Autore Topic: Non è un paese per atei  (Letto 13771 volte)

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Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #40 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 20:48:10 »
In che modo l'ostentazione della fede interferisce con la vita degli altri?

Non è l'ostentazione della fede ad interferire con la vita degli altri ma, ma le leggi condizionate dalla religione.

e gli altri non farebbero lo stesso impedendo qualsiasi rappresentazione dei simboli religiosi?
Nel mondo attualmente esistono 30.547 orientamenti "spirituali" fra religioni, dottrine, credenze, sette e culti tribali. Vorresti sul muro di ogni scuola, aula di tribunale o qualsiiasi altro luogo pubblico l'esposizione di simboli relativi ad ognuna di esse?

Laicità non vuol mica dire ateismo di stato, quello già c'è stato in più parti del mondo e non è che ci fosse tutta la libertà possibile,
La laicità, in senso politico e sociale, è la rivendicazione, da parte di un individuo o di una entità collettiva, dell'autonomia decisionale rispetto a ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui.
In senso morale indica la ribellione dell'individuo all'autorità religiosa depositaria del diritto divino.
Gli ateismi di stato non hanno nulla di laico, anzi sono totalmente equiparabili alle teocrazie.
Semplicemente in loro l'ideologia sostituisce la religione: comunismo, fascismo, nazismo eccetera invece di cristianesimo, islam, induismo eccetera.


ed allo stesso modo ci sono società dove attualmente l'istruzione e l'arte non sono tollerate, nei casi specifici sono estremizzazioni di un pensiero religioso.
Succede solo nelle teocrazie, MAI nelle società laiche


ma nulla vieta che qualche "pensatore" ateo o agnostico cominci a lamentarsi dell'ostentazione dell'istruzione o dell'arte, si può vivere senza Dio come senza istruzione o senza arte, culto e cultura non sono indispensabili alla vita.

Nulla vieta?
Se hai un esempio che sia uno di un pensatore laico che si sia lamentato "dell'ostentazione della cultura o dell'arte" ti sarei grato se me lo volessi fornire (insieme all'iban del tuo conto corrente  ;) giuro che ad ogni primo del mese di tutto il 2015 ti faccio l'intero bonifico della mia pensione)

 si può vivere senza Dio come senza istruzione o senza arte, culto e cultura non sono indispensabili alla vita.

Io vivo benissimo senza un essere immaginario da adorare, mentre senza l'arte, la cultura, l'istruzione, la tecnologia, la ricerca e tutto ciò che è legato al "seguir virtute e canoscenza" starei ancora all'età della pietra. 

Come si potrebbe impedire a qualcuno di regredire allo stato selvatico quando si mettono in discussione i pilastri che con i loro riti fondamentali hanno consentito l'aggregazione delle prime comunità che uscivano dalla preistoria? 
Ma è esattamente il contrario!
E' proprio mettendo in discussione i riti tribali dettati dalla paura e dalla ignoranza che l'umanità si è potuta affrancare dalla barbarie. (E manco tanto, pemmé deve camminà ancora parecchio  ;) )
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Zapruder

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #41 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 22:20:58 »
Ma tutto questo nasconde un fatto: impedire la poligamia è una scelta MORALE della maggioranza che di fatto impedisce ad una minoranza di fare qualcosa..

Non c'è niente di "morale".

Il divorzio è ammesso, in Italia, da quando il progresso ha reso possibile a individui adulti di poter vivere in maniera autonoma, al di fuori di strutture familiari non più necessarie. Dice, e la famiglia "tradizionale" da dove veniva fuori? Beh, pare che uno dei motivi per cui i Sapiens prevalsero sui Neandertaliani fu la specializzazione dei compiti: l'individuo maschio si occupava della caccia e delle necessità in genere, la femmina delle attività domestiche e della prole. Schema rimasto immutato per millenni (con le note eccezioni), fino all'avvento della società industriale.

L'umanità, insomma, ha sempre fatto quello che più le fa comodo. Il "buonsenso" rende del tutto impossibile un'abolizione, per esempio, del divorzio, perché sarebbe qualcosa di incompatibile con la realtà sociale. La democrazia, in tutto questo, non c'entra niente. Il progresso spazzerà via anche le imposizioni religiose di Stato: una società ricca, evoluta e con mille passatempi a disposizione non ha bisogno di andare in Chiesa per vivere la comunità: lo farà, a titolo individuale, chi realmente ne sente il bisogno. Così come la multiculturalità spazzerà via anche l'anacronistico Crocifisso nelle scuole: è solo questione di tempi.

I "sinistrorsi" che tu vagamente - manco tanto - insulti nel tuo post sono quelli che al progresso vanno incontro, quando non cercano di anticiparlo e favorirlo: dalla parte opposta c'è chi si richiama a "tradizioni" che manco esistono, per paura che un giorno sul citofono del vicino trovano scritto Yanga-Mbiwa invece di Proietti.

Non è la democrazia a governare il mondo, è il progresso. Che porta alla democrazia. Quasi mai è vero il contrario.

Offline aquilafelyx

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #42 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 00:18:42 »
Non è l'ostentazione della fede ad interferire con la vita degli altri ma, ma le leggi condizionate dalla religione.
La religione può condizionare la morale, è l'etica che condiziona le leggi.

