Autore Topic: Scudetto  (Letto 3852 volte)

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ThomasDoll

Re:Scudetto
« Risposta #20 : Martedì 24 Marzo 2015, 13:58:59 »
Il mito del '74, Matador, nacque da subito: su WilsonChinagliaReCecconi io ci facevo i temini in quinta elementare ('76-'77 o giù di lì)...

Ci sono un po' di ragioni, a mio avviso, per tutto questo:

- quella Lazio emerse dal nulla e bruciò in una fiammata violenta e distruttiva: due anni e mezzo dopo il titolo aveva conquistato una drammatica salvezza all'ultima giornata; Chinaglia se n'era andato (ricordo benissimo la pagina d'addio sul Corriere dello Sport, da ragazzino fu un mezzo trauma); Maestrelli e Re Cecconi erano usciti di scena in circostanze drammatiche. Nemmeno il tempo di rendersene conto e quella Lazio non esisteva più, quasi da apparire un sogno lontano e irripetibile. Niente di più ovvio, per una storia così, che la sua trasfigurazione leggendaria;

- la Lazio di Maestrelli e Chinaglia ha costituito, di gran lunga, la più grande operazione di "reclutamento" di tifosi. Non c'è nulla di lontanamente paragonabile nella nostra storia. Ricordo un sondaggio pubblicato nel 1980, che quantificava i tifosi laziali in numero leggermente superiore a quello dei romanisti. Poi si mise in moto la grande macchina propagandistica di Dino Viola e il successo tra le nuove generazioni crollò a picco, anche per evidenti motivi tecnici. Tutta quella gente, che oggi viaggia dai 50 in su, costituisce ancora uno zoccolo molto duro nel nostro seguito, e ovviamente influenza pensieri e opinioni. Negli ultimi sussulti della loro (nostra) giovinezza si aggrapparono alla Lazio di Fiorini, perché altro non c'era: Cragnotti li ha colti in una maturità ormai disillusa e impenetrabile a certi sentimenti;

- lo scudetto del 2000 è arrivato dopo un campionato di rincorsa, con momenti perfino di rassegnazione. Splendido il sorpasso finale con quelle emozioni, ma la galoppata in testa dell'anno precedente è un altro paio di maniche, sul piano del "cuore";

- vincere, con Cragnotti, sembrava normale. Sette trofei in poco più di due anni solari. Un'ubriacatura che ci ha fatto perdere il senso del valore di quelle imprese, secondo me;

- il declino fu più lento: dopo due anni, arrivammo a considerare una grossa delusione un sesto posto. Poi ci fu la fiammata di Mancini, altri due anni alla grande. Pure la prima, poverissima Lazio di Lotito, non era "povera" per niente: su quelle maglie era rimasto appiccicata la grandeur del decennio precedente: che ha sempre costituito, da allora in poi, un punto di riferimento per chiunque, società compresa: che è costretta a pensare più in grande di quanto forse possa, perché la piazza non chiede di meno. Ecco, forse il principale merito di Cragnotti è quello di aver "elevato", per sempre, i punti di riferimento dei laziali: che quindi continuano a considerare quel titolo del 2000 un evento normalmente possibile, rispetto alla visione miracolistica che hanno tramandato del 1974, quando una squadra "povera" nel sentire popolare compì quell'impresa, per poi ritrovarsi "povera" com'era appena due anni dopo.

