Autore Topic: Sta arrivando il Jobs Act  (Letto 12206 volte)

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Offline carpelo

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Sta arrivando il Jobs Act
« : Venerdì 20 Febbraio 2015, 16:05:20 »
Premessa
Lavoro da diversi anni per una grossa azienda a livello nazionale (che chiameremo Mari&Monti) ma sono un consulente esterno (pur facendo di fatto il dipendente): mi paga una società di Napoli che mi fa gestire da una di Roma che mi affitta ad una di Firenze (che chiameremo Veltrony), la quale infine mi presta alla grossa azienda Mari&Monti, la cui sedia riscaldo da quasi 10 anni.
Come me ce ne sono tantissimi qua dentro e molti fanno capo alla stessa Veltrony di Firenze che affitta anche me. Io sono riuscito qualche anno fa a strappare un contratto a tempo indeterminato (ma con la piccola di Napoli, che guarda un po' ha 14 dipendenti) ma la maggior parte ha contratti a progetto con altre ditte minchia oppure è autonomo a partita IVA.

Cosa è successo?
Da questa settimana sono partiti i colloqui di massa.
Ovvero, tutti quelli che passano dalla Veltrony e non hanno un contratto di assunzione a tempo indeterminato (quindi io sono escluso) sono stati chiamati a dei colloqui in funzione di una assunzione da parte della Veltrony.
In realtà non sono stati dei veri e propri colloqui ma semplicemente ai miei colleghi e amici è stata presentata l'offerta di Assunzione della fantastica Veltrony.
Offerta da accettare entro Marzo oppure a casa, il riferimento al jobs act non è sottinteso ma dichiarato in ciascuno di questi incontri.
Offerta al ribasso totale: gente di 50 anni oppure con 15 anni di esperienza nella stessa Veltrony a cui sono stati offerti 1000 euro al mese e terzo livello metalmeccanici.
Soprattutto: l'assunzione avviene dopo che hai firmato una lettera in cui dichiari che mai farai vertenza alla Veltrony o alla Mari&Monti!!!

In pratica con una mossa sola quelli della Veltrony:
1) Si assicurano che non ci saranno sanguinose vertenze (è lo spauracchio degli ultimi anni sia per la Mari&Monti che per la Veltrony) con la lettera di silenzio tombale.
2) Spendono meno per i lavoratori con i ribassi (vi assicuro che a conti fatti andrebbero a risparmiare).
3) Rimangono in una situazione per cui possono tranquillamente rimandare a casa i lavoratori che non gli servono più nei prossimi anni.
C'è il mio collega qui accanto che è imbufalito: lavora qui da 10 anni (e bene), è precario ma almeno guadagna bene. Da domani rischia di ritrovarsi a guadagnare molto meno pur rimanendo precario. Ed in più non potrà neanche fare vertenza, quando sarà licenziato dopo 12 anni di lodevole servizio nello stesso posto.

Zapruder

Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #1 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 16:14:35 »
Mi dispiace, ma quando è cominciata la "desistenza sindacale" (1993) ero uno dei pochi collioni che strillava che ci stavamo autoinchiappettando a vita.

Raccogliamo esattamente quello che abbiamo seminato.

Offline Er Matador

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #2 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 21:45:39 »
Soprattutto: l'assunzione avviene dopo che hai firmato una lettera in cui dichiari che mai farai vertenza alla Veltrony o alla Mari&Monti!!!
Ricordo un'osservazione in merito al cosiddetto prestito con obbligo di riscatto.
Due società potevano accordarsi privatamente in tal senso: ma il documento non aveva alcun valore in sede legale, poiché l'oggetto del medesimo riguardava una situazione giuridica non contemplata dalla legislazione vigente.
Quindi, se un dipendente firma quella merda schiavista e poi la sconfessa nella pratica, in teoria nessun giudice potrebbe dargli torto e considerare il suo comportamento come giusta causa per un licenziamento.
Sbaglio?
Qualora il mio ragionamento sia fondato, mi auguro che il maggior numero possibile di dipendenti usufruisca di questo buco nella recinzione.

