Autore Topic: Il caso allucinante di Antonio Cipriani  (Letto 10039 volte)

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Offline cartesio

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #20 : Venerdì 8 Maggio 2015, 16:26:39 »
Non so veramente come sia possibile che di fronte ad un un numero di quotidiani che ormai di poco superiore a quello delle dita delle manici sia invece una sterminata pletora di riviste patinate dagli argomenti più disparati. dalle armi al modellismo passando per il cucito e il cavallo.

Forse è la fine della stampa generalista, e la vittoria di quella specializzata.
In effetti anch'io non compro più il quotidiano, ma compro volentieri riviste specializzate, quindi spendo più di prima.
L'orientamento vale anche per i siti. Vado su siti laziali, di fotografia, di storia, di viaggi. Il resto mi interessa poco.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline franz_kappa

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #21 : Venerdì 8 Maggio 2015, 16:37:45 »
Non so veramente come sia possibile che di fronte ad un un numero di quotidiani che ormai di poco superiore a quello delle dita delle manici sia invece una sterminata pletora di riviste patinate dagli argomenti più disparati. dalle armi al modellismo passando per il cucito e il cavallo.
Ve ne sono di interessantissimi.
Io, che sono appassionato di storia risorgimentale ma non disdegno il fascino muliebre (e, per inciso, sono nativo della Capitale), sono un affezionato lettore di "Cavour e donne nude per romanacci". Corro sempre in edicola ogni 19 del mese, giorno di uscita della rivista mensile.

Anni fa mi appassionai per un breve ma intenso periodo a "Loop", la prima rivista interamente dedicata a chi ama le situazioni che si ripetono ciclicamente, senza soluzione di continuità. Sul primo numero, in regalo, i primi dieci punti da incollare sul tagliando per ottenere un abbonamento annuale gratuito a "Loop", la prima rivista interamente dedicata a chi ama le situazioni che si ripetono ciclicamente, senza soluzione di continuità. Sul primo numero, in regalo, i primi dieci punti da incollare sul tagliando per ottenere un abbonamento annuale gratuito a "Loop", la prima rivista interamente dedicata a chi ama le situazioni che si ripetono ciclicamente, senza soluzione di continuità. Sul primo numero, in regalo, i primi dieci punti da incollare sul tagliando per ottenere un abbonamento annuale gratuito a "Loop", la prima rivista interamente dedicata a chi ama le situazioni che si ripetono ciclicamente, senza soluzione di continuità. Sul primo numero, in regalo, i primi dieci punti da incollare sul tagliando per ottenere un abbonamento annuale gratuito a "Loop", la prima rivista interamente dedicata a chi ama le situazioni che si ripetono ciclicamente, senza soluzione di continuità. Sul primo numero, in regalo, i primi dieci punti da incollare sul tagliando per ottenere un abbonamento annuale gratuito a "Loop"...
Debbo ammettere che dopo pochi numeri abbandonai "Loop". Contenuti piacevoli ma alla lunga poco originali.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Arch

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #22 : Venerdì 8 Maggio 2015, 20:30:13 »
Sì FK, Sì FK, Sì FK, Sì FK, Sì FK..

Offline AlenBoksic

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #23 : Sabato 9 Maggio 2015, 07:09:20 »
Forse è la fine della stampa generalista, e la vittoria di quella specializzata.
In effetti anch'io non compro più il quotidiano, ma compro volentieri riviste specializzate, quindi spendo più di prima.

È una spiegazione che può starci.
Però devono essere veramente specializzata: per gli argomenti di mio interesse mi pare che siano più monotematiche che specializzate.
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Offline DinoRaggio

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #24 : Sabato 9 Maggio 2015, 07:31:07 »
Il caso dell'Unità (e quello di Agon Channel) sarà "nel mirino" di Report domani sera (ore 21,40, in contemporanea con Lazio-Inter, quindi)

http://www.ilvelino.it/it/article/2015/05/08/tv-editoria-e-televisione-nel-mirino-di-report/96f75042-c5f3-47c7-8d4b-086b9acaf8f0/

Editoria e televisione nel mirino di “Report”, il programma di Milena Gabanelli in onda su Rai3 domenica 10 maggio alle 21.40. In particolare le inchieste riguarderanno Agon Channel e l’Unità. Per quanto riguarda il quotidiano, i racconti di Concita De Gregorio, Natalia Lombardo e altri giornalisti de l'Unità che stanno pagando una ventina di cause perse con pignoramento della casa per una cifra che finora supera i 400 mila euro. Il tutto anche al posto della società editrice Nie (Nuova Iniziativa Editoriale Spa) editore del giornale dal 2001 e ora in liquidazione con 32 milioni di debiti. Per quanto riguarda Agon Channel, la tv italiana fatta in Albania, fari sul patron Francesco Becchetti con intervista, tra gli altri, all’ex direttore delle news Antonio Caprarica, storico corrispondente da Londra della Rai.

