Autore Topic: Dialetti d'Italia.  (Letto 7367 volte)

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Offline DinoRaggio

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Dialetti d'Italia.
« : Venerdì 1 Maggio 2015, 14:29:59 »
Per chi è interessato, ho trovato una dettagliata cartina con i numerosissimi dialetti italiani. Eccola https://languagemaps.files.wordpress.com/2014/05/italy666.png
Cliccateci sopra e la cartina diventerà ancora più grande.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Breizh

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #1 : Venerdì 1 Maggio 2015, 14:35:10 »
Che ricchezza che si sta perdendo, squalificando i dialetti... :(

Offline BobLovati

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #2 : Venerdì 1 Maggio 2015, 20:47:18 »
bella cartina; ma, i sardi non esistono ? Non hanno dialetti ? Dialetto Corso è una fandonia; in caso sono i corsi che usano un dialetto sardo  ;)   
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Offline Breizh

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #3 : Venerdì 1 Maggio 2015, 21:03:40 »
No Bob. Il corso è più vicino al toscano (tranne al nord, dove l'influenza genovese è stata maggiore). L'unica zona in cui ci sono somiglianze col sardo (e il sardo è davvero una lingua a sé stante) è l'estremo sud, verso Bonifacio.

Offline Breizh

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #4 : Venerdì 1 Maggio 2015, 21:46:17 »
Preciso ancora: a Bonifacio si parla (mi pare di ricordare) un dialetto di origine genovese al centro di una zona in cui effettivamente c'è vicinanza col gallurese.
Per chi conosce i dialetti del Centro Italia, il corso suona familiarissimo ("So corsu e parlo corsu!" :) ).

Offline Wild Bill Kelso

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #5 : Venerdì 1 Maggio 2015, 21:54:02 »
A Pola (HR) si parla ancora il Veneto Giuliano, molto simile al triestino. Lo stesso che alcune minoranze italiane parlano a Rijeka (Fiume)
Cosa? È finita? Hai detto finita? Non finisce proprio niente se non l'abbiamo deciso noi. È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cazzo che è finita! E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.

Offline Breizh

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #6 : Sabato 2 Maggio 2015, 10:43:21 »
Se si parla di lingue (state in campana perché è se attacco 'na pippa colle lingue divento peggio che colle statistiche)... ;D

http://www.corriere.it/scuola/secondaria/cards/quale-lingua-studiare-guarda-mappa/dodici-lingue-mondo_principale.shtml

È un articolo molto superficiale e piuttosto destinato agli studenti.

Questo sito invece è molto più accurato e autorevole: http://www.linguasphere.info/lcontao/bienvenue-welcome.html.

ThomasDoll

Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #7 : Sabato 2 Maggio 2015, 13:11:15 »
interessantissimo argomento.