ThomasDoll

Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #3 : Sabato 21 Febbraio 2015, 01:41:48 »
Letti i due provvedimenti definitivi, smazzato quello provvisorio.
Sono concessioni concrete alle aziende e promesse ai lavoratori.
Quindi:
a) il trionfalismo di Renzi è esagerato, oppure è corretto se lui ritiene di aver raggiunto un obiettivo, che però non è il bene dei lavoratori;
b) sull'art. 18 la questione, meramente simbolica, produce comunque una pratica riduzione di tutele;
c) il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti non è una novità anche se è presentato come tale: si tratta dello stesso contratto di prima, le tutele riguardano le riformate (al ribasso) questioni relative ai licenziamenti;
d) tutti i licenziamenti per motivi economici sono possibili dietro pagamento di indennizzo, salvo i casi già tutelati dall'Art. 18 (gente già al lavoro);
e) il reintegro per i nuovi assunti è contemplato soltanto in caso di licenziamento intimato per giustificato motivo che non sussiste;
f) (ma il testo del Decreto Delegato non è ancora definitivo) si chiuderà l'esperienza dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa e dei contratti a progetto che ha prodotto povertà, stress e sofferenza. Dal Pacchetto treu in poi è stata una discesa negli inferi, questo sarebbe il primo passo indietro. Speriamo sia un risalire la china, lo scopriremo solo vivendo;
g) (sempre Ddl provvisorio) Salto di qualità in tema di demansionamento, sul quale le aziende avranno mano libera, salvo pallidi correttivi economici (non più di un livello in meno);

questo per quanto ho letto finora, ci torno sopra dopo aver approfondito la parte su maternità, congedi parentali, ammortizzatori sociali e ammennicoli vari.

Siamo nelle mani delle aziende, insomma. Non so quanto sia una buona notizia. Speriamo bene.
(Per i precari l'eventuale redenzione passerà per un bagno di sangue assurdo, come dice Carpelo. Purché sia una redenzione, come un anno zero da cui si ricominci a crescere)
   

Zapruder

Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #4 : Sabato 21 Febbraio 2015, 05:33:05 »
Ricordo un'osservazione in merito al cosiddetto prestito con obbligo di riscatto.
Due società potevano accordarsi privatamente in tal senso: ma il documento non aveva alcun valore in sede legale, poiché l'oggetto del medesimo riguardava una situazione giuridica non contemplata dalla legislazione vigente.
Quindi, se un dipendente firma quella merda schiavista e poi la sconfessa nella pratica, in teoria nessun giudice potrebbe dargli torto e considerare il suo comportamento come giusta causa per un licenziamento.
Sbaglio?
Qualora il mio ragionamento sia fondato, mi auguro che il maggior numero possibile di dipendenti usufruisca di questo buco nella recinzione.

Non credo sia come dici (e auspichiamo fosse): il documento che ti fanno firmare consiste, immagino, in una dichiarazione di "chihavutohavutohavuto", riguardo il trascorso: non ho nulla a pretendere. Il che esclude ogni possibile rivalsa futura. Certi uffici legali funzionano benissimo, quando c'è da fregare il prossimo, quindi sapranno ciò che fanno. Ma non sono un esperto e attendo eventuali smentite da chi ne sa più di me.

A me piace il liberismo. Quello vero. Poche, chiare e certe regole, e lasciar fare. Ma non è un gioco che possa adattarsi alla nostra cultura furbastra e cialtrona. Le politiche renziane si tradurranno in un'orrenda macelleria sociale, nulla di più.

Offline AlenBoksic

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #5 : Sabato 21 Febbraio 2015, 06:54:56 »
Letti i due provvedimenti definitivi, smazzato quello provvisorio.
Sono concessioni concrete alle aziende e promesse ai lavoratori.
Quindi:
a) il trionfalismo di Renzi è esagerato, oppure è corretto se lui ritiene di aver raggiunto un obiettivo, che però non è il bene dei lavoratori;
b) sull'art. 18 la questione, meramente simbolica, produce comunque una pratica riduzione di tutele;
c) il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti non è una novità anche se è presentato come tale: si tratta dello stesso contratto di prima, le tutele riguardano le riformate (al ribasso) questioni relative ai licenziamenti;
d) tutti i licenziamenti per motivi economici sono possibili dietro pagamento di indennizzo, salvo i casi già tutelati dall'Art. 18 (gente già al lavoro);
e) il reintegro per i nuovi assunti è contemplato soltanto in caso di licenziamento intimato per giustificato motivo che non sussiste;
f) (ma il testo del Decreto Delegato non è ancora definitivo) si chiuderà l'esperienza dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa e dei contratti a progetto che ha prodotto povertà, stress e sofferenza. Dal Pacchetto treu in poi è stata una discesa negli inferi, questo sarebbe il primo passo indietro. Speriamo sia un risalire la china, lo scopriremo solo vivendo;
g) (sempre Ddl provvisorio) Salto di qualità in tema di demansionamento, sul quale le aziende avranno mano libera, salvo pallidi correttivi economici (non più di un livello in meno);

questo per quanto ho letto finora, ci torno sopra dopo aver approfondito la parte su maternità, congedi parentali, ammortizzatori sociali e ammennicoli vari.