E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline cartesio

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #25 : Sabato 9 Maggio 2015, 14:54:17 »
Io, che sono appassionato di storia risorgimentale ma non disdegno il fascino muliebre (e, per inciso, sono nativo della Capitale), sono un affezionato lettore di "Cavour e donne nude per romanacci". Corro sempre in edicola ogni 19 del mese, giorno di uscita della rivista mensile.

Se fossi appassionato di fisica, forse potrebbe interessarti anche il blog https://www.facebook.com/meccanicaetette. La filosofia è quella.
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Offline Frusta

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #26 : Lunedì 11 Maggio 2015, 21:09:06 »
Scusate, eh, ma sto in vacanza e non seguo molto la tivvù, però mi par di aver afferrato che i giornalisti dell' Unità  stanno relizzando il fatto che per un qualche stravagante provvedimento giudiziario ora debbono rompere il salvadanaio.
Insomma mi state dicendo che i “lavoratori” dell’ Unità (perché lì non c’ è il capo e i subordinati, lì sono tutti compagni), si sono accorti di avere delle cause pendenti, si sono accorti come procede la legge in caso di fallimento ed hanno capito cosa voglia dire rispondere “in solido”? :o
Cioè hanno aperto gli occhi sul fatto che il loro giornale non aveva messo loro a disposizione nessun avvocato, hanno realizzato improvvisamente di aver perso le cause, e si sono accorti che i creditori, mancando l’azienda, si stanno rivalendo sugli unici enti solvibili, cioè su di loro?  :o
Embè, se stessimo parlando del Corrierino di Montezucchina di Sotto lo capirei pure, ma qui si sta parlando dell'Unità.
Cioè del giornale che della pretesa di sapere tutto più degli altri, capire tutto più degli altri e pensare meglio di chiunque altro aveva fatto una bandiera. Il giornale che si atteggiava a quel giornalismo che scova le magagne nascoste, che svela la propaganda del capitale, che scava in profondità sotto il culo del padrone.
Il giornale che spiega ai lavoratori come difendersi dalle terribili astuzie dei padroni, il giornale per eccellenza di quelli intelligenti, che per eccellenza sanno e che per definizione capiscono.
Insomma, mi dite che quelli che discettavano dei processi di Berlusconi, di paradisi fiscali e di scappatoie legali per non pagare tasse non avevano la più pallida idea del fatto che una procedura fallimentare li potesse esporre a responsabilità “in solido”?
;D Mi dite che quelli che per anni hanno discettato delle riforme della giustizia e di avvisi di garanzia con aria da giuristi sopraffini, quelli che dedicavano articoli interi alla costituzionalità delle sentenze, come se la mattina mangiassero pane e diritto, quelli che si atteggiavano a talpe di archivio, pronte a trovare carte compromettenti e scomode in qualsiasi tribunale italiano, non sapevano nemmeno di essere imputati e di avere delle cause in corso?
Cioè, quelli che si atteggiavano a penetratori della verità e svelatori del nascosto, quelli che di ogni cosa sapevano sempre cosa c’era prima, cosa c’era sotto, cosa c’era dietro e cosa c’era dentro, quelli delle inchieste, quelli che avevano ogni giorno indiscrezioni fresche dalle procure non sapevano cosa stesse facendo il LORO curatore fallimentare?
Quelli che sapevano tutto, non solo non sapevano di essere in causa ma non sapevano nemmeno di aver perso una causa?

