Maledetto Nove, il libro di Stefano Greco

[Wild Bill Kelso]

Mi hanno regalato per Natale (uno zio romanista) il libro dell'Incoronato Ellenico. Si tratta di un compendio relativo ai più importanti bomber che hanno vestito la nostra maglia. Il sottotitolo recita testualmente "Avventure e disavventure del centravanti della Lazio".

Si parte da Silvio Piola e si arriva a Di Canio (sì avete letto bene), passando per Selmosson, per Chinaglia quando non era ancora Il Chinaglia, ma l'incubo dei romanisti e l'incarnazione della riscossa laziale, quindi per D'Amico, Giordano, Fiorini, Casiraghi, Signori.
Una serie di racconti certamente ben confezionati, ma con poche rivelazioni, con aneddoti rivisitati, qualche storia che non conoscevo ma che i pallonari che albergano qui sopra sapranno a menadito, qualche panzana condita dalla solita retorica pistolettara e fascistoide della Lazio del '74. A proposito, vi anticipo che nessuno ci rivelerà alla fine chi abbia sparato al lampadario. Peccato.

Curiose le riflessioni e le sensazioni raccontate dall'autore in prima persona. Quasi fosse un diario, ma che probabilmente fanno parte di una scelta ben ponderata.
E' scritto bene, non annoia, ma non aggiunge molto. Diciamo che per gli amanti di Lazio e del calcio in generale, un lavoro così può trovare posto nella libreria di casa.

"Grave", a mio avviso, la totale assenza di Karl-Heinz Riedle, di Garlini (Oliviero bomber vero) e di Bobo Vieri (che non dimentichiamolo, c'ha regalato la Coppa delle Coppe).


P.S.
Qualcuno sa per caso che fine abbia fatto la famosa cordata di San Marino?!

[Arch]

E' viva e lotta insieme a noi.
Un libercolo senza alcuna pretesa se non quella de guadagnà du' spicci.

[Zapruder]

Quello che mi dispiace è che la storiografia laziale, peraltro inchiodata sul '74 e il menonove, continui a perpetuare errori grossolani. Non se ne esce.

[fish_mark]

Quello che mi dispiace è che la storiografia laziale, peraltro inchiodata sul '74 e il menonove, continui a perpetuare errori grossolani. Non se ne esce.

Strano che dopo 40 anni non ci siano nuove leve, nuovi cantastorie che possano rinnovare l'epica del racconto laziale, che nel frattempo si è arricchita di altre pagine, tutte ben riposte nel dimenticatorio nonostante siano proprio di ieri.

La privatizzazione dei colori e delle passioni produce proprio uno strano fenomeno per cui dopo quarant'anni certi pensatoi lazialeggianti pretendono di suggestionare l'animo di un ragazzino di 10 anni, come ai tempi di Curtatone e Montanara.

Il settantaquattrismo avrebbe rotto er cazzo.

[CP 4.0]

del resto canta' fuori dal coro e' cosi facile sulla piazza dell'informazione alternativa.

[fish_mark]

del resto canta' fuori dal coro e' cosi facile sulla piazza dell'informazione alternativa.

specie quando il coro è stato liquidato per intero.

[franz_kappa]

Acquisterò senz’altro questo volume (a proposito: grazie all’amico WBK per la gradita segnalazione), curato dall’ex prima firma della redazione sportiva di Tmc-La7.

Mi ritengo un cultore di prim’ordine della storia della Nostra, cui mi sono avvicinato dapprima con il piglio del curioso e dell’appassionato, per poi assumere un vero e proprio approccio di studioso. In particolare il tumultuoso e avvincente periodo dei primi anni Settanta, nobilitati dalla conquista dello Scudetto nel 1974, è oggetto, sin dalla più tenera età, di uno scrupoloso approfondimento che negli anni si è trasformato in vero e proprio culto.
Credo di possedere non meno di una trentina di pubblicazioni, monografiche e generaliste, sulla storia della Lazio in particolare ma anche del calcio italiano negli anni Settanta. A esse si aggiungerà presto un nuovo titolo, con ogni evidenza.

Mi accingo dunque a recarmi dal mio libraio di fiducia con la ragionevole speranza - voglia Iddio che tale fiducia sia ben riposta - che il tomo di Stefano Greco concorra a far luce su una circostanza che ho percepito da episodiche tracce, purtroppo mai troppo approfondite, intuite da involontari indizi presenti in più di un testo della mia vasta collezione e successivamente confermati, purtroppo solo in parte, grazie ad accenni carpiti nell’ambito di discussioni informali di ex protagonisti del primo Scudetto della Lazio di Lenzini cui mi è capitato di partecipare assieme ad altre persone.
Si tratta - sia ben chiaro - di circostanze praticamente mai oggetto di compiute ricostruzioni storico/giornalistiche che hanno visto la luce negli ultimi quarant’anni.

A quanto pare - ma il condizionale è d’obbligo, trattandosi di fatti non verificati ma solo ‘presunti’ - nella Lazio di Maestrelli sarebbero convissute due, come dire…, anime distinte, che si sarebbero manifestate in una vera e propria dicotomia nell’ambito dello spogliatoio. In sostanza, a quanto lasciano intendere alcuni protagonisti di quegli anni, la rosa di quella Lazio si sarebbe coagulata attorno a due eterogenei gruppi distinti, fieramente avversi l’uno all’altro. Due vere e proprie opposte polarità che avrebbero persino imposto l’allestimento di due distinti spogliatoi, uno per ciascuna fazione.
L’avversione, nata per ragioni legate alle naturali diverse personalità di alcuni calciatori di quella Lazio (idiosincrasie personali, insomma) e successivamente rafforzatasi per effetto del carismatico peso, all’interno dello spogliatoio, di alcuni importanti calciatori, si sarebbe manifestata principalmente nel corso degli allenamenti settimanali.

A quanto si favoleggia, quelle sessioni si sarebbero concluse con l’immancabile partita di allenamento nella quale la rosa, divisa in due compagini (più o meno replicanti le due opposte fazioni all’interno dello spogliatoio), si sarebbe impegnata sino a serata inoltrata in pugnaci contese sul verde rettangolo, praticamente infinite a causa della reciproca ambizione/pretesa di prevalere sul gruppo avverso, segnando un gol in più dell’avversario. Ebbene, da un frammento di intervista al Gr2 Rai rilasciata nei primi anni Ottanta dalla guida spirituale della Lazio di allora, il mitico padre Antonio Lisandrini (forse il cimelio più raro e prezioso della mia collezione di materiale sulla Lazio), si arriva a dedurre che quelle infinite dispute, spesso terminate al chiaro di luna dopo che i riflettori del campo di Tor di Quinto venivano spenti, avrebbero conosciuto la fine solo quando il saggio allenatore Tommaso Maestrelli (più che un allenatore un padre, per quei ragazzi) avrebbe posto fine alle ostilità decretando, fischietto alla mano, la fine della contesa.

Ecco… se anche solo un fugace accenno a tali circostanze non ancora pienamente disvelate e chiarite fosse contenuto nel volume “Maledetto Nove - Avventure e disavventure del centravanti della Lazio”, gli euro spesi per l’acquisto dello stesso sarebbero, senza tema di smentita, i meglio spesi della mia (ma anche della vostra, se me lo consentite) vita.

[CP 4.0]

specie quando il coro è stato liquidato per intero.

appunto, hanno fatto tabula rasa ed ora non c'e' rimasto nulla se non poche cose ancora in mano del coro.

[Ceres]

Sarà la solita panzana di un fregnacciaro dei tanti.

[fish_mark]

appunto, hanno fatto tabula rasa ed ora non c'e' rimasto nulla se non poche cose ancora in mano del coro.

Eppure la storia della Lazio non è finita nel frattempo.
Eppure di cose "epiche" ne sono successe ancora e molte ne succederanno.


PS Domanda "scabrosa" per Franz.
nella tua nutrita biblioteca compare anche il celebre "Pane e Pallone"?

[CP 4.0]

e ritorniamo a...

del resto canta' fuori dal coro e' cosi facile sulla piazza dell'informazione alternativa.

che ovviamente era retorico.

[cartesio]

Acquisterò senz’altro questo volume
....
 i meglio spesi della mia (ma anche della vostra, se me lo consentite) vita.

Ho avuto un'allucinazione. Per un attimo ho avuto l'impressione che parlassi in terza persona.

"Franz_Kappa acquisterà senz’altro questo volume  .... i meglio spesi della sua (ma anche della vostra, se me lo consentite) vita"

Non sarai Ravanelli in incognito?

[Pomata]

Strano che dopo 40 anni non ci siano nuove leve, nuovi cantastorie che possano rinnovare l'epica del racconto laziale, che nel frattempo si è arricchita di altre pagine, tutte ben riposte nel dimenticatorio nonostante siano proprio di ieri.

La privatizzazione dei colori e delle passioni produce proprio uno strano fenomeno per cui dopo quarant'anni certi pensatoi lazialeggianti pretendono di suggestionare l'animo di un ragazzino di 10 anni, come ai tempi di Curtatone e Montanara.

Il settantaquattrismo avrebbe rotto er cazzo.

Le nuove leve hanno le mani tremanti e la mente offuscata dalle splendide cavalcate e vittorie dei nostri concittadini, non hanno più tempo di seguire le gesta della Lazio.

Per il resto, prevedo una vendita di 4/5 mila copie, tanto per farlo mangiare.

[Pomata]

specie quando il coro è stato liquidato per intero.

Il coro si è auto-liquidato, la Lazio continua ad esistere e a vincere trofei.

[Fabio70rm]

Eppure a voler scrivere dal 2004 ad oggi altro che dieci romanzi....

[Zapruder]

Strano che dopo 40 anni non ci siano nuove leve, nuovi cantastorie che possano rinnovare l'epica del racconto laziale, che nel frattempo si è arricchita di altre pagine, tutte ben riposte nel dimenticatorio nonostante siano proprio di ieri.

Ma no. C'è LazioWiki, ad esempio: che, grazie alla semplice oggettività storica, già pone fine a tante leggende urbane.

[Setteblu]

L'idea che nel 2015 vedrà la luce la sua opera "Faccetta biancoceleste - Come la Lazio è diventata  la squadra più fascista d'Italia" mi fa talmente ribrezzo da avere i brividi. Non bastavano decenni di sputtanamento urbi et orbi da parte dei nostri amici ultras, ci voleva pure un libro per certificare questo autentico scempio.
@Franz: pure io sono un ricercatore compulsivo di libri sulla Storia della Lazio ma con l'ellenico ho chiuso. Ho invece recentemente apprezzato moltissimo il libro di Giancarlo Governi ("In volo con l'aquila") e l'iniziativa editoriale del Corsport (già…) "L'aquila sul petto": davvero notevoli.

 

[Ceres]

 


Fregnacce, niente altro che fregnacce.

[Zapruder]

Per parte mia, quelli che si atteggiano a "storici" e ancora scrivono o dicono, per dirne una, "i fondatori scelsero l'aquila a simboleggiare Roma imperiale", dovrebbero essere condannati a respirare a vita attraverso un pedalino di Holebas.

[CeiZanettiGarbuglia]

Non ce la potrei fare a leggere qualcosa sulla Lazio scritta da un acerrimo nemico della Lazio.