Autore Topic: Futuro Sarri: Lotito gli offre la Lazio, ma c'è la clausola per l'estero  (Letto 286 volte)

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Entro fine mese si decide: l'allenatore potrebbe optare per una nuova avventura fuori dall'Italia oppure accettare di guidare il nuovo ciclo biancoceleste

La Juve “inallenabile” forse è stato solo un pensiero da cui Sarri ha preso le distanze. «Non c’è una dichiarazione in cui lo abbia mai detto. Di quella stagione rimane lo scudetto. Per la mia carriera, avendo solo sei o sette promozioni, è stata la chiusura di un cerchio» raccontò a novembre, prima di ricevere Allegri all’Olimpico. Domani sera restituirà la visita e tornerà per la prima volta all’Allianz, da cui uscì la notte tra il 7 e l’8 agosto 2020 con l’esonero in tasca. Fuori agli ottavi Champions con l’Olympique Lione, il conto presentato da Agnelli e Nedved. Avevano appena centrato, con una squadra nei fatti poco allenabile e alla fine di un ciclo, il nono scudetto di fila. «Era dato per scontato all’esterno, ma anche all’interno. Abbiamo vinto un campionato, complicato dal lockdown, senza festeggiarlo. La sera stessa ognuno andò a cenare a casa. Quest’anno ho visto che hanno festeggiato il quarto posto» l’osservazione caustica di Sarri a luglio, quando stava per cominciare l’avventura con la Lazio.


Compromesso

Il Chelsea è il suo rimpianto. Lo ha raccontato. La Juve equivale a una tortura per un allenatore venuto su dai dilettanti: arrivare al top in vent’anni ed essere costretti a scendere a patti con la propria idea di calcio. Niente ritiro. Subito una tournée in Cina e una polmonite capace di fargli saltare l’esordio di Parma, il 24 agosto 2019, affidato al vice Martusciello. La prima Juve, versione ibrida, vinse 1-0. Tracce inesistenti di “sarrismo”, partita bruttina, risolta da un gol di Chiellini. Quel giorno le frasi del difensore vennero sottovalutate: «La Juve di Sarri? Penso non si vedrà prima di gennaio». Un messaggio, neppure tanto velato. Come ha raccontato il tecnico, un mese e mezzo dopo (ovvero a ottobre) si sarebbe arreso al compromesso. La capacità di mediare è una virtù. Sarebbe arrivato lo scudetto nella stagione del tridente da bar (Ronaldo, Higuain, Dybala), del modulo asimettrico perché CR7 non rientrava e serviva la copertura di Matuidi, dei 150 palloni mai raggiunti da Pjanic, di una linea difensiva che non voleva saperne di tenere i piedi a cinquanta metri dal portiere.


Progetto

Qualche difficoltà, dopo cinque anni di Inzaghi e 3-5-2, l’ha incontrata (e superata) anche a Formello. Si è in parte adeguato, dopo un inizio in cui sembrava volersi imporre per una questione di principio tenendo fuori Lazzari e Luis Alberto, poco adatti al suo modulo. Adesso sono protagonisti. Alla Lazio mancano 4 punti per blindare il quinto posto e centrare la qualificazione in Europa League. Non sarebbe poco, considerando le scadenze contrattuali, la carta anagrafica di una squadra con l’età media più alta o quasi della Serie A e la gestione di un ciclo ai titoli di coda. Ora Lotito gliene offre uno nuovo da impostare, guidare e dirigere. L’ha portato a cena per illustrare i suoi piani, esaltando il lato sentimentale ed emotivo della famiglia laziale: ne diventerebbe il simbolo. Così Marina, la moglie di Mau, si è ritrovata a tavola con Cristina Mezzaroma, la first lady. Erano in quattro, nessun altro. Un incontro significativo, a testimonianza del rapporto. Sarri, nei pensieri di Lotito, è il tecnico ideale per ripartire e costruire a lungo termine. Un maestro capace di crescere e migliorare i giocatori, forse l’unico in grado di arrivare (attraverso lavoro e competenze) dove il club non può per oggettivi limiti finanziari. Sarri, dal punto di vista calcistico, a Formello può trovare le condizioni ideali per esprimersi sul campo, ma ha chiesto un certo tipo di cambiamento nelle logiche societarie. E ha preso tempo sul rinnovo. Il contratto scade tra un anno. La priorità riguarda il mercato. Trascorreranno altre due settimane. Entro fine maggio, se arrivasse l’offerta di un top club dall’estero, il tecnico potrebbe esercitare la clausola per liberarsi. Lotito non ha il timore di essere piantato in asso. Per esserne certi, bisognerà aspettare l’inizio di giugno.

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