Dai, ditemi che non è vero!  ;D Ditemi che non è vero che adesso stanno cadendo dalle nuvole come dei poveri coglioni, che non ci credo nemmeno se me ne cade uno domanimattina dentro al cappuccino.  :P

Frusta ci piacerebbe vedere un po' piu' di rispetto per delle vicende drammatiche per di piu' condivise da una persona che parecchi di noi conoscono. Grazie. Bc staff

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Frusta

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #27 : Martedì 12 Maggio 2015, 01:25:00 »
Sono due cose diverse.
Cipriani è stato condannato in virtù di una "responsabilità" che conserva molti caratteri ereditati dal fascismo, quando cioè il direttore di un giornale rappresentava il primo setaccio della censura. Un anacronismo assurdo in assoluto ed ancor più nella fattispece, data l'impossibilità materiale per un Direttore Responsabile di una rete di 15 giornali "controllarli" tutti.
Per Sallusti, che rappresenta un caso analogo, fu necessario l'intervento di Napolitano; speriamo che il fatto rappresenti un precedente che spinga Mattarella ad agire allo stesso modo.
Quanto accaduto all'Unità non può essere messo sullo stesso piano.
Da un lato abbiamo la società che si occupava della sua pubblicazione (e che, è bene ricordarlo, ha incassato 60 milioni di finanziamenti pubblici nei suoi 12 anni di attività) che ha consegnato i libri contabili in tribunale, e dall'altro la reale capacità di percepire la realtà di una redazione che, mentre per anni ha preteso di spiegare tutto lo spiegabile e di svelare tutto lo svelabile ai suoi lettori e non solo a quelli, capisce di avere una causa pendente solo quando l’ha persa e gli è arrivata l’ingiunzione di pagamento.

Ecco: si può scrivere una cosa del genere, anche usando l'ironia o il sarcasmo che merita, o non si può perché è una vicenda impropriamente accostata a quella di Antonio Cipriani, lui si vittima della lentezza colpevole con cui procede (attualmente è in terza lettura alla Commissione giustizia della Camera) un disegno di legge?

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

baol

Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #28 : Venerdì 12 Giugno 2015, 09:21:29 »
Mi sono imbattuto in questo articolo:

http://www.associazionenazionaleavvocatiitaliani.it/?p=46800

Citazione
Il Sole 24 Ore
Più forte l’obbligo di rettifica, punite le querele temerarie


Milano. Passo avanti per la riforma della diffamazione.
Il testo del disegno di legge è stato approvato alla Camera, in commissione Giustizia, e ora passa all’esame dell’Aula. «Un lavoro serio a tutela della libertà di informazione e dei diritti dei cittadini», sottolinea Walter Verini, capogruppo Pd in commissione e relatore del provvedimento, convinto di avare raggiunto un buono equilibrio tra diritti a volte in conflitto.

«Dopo la seconda lettura da parte del Senato, il nostro lavoro ha confermato punti qualificanti e introdotto miglioramenti.
Intanto – avverte Verini – si conferma la cancellazione della pena del carcere per i giornalisti per questo tipo di reato. Inoltre, con la causa di non punibilità nel caso di pubblicazione integrale della rettifica richiesta, si tutela il diritto dei cittadini a non essere diffamati e la libertà dei giornali. Ci sono poi gli inasprimenti di sanzione in caso di querele temerarie, che spesso rappresentano vere e proprie intimidazioni a danno dei giornalisti. Si è pensato anche ai casi, purtroppo frequenti, di fallimento delle proprietà dei giornali, casi nei quali direttori e giornalisti vengono lasciati soli a risarcire, in caso di condanna, il danneggiato per diffamazione».

«In questi casi ci si potrà rivalere sulla proprietà fallita. Resta fuori il tema della diffamazione nei blog, da affrontare in sede di confronto sulle questioni della rete, anche dopo la fine del lavoro della Commissione preposta insediata dalla Presidente Boldrini e presieduta da Stefano Rodotà. Insomma, un lavoro positivo, frutto di un confronto vero e positivo anche con Federazione nazionale della stampa e Ordine dei giornalisti», conclude Verini. Nel testo di riforma trova posto l’obbligo di pubblicazione della rettifica con la draconiana formula «senza commento, senza risposta e senza titolo», in tutti i casi in cui sia stato danneggiato onore o reputazione. Nella determinazione del danno derivante da diffamazione commessa con il mezzo della stampa o della radiotelevisione, il giudice tiene conto della diffusione quantitativa e della rilevanza nazionale o locale del mezzo di comunicazione usato per compiere il reato, della gravità dell’offesa, dell’effetto riparatorio della pubblicazione e della diffusione della rettifica.

Nel caso di diffamazione commessa a mezzo della stampa, di testate giornalistiche online registrate o della radiotelevisione, si applica la pena della multa da 5.000 a 10.000 euro. Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato falso, la cui diffusione è avvenuta con la consapevolezza della sua falsità, si applica la pena della multa da 10.000 euro a 50.000 euro. A deterrenza della presentaizone di querele temerarie è stata inserita la previsione di un pagamento da 1.000 a 10.000 euro alla Cassa delle ammende.