ripartiamo da qui.
La gestione di Lotito è postcragnottiana, nel senso che la Lazio mantiene alcune caratteristiche (quotazione in borsa) e stabilizza il volume dei ricavi. La differenza tra Lotito e Cragnotti (fatte salve, ovviamente, le enormi differenze di carattere) è legata più alle mutate caratteristiche del mondo del calcio che altro. Entrambi sono stati anticipatori di un modello, Cragnotti ha spinto la macchina a pieni giri con una strategia apparentemente spericolata, ma basata su una logica del rilancio che non è stata pellegrina, se è vero che il suo interregno è durato un decennio. Cragnotti mangiava l'uovo in culo alla gallina, spendeva i ricavi prima di incassare perché sapeva che la macchina non era ancora a pieni giri. La gestione di Lotito è oculata, ma fino alla quotazione in borsa lo era stata anche quella di Cragnotti, che aveva investito soldi non laziali solo nella primissima fase. Sarebbe interessante vedere come oggi l'Imperatore gestirebbe la società. Probabilmente farebbe ricorso più spesso alle plusvalenze, facendo girare di più i soldi, ma le robuste entrate su cui conta Lotito sarebbero state un'ottima base anche per lui.
La Lazio del primo scudetto era senza quattrini, ma era anche un altro calcio e una squadra forte si poteva mettere su, con un po' di fortuna, senza grandissimi investimenti. Quella di adesso è figlia della competenza tecnica (e anche, ovviamente, della fortuna, certe scelte presentano sempre molte incognite). Ricorda la prima fase cragnottiana, quella in cui si pescava nell'under 21 o in campionati secondari, con acquisti-Monstre come quello di Di Matteo, quello di Nedved, quello dello stesso Okon, che  quando ha giocato pareva davvero un grande giocatore. Le analogie ci sono, un'altra analogia è quella della grande primavera che sfornò Nesta, Di Vaio, Roma, Franceschini eccetera: anche Lotito ha messo in piedi una supersquadra giovanile. Il percorso di adesso lascia meno possibilità al caso, anche se Lotito cerca di dettare regole e riforme del calcio. Gratta gratta, insomma, si scopre che i due megapresidenti del terzo millennio sono meno distanti di quanto non sembri a prima vista. Il denominatore comune sono le vittorie: alla carrettata di trofei di Sergio il sor Claudio risponde con le sue tre coppe, che in termini di numero non valgono poco. Ci vuole il botto grosso, però.

Offline fish_mark

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Re:Scudetto
« Risposta #21 : Martedì 24 Marzo 2015, 14:07:47 »
il botto grosso, appunto.

Ci sono stati due cragnotti, anzi tre.
Uno nel periodo 1992-1994. Un altro nel periodo 1994-1997. Il terzo del periodo 1997-2001.
Poi arriva la crisi che non  èdella Lazio, ma del suo gruppo, ma lasciamo stare.

Il primo periodo è di decollo, poi arriva la fase di stabilizzazione (soprattutto zemaniana), quindi l'ascesa definitiva con il vero botto.

Lotito ha fatto la prima fase di stabilizzazione (2004-2007), quindi ha avuto una ottima crescita con il periodo 2010-2013.
serve se non il botto grosso, almeno l'aumento del voltaggio, l'aumento degli investimenti per arrivare a fare qualcosa di veramente grande.
Servono due grandi giocatori ma per questo serve qualche sacrificio.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

ThomasDoll

Re:Scudetto
« Risposta #22 : Martedì 24 Marzo 2015, 14:14:30 »
Cragnotti si finanziò con l'entrata in borsa e con alcune plusvalenze importanti (Jugovic, Vieri).
Lotito combatte con altre regole e non può ripetere l'operazione in quei termini, a meno che non arrivi qualcuno a offrirgli 100 milioni per Felipe Anderson. Bisogna puntare sulla qualità tecnica, sui giovani, sul gioco, insistere sulla strada imboccata quest'anno. L'anno prossimo, se si va in CL, dovremo imparare a fare il massimo con meno dispendio di energie. Conte con la Juve ci riuscì benissimo, cambiò la difesa da 4 a 3, sistemò diversamente la squadra e sopportò perfettamente l'impatto della CL, dominando in campionato senza rivali.

Offline Skorpius

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Re:Scudetto
« Risposta #23 : Martedì 24 Marzo 2015, 17:14:20 »
Il mito del '74, Matador, nacque da subito: su WilsonChinagliaReCecconi io ci facevo i temini in quinta elementare ('76-'77 o giù di lì)...

Ci sono un po' di ragioni, a mio avviso, per tutto questo:

- quella Lazio emerse dal nulla e bruciò in una fiammata violenta e distruttiva: due anni e mezzo dopo il titolo aveva conquistato una drammatica salvezza all'ultima giornata; Chinaglia se n'era andato (ricordo benissimo la pagina d'addio sul Corriere dello Sport, da ragazzino fu un mezzo trauma); Maestrelli e Re Cecconi erano usciti di scena in circostanze drammatiche. Nemmeno il tempo di rendersene conto e quella Lazio non esisteva più, quasi da apparire un sogno lontano e irripetibile. Niente di più ovvio, per una storia così, che la sua trasfigurazione leggendaria;

