Autore Topic: 16 marzo 1978  (Letto 4586 volte)

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Offline AlenBoksic

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16 marzo 1978
« : Lunedì 16 Marzo 2015, 08:49:55 »
Ero in seconda elementare e mamma mi venne a prendere a scuola a metà mattinata per portarmi a casa dopo che aveva sentito la notizia alla radio.
Uno di quei giorni in cui chiunque si ricorda cosa fece, o no?
Cerchiamo per quanto possibile di fare un po' di microstoria senza buttarci nelle solite dietrologie
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baol

Re:16 marzo 1978
« Risposta #1 : Lunedì 16 Marzo 2015, 09:14:13 »

Uno di quei giorni in cui chiunque si ricorda cosa fece, o no?

Assolutamente si.
Seconda media, ora di Matematica, un accadimento particolare già si intuiva: la prof. entra in aula in ritardo.
La professoressa Denaro, un anziano scricciolo di fenomenale bravura e materna severità.
Quel giorno il suo ingresso in aula non ha niente della solennità usuale.
Sembra più fragile del solito, ha gli occhi lucidi e la voce tremante:
"Hanno rapito l'Onorevole Moro"
Quel poco che capimmo della eccezionalità del momento, fu integrato qualche ora dopo dalle immagini di via Fani
 commentate da Frajese.

CP 4.0

Re:16 marzo 1978
« Risposta #2 : Lunedì 16 Marzo 2015, 09:51:04 »
io no.

mi ricordo gli eventi legati, le notizie alla radio, lo stato di agitazione, i posti di blocco, ma cosa esattamente stessi facendo 37 anni fa proprio no.

Offline Breizh

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #3 : Lunedì 16 Marzo 2015, 11:44:26 »
Anch'io ero in classe e in seconda media.
Il ricordo è un po' confuso, tuttavia mi pare di ricordare che i professori non ci dissero niente ma che ci furono anche molti genitori che vennero a prendere i figli in classe.
Mi sembra che mia madre non venne a prendermi ma conoscendo la sua apprensività mi sembra strano, oltretutto casa e lavoro erano a due passi; potrei aver rimosso, anche a causa di altri fatti personalmente più gravi che seguirono di lì a poco.
Tensione comunque palpabilissima anche per un undicenne. Di quelle che ricordo solo dopo l'11/9 e gli attentati del gennaio scorso a Parigi, forse.

Offline Arch

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #4 : Lunedì 16 Marzo 2015, 11:56:02 »
Io ero a scuola, come insegnante, quando entrò un collega e comunicò la notizia. Fino alle 7 di quel mattino ero stato in un appartamento di un palazzo posto all'angolo tra Via Fani e Via Stresa, quindi sovrastante il luogo del rapimento. Abitavo alla Balduina ed ebbi la polizia in casa per almeno dieci volte con i mitra spianati.
Da vdm posso dire che le cose non andarono come ce le hanno raccontate.

ThomasDoll

Re:16 marzo 1978
« Risposta #5 : Lunedì 16 Marzo 2015, 11:56:56 »
Ricordo che rimasi secco vedendo gente che si abbracciava ed esultava nel cortile della scuola, condiviso tra ITC e Scientifico.
E' un'immagine che non mi ha mai abbandonato. Ricordo come fosse ieri uno che esultava a braccia alzate, un cristone con la barba lunga, biondo, capelli lunghi, che diceva "Ci sarà la rivoluzione!".
Ché non è che siamo diventati cretini tutti insieme dopo, c'era chi era cretino pure prima.

Offline fish_mark

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #6 : Lunedì 16 Marzo 2015, 12:01:19 »
Ricordo che rimasi secco vedendo gente che si abbracciava ed esultava nel cortile della scuola, condiviso tra ITC e Scientifico.
E' un'immagine che non mi ha mai abbandonato. Ricordo come fosse ieri uno che esultava a braccia alzate, un cristone con la barba lunga, biondo, capelli lunghi, che diceva "Ci sarà la rivoluzione!".
Ché non è che siamo diventati cretini tutti insieme dopo, c'era chi era cretino pure prima.