Siamo nelle mani delle aziende, insomma. Non so quanto sia una buona notizia. Speriamo bene.
(Per i precari l'eventuale redenzione passerà per un bagno di sangue assurdo, come dice Carpelo. Purché sia una redenzione, come un anno zero da cui si ricominci a crescere)
 

Grazie per il sunto
 ;)
Tutto dipenderà dal rapporto che si instaurerà tra in entrata del lavoro col nuovo contratto (punto F). Se esso sarà una nuova tipologia contrattuale che si aggiungerà alle esistenti sarà un mero riordino che servirà a poco o a nulla.
Se esso invece diverrà il contratto principale con cui si instaura un rapporto di lavoro sarà un passo avanti decisivo per milioni di persone.
Voglio 11 Scaloni

CP 4.0

Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #6 : Sabato 21 Febbraio 2015, 08:07:29 »
quando si parla di vertenza e' sempre necessario vedere i dettagli di quello che si firma, i termini legali sono sempre da 'azzeccagarbugli', quindi e' impossibile dire se quanto messo su carta dalla Veltrony e la Mari&Monti sia impugnabile o meno in futuro.

sul resto mi pare di capire che in pratica si e' arrivato a peggio di quanto volle fare mr B quando parlo' di abolire l'art.18.

spero davvero che sia il fondo da cui risalire, ma ne ho viste troppe sulle condizioni circostanziali dei cambiamenti nei primi anni 90 sul raschiamento di tale fondo, fa entrambi le parti, lavuratur e padrun, per farmi qualche idea positiva.

finche' l'offerta di lavoro sara' ai minimi termini, e su questo andrebbe molto discusso, sara' difficile migliorare le condizioni di tale offerta.

Pomata

Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #7 : Sabato 21 Febbraio 2015, 08:11:28 »
Quanto più in nero si lavora meglio si vive, loro rubano a 4 mani e ci fanno le morali sull'essere bravi cittadini, sul "domani avrai una pensione" e tutte le bufale che raccontano.

Tu paga che a rubare ci pensiamo noi.

Scusate, non sarò civico, ma non credo a tutti questi cialtroni che governano il mondo.

Offline BobLovati

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #8 : Sabato 21 Febbraio 2015, 10:18:47 »
carpe´, hai pensato ad un lavoretto serio " alla UBER " ??
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Frusta

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #9 : Sabato 21 Febbraio 2015, 14:07:51 »
Lo schiavismo in america apparve fuori dal tempo quando l'innovazione tecnologica permise di ottenere tessili grezzi a prezzi migliori rispetto ai tessili prodotti nei campi. La fine di quella bestialità dell'uomo sull'uomo coincise un periodo di enormi conquiste tecnologiche in generale: dai primi esperimenti con l'elettricità, l'arrivo dei motori a scoppio, delle macchine a vapore, e tutta quella serie serie di scoperte che furono poi definite "di portata epocale".
Quello che stiamo vedendo adesso qui in Italia è preoccupante proprio per questo: sebbene il ritmo delle innovazioni sia enorme, e quindi di per sé non ci sarebbe problema ad innovare, gli imprenditori scelgono la schiavitù.
E' come se, pur dopo l'arrivo del trattore, dei fertilizzanti e delle nuove tecniche di raccolta, qualcuno dicesse "io non comprerò un trattore per arare meglio e avere più cotone per ettaro: voglio invece cento negri, per produrre meno, ma diminuire i costi fissi"
Questo è stato il messaggio di Renzi alla Leopolda, e con lui il messaggio degli imprenditori che lo seguono.
La rimozione delle tutele sindacali in Italia è una scelta di questo tipo: le aziende italiane sono poco competitive, ma non innoveranno, non scelgono la tecnologia - che richiede investimenti - ma scelgono lo schiavismo.
Applaudendo la "Leopolda" gli industriali italiani hanno fatto una precisa scelta di campo: di fronte all'alternativa se essere competitivi mediante innovazione tecnologica o se esserlo mediante schiavismo, essi hanno fatto una scelta precisa: RIFIUTO della tecnologia, investimenti zero e manodopera a basso costo.
Praticamente il modo migliore per mettere una pietra tombale sulla nostra economia. (Non a caso gli stati americani del nord che puntavano sulla tecnologia avevano una economia più robusta rispetto all'america sudista che si reggeva sullo schiavismo).