- la Lazio di Maestrelli e Chinaglia ha costituito, di gran lunga, la più grande operazione di "reclutamento" di tifosi. Non c'è nulla di lontanamente paragonabile nella nostra storia. Ricordo un sondaggio pubblicato nel 1980, che quantificava i tifosi laziali in numero leggermente superiore a quello dei romanisti. Poi si mise in moto la grande macchina propagandistica di Dino Viola e il successo tra le nuove generazioni crollò a picco, anche per evidenti motivi tecnici. Tutta quella gente, che oggi viaggia dai 50 in su, costituisce ancora uno zoccolo molto duro nel nostro seguito, e ovviamente influenza pensieri e opinioni. Negli ultimi sussulti della loro (nostra) giovinezza si aggrapparono alla Lazio di Fiorini, perché altro non c'era: Cragnotti li ha colti in una maturità ormai disillusa e impenetrabile a certi sentimenti;

- lo scudetto del 2000 è arrivato dopo un campionato di rincorsa, con momenti perfino di rassegnazione. Splendido il sorpasso finale con quelle emozioni, ma la galoppata in testa dell'anno precedente è un altro paio di maniche, sul piano del "cuore";

- vincere, con Cragnotti, sembrava normale. Sette trofei in poco più di due anni solari. Un'ubriacatura che ci ha fatto perdere il senso del valore di quelle imprese, secondo me;

- il declino fu più lento: dopo due anni, arrivammo a considerare una grossa delusione un sesto posto. Poi ci fu la fiammata di Mancini, altri due anni alla grande. Pure la prima, poverissima Lazio di Lotito, non era "povera" per niente: su quelle maglie era rimasto appiccicata la grandeur del decennio precedente: che ha sempre costituito, da allora in poi, un punto di riferimento per chiunque, società compresa: che è costretta a pensare più in grande di quanto forse possa, perché la piazza non chiede di meno. Ecco, forse il principale merito di Cragnotti è quello di aver "elevato", per sempre, i punti di riferimento dei laziali: che quindi continuano a considerare quel titolo del 2000 un evento normalmente possibile, rispetto alla visione miracolistica che hanno tramandato del 1974, quando una squadra "povera" nel sentire popolare compì quell'impresa, per poi ritrovarsi "povera" com'era appena due anni dopo.

E' ovvia la considerazione che il tuo piatto di pasta preferito, mangiato solo due volte nella tua vita, ha un sapore diverso se lo hai gustato al culmine di un banchetto pieno di ottime pietanze o lo hai divorato dopo una settimana di digiuno totale... pur essendo lo stesso identico piatto!

Aggiungerei anche altri elementi che distinguono i due scudetti che partono dalla considerazione principale ma sono legati ai giocatori.
Lo scudetto del 74 è stato per i suoi protagonisti l'unico momento di gloria.. Chinaglia, Wilson, Oddi, Garlaschelli, Pulici non hanno fatto nulla prima e nulla dopo.. la loro gloria è la Lazio e deono TUTTO alla Lazio..
Quelli del 2000 hanno un prima (mihalovic aveva vinto una coppa dei campioni, Mancini era l'idolo della samp e con essa aveva vinto) e sopratutto un dopo, spesso da avversari.. pensiamo a nedved che vince il pallone d'oro con la Juve, a Nesta che vince tutto col Milan, a Mancini che vince tutto (da allenatore) dopo essersene andato in malo modo, a Veron, ai terzini.
Insomma i protagonisti del 74 sono laziali a tutto tondo non hanno nessuna altra dimensione..
Inoltre sono quasi tutti italiani, eccoli spesso pronti ad intervenire nelle radio, nelle cene sociali dei club (quando ancora esistevano i club) ai derby del cuore, ad essere intervistati il 9 gennaio.. a parlare di Lazio sempre e solo di Lazio! Invece Boksic sta nella sua isola, gli altri fanno le loro carriere lontani dall'italia..

Insomma sono tanti i motivi per cui, nell'immaginario del laziale, quelli del 2000 sono dei campioni mentre quelli del 74 sono dei miti!
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline franz_kappa

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Re:Scudetto
« Risposta #24 : Martedì 24 Marzo 2015, 17:18:09 »
[...]
Insomma i protagonisti del 74 sono laziali a tutto tondo non hanno nessuna altra dimensione..
Inoltre sono quasi tutti italiani, eccoli spesso pronti ad intervenire nelle radio, nelle cene sociali dei club (quando ancora esistevano i club) ai derby del cuore, ad essere intervistati il 9 gennaio.. a parlare di Lazio sempre e solo di Lazio! Invece Boksic sta nella sua isola, gli altri fanno le loro carriere lontani dall'italia..