Ricordo che in quel preciso istante l'obiettivo dei brigatisti era proprio quello di utilizzare il sequestro Moro come sparo che dava inizio alla rivoluzione, proposito non realizzato e poi clamorosamente fallito con l'omidicio Rossa.

In ogni caso, scommetto una cena a occhi chiusi che quel barbudo che inneggiava alal rivoluzione imminente, ormai praticamente "in atto", anni dopo sarebbe diventato un attivista di Forza Italia. Con tutta la simpatia umana di tutti coloro che hanno mai votato e fatto parte del partito sopra citato.
Ripeto: hai la cena pagata. Fammi sapere.
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Offline leomeddix

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #7 : Lunedì 16 Marzo 2015, 12:27:20 »
Frequentavo il liceo, quella mattina entrò un bidello che si mise a parlare all'orecchio del professore di lettere. Il professore sbiancò e ci disse di uscire, senza aggiungere altro. Mentre uscivamo, il bidello ci disse che era stato rapito Moro, e la cosa creò tra noi un clima ancora più assurdo, perchè fino all'anno prima nel nostro liceo aveva studiato Giovanni Moro, il figlio del presidente della DC.
Oggi, quando penso a quegli anni, mi sembra di parlare di un altra era geologica.
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Offline Wild Bill Kelso

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #8 : Lunedì 16 Marzo 2015, 12:32:46 »
Facevo la quinta elementare; mio padre, militante del PCI, venne a prendermi alla Cesare Battisti, l'immensa scuola nel cuore della Garbatella. A casa le immagini del TG1 di Bruno Vespa, con Frajese in studio. Nel pomeriggio la grande manifestazione contro il terrorismo a Piazza San Giovanni con le bandiere rosse del PCI insieme a quelle bianche con lo scudo crociato.

Al netto degli untorelli, di coloro che avevano già ucciso giornalisti e magistrati colpevoli soltanto di aver fatto il proprio dovere, ricordo che nessuno a quel tempo aveva focalizzato che con l'operazione Fritz si era realizzato un autentico colpo di Stato.

Quei drammatici 55 giorni che seguirono, caratterizzati da una serie di depistaggi, dall'intervento dei servizi segreti deviati, dalla comparsa dei falsari della Banda della Magliana, e poi dalla "scoperta" del covo di Via Gradoli, videro la messa in angolo del PCI (assolutamente contrario alla trattativa con gli assassini) e la salita in cattedra di Craxi (favorevole alla trattativa, grazie al fido Signorile in contatto con esponenti brigatisti universitari) che riuscì in tal modo a sfondare il fronte del Compromesso storico.

Nessuno seppe che quel 16 marzo, poco dopo le 9,00 a Villa Wanda avevano stappato lo champagne, "il più è fatto", disse qualcuno.
Cosa? È finita? Hai detto finita? Non finisce proprio niente se non l'abbiamo deciso noi. È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cazzo che è finita! E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.

Offline fish_mark

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #9 : Lunedì 16 Marzo 2015, 12:43:27 »
Anche io facevo la quinta elementare e il mio ricordo di quei giorni è legato a una colonna di una quarantina automezzi dei carabinieri che passavano sulla Via Casilina: un'immagine lugubre che mi faceva venire in mente un clima di guerra.

E poi i posti di blocco sull'autostrada, una cosa davvero raggelante, un'immagine "colombiana", con il dispositivo di polizia schierato in orizzontale. dopo il pedaggio per filtrare OGNI macchina che passava, con i mitra spianati e gli agenti in servizio che non facevano sconti a nessuno (una mia zia con suo marito che tornava dal paese si vide il mitra spianato davanti la portiera, neanche fosse la madre di Adriana Faranda).