Citazione
Nel mondo attualmente esistono 30.547 orientamenti "spirituali" fra religioni, dottrine, credenze, sette e culti tribali. Vorresti sul muro di ogni scuola, aula di tribunale o qualsiiasi altro luogo pubblico l'esposizione di simboli relativi ad ognuna di esse?
Mantenere i simboli della tradizione storica e culturale serve a conservare un'identità comune.
Citazione
La laicità, in senso politico e sociale, è la rivendicazione, da parte di un individuo o di una entità collettiva, dell'autonomia decisionale rispetto a ogni condizionamento ideologico, morale o religioso altrui.
In senso morale indica la ribellione dell'individuo all'autorità religiosa depositaria del diritto divino.
Gli ateismi di stato non hanno nulla di laico, anzi sono totalmente equiparabili alle teocrazie.
Semplicemente in loro l'ideologia sostituisce la religione: comunismo, fascismo, nazismo eccetera invece di cristianesimo, islam, induismo eccetera.
Essere laico ti libera dalla soma dei precetti religiosi ma non ti autorizza a vietare gli altri di osservarli, essere laico ti fa carico di garantire a tutti di poter fare delle scelte liberamente.

Citazione
Succede solo nelle teocrazie, MAI nelle società laiche
Nulla vieta?
Se hai un esempio che sia uno di un pensatore laico che si sia lamentato "dell'ostentazione della cultura o dell'arte" ti sarei grato se me lo volessi fornire (insieme all'iban del tuo conto corrente  ;) giuro che ad ogni primo del mese di tutto il 2015 ti faccio l'intero bonifico della mia pensione)

Era un concetto "al tempo futuro" - nulla vieta che qualcuno cominci - abbiamo conosciuto i luddisti che odiavano le "macchine" non possiamo escludere che non ci sarà mai chi odierà l'istruzione l'arte e la scienza

Citazione
Io vivo benissimo senza un essere immaginario da adorare, mentre senza l'arte, la cultura, l'istruzione, la tecnologia, la ricerca e tutto ciò che è legato al "seguir virtute e canoscenza" starei ancora all'età della pietra. 
Ma è esattamente il contrario!
E' proprio mettendo in discussione i riti tribali dettati dalla paura e dalla ignoranza che l'umanità si è potuta affrancare dalla barbarie. (E manco tanto, pemmé deve camminà ancora parecchio  ;) )


Ma i riti non erano mica solo tribali, erano anche occasione di socializzare e di scambiare conoscenze, senza quei primi contatti tra gruppi di individui poco più che primitivi l'età della pietra non l'avremmo mai superata, la condivisione della conoscenza porta al progresso e le prime occasioni erano i matrimoni le nascite e i funerali, tutti quei riti che contribuirono a formare le prime comunità con le conseguenze che oggi ci racconta la storia dell'umanità.
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


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Offline leomeddix

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #43 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 03:42:21 »
In che modo l'ostentazione della fede interferisce con la vita degli altri?

Come ti è stato già risposto, non è "l'ostentazione della fede" che interferisce con la vita degli altri. E' la pretesa di plasmare l'intera società in base ai propri dogmi religiosi che crea danni.
Quando per esempio in Italia fu approvata la legge sul divorzio, le gerarchie cattoliche insieme ai fascisti cercarono di cancellare quella legge con un referendum.
La Conferenza episcopale italiana emanò un comunicato in cui si affermava che «Il cristiano, come cittadino, ha il dovere di proporre e difendere il suo modello di famiglia». Ma se il referendum anti-divorzista avesse vinto, il "modello di famiglia" dei vescovi sarebbe stato imposto per legge a tutti gli italiani, anche a quelli non cattolici o che della famiglia avevano un'altra idea. Questa non è "ostentazione della fede", ma visione oscurantista della vita imposta da una forza che si definisce "spirituale" ma che si comporta come fazione politica.
La verità è che il Vaticano non ha più l'egemonia sulla società come nel medioevo. Anche la stragrande maggioranza di coloro che si dichiarano cattolici hanno stili di vita e comportamenti che contrastano con le direttive del clero.
Ma proprio perché hanno perso l'egemonia sulla società, le gerarchie ecclesiastiche cercano di imporre le proprie direttive per legge, mercanteggiando con la classe politica favori in cambio di sostegno elettorale o distorcendo il ruolo delle istituzioni a proprio vantaggio.
Ma quando si vuole imporre il proprio modello con questi mezzi, significa che dietro l'arroganza si nasconde un destino di decadenza.

È GIÀ SETTEMBRE ? NON CI POSSO CREDERE! LA MIA VITA STA PASSANDO TROPPO VELOCE. LA MIA UNICA SPERANZA È CHE SI VADA AI TEMPI SUPPLEMENTARI. (CHARLES M. SCHULZ)

Offline aquilafelyx

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #44 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 09:34:16 »
È la stessa laicissima legge 898/1970 che parla di comunione spirituale oltre che materiale per mantenere in vita un matrimonio, un elemento essenziale per quello che non è altro che un contratto solenne tra due parti, fatto davanti a Dio se in forma religiosa o davanti le autorità statali se in forma civile,    la battaglia divorzista assunse forme di lotta ideologica che poco avevano a che fare la laicità dello stato o con la difesa delle libertà individuali, il risultato che ne venne fuori fu numericamente eclatante, la certificazione che la Chiesa non esercitava nessuna egemonia sulle intelligenze delle persone, cosa