Autore Topic: Non è un paese per atei  (Letto 13355 volte)

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Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #100 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:04:26 »
L'aberrazione sta nel concetto di insegnamento della religione, non nella toppa della cosiddetta materia alternativa.
Eliminata la prima decadrebbe automaticamente pure l'esigenza della seconda per chi non si riconosce in quella particolare credenza.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Skorpius

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #101 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:04:51 »

Anche scegliere di credere in un amico immaginario è diverso dall'essere disabile. Ma perché devo pagare per questo?

Perche la maggioranza lo reputa importante...
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #102 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:28:47 »
L'aberrazione sta nel concetto di insegnamento della religione, non nella toppa della cosiddetta materia alternativa.
Eliminata la prima decadrebbe automaticamente pure l'esigenza della seconda per chi non si riconosce in quella particolare credenza.

veramente l'aberrazione sta nel credere che insegnare religione voglia dire cristianizzare.

la religione, intesa come aderenza ad un credo, fa parte della storia umana e come tale andrebbe studiata.

Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #103 : Venerdì 13 Marzo 2015, 16:17:48 »
veramente l'aberrazione sta nel credere che insegnare religione voglia dire cristianizzare.

la religione, intesa come aderenza ad un credo, fa parte della storia umana e come tale andrebbe studiata.

Ed allora si dovrebbe chiamare storia delle religioni (tutte, anzi io la chiamerei storia delle religioni e delle superstizioni, perché l'uomo ha creduto e crede pure a quelle) non insegnamento della religione cattolica.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #104 : Venerdì 13 Marzo 2015, 16:30:52 »
si puo' cominciare da qui ;)

Offline cartesio

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #105 : Venerdì 13 Marzo 2015, 17:11:22 »
Feel free to think about any other minority group.

Voglio dire, io ho citato ciechi e sordi, ma se vuoi pensare alle minoranze linguistiche mi va bene lo stesso, così come mi va bene se pensi alle regioni autonome, ai cultori della lirica o ai presìdi Slow food. Tutto fatto a spese della collettività - ed io sono lieto di partecipare - per conservare una moltitudine di diversità piccole e meno piccole, anche se non maggioritarie né economicamente convenienti.
 
Perché questo arricchisce il paese in cui viviamo e lo rende migliore.

e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #106 : Venerdì 13 Marzo 2015, 17:11:38 »
si puo' cominciare da qui ;)
A dire la verità sono almeno tre anni che lo vado ripetendo su questo forum.
Comunque copioeincollo una intervista a Flores D'Arcais che sembra fatta apposta per questo topic.

"VORREI essere un laico senza aggettivi".

Così Paolo Flores D'Arcais cerca di smarcarsi da parole come "intransigente" o "coerente".

Non ce n'è bisogno?

"Al contrario. Occorre continuamente aggiungere specificazioni proprio perché si tende sempre di più a lasciar correre nei confronti delle pretese clericali. Sono stupito del fatto che non sia ovvio che ogni fede resti un fatto privato, che come unica espressione pubblica deve avere i suoi luoghi di culto".

Invece la fede si intromette nella politica? Perché?

"È proprio la crisi della politica a far riemergere la tentazione del sacro. Il terrorismo nel nome di Dio è diffuso ovunque, anche se vorrei ricordare che ne esiste anche uno cristiano, oltre a quello islamico, per esempio quando un medico abortista viene ucciso negli Stati Uniti. Ma il terrorismo non è l'unica manifestazione di una totale mancanza di laicità".

Quali sono le altre?

"Insegnare allo stesso tempo in molte scuole la teoria darwiniana e quella del creazionismo, quasi che rappresentassero due diverse versioni della realtà. E che cosa dire del fatto che in Italia abbiamo ancora un Concordato? O che in spregio alla Costituzione si insiste a finanziare le scuole private religiose? È vero che non è obbligatorio seguirla, ma dovrebbe essere ormai chiaro che a scuola non si può indottrinare verso una religione, ma è semmai la storia delle religioni a dover essere insegnata nell'ambito di una storia delle idee. Ancor più assurda mi pare l'idea di dare libero spazio anche a lezioni di religioni diverse".

Il pericolo delle molte religioni a scuola?

"Esatto. Tra poco sarà davvero difficile opporsi alle scuole islamiche, e gli enti locali non potranno più usare ogni sorta di trucchetto per non far costruire nuove moschee".

Che differenza vede, se la vede, negli interventi "politici" di Papa Francesco rispetto ai suoi predecessori?

"Pochi giorni fa il Papa ha fatto un intervento molto pesante contro l'eutanasia, ricordando che chi è cattolico non può farvi ricorso perché altrimenti finisce all'inferno. Manca sempre l'aggiunta necessaria: un cittadino che non lo è può fare come vuole. In realtà, ciò che si vuole mantenere è una legge che impedisca questa libertà, cioè un intervento che si preoccupi dell'aldiquà e non dell'aldilà, cosa di cui è logico che un Papa si occupi. Dell'aldiquà un Papa può anche preoccuparsi, ma solo pensando alle sue pecorelle e non all'interezza dei cittadini".

