Gazzetta dello Sport ed. Roma
Vai Lazio, Lulic è tornato. Vuole un altro 26 maggio
Il bosniaco di nuovo in campo dopo quasi 70 giorni: non poteva mancare nel lungo inseguimento al secondo posto della Romadi Stefano Cieri - INVIATO A FORMELLO (ROMA)
Riecco The history man. Riecco l’eroe del 26 maggio. In una Lazio che può finalmente accarezzare l’idea di andare a prendere la Roma al secondo posto non poteva mancare lui. Ossia l’uomo che, due anni fa, ha regalato al popolo laziale la gioia più grande ai danni dei rivali di sempre. E ora che sia pur a bassa voce l’ambiente laziale comincia a sognare un 26 maggio-bis ecco che Senad Lulic torna giustamente a fare capolino.
DI NUOVO IN CAMPO Il laterale bosniaco ha ricominciato ieri a lavorare in gruppo a Formello. Il lungo calvario è dunque finito. Un calvario iniziato alla viglia della Befana, il 5 gennaio scorso: lesione del collaterale interno sinistro per il numero 19 nel match contro la Sampdoria. Infortunio serio, ma non grave: stop di 40-45 giorni al massimo, si disse. E invece di giorni ne sono passati quasi 70 per rivedere (ieri) il giocatore bosniaco svolgere un allenamento per intero. Diagnosi sbagliata all’inizio o qualcosa non è andato per il verso giusto nel corso della riabilitazione? Probabilmente l’una e l’altra cosa. Fatto sta che, a un certo punto, Lulic è stato costretto a far ricorso alle cure del professor Muller-Wohlfahrt, l’ortopedico di fiducia di Klose. I tempi si sono allungati sensibilmente, ma alla fine Lulic è riuscito comunque a venire a capo di un infortunio subdolo che, a un certo punto, si era temuto potesse avere conseguenze anche peggiori per il laterale bosniaco.
IL VALORE AGGIUNTO La grande forza d’animo di Lulic, un giocatore che fa della serenità una delle sue principali caratteristiche, è stato il segreto per non arrendersi mai, anche nei momenti più delicati. Pioli ha seguito passo dopo passo il suo recupero, senza pressarlo ma anche senza trascurarlo. Il tecnico ha saputo aspettarlo e ora non vede l’ora di aggiungerlo al suo scacchiere. Sarà un valore aggiunto, Lulic, in questo finale di campionato che si annuncia appassionante. Il bosniaco potrà essere utilizzato nel suo tradizionale ruolo di interno di centrocampo. Ma, all’occorrenza, potrà finire pure nel tridente offensivo oppure sulla linea dei difensori. Sempre come esterno, in ogni caso. Perché è vero che è un jolly, ma non è il caso di esagerare.
NESSUN DUALISMO Valore aggiunto e jolly prezioso. Nessuna rivalità, invece, con Danilo Cataldi che, di fatto, gli ha soffiato il posto in questi due mesi e mezzo di assenza. Difficile pensare ad una Lazio che si privi ora del suo giovane talento di centrocampo. Ma anche rinunciare al cambio di passo e al moto perpetuo di Lulic sarebbe un errore. Ci sarà spazio e gloria per entrambi in uno sprint in cui servirà essere nelle migliori condizioni fisiche possibili. A Torino, lunedì prossimo, Lulic partirà sicuramente dalla panchina. Con appena 3-4 allenamenti alle spalle sarebbe impensabile il contrario. Forse Pioli gli farà assaggiare il campo nel finale del match. In ogni caso a partire dalla successiva sfida con il Verona (cui all’andata fece gol al Bentegodi) Lulic potrebbe tornare tra i protagonisti di una squadra che sta sognando ad occhi aperti e che non ha nessuna intenzione di smettere di farlo.