E poi era un clima che era facile respirare per strada. Un paio di anni dopo, facevo le medie, uscivo di casa con i miei amichetti per andare a scuola, quando sentii suonare una sirena della polizia, poi un'altra, poi un'altra ancora. Arrivati all'incrocio era tutto un inseguirsi impazzito di macchine di polizia e carabinieri: dietro casa c'era stato un agguato a un ufficiale dell'Aeronautica che era stato ucciso davanti al portone di casa. Notizie purtroppo quasi quotidiane alla radio e in televisione.

Un periodo veramente brutto. Ma Moro fu l'inizio della fine dell'offensiva terroristica. Con Moro i brigatisti osarono l'inosabile: da lì la risposta dello Stato fu sempre più violenta e in qualche maniera efficace e il fenomeno cominciò a rientrare, anche se il definitivo errore delle BR fu compiuto con l'omicidio di Rossa.

PS Andrebbe anche ricordato che la disponibilità Craxiana alla trattativa non prese il sopravvento.
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Offline carpelo

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #10 : Lunedì 16 Marzo 2015, 13:59:37 »
Io ero a scuola, come insegnante, quando entrò un collega e comunicò la notizia. Fino alle 7 di quel mattino ero stato in un appartamento di un palazzo posto all'angolo tra Via Fani e Via Stresa, quindi sovrastante il luogo del rapimento. Abitavo alla Balduina ed ebbi la polizia in casa per almeno dieci volte con i mitra spianati.
Da vdm posso dire che le cose non andarono come ce le hanno raccontate.
Che intendi?

Offline Frusta

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #11 : Lunedì 16 Marzo 2015, 15:01:47 »
Avevo appena cambiato azienda ed il sedici sarebbe stato il mio primo giorno di lavoro, invece il 15 sera placche alla gola e febbrone da cavallo. Il giorno dopo m'attrippo d'aspirine e m'avventuro sbattendo i denti in mezzo al traffico. Da Colleferro a via del Serafico la distanza non è poi tantissima, diciamo meno di una quaracinquina di minuti, se va tutto liscio, ma quel giorno la febbre m'aveva rallentato i riflessi, ed alle nove in punto invece di stare in ufficio arrancavo ancora sul raccordo; poi, verso le 9 e un quarto, la corsia d'emergenza si riempie di volanti della polizia ed il raccordo si blocca.
Bella figura di emme, proprio il primo giorno di lavoro. E intanto ho i brividi di freddo ed ogni volta che deglutisco mi scoppiano i timpani. Vedo quello davanti a me che scende dalla macchina e si affaccia al finestrino di quella che ha di fianco, poi scendono anche altre persone e uno mi dice di accendere la radio. La radio? Ma l'aveva guardata bene la mia R4 di seconda mano? Chiedo cosa è successo e me lo dicono. Oh cazzo!
Arrivo in ufficio verso mezzogiorno e non ho bisogno di giustificare il ritardo, piuttosto: "Sembra che lei non stia tanto bene, torni subito a casa e si curi."
Il viaggio  di ritorno è un incubo: per il traffico, per la febbre, per il mal di testa e per quella pessima notizia e per i posti di blocco. Un cartello luminoso avvisa che l'uscita per Colleferro è inagibile e consiglia di uscire a Valmontone, le macchie escono col contagocce perché filtrate una ad una dalle pattuglie dei carabinieri.
Valmontone-Colleferro: dieci chilometri di Casilina, dieci posti di blocco, dieci perquisizioni.
Ho cominciato ad avvertire la portata di quella tragedia i giorni seguenti, sentivo pena per quell'uomo che non poteva difendersi dalle accuse di quel grottesco tribunale "del popolo" e rabbia per l'inutilità del sacrificio della sua scorta.
Mai però quanta ne provavo davanti alle scritte che cominciarono ad apparire su muri durante le settimane seguenti ed in cui si sceglieva si stare "Né con lo Stato, né con le Brigate Rosse."
Chissà se quei rivoluzionari col culo al caldo, a distanza di 37 anni, abbiano il buonsenso di vergognarsi di quella "scelta".
Anche se, secondo me, è molto più facile che l' abbiano beatamente rimossa.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Arch

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #12 : Lunedì 16 Marzo 2015, 15:27:40 »
Chi ha vissuto "da dentro" quelle vicende si accorge come la vulgata, lineare-edificante-logicissima- abbia attecchito anche in menti sopraffine presenti sul forum (oltre che al di fuori).
Carpelo, non qui.