La politica italiana oggi le sembra rassegnata di fronte a tutto questo?

"Credo proprio si sì. Abbiamo avuto per moltissimi anni un partito che si chiamava Democrazia Cristiana, oggi chi
potrebbe lamentarsi di un movimento che si chiamasse Fronte o Azione o Lega islamica? È qui che ci porterà l'idea di un grande ecumenismo che tenga tutte le religioni nella vita pubblica, anziché procedere al contrario. In questo modo, si va verso una società nella quale i conflitti aumenteranno in modo insopportabile. Ci ha mai fatto caso? Esistono festival di ogni genere, compreso Torino Spiritualità, ma neppure uno intitolato alla laicità".
(vera Schiavazzi)
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Offline lollapalooza

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #107 : Venerdì 13 Marzo 2015, 17:15:23 »
Ed allora si dovrebbe chiamare storia delle religioni (tutte, anzi io la chiamerei storia delle religioni e delle superstizioni, perché l'uomo ha creduto e crede pure a quelle) non insegnamento della religione cattolica.

"Storia dell'irrazionale" abbraccerebbe verosimilmente tutta la sfera.

Che si voglia "forzare" una supposta entità superiore o "ingraziarsela" in fondo si parla di ambiti nei quali la relazione di causa/effetto è assolutamente arbitraria.





Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #108 : Venerdì 13 Marzo 2015, 20:17:47 »
"Storia dell'irrazionale" abbraccerebbe verosimilmente tutta la sfera.
Certo, sicuramente sarebbe meglio, ma la vera domanda che dobbiamo farci è se vogliamo vivere in uno stato etico o in uno stato di diritto.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline lollapalooza

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #109 : Venerdì 13 Marzo 2015, 20:58:00 »
Certo, sicuramente sarebbe meglio, ma la vera domanda che dobbiamo farci è se vogliamo vivere in uno stato etico o in uno stato di diritto.

Beh, in quel caso rientrerebbe nell'antropologia, altra roba rispetto allo pseudo-catechismo nostrano.



Giglic

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #110 : Sabato 14 Marzo 2015, 08:15:35 »
l'ora alternativa verrebbe pagata anche da chi non la frequenterebbe, quindi il problema dovrebbe essere che piu' che il pagare uno che crede in un amico immaginario (altra semplificazione che si propone il solo scopo di offendere, un po' come tutti i laziali so' fascisti), quello di avere un sistema scolastico migliore.

che sia la religione, o l'educazione civica, o l'itlaiano, la storia ecc.ecc.

Non è una semplificazione. Non c'è niente di meglio, per perorare una causa, di fare il perseguitato. Razionalmente, si crede in un amico immaginario. Cristiani, ebrei, musulmani, credono in qualcosa che è, dice bene lolla, "irrazionale". Ed in nome di questo amico immaginario che cristiani, ebrei, musulmani, impongono leggi, fanno guerre, uccidono esseri umani.
Per godere dell'"onore" di avere questo insegnamento nella scuola (per Frusta e Lolla: chiamarlo insegnamento dell'irrazionale comporterebbe anche lo studio dell'astrologia, ovvio che si pretenda che alcune irrazionalità siano migliori di altre) io pago. E cambia poco il fatto che, come dice, Skorpius, sia una maggioranza a deciderlo, che poi è la stessa che tiene le chiese vuote, ma del resto vuoi mettere come è comodo "credere" (ossia imporre una religione) e non "praticare" (ossia coltivare il proprio spiritualismo)? Ecco cosa è diventata la religione cattolica: un insieme di forme e di soldi che girano attorno ad esse. E l'insegnamento della religione è funzionale a tutto ciò.

La lotta non è tra religione e ateismo, come piace credere a chi si sente perseguitato in quanto cristiano, ma tra spiritualismo sincero e forme volte solo a sospendere la ragione ed a creare consenso e denaro.
Credete! Credete in ogni cosa voi sentiate giusto credere! E' un invito vero, sentito.

Ma credere ed imporre sono due cose diverse.

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #111 : Sabato 14 Marzo 2015, 10:12:57 »
la religione e' un discorso di fede non di amico immaginario.

alcune lo fanno, quelle che hai menzionato, alcune no.

http://it.wikipedia.org/wiki/Taoismo#Concetti_di_base

http://it.wikipedia.org/wiki/Giainismo#Dottrina

ad esempio

Giglic

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #112 : Sabato 14 Marzo 2015, 12:19:10 »
No. È un discorso di proselitismo. La fede non implica il convincimento altrui.

Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #113 : Sabato 14 Marzo 2015, 13:22:08 »
Beh, in quel caso rientrerebbe nell'antropologia, altra roba rispetto allo pseudo-catechismo nostrano.
Il fatto è che dobbiamo sgrullarci dalle scatole troppa zavorra per arrivare non dico ad avere uno Stato di diritto, ma semplicemente a concepirlo.
Due millenni di cristianesimo in combutta con secoli di contorcimenti filosofico moralistici il segno lo lasciano eccome.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

borgorosso

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #114 : Sabato 14 Marzo 2015, 18:46:45 »
Quello che mi sorprende sempre è che gli stessi che si incazzano per l'"ostentazione" del cristianesimo non si incazzano come iene se vedono un burqa in giro per Roma.
Cortocircuito.


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Giglic

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #115 : Sabato 14 Marzo 2015, 19:01:49 »
Quello che mi sorprende sempre è che gli stessi che si incazzano per l'"ostentazione" del cristianesimo non si incazzano come iene se vedono un burqa in giro per Roma.
Cortocircuito.


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E chi lo dice? vedi come se mi obbligano a mettere il burqa mi incazzo. (Il paragone è questo, eh: non se uno decide di indossare il burqa: se un maschio si veste con una lunga palandrana color porpora o bianca mica mi leva la libertà). Tu ostenta il TUO cristianesimo come puoi (Come ho scritto prima: credete! E' il credere anche in modo irrazionale che porta ad avanzamenti importanti la comunità), non obbligare ME (leggi: religione di stato) a farlo.
Perché non è che esiste un amico immaginario migliore di un altro, per me: esistono persone che credono ad amici immaginari migliori di altre, questo si.

borgorosso

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #116 : Sabato 14 Marzo 2015, 19:32:05 »
Bravo. È che a me stanno sul cazzo sul Tevere o a La Mecca


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Offline lollapalooza

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #117 : Sabato 14 Marzo 2015, 19:40:59 »
[...] chiamarlo insegnamento dell'irrazionale comporterebbe anche lo studio dell'astrologia, ovvio che si pretenda che alcune irrazionalità siano migliori di altre [...]

L'astrologia rientra a pieno titolo nelle pratiche magiche, quindi andrebbe diretta nel "calderone"  O0 ; un approccio a livello antropologico non ammetterebbe best e worst.
La relazione causa-effetto è verificata oppure non lo è, tertium non datur.

Magia e religione sono sorelle di sangue, Sir James George Frazer — ma prima di lui la logica — insegna.




Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #118 : Sabato 14 Marzo 2015, 19:45:42 »
Quello che mi sorprende sempre è che gli stessi che si incazzano per l'"ostentazione" del cristianesimo non si incazzano come iene se vedono un burqa in giro per Roma.
Questo fa parte dell'ipocrisia buonista del politicamente corretto.
Starnazzano di integrazione ma fanno finta di non vedere che se c'è qualcosa che impedisce l'integrazione è proprio un volto interamente coperto.
Poi sarei curioso di sapere quante sono le donne che indossano il burqa volontariamente e quante sono costrette a metterlo.
Comunque il problema non è se la legge debba consentire o meno l'utilizzo del burqa, ma se noi vogliamo accettare o no che in uno Stato di Diritto sia consentito che ci siano donne schiave di condizionamenti lesivi della loro dignità e libertà personale.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Wild Bill Kelso

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #119 : Domenica 15 Marzo 2015, 08:38:38 »
Quello che mi sorprende sempre è che gli stessi che si incazzano per l'"ostentazione" del cristianesimo non si incazzano come iene se vedono un burqa in giro per Roma.
Cortocircuito.


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A parte il parte che il Burqa per Roma io non l'ho mai visto e non credo poi che sia permesso dalla Legge portarlo.

Per quanto mi riguarda, venendo da una famiglia che ha fatto del Socialismo e dell'Illuminismo un dogma (e in famiglia non abbiamo avuto né gendarmi né preti o suore, ma un paio di antenati anarchici bombaroli sì!) e che di riflesso ha sempre rifiutato qualsiasi imposizione di natura fideistica o "sovrannaturale", ho sempre aborrito qualsivoglia insegnamento della religione, anzi delle religioni, non rifiutando tuttavia la conoscenza e quindi l'apprendimento di culture diverse quali il Cristianesimo, l'Ebraismo o l'Islamismo e via dicendo.

In tutto ciò aggiungo che nel caso qualcuno dovesse impormi simboli religiosi di qualsiasi tipo, dal taglio del prepuzio al pisellino al lavaggio della capoccia, o peggio dovesse impormi la rinuncia del sus scrofa domesticus e di tutte le prelibatezze ad esso connesse, se la vedrà senz'altro con la mia .9 mm.
Ma scherziamo?!
Cosa? È finita? Hai detto finita? Non finisce proprio niente se non l'abbiamo deciso noi. È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cazzo che è finita! E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.