Giovanni Negri

ThomasDoll

Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #29 : Venerdì 12 Giugno 2015, 09:34:54 »
speriamo si diano una mossa

Offline cartesio

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #30 : Sabato 13 Giugno 2015, 02:12:30 »
Cos'è una querela temeraria?
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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #31 : Sabato 13 Giugno 2015, 08:18:25 »
 ;D Comunque per chi era in apprensione per l'appartamento di Conchita è arrivata una notizia rassicurante da parte del "soccorso rosso con una legge ad compagnam" (cit) 

Roma. C'è un giornalismo di serie A e un giornalismo di serie B. Ecco il doppiopesismo: Concita De Gregorio, ex direttore de L'Unità , si ritrova nei guai subendo una serie di risarcimenti danni (per un totale di 536mila euro) per cause civili perdute in primo grado.

Ma, manco a dirlo, riceve la solidarietà del presidente del Senato Pietro Grasso, del presidente della Camera Laura Boldrini. Di più: la Federazione nazionale della stampa parla addirittura di «un fondo di solidarietà a sostegno dei giornalisti della ex Unità ». Giusto. Così è successo ai giornalisti e ai direttori dell 'Unità . Ma così succede anche a migliaia di cronisti sparsi in tutto lo stivale, che scrivono inchieste per testate più o meno autorevoli, ma non appartengono al circuito della sinistra benpensante. Ad esempio, Emiliano Liuzzi, giornalista del Fatto Quotidiano , quando scriveva per il Co rriere di Livorno , è incappato in una situazione simile. E in una lettera inviata a Dagospia lo ha raccontato: «Caro Dago (...), che si muova il sindacato dei giornalisti mi sembra una grave distorsione. Io, modestamente, ho lo stipendio pignorato per lo stesso motivo di Concita. Non mi hanno pignorato la casa perché non la posseggo e perché al Corriere di Livorno - giornale che finì esattamente come l'Unità senza avere quel popò di storia che ha l'Unità - eravamo terrorizzati dalle cause. Attualmente sto pagando 15.000 euro (una sciocchezza rispetto a Concita, ma io non sono biondo, ancora modestamente), (...) Non fu un'impresa facile».

Certo, non fu una impresa facile anche perché all'epoca tutti restarono in silenzio. Così come in passato avvenne con giornali non esattamente di sinistra come L'Indipendente e Il Borghese . Stessa situazione, nessuna mobilitazione. Oggi, invece, si cerca di correre ai ripari. Come? Martedì la sala stampa di Montecitorio pullulava di giornalisti e parlamentari Pd, tutti premurosi di risolvere l'affaire Unità . Grasso ha parlato di «situazione grave», e Laura Boldrini non ha perso tempo a fargli eco. La storia è semplice per chi conosce la legge sulla stampa: quando qualcuno cita in giudizio un giornale, vanno a processo l'autore dell'articolo, il direttore responsabile della testata e l'editore. Tutti e tre, si dice in gergo tecnico, ne rispondono «in solido», ma se qualcuno non paga ne rispondono gli altri due. Nel caso specifico l'allora editore de L'Unità - la Nie - non esiste più, e nessuno si può rivalere su quella società. Ma nel Paese non esiste soltanto L'Unita di Concita De Gregorio. Eppure ad oggi la Federazione nazionale della stampa non riesce a fornire il numero di giornalisti in cause pendenti per querele. «Con la conferenza stampa di martedì - afferma il presidente della Fnsi Santi Della Volpe - abbiamo scoperto il vaso di pandora. Noi abbiamo fatto i conti per L'Unità . I giornalisti coinvolti sono 26 e la cifra di risarcimento che comprende le spese processuale ammonta a 536 mila euro. Ma non le so fornire un dato nazionale In queste ore stiamo ricevendo tantissime segnalazioni, da colleghi del Manifesto , del Secolo XIX , e da altre testate».