Insomma sono tanti i motivi per cui, nell'immaginario del laziale, quelli del 2000 sono dei campioni mentre quelli del 74 sono dei miti!
Precisazione: pur in numero assai più esiguo rispetto a decenni fa, i Club della Lazio esistono ancora. E fanno le cene sociali, cui partecipano ex calciatori della Lazio scudettata del 1973-74.

Ciò detto, sottoscrivo tutto il resto. Una fotografia, la tua, pienamente condivisibile.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline BobLovati

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Re:Scudetto
« Risposta #25 : Martedì 24 Marzo 2015, 19:15:27 »
.....................................................................
La Lazio del primo scudetto era senza quattrini, ma era anche un altro calcio e una squadra forte si poteva mettere su, con un po' di fortuna, senza grandissimi investimenti.
.....................................................................

mica tanto, caro TD; i circa 250mln+Frustalupi ( il famoso pezzetto di pizza che ti dava il fornaio per fare il kg. esatto di rosette - come il Couto di De la Peña  ;D ) ti permisero di avere ( a 208mln, se ricordo bene ) ReCecconi dal Foggia. Il trio Internapoli già era qua
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Fabio70rm

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Re:Scudetto
« Risposta #26 : Martedì 24 Marzo 2015, 19:53:29 »
La Lazio cragnottiana ha avuto grossi screzi con le frange tdc della nostra curva.

Come dimenticare le bottigliette a Nesta alla prima da avversario, le magliette "banda Mancini" tirategli addosso a Milano alla prima da allenatore avversario, tacendo dei Winter Raus, del Sinisa "zingaro" fischiato quando era ancora in rosa con noi?

E che dire dei profondi screzi con la società? Salas e Nedved ceduti sbattendo la porta, Almeyda e Conceicao sbolognati in malo modo a Parma, come Signori alla Samp...e hanno sempre, in reazione a ciò, parlato sempre male di noi, addolcendosi con la distanza temporale....

Tacendo della ferita mortale, Nesta al Milan....

Alcuni giocatori sono stati visti come modesti, vedi Pancaro e Favalli, fischiati spesso perchè ritenuti dal "capiscione" tifoso come pippe immonde.

Altri come freddi professionisti, bravissimi ma durati molto poco, come Crespo.

Pochi sono stati amati profondamente: Simeone, Nesta, Nedved, forse Veron.

Ma con ognuno di loro ci si è lasciati, per vari motivi, in malo modo, e li abbiamo visti metterci continuamente le corna con altre squadre, con cui vincevano con una continuità impressionante, mentre noi lentamente ma inesorabilmente sprofondavamo.

Complesse quindi sono le ragioni per cui per il triennio cragnottiano c'è una rimozione generale.
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline Frusta

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Re:Scudetto
« Risposta #27 : Martedì 24 Marzo 2015, 23:02:22 »
ll terzo scudetto non può non venir vinto.

Lo sa il Fato, lo sa il Destino, lo sanno tutti gli dei dell'Olimpo, lo sanno tutti i demoni dell'Averno, lo so io, lo sa Pomata e lo sanno tutti quelli che ricordano cosa accadde proprio qui su questo forum la sera del 1 luglio del 2012 durante la finale fra Italia e Spagna.
Lo riporto parola per parola tanto per i pochi che se lo sò scordato quanto per i molti che ancora non razzolavano da queste bande.
 :D

"Ebbene si, lo confesso. Anche a nome di Pomata con il quale ieri sera al tredicesimo minuto del primo tempo di Spagna-Italia ci siamo sentiti telepaticamente ed abbiamo barattato col il Fato, col Destino, con tutti gli Dei dell'Olimpo e con tutti i demoni dell' Averno la sconfitta dell'Italia con lo scudetto alla Lazio.

Eccovi, parola per parola, il resoconto del contatto telepatico fra noi suddetti.

