluzione 1244.
Fatta questa premessa un discorso del genere non tiene conto del resto del contesto, visto che una simile concessione scatenerebbe rivendicazioni di ogni genere in tutta la regione:
i croati dell'Erzegovina (da sempre focolaio del nazionalismo biancoscaccato) vorrebbero andare sotto Zagabria, i serbi di Bosnia - anche per compenso - dovrebbero finire annessi a Belgrado,
gli albanesi della Macedonia e del Montenegro agognerebbero lo stesso destino di Pristina (e magari ne seguirebbero l'esempio impugnando le armi).
Insomma si scatenerebbe un puzzle infernale di difficilissima gestione.
Gestione di cui non sembrano affatto capaci le attuali diplomazie europee
(per non parlare del disastro provocato dalle precedenti di inizio anni '90).
Al momento credo proprio l'unica strada percorribile dalle istituzioni europee sia quella di tenere a freno e soffocare le spinte nazionaliste e separatiste laddove sono più forti,
quindi in Albania.
E farlo presto, prima che la situazione sfugga di mano a qualche apprendista stregone.

P.S.: Aquilagrigia è stato anche pubblicato in Serbia
;)
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Re:Macedonia, rischio guerra civile
« Risposta #19 : Sabato 16 Maggio 2015, 10:31:51 »
alen, d'accordissimo su tutto.
ma partiamo da un presupposto ineludibile: i serbi in kosovo sono sempre di meno (dubito fortemente che adesso raggiungano le 100mila unità) e vivono di pensioni e finanziamenti da parte di Belgrado. quanto può ancora durare questa situazione?
l'accesso ai servizi pubblici è limitato, all'istruzione idem. Vivono in qualche villaggio attorniato da altre popolazioni a loro ostili. quelli che sopravvivono sono soggetti fortunati che godono di qualche benevolenza di "pacifici" albanesi che hanno ancora rapporti di amicizia tra famiglie. E' il famoso contesto del villaggio, dove tu, albanese ultrasessantenne, vuoi proteggere il tuo amico serbo col quale sei cresciuto negli anni e non riconosci in lui un nemico. episodi isolati, ahimè.
l'UCK è istituzionalizzato di fatto: si sono tolti le divise e viaggiano in giacca e cravatta a bordo di auto costose.
E quando c'è da comandare un'imboscata sanno a chi rivolgersi.
In kosovo non c'è una bandiera del neonato stato: le bandiere di riferimento sono quelle a sfondo rosso con l'aquila nera. quasi la stessa situazione quando ho viaggiato nelle "due" cipro: tu hai mai visto come è fatta la bandiera della repubblica turca del nord cipro?
il kosovo è albania, di fatto.
 
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