Ergo, se vi stanno trattando da schiavi: ANDATEVENE.

Che cazzo state a fà in un paese che vi vede solo come schiavi e che vi mette in concorrenza con gli schiavi che arrivano dal terzo mondo?

Carpé, io non so quant'anni ciai né che sai fà. Ma se hai una specializzazione minimamente appetibile dal mercato VATTENE.

;D Tanto su biancocelesti.org ti puoi connettere pure da Timbuctù.



Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Er Matador

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #10 : Sabato 21 Febbraio 2015, 16:29:16 »
Poco da aggiungere alla sintesi di Frusta, se non una precisazione puramente accademica sull'eziologia di tale scelta: che non è strategica ma, se così si può dire, ontologica.
Legata cioè al fatto che la finanziarizzazione dell'economia ha modificato la natura delle cosiddette aziende: una parte cospicua delle quali non è più costituita da aziende vere e proprie, bensì da attività sostanzialmente di copertura, funzionali al far girare soldi in maniera sempre più vorticosa.
La differenza fra le due realtà è evidente.
Le prime devono interfacciarsi, volente o nolente, con un minimo di mercato reale: nel senso che se il lavoratore sottopagato - quindi meno formato e motivato - diminuisce i costi, ma anche i clienti, i conti non tornano.
Le seconde, non avendo questo tipo di problemi, possono permettersi di comprimere i costi senza alcuna mediazione con altri criteri: a loro basta far girare i motori al minimo per mantenere la facciata, non serve altro.
Non si tratta, quindi, di un modello di sviluppo (si fa per dire) contrapposto a un altro, ma di una non-economia.
Prendendo come riferimento, s'intende, l'economia reale.

Quanto più in nero si lavora meglio si vive, loro rubano a 4 mani e ci fanno le morali sull'essere bravi cittadini, sul "domani avrai una pensione" e tutte le bufale che raccontano.

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Scusate, non sarò civico, ma non credo a tutti questi cialtroni che governano il mondo.
Tranquillo, sei solo realista e per certi versi anticipatore dei possibili scenari futuri.
Qual è l'unica alternativa all'annientamento, quando la legalità viene scientificamente prostituita al raggiungimento del medesimo?
Ritirare una quota di denaro, avviare aziende sul campo, produrre e vendere, pagare qualche scagnozzo per accogliere eventuali visite di Equitalia: il tutto al di fuori dei circuiti bancari e legali.
Se abbiamo ancora un po' di sangue nelle vene, e non solo la più bovina rassegnazione, ci arriveremo: e non sarà bello.
Perché sul piano delle tutele si ripartirà da zero, potendo contare non su un sistema sovrapersonale - per quanto inefficiente - ma unicamente sulla lealtà interpersonale o sul "peso specifico" proprio o altrui: il che implica già in nuce una logica di stampo camorrista.

Offline disabitato

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #11 : Sabato 21 Febbraio 2015, 21:21:41 »
Ho già avviato dei contatti per trovare lavoro all'estero. Sul piatto ci sono gli stati uniti, il Canada, Norvegia, Germania ecc.. Paesi dove, pare strano a dirsi, lavorare e ricevere uno stipendio è (ancora) normale.
Per ora, pur lavorando da mesi come volontario non retribuito (nonostante la legge preveda per il mio inquadramento una retribuzione minima di 500 euro mensili) in un grosso studio di architettura.
Fortunatamente, chi mi conosce lo sa, come attività secondaria sono io nemico giurato di una fetta dell'opinione pubblica perché faccio soldi coi soldi, ovvero tiro avanti facendo trading in borsa. Con una sola differenza però: il culo (ed i soldi) sono i miei. Le perdite sono le mie così come i profitti (ovviamente tassati alla fonte del 26% quando fino a pochi anni fa erano tassati al 12,5%). Inutile dire che i soldi che uso in borsa sono parte dei risparmi di una vita dei miei genitori, non sufficienti nemmeno a comprare un bilocale in periferia. Ciononostante, pur commettendo errori di inesperienza, crolli in picchiata dei mercati, ma anche buone dosi di culo ed un po' di abilità, riesco a cavar fuori in media una cifra mensile che mi permette di vivere.
Sono più che consapevole che questo "giochetto" sarà la mia pensione ben sapendo che, da architetto, se apro partita iva e contemporaneamente sono iscritto all'albo, mi scattano 3000 euro l'anno minimi fra contributi previdenziali, assicurazione, iscrizione ecc.. Anche se fatturo zero.