Frusta: Pomà, ci sei?
Pomata: Eccomi Frù, che dici, faccio fare un lancio lungo a Montolivo su Balotelli così andiamo sull'uno a zero?
Frusta: Pomà, dato che dobbiamo vincere tre a uno famo segnà prima loro, và, intanto riflettiamo.
Pomata: Occhei, mò faccio la ciampichetta a Chiellini e faccio segnà loro.

Eravamo al quattordicesimo del primo tempo, ed il primo gol della spagna è la dimostrazione che non sto raccontando cazzate.

Intanto pensavo. Insomma, facevo mentalmente i miei bravi conti: qualche giorno fa Buffon aveva detto di essere disposto a rinunciare a due o tre di anni di vita per vincere gli europei, Derossi, infinitamente più saggio, aveva detto di essere disposto a rinunciare a tutti gli scudetti e le coppe vinte dalla Trigoriese negli ultimi due o tre anni (robba tosta, eh?), ed io, io, cosa avrei dato perché l'Italia vincesse quella coppa? Vi giuro, amici miei, e Pomata mi è testimone, che pensa e ripensa non ho trovato un cazzo di minchia di niente da offrire in cambio di quella coppa.
Anzi, se proprio dovevo operare qualche baratto avrei volentieri usata quella coppa come merce di scambio per avere qualcosa di infinitamente più appetibile.
Addirittura di sessualmente più appetibile, di lussuriosamente (sbav, sbav, lec, slurp, slurp  :P  :P slurp ) più appetibile.
Eravamo arrivati al quarantesimo del primo tempo, quando:

Frusta: Pomà
Pomata: Eh? Che faccio, mando in gol Balotelli così chiudiamo sull'uno a uno il primo tempo?
Frusta: Spè che ti devo fare una domanda seria: quanto ti farebbe godere una vittoria dell'Italia sulla Spagna?
Pomata: Beh, come dire? Tanto, parecchio, assai, insomma che non te lo immagini?
Frusta: Quanto uno scudetto alla Lazio?
Pomata: Ennò, Frù, non bestemmiamo! Lì stiamo su un altro pianeta, quello è più di un orgasmo, altro che godimento, quella è una eiacuLazio, poesia pura, quella è arte, quella è una felicità che intender non la può chi non la prova, quella...
Frusta: Ho capito, Pomà, quindi daresti volentieri sta coppetta del cazzo in cambio del terzo scudetto?
Pomata: E c'è da dirlo? Anzi, mò sai che te dico? Mando in gol pure Jordi Alba, così, tanto per mettere le cose in chiaro...

Era il quarantuinesimo, e voi sapete già cosa è successo.

Il tempo di una bella birrozza gelata durante l'intervallo ed insieme all' inizio del secondo tempo riecco il contatto telepatico.

Pomata: Che dici, Frù, così, tanto per andare sul sicuro, e se tra cinque minuti scendo telepaticamente in campo e ammollo na tortorata come se deve sul malleolo di quella pippa di Thiago Motta e lascio l'Italia in dieci?
Frusta: Pomà, mi hai letto nel pensiero.

Il resto è cronaca".


Ecco, mò ve pare che dopo tutto sto popo' de sacrificio che Pomata ed il sottoscritto hanno dovuto fare tre anni fa, il Fato, il Destino, gli dei dell'Olimpo e compagnia bella non ci facciano vincere lo scudetto?
Non so come la vedete, ma secondo me (e pure secondo Pomata) a questo punto non si possono più tirare indietro. 
:D

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Pomata

Re:Scudetto
« Risposta #28 : Mercoledì 25 Marzo 2015, 14:16:23 »
Esatto Fru' :D

Sti tifosetti da forum (se scherza eh ;)) che s'accontentano der 2º posto, non sanno che questa Lazio vincerà le prossime 10 partite, a dir la  verità, hanno quel desiderio nel fondo del cuore ma hanno paura di dichiararlo. Sanno però che in questa Lazio e in questo momento si è creata una miscela esplosiva che si autoalimenterà a breve dalla vittoria sui resti del Cagliari. Con l'Empoli in 50.000 e aspettando lo scontro diretto che ci porterà a -12 dalla Juve...

Abbiate fede ;) :D

Offline Frusta

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Re:Scudetto
« Risposta #29 : Mercoledì 25 Marzo 2015, 14:24:35 »
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline aquilafelyx

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Re:Scudetto
« Risposta #30 : Martedì 31 Marzo 2015, 01:53:54 »
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere