Autore Topic: 2 minuti  (Letto 1219 volte)

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Offline Matita

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2 minuti
« : Domenica 22 Febbraio 2015, 19:09:21 »
In due minuti quante cose si possono fare ?
Infinite , ma quelle che mi interessano sono in particolare 2.

La prima la fa Marco Parolo , quando con la Lazio in svantaggio segna un gran gol contro il Milan e di corsa si precipita a prendere la palla in fondo alla rete. La palla dell'1-1. Corre perchè il pareggio non interessa,non serve non basta. Il Milan è una diretta concorrente (potenzialmente) e comunque ciò che è importante sono sempre i tre punti.
Dopo 2 giri d'orologio , Miro , sfrutta il momento negativo di un avversario ancora stordito e raddoppia. La partita termina 3-1 e la Lazio porta a casa 3 punti importantissimi.

La seconda la fa un fesso.
La sua squadra di m.e.r.d.a è in corsia di sorpasso in campionato , hanno il vantaggio di giocare prima dei "sorpassabili" , anche se la partita è un derby , ma i "sorpassabili" vanno a Napoli . Certo la vittoria li lancerebbe psicologicamente e aritmeticamente oltre a mettere una pressione enorme sui "sorpassabili" , che potrebbero anche scivolare sul nervosismo.
Ma tant'è .
Sotto di 2 reti , all'Olimpico , la squadra di m.e.r.d.a , aiutata come un anziano con la badante , riesce a riequilibrare le sorti in gioco , portandosi dopo 20 minuti sul 2-2 . E proprio dalla realizzazione della seconda rete , nel momento peggiore dell'avversario che partono i miei 2 minuti. Gente che non parla , visi impalliditi , gambe che tremano. Un avversario piegato sulle gambe , da spingere giù nel baratro. Ma c'è una priorità.
Una priorità pesantissima e a oggi , DECISIVA.

La priorità del momento.
La chiamano SELFIE.Puo' durare 2 secondi , a volte qualcosa in piu'.
Per noi , dura 2 minuti.  Il tempo di riorganizzare le idee , scacciare i fantasmi e condurre la gara senza prendere altre reti.

Un selfie , dal possibile +1 al reale -9 .


Grazie cappetà , sei popo n.c.o.i.o.n.e.
Due minuti.Una stagione in 2 minuti.
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline aaronwinter

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Re:2 minuti
« Risposta #1 : Domenica 22 Febbraio 2015, 22:01:13 »
Bravo Matita.
Ci ho pensato subito, e continuo ad averne conferme

Quella buffonata galattica sta davvero diventando la foto funeraria sulla bara calcistica di un tapino che scivola mestamente nella china del proprio declino,
L'epitaffio su una vita calcistica (e non) di riomma.

Grazie fesso, la tua faccia in quel selfie la conservero per sempre come monumento alla co.jonaggine.
Ed il bello è che te la eri pure studiata, cretino.

Iddio grazie di averci dato Parolo.
Damose da fa (remix di aaronwinter)
Damose da fa' (feat. Disabitato)

Offline Er Matador

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Re:2 minuti
« Risposta #2 : Lunedì 23 Febbraio 2015, 02:35:03 »
Condivido pienamente.
Sarà la tentazione di collocare la Lazio al centro di un disegno di salvezza.
Sarà il sadismo nel mettere il sale sulle ferite sue e dei suoi ebeti adoratori.
Ma niente mi toglie dalla testa che quello sia stato il giro di boa della loro stagione.
Quella rimonta per noi atroce, mettendo ai loro piedi le ali di un effetto 26 maggio ma in positivo, avrebbe davvero potuto proiettarli in una dimensione psicologica capace di renderli invincibili.
In quei due minuti è sfumata, invece, la vittoria decisiva.
Nel copione della farsa cui è stato ridotto il campionato, tutto - dall'atmosfera all'accelerazione arbitrale nelle partite precedenti - indicava il derby come la data e l'occasione del sorpasso sui bianconeri.
Il contraccolpo psicologico ha avviato nel loro mondo virtuale di scudetti e palloni d'oro un vero e proprio sciame sismico: a partire dal posticipo serale Napoli Soccer-Juventus, che i torinesi avrebbero probabilmente affrontato con una spada di Damocle assai più pesante se obbligati a vincere per rimanere in testa.
Il trauma ha preso le forme di una coazione a ripetere, data la noiosa scontatezza con cui il canovaccio della stracittadina è stato riproposto nelle gare successive.
Ha demolito le loro certezze, sostituendole con le titubanze e i punti di riferimento smarriti leggibili in filigrana negli errori individuali, troppo marchiani per essere ricondotti ai soli limiti del singolo.
Ha minato in maniera definitiva i nervi di ranocchione, troppo ruffiano e incauto nel giocare la fiche della sicurezza di vincere proprio su quel tavolo.
Ha di conseguenza demolito il vero plusvalore di un gruppo mediocre, agevolando la transizione dalla macchina quasi perfetta dell'anno scorso a un non gioco informe e a scelte tecniche surreali.
Tornando ai due minuti, ne sono trascorsi altri due - anche se più brevi, sul piano meramente cronometrico - ieri al Bentegodi: per un'uscita dal campo studiatamente lenta, pensando a sé stesso e a come sarebbe venuta bene la foto in prima pagina sul trigorriere del giorno dopo.
Lenta e solenne - perlomeno nelle intenzioni - come i gesti di Mohamed Alì nell'accendere il braciere olimpico di Atlanta 1996.
Con la differenza che l'ex Cassius Clay si muoveva con tanta difficoltà in quanto progressivamente attanagliato, purtroppo, dal Parkinson.
Mentre l'ex giocatore di Porta Metronia si è attardato in quel modo perché è scemo, ma dalla nascita.
Spezzando, ancora una volta, il ritmo alla squadra mentre tentava di allestire un forcing raccogliticcio alla ricerca di tre punti fondamentali.
Per questo, pur disprezzando la sua propensione al tuffo e il suo modo di essere irridente, non riesco a volergli male fino in fondo.
Perché distinguo l'uomo e il giocatore, pur coi loro limiti, dal mostro costruito attorno ad essi.
Perché nella xxxx che non vince e non vincerà mai un cazzo c'è anche il suo DNA: quello dell'eterno incompiuto.
Che nel calcio è come dire: quello del perdente.