Offline Er Matador

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #8 : Sabato 2 Maggio 2015, 14:01:34 »
Che ricchezza che si sta perdendo, squalificando i dialetti... :(
Un delitto, confermo.
Basato, peraltro, su una tesi di ignobile superficialità: che i dialetti, nel mondo globalizzato, non abbiano più alcuna utilità veicolare.
Nulla di più falso, se si pensa a uno dei fattori più penalizzanti per gli italiani nell'apprendimento delle lingue straniere: la gamma, estremamente limitata, dei suoni usati nella nostra e per il resto bellissima lingua.
Bastano una semivocale, un "th inglese" per conferire in eterno alla pronuncia di un parlante italiano un connotato di faticosa innaturalità.
Ebbene, una fra le possibilità più immediate per estendere il range di suoni pronunciati a livello madrelingua è proprio il dialetto.
Avete presenti le vere e proprie acrobazie cui si ritrova costretto un parlante centromeridionale alle prese con una "ö" o una "ü"?
Per chi ha dimestichezza con buona parte delle parlate lombarde o piemontesi, il problema non si pone, poiché quei suoni fanno parte della quotidianità.
Avendo frequentato le medie da quelle parti, ricordo distintamente come i più naturali e credibili nel pronunciare il francese - parlarlo correttamente era un'altra storia - fossero proprio i superstiti dialettofoni madrelingua.
I quali, per il resto, si trovavano quasi sempre sui gradini più bassi per rendimento scolastico, cultura generale, provenienza sociale.
Nella mentalità forgiata da pregiudizi straccioni e spocchia da parvenu, il vernacolo diventava una sorta di vergogna lasciata alle fasce più incolte della popolazione e tutt'al più ai meridionali, o figli di, come ingenuo strumento di esibita integrazione.
Peccato che i signorini, privati di questo retroterra per conferire loro una promozione sociale e culturale, si trovassero poi concretamente svantaggiati proprio a contatto con una cultura relativamente alta.
Posso dire altrettanto per il dialetto che più abitualmente conosco e pratico, in una zona di confine fra più regioni ma già di chiara impronta ligure: chi è abituato al suo vocalismo nasale e schiettamente lusofono, partirà con un vantaggio non indifferente nell'apprendimento del portoghese.
Senza contare i prestiti, numerosissimi e dalla provenienza più disparata, che rendono un po' più orecchiabili lingue piuttosto lontane nello spazio o nell'immaginario collettivo.
Anche sotto questo profilo, l'illusione simil-giacobina di costruire un italiano medio sovraregionale, anziché valorizzare le radici locali e integrarle in prospettive più ampie, si è risolta in una semplice perdita di conoscenza e identità.

Offline BobLovati

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #9 : Domenica 3 Maggio 2015, 10:15:48 »
No Bob. Il corso è più vicino al toscano (tranne al nord, dove l'influenza genovese è stata maggiore). L'unica zona in cui ci sono somiglianze col sardo (e il sardo è davvero una lingua a sé stante) è l'estremo sud, verso Bonifacio.

ç
assolutamente non d´accordo; nella parte csud della Corsica il dialetto è molto simile al sardo; ci ho passato qualche estate nel nord della Sardegna con puntate giornaliere in Corsica.
Ad ogni modo io dicevo che:

bella cartina; ma, i sardi non esistono ? Non hanno dialetti ? Dialetto Corso è una fandonia; in caso sono i corsi che usano un dialetto sardo  ;)   

... e sulla cartina postata sul 90% della cartina non c´è nulla; poi magari zorba ci può raccontare molte cose in merito.
Quando ero in Spagna, avendo occasione di andare spesso in Catalogna, ho imparato a leggere e capire il catalá; molto simile strutturalmente allo spagnolo, è strano vedere come, per le parole lontane dal castellano usino molte parole simili all´italiano.
E per restare in tema, il famoso dialetto sardo-catalá, ammesso anni fa da leggi italiane in ambito regionale, ad Alghero non lo parla più nessuno, a meno che non abbia 70-80 anni, o sia qualcuno interessato a mantenere viva la tradizione 
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Offline zorba

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #10 : Domenica 3 Maggio 2015, 18:17:11 »
Ciò che manca nella cartina postata da Dino si può trovare in quella evidenziata nel sito "linkato" di seguito.

http://www.mondosardegna.net/linguasarda/linguasarda.htm

Giuste osservazioni di Bob sull'enclave linguistica catalana di Alghero, dove in effetti solo per l'impegno di qualche giovane appassionato si cerca di mantenere viva la tradizione nella parlata quotidiana (ad esempio è ancora attiva e trasmette 24 ore su 24 un'emittente sul digitale terrestre che usa il catalano anche per leggere le notizie del tg quotidiano, nelle sue varie edizioni).

http://it.wikipedia.org/wiki/Catalan_TV
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Offline DinoRaggio

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #11 : Domenica 3 Maggio 2015, 18:29:42 »
Esatto, il sardo (più specificamente il campidanese, il logudorese e le altre varianti nella cartina di zorba) è considerato lingua a se stante. Il tutto regolato da una legge sulle minoranze linguistiche
http://www.camera.it/parlam/leggi/99482l.htm .

L'articolo 2 dice che

"In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo."

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Offline disabitato

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #12 : Domenica 3 Maggio 2015, 18:53:36 »
non a caso nemmeno il friuli compare nella cartina postata da Dino.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline Breizh

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #13 : Domenica 3 Maggio 2015, 19:28:22 »
Sul corso, giudicate voi stessi.
Ecco un passaggio a caso da wikipedia.

A lingua corsa hè una lingua parlata in Corsica. Cum'è una lingua rumanica hè dirivata da u latinu. Appartene à u gruppu italorumanicu è à u sottugruppu tuscanu, per quessa pudemu dì chì ci hè una grande sumiglianza cù u talianu (tuscanu litterariu), sopratuttu per e varietà cismuntiche. E varietà pumuntiche (taravese è sartinese) ani più in cumunu cù a lingua siciliana o galluresa. A lingua corsa ùn hè micca a lingua ufficiale di Corsica – quella hè u francese – ma hè ricunnisciuta cum'è lingua rigiunale è pò esse usata à scola, à l'università è in l'amministrazione. Ci sò circa 250.000 à 400.000 locutori di u corsu (in Corsica, in u cuntinente di Francia è in Sardegna). Secondu i ultimi dati ci sò 100.000 locutori in Corsica. U numeru di locutori di u corsu hè in calata impurtante 'ssi ultimi anni è diffati, a lingua corsa hè cunsiderata da l'Unesco cum'è una lingua minacciata di sparizione.

Liata à l'aghja italurumanica incù i so assai lingue rispettivamente dialetti, ancu u corsu cunnosce parechje varietà. Per esempiu, u corsu supranu parlatu in u nordu è centru di Corsica si distingue di u corsu pumuntincu in u sudu di l'isula. Indu è accantu 'sse varianti ci sò altrettanti varianti (è di più), si pò dì. U statutu di a lingua galluresa hè incerta: difatti, certi a cunsidereghjanu cum'è una varietà di corsu; per d'altri, hè una varietà di a lingua sarda; è infini, per d'altri, hè una lingua sputica, chì hà dinù parechje dialetti. Cum'è u sicilianu, u gallurese s'assumiglia à u sartinesu, ma ci sò impurtante differenze di vucabulariu è di pronunzia. Di più a scrittura di u gallurese hà e so regule proprie è hè differente di quella di u corsu.

Offline franz_kappa

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #14 : Lunedì 4 Maggio 2015, 15:05:03 »
non a caso nemmeno il friuli compare nella cartina postata da Dino.
Ma infatti. Se vado indietro con la memoria agli anni della scuola superiore rammento chiaramente che sul testo di grammatica friulano e sardo erano indicate come lingue a sé stanti e non dialetti.

P.s. = la cartina postata da DinoRaggio è di un fascino incredibile. Chi, come me, viene dall'era analogica (quando il mondo, prima che nei filmati della tv, lo apprendevi dalle riproduzioni cartacee di sussidiari, atlanti e libri vari), perderebbe la cognizione del tempo, intento ad ammirarla.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline cartesio

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #15 : Lunedì 4 Maggio 2015, 16:47:20 »
Quando ero in Spagna, avendo occasione di andare spesso in Catalogna, ho imparato a leggere e capire il catalá; molto simile strutturalmente allo spagnolo, è strano vedere come, per le parole lontane dal castellano usino molte parole simili all´italiano.

Non è così strano. Alcune parole italiane vengono dal catalano, ed anche parole di parlate locali diverse dall'italiano. In questa pagina c'è qualche esempio e un filo di teoria:

http://www.fondazioneterradotranto.it/2010/08/05/il-tesoro-degli-aragonesi-somiglianze-tra-la-lingua-catalana-e-la-lingua-salentina/





e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline BobLovati

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #16 : Lunedì 4 Maggio 2015, 17:21:00 »
si, vabbe´, ma non dimentichiamo come ( senza dimenticare il dominio aragonese nel centrosud del nostro paese per secoli ) da qualche decennio si tende a rivalorizzare i nostri centinaia di dialetti italici; a volte anche affidandosi a piroette semanticamente acrobatiche.

Quando nel link di cartesio, si afferma che "nui" deriva da "nosaltres(leggi=nusaltras)", allora anche noi romani, non dominati da aragonesi con i loro vassalli catalani, dovremmo affermare che noiantri derivi da "nosaltres" ?   ::) 
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Offline franz_kappa

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #17 : Lunedì 4 Maggio 2015, 17:51:32 »
si, vabbe´, ma non dimentichiamo come (senza dimenticare il dominio aragonese nel centrosud del nostro paese per secoli) da qualche decennio si tende a rivalorizzare i nostri centinaia di dialetti italici; a volte anche affidandosi a piroette semanticamente acrobatiche.
Ricordavo, dall'epoca degli studi, un'esperienza abbastanza breve degli aragonesi propriamente detti nel Sud Italia.

Nel dubbio ho verificato meglio.
Gli aragonesi, prima di cedere il passo al re della corona spagnola unificata (il 1503 l'anno del 'trapasso' [vado a memoria, questo non l'ho ricontrollato], nell'ambito degli sconvolgimenti innescati nella libera Italia delle signorie dalla discesa di Carlo VIII in Italia di fine Quattrocento) nel nostro Meridione regnano solo nell'Italia insulare (Sicilia dopo la guerra dei vespri ma, se non m'inganno, a un certo punto vi fu uno 'scambio' di corone con la Sardegna: non garantisco neanche questo) sino al 1441.


Poi, dal 1441 all'inizio del sedicesimo secolo, vi fu la breve parentesi - poco più di mezzo secolo - di dominio aragonese nel Sud continentale d'Italia. Successivamente, il Meridione d'Italia, Sicilia inclusa, fu spagnolo per oltre due secoli, poi un breve interregno austriaco (1714-1733, mi pare), quindi i Borboni sino al 1861 con gli sconvolgimenti del periodo napoleonico e murattiano (Napoli napoleonica e il Borbone che riparò in Sicilia).

Quale diverso influsso sul linguaggio possano aver avuto le dominazioni 'aragonese' e 'spagnola' nel Sud Italia lo ignoro. E' materia che esula dalle mie competenze.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline DinoRaggio

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #18 : Lunedì 4 Maggio 2015, 18:11:26 »
Gli aragonesi (e prima di loro gli angioini e prima ancora i normanni, entrambi di lingua francese) hanno lasciato qualche contributo solamente sul piano lessicale. Sul piano fonetico, molto di più hanno lasciato i cosiddetti sostrati, cioè gli strati linguistici anteriori alla conquista romana. E' come se gli antichi Romani avessero spalmato la lingua latina su tutti i territori da loro conquistati (in particolare nell'Europa di Sud-Ovest) senza cancellare completamente, però, tracce delle lingue precedenti. Un tipico sostrato osco-umbro (vale a dire di quelle lingue italiche diffuse nell'Italia centro-meridionale prima che Roma la conquistasse) è la cosiddetta "assimilazione regressiva", nella quale la seconda vocale prende il suono della prima; esempi: "quando -> quanno", "gamba -> gamma", a Roma "calda -> calla" ecc.

Nei dialetti gallo-italici dell'Italia settentrionale, il fenomeno descritto da Er Matador
Avete presenti le vere e proprie acrobazie cui si ritrova costretto un parlante centromeridionale alle prese con una "ö" o una "ü"?
Per chi ha dimestichezza con buona parte delle parlate lombarde o piemontesi, il problema non si pone, poiché quei suoni fanno parte della quotidianità.
è per l'appunto un residuo del sostrato celtico, insieme alla cosiddetta "sonorizzazione" di alcune consonanti "t -> d" (rota - > roda) "k -> g" (foku -> fogo").

Scusate se vi ho annoiato :)
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Offline franz_kappa

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Re:Dialetti d'Italia.
« Risposta #19 : Lunedì 4 Maggio 2015, 18:15:18 »
Scusate se vi ho annoiato :)
Non direi proprio.
Buon viaggio, caro Piero.