Lo dico senza vergogna alcuna: stavo meglio quando facevo il cameriere.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline Frusta

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #12 : Sabato 21 Febbraio 2015, 23:35:21 »
...
Approfitto della sponda di Pablo per approfondire tanto il perché del mio VATTENE a Carpelo quanto i disastri che sta combinando chi mi ha costretto a rivolgergli quell'invito.
Questo perché, al contrario del negro da piantagione sudista, la vittima dello schiavismo moderno SE NE PUO' ANDARE.
Vediamo chi se ne va.
-Se ne va Disabitato.
Cioè se ne va chi ha una specializzazione appetibile, è giovane, si sente in forze, è cosciente delle opportunità esistenti altrove, non teme il rischio, e non non ha figli.

Vediamo chi resta.
-Resta il non più giovanissimo che non si sente in grado di ricominciare daccapo, che è allergico al rischio ed è ormai rassegnato a vivere nella situazione in cui si trova.
-La donna sola e con dei figli perché il suo stato di oggettiva vulnerabilità la rende refrattaria al rischio.
-Chi ha in casa dei malati, degli anziani anziani, degli handicappati o comunque persone difficilmente trasferibili perché bisoognose di cure.
-Lo scarsamente specializzato o l'ignorante che non conosce le opportunita o che comunque non è certo di potervi accedere.
-E dulcis in fundo resta chi sarebbe meglio che se ne andasse, cioè il dedito alla piccola o grossa criminalità.

Ora il problema non è se potremo vivere senza Disabitato che se ne va, dal momento che partiti, sindacati e confindistria hanno deciso che far fare lo schiavo a lui o a un altro è la stessa cosa, il problema è come potremo vivere con una sovrabbondanza di quelli che restano; perché se ci fate caso si tratta di gente soprattutto bisognosa di risorse:
-Gli anziani che rimangono sono un costo per il sistema pensionistico.
-Le donne sole e le donne sole con figli sono un costo per il welfare.
-Malati e handicappati idem.
-I criminali sono un costo sociale e un costo per lo stato.

Ora io non so quanti Disabitato siano cappati dall'Italia negli ultimi 10 anni, c'è chi dice 500 mila e chi meno, ma non importa, importa il fatto che hanno studiato in Italia a spese del welfare italiano, hanno imparato a lavorare in Italia con formazione a spese dell'industria italiana, sono sani e quindi gravano poco sulla sanità, non sono in età da welfare,
nel paese che li ospita arrivano solo DOPO aver trovato lavoro, quindi rappresentano un introito fiscale certo, sono ospiti voluti e cercati quindi non rappresentano problemi, non sono delinquenti, e sono soprattutto felici di stare dove stanno. Ergo i benefici del Disabitato che se ne va saranno tutti della nazione che lo riceve.

Se poi distribuiamo i 500 mila Disabitato che se ne sono andati su 10 anni di nascite, otteniamo che la media di delinquenti, ragazze madri, famiglie con anziani, handicappati o malati, eccetera, si è alzata in maniera proporzionale alla loro partenza. E non solo. I lavoratori pubblici NON SE NE VANNO, quindi più Disabitato emigrano, più tasse occorreranno per mantenere il pubblico impiego. Mentre i Disabitato se ne vanno lasciando immutata la spesa pubblica, che è causata principalmente da chi rimane e che SOLO LORO avrebbero potuto far diminuire.
Insomma, fra le conseguenze delle decisioni orribili prese alla leopolda, quella che sta spingendo i Frusta a dire ai Carpelo VATTENE, credo proprio che sia la peggiore.


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Offline Fabio70rm

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #13 : Domenica 22 Febbraio 2015, 09:03:58 »
Fantastico il concetto per cui per estendere tutele a tutti svuoto le tutele dell'unico contratto che ti parava il sedere, ossia l'indeterminato.

Fantastico ancora che il pubblico, pieno di raccomandati e imbucati politici, specie nelle alte sfere dei ministeri, sia intoccabile.

Davvero pensate che questa farsa andrà meglio per i lavoratori?

La mia ragazza, che sta facendo la sua tesi di laurea sul licenziamento per giustificato motivo oggettivo, l'altro giorno è andata ad un seminario che parlava del Jobs Act tenuto dalla facoltà di Giurisprudenza di Roma e rivolto agli imprenditori.

Ecco una sintesi di quello che è emerso:

- defiscalizzazione del periodo di "prova" di tre anni, ossia le aziende non pagano contributi; quindi se ti cacciano entro i tre anni, non hai nemmeno contributi per richiedere l'ex disoccupazione

- possibilità, pagando un minimo indennizzo, di licenziare quando si vuole interi comparti con licenziamenti di massa

- Se in un'azienda assumo un solo neo dipendente con il nuovo "indeterminato", automaticamente la norma si può applicare a tutti i dipendenti dell'azienda, non importa quale sia l'anzianità di servizio

E questo l'hanno detto professori di diritto, tra cui un consigliere della Corte Costituzionale di cui non ricordo il nome.

Alla faccia di chi dice che era ora....
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline Er Matador

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #14 : Domenica 22 Febbraio 2015, 13:20:07 »
Grazie per i chiarimenti, Fabio.
Evito il confronto coi media mainstream e la loro trattazione dell'argomento per non perdere la calma.

Approfitto della sponda di Pablo per approfondire tanto il perché del mio VATTENE a Carpelo quanto i disastri che sta combinando chi mi ha costretto a rivolgergli quell'invito.
[...]
Sai cosa mi ha ricordato il tuo ritratto?
La situazione descritta da Marco Paolini nel suo spettacolo Ausmerzen - Vite indegne di essere vissute, e che fece da prodromo all'attuazione del programma noto come Aktion T4.
Anche lì una guerra - in quel caso il primo conflitto mondiale, oggi quella finanziaria - aveva decimato le fila degli uomini validi, portando a livelli insostenibili la percentuale di chi, per vari motivi, non lo era fino in fondo.
Giusto per dare un'idea di cosa possa venir fuori da squilibri del genere.

ThomasDoll

Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #15 : Domenica 22 Febbraio 2015, 14:35:59 »
- defiscalizzazione del periodo di "prova" di tre anni, ossia le aziende non pagano contributi; quindi se ti cacciano entro i tre anni, non hai nemmeno contributi per richiedere l'ex disoccupazione

- Se in un'azienda assumo un solo neo dipendente con il nuovo "indeterminato", automaticamente la norma si può applicare a tutti i dipendenti dell'azienda, non importa quale sia l'anzianità di servizio


Quando c'è una copertura figurativa dei contributi le prestazioni non sono sospese, quindi sulla prima, a meno di esplicite disposizioni "dedicate", non siamo d'accordo. Il limite per accedere alle prestazioni è 13 settimane di contributi e anche se le aziende non li pagano la copertura c'è lo stesso. Mi dirai che le prestazioni spettano per tante settimane quante sono quelle coperte diviso 2, qundi c'è differenza tra chi ha un anno di contributi e, che so, chi ne ha soli 6 mesi.

Quanto alla seconda, nel decreto legislativo non mi pare ce ne sia traccia, ma domani me lo rileggo daccapo, anche perché ero interessato a studiarmi gli ammortizzatori sociali, e vi aggiorno sulle situazioni salienti (il fatto che si trattasse di prof di diritto e consiglieri della Corte Costituzionale non vuol dire, questa è materia per tecnici. Meglio un consulente del lavoro o un capetto dell'INPS, o, meglio ancora, un Ispettore del Lavoro)

Offline Fabio70rm

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #16 : Domenica 22 Febbraio 2015, 14:45:33 »
Sulla defiscalizzazione dei contributi purtroppo TD temo non hai ragione.

La norma parla di esenzione fiscale dai contributi per le aziende; ma non parla di chi dovrebbe versarli questi contributi.

Mia madre, ora in pensione ma una vita all'INPS, tramite le sue colleghe ha saputo che non sarà l'INPS.

Chi ce li mette?