Insomma, si parte dal caso Unità, giornalismo di serie A, e poi si procede con la restante parte dei giornalisti italiani. Secondo quanto risulta al Giornale , la cifra dei giornalisti coinvolti supererebbe quota mille giornalisti stati lasciati al loro destino senza ricevere alcun sostegno da parte del sindacato e dai vertici delle istituzioni. Emblematico, ad esempio, il caso dell'ex direttore di e-polis Enzo Cirillo che ha subito 104 processi per un ammontare di centinaia di migliaia di euro, ma in quel caso - sottolinea- «non ho avuto un aiuto dall'Fnsi». Certo, non si chiamava Concita.
(Alberto Falci)
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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #32 : Sabato 13 Giugno 2015, 08:30:35 »
'Nsomma pe risolve la questione (che era comunque da risolvere, eh!) ci è voluto che nei guai ci finisse la Conchita; così non fosse stato gli altri più di mille giornalisti coinvolti nello stesso guaio avrebbero continuato a fischiare come hanno fatto da mezzo secolo a sta parte.
"Aiutane uno per aiutarne 1000" (semicit.)
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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #33 : Sabato 13 Giugno 2015, 11:18:52 »
'Nsomma pe risolve la questione (che era comunque da risolvere, eh!) ci è voluto che nei guai ci finisse la Conchita; così non fosse stato gli altri più di mille giornalisti coinvolti nello stesso guaio avrebbero continuato a fischiare come hanno fatto da mezzo secolo a sta parte.
"Aiutane uno per aiutarne 1000" (semicit.)
Così è (se vi pare).
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Offline chemist

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #34 : Sabato 13 Giugno 2015, 12:06:57 »
Beh, comunque mi sembra un fatto positivo se, grazie anche alla fama dell'unità, si riuscisse a dare una svolta alle sfortunate vicende di tutti i giornalisti querelati e non assistiti dall'editore.

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #35 : Sabato 13 Giugno 2015, 13:11:25 »
Beh, comunque mi sembra un fatto positivo se, grazie anche alla fama dell'unità, si riuscisse a dare una svolta alle sfortunate vicende di tutti i giornalisti querelati e non assistiti dall'editore.
Certo. E' un po' come se si facesse ricerca su una malattia che miete vittime da anni fra i calimero solo perché se l'è beccata il figlio della gallina bianca. Non fosse successo, i negri potevano tranquillamente continuare a crepare.
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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #36 : Sabato 13 Giugno 2015, 19:47:06 »
Certo. E' un po' come se si facesse ricerca su una malattia che miete vittime da anni fra i calimero solo perché se l'è beccata il figlio della gallina bianca. Non fosse successo, i negri potevano tranquillamente continuare a crepare.

Non ti piace questo disegno di legge ?
Oppure il tuo è un velato rimprovero ai genitori di calimero, che quando governavano il pollaio, si occupavano di altro ?

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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #37 : Sabato 13 Giugno 2015, 20:45:32 »
Non ti piace questo disegno di legge ?
Oppure il tuo è un velato rimprovero ai genitori di calimero, che quando governavano il pollaio, si occupavano di altro ?
'E che il pollaio dal 1946 ad oggi lo hanno governato un po' tutti.
Io mi riferisco ad un principio, e tu?  ;)
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Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #38 : Domenica 14 Giugno 2015, 01:25:04 »
Non ti piace questo disegno di legge ?
Oppure il tuo è un velato rimprovero ai genitori di calimero, che quando governavano il pollaio, si occupavano di altro ?
Insomma, i figli di nessuno non esistono.
Devo dirlo a quel fortunato collega che anni fa mi spiegò che io non avevo "né babbo né mamma".
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ThomasDoll

Re:Il caso allucinante di Antonio Cipriani
« Risposta #39 : Domenica 14 Giugno 2015, 02:16:52 »
Insomma, si parte dal caso Unità, giornalismo di serie A, e poi si procede con la restante parte dei giornalisti italiani. Secondo quanto risulta al Giornale , la cifra dei giornalisti coinvolti supererebbe quota mille giornalisti stati lasciati al loro destino senza ricevere alcun sostegno da parte del sindacato e dai vertici delle istituzioni. Emblematico, ad esempio, il caso dell'ex direttore di e-polis Enzo Cirillo che ha subito 104 processi per un ammontare di centinaia di migliaia di euro, ma in quel caso - sottolinea- «non ho avuto un aiuto dall'Fnsi». Certo, non si chiamava Concita.
(Alberto Falci)

Vedi però che soffrono tutti della stessa malattia? Falci parla delle cause pendenti su Cirillo, il direttore che successe a Cipriani alla guida di Epolis. Delle 36 cause accollate a Cipriani per il fallimento dello stesso editore non c'è traccia. Quindi, se Concita è la figlia dell'oca bianca, Enzo è il cocco del Giornale? Oppure non si può accomunare Enzo ad Antonio, dato che il Cip ha pure lui sul groppone qualche lustro passato nel quotidiano di Gramsci?
Così è il bove che dice cornuto all'asino, vecchia pratica che in questo paese nessuno ha voglia di smettere.