Offline leomeddix

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #13 : Lunedì 16 Marzo 2015, 16:47:58 »
Ho cominciato ad avvertire la portata di quella tragedia i giorni seguenti, sentivo pena per quell'uomo che non poteva difendersi dalle accuse di quel grottesco tribunale "del popolo" e rabbia per l'inutilità del sacrificio della sua scorta.
Mai però quanta ne provavo davanti alle scritte che cominciarono ad apparire su muri durante le settimane seguenti ed in cui si sceglieva si stare "Né con lo Stato, né con le Brigate Rosse."
Chissà se quei rivoluzionari col culo al caldo, a distanza di 37 anni, abbiano il buonsenso di vergognarsi di quella "scelta".
Anche se, secondo me, è molto più facile che l' abbiano beatamente rimossa.

Anch'io credo che molti di coloro che dichiaravano di non stare "né con lo Stato né le Brigate Rosse" oggi abbiano rimosso quella scelta, o addirittura siano passati sulla barricata opposta, paladini dell'ordine costituito.
Credo anche però che nel nostro Paese il processo di rimozione riguardi tutta quella epoca, e si faccia fatica a capire come in Italia la strategia della lotta armata abbia avuto una durata superiore a quella di tutti gli altri paesi europei (ad eccezione, ovviamente, dei Paesi Baschi e dell'Irlanda, in cui la lotta armata era legata a motivazioni nazionalistiche).
Per comprendere questo fenomeno, forse non bastano le tesi 'complottiste' (la CIA, la P2), ma bisognerebbe scavare nelle contraddizioni della nostra storia, nella debolezza della nostra borghesia, nel perenne oscillare delle nostri classi subalterne tra passività e ribellismo.
E questo porta a domandarsi come mai nel nostro Paese, che ha visto negli anni '70 svilupparsi un grande movimento di cambiamento, oggi sia assente una credibile forza di sinistra.
 
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Offline zorba

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #14 : Lunedì 16 Marzo 2015, 16:54:38 »
Ero anch'io in classe (quinta elementare) e ricordo perfettamente l'agitazione frenetica per l'avvenimento (storico lo scoprimmo qualche anno dopo...). Vennero sospese le lezioni e chiamarono i genitori per farci venire a prendere e portare a casa. Pur essendo lontani dal luogo del fatto, evidentemente non si era ancora sicuri della portata dell'evento.
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Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Zapruder

Re:16 marzo 1978
« Risposta #15 : Lunedì 16 Marzo 2015, 17:29:15 »
Mio papà uscì dal lavoro (credo ci fu anche uno sciopero immediato) e venne a prendermi a scuola, facevo la prima media.

E' stata l'unica volta in vita mia in cui l'ho visto spaventato.

Al di là delle ricostruzioni e dei dettagli, il senso "storico" della faccenda è ormai solare: Moro era il fautore di una democrazia compiuta in Italia, attraverso il riconoscimento del PCI come possibile forza di Governo. L'effetto principale del suo rapimento fu proprio quello di chiudere, definitivamente, ogni strada verso quel compimento. La Prima Repubblica, come ha detto saggiamente qualcuno, finì quel giorno: l'Italia fu richiamata bruscamente ai vincoli derivanti dall'appartenenza al Patto Atlantico, vincoli che la "solidarietà nazionale" aveva superato.

All'epoca non capivo la posizione di Craxi (c'era anche Pannella ma per pura mitomania), oggi mi è molto più chiara anche quella. La "linea della trattativa" era, evidentemente, una pistola sul tavolo.

Offline The Loner

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #16 : Lunedì 16 Marzo 2015, 17:34:00 »
Non ricordo assolutamente dove fossi e cosa facessi quel giorno. Ricordo soltano gli innumerevoli posti di blocco nei giorni successivi al rapimento.
Parecchi anni dopo mi documentai sui fatti, leggendo diversi libri, ma sono sempre stato lontano dalla politica.
In quel periodo, avevo quasi ventanni, c'erano soltanto 3 cose alle quali mi dedicavo assiduamente: lo sport e la chitarra.

Offline aquilafelyx

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #17 : Lunedì 16 Marzo 2015, 17:45:44 »
Il mattino del 16 marzo 78 ero a casa a studiare, facevo il primo anno delle superiori e a causa dei doppi turni andavo a scuola di pomeriggio, la notizia l'appresi alla radio che interruppe la musica e diede la notizia, la famosa RAM 102 che all'epoca trasmetteva dall'Hilton di Monte Mario, andai a scuola regolarmente e invece delle lezioni parlammo dell'accaduto, dai 10 ai 14 anni non c'era settimana che non facessimo a sassate con quelli dei cortili vicini e dai 14 ai 19 è stato normale schivare molotov e lacrimogeni, il clima politico era malato da tempo.
Il rapimento di Moro e la strage della scorta non è stato il punto più alto di efferatezza del terrorismo, quell'attacco allo Stato ha rappresentato la svolta nella gestione della res pubblica, il sistema che era ingessato dai blocchi contrapposti ruppe ogni argine e cominciò a divorare tutto il possibile e l'immaginabile fino al crollo del Muro di Berlino.       
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

ThomasDoll

Re:16 marzo 1978
« Risposta #18 : Lunedì 16 Marzo 2015, 17:55:50 »
Anch'io credo che molti di coloro che dichiaravano di non stare "né con lo Stato né le Brigate Rosse" oggi abbiano rimosso quella scelta, o addirittura siano passati sulla barricata opposta, paladini dell'ordine costituito.
Credo anche però che nel nostro Paese il processo di rimozione riguardi tutta quella epoca, e si faccia fatica a capire come in Italia la strategia della lotta armata abbia avuto una durata superiore a quella di tutti gli altri paesi europei (ad eccezione, ovviamente, dei Paesi Baschi e dell'Irlanda, in cui la lotta armata era legata a motivazioni nazionalistiche).
Per comprendere questo fenomeno, forse non bastano le tesi 'complottiste' (la CIA, la P2), ma bisognerebbe scavare nelle contraddizioni della nostra storia, nella debolezza della nostra borghesia, nel perenne oscillare delle nostri classi subalterne tra passività e ribellismo.
E questo porta a domandarsi come mai nel nostro Paese, che ha visto negli anni '70 svilupparsi un grande movimento di cambiamento, oggi sia assente una credibile forza di sinistra.

potrebbe spiegarci Giglic, profondo conoscitore della storia d'Italia dall'Unità a oggi, perché il Paese del Risorgimento ha perso, invece di guadagnare, sul piano della capacità di coesione e di mobilitazione solidale. O no? Dove è morta l'Italia solidale, egualitaria, coraggiosa, umile ma vera? Nelle trincee del 15/18? Non credo non sia mai esistita. Ma non la scorgo negli anni del fascismo.

Offline cartesio

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Re:16 marzo 1978
« Risposta #19 : Martedì 17 Marzo 2015, 09:08:55 »
Me lo dissero nel cortile del liceo della mia ragazza, dov'ero andato a prenderla. Rimasi per un attimo a chiedermi se qualcuno non stesse tentando di prendermi in giro. Poi mi guardai intorno e vidi parecchie facce buie. Le settimane successive furono irreali, non sapevo in che modo interpretare le "notizie" che comparivano nei quotidiani e alla TV - che non avevo, cosa che rendeva ancora più frammentario l'approvvigionamento di notizie. A quel tempo ero radicale, ero abituato e veder riportate i fatti che ci riguardavano in maniera incompleta, tendenziosa o disonesta, ma per quella situazione mi mancavano delle chiavi di lettura che in parte mi mancano anche oggi, per quanto oggi ne sappia più di allora.
Vorrei saperne di più.

e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.