Dici copertura del Governo? Tipo quella per il restauro dei nostri monumenti? Mah...ho seri, serissimi dubbi che quei fondo non vengano stornati...
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Offline Frusta

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #17 : Domenica 22 Febbraio 2015, 14:49:40 »
...Giusto per dare un'idea di cosa possa venir fuori da squilibri del genere.
Infatti.
Se poi non vogliamo allontanarci troppo nel tempo la situazione attuale ricorda lo svuotamento delle regioni meridionali: mano a mano che gli elementi produttivi emigravano verso il nord, chi osservava superficialmente il fenomeno trovava un bell'alibi nel "ma a casa loro tanto non producevano niente". Senza tener conto che restavano solo quelli che avevano parenti anziani a carico, familiari malati, precedenti penali e vita di espedienti; e, tra gli onesti, chi aveva un lavoro nel pubblico impiego.
La differenza stava nel fatto che quelle forze vive rimanevano comunque in Italia, al contrario di adesso.

Matador, ma possibile che per i cervelloni della Leopolda siano state così difficili da vedere queste tre evidenze?
1)La creazione di una classe di schiavi privi di catene, mentre i confini sono aperti, spostarsi costa poco e comunicare a grandi distanze non costa quasi nulla, spinge le forze migliori a scappare.
2)La complicità fra governo sindacati e confindustria nell'affossare ogni diritto del lavoratore dipendente spinge l'imprenditore a fregarsene di innovare, e invece di porre in concorrenza al rialzo la nostra industria con quella straniera pone una concorrenza al ribasso dei dipendenti/schiavi fra di loro.
3)La selezione inversa del welfare, che porta i meno bisognosi di welfare ad andarsene via, e i più bisognosi a rimanere, non può non produrre un tanto continuo quanto deleterio aumento della pressione fiscale.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

ThomasDoll

Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #18 : Domenica 22 Febbraio 2015, 15:55:10 »
Sulla defiscalizzazione dei contributi purtroppo TD temo non hai ragione.

La norma parla di esenzione fiscale dai contributi per le aziende; ma non parla di chi dovrebbe versarli questi contributi.



Nessuno: vengono riconosciuti figurativamente in cambio di un contributo di valore simbolico, che mi pare oggi sia di circa 20 euro al mese, tipo nel caso degli apprendisti. Bisogna vedere, semmai, se c'è un'esplicita esclusione dall'accesso alla nuova disoccupazione.
Le aziende non pagano i contributi, ma la "marca". Ai dipendenti, invece, viene trattenuta la loro quota normalmente (9,spicci per cento).

Offline AlenBoksic

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Re:Sta arrivando il Jobs Act
« Risposta #19 : Domenica 22 Febbraio 2015, 17:54:36 »
- defiscalizzazione del periodo di "prova" di tre anni, ossia le aziende non pagano contributi; quindi se ti cacciano entro i tre anni, non hai nemmeno contributi per richiedere l'ex disoccupazione

- Se in un'azienda assumo un solo neo dipendente con il nuovo "indeterminato", automaticamente la norma si può applicare a tutti i dipendenti dell'azienda, non importa quale sia l'anzianità di servizio

Ora io non è che abbia molta fiducia nei sindacati,
ma che una norma del genere possa esser passata senza che lo dica nessuno, neanche in Parlamento, mi pare impossibile.
Mooolto più facile che chi ha parlato non abbia capito o si sia spiegato male oppure (perchè no?) sia in malafede.
Quanto alla "possibilità, pagando un minimo indennizzo, di licenziare quando si vuole interi comparti con licenziamenti di massa",
se i licenziamenti son di massa l'indennizzo va moltiplicato per tale massa, e quindi non è piccolo (credo).
Cmq uno che fa un ragionamento del genere non conosce l'imprenditore normale: nessuno paga per non far lavorare un proprio dipendente. E nessuno è preso dalla fuori iconoclasta di cacciare tutti i dipendenti che ha.
Poi, certo, ci son i truffatori, ma quelli rientrano in un'altra casistica.

Per l cronaca il regime che andrà in vigore ricalca, grosso modo, quello che era vigente per il 50% dei lavoratori italiani che lavoravano nelle imprese con meno di 15 dipendenti,
quindi delle dua l'una: o non crea simili sconquassi, o fino ad oggi ci son stati e nessuno se n'è accorto.
Voglio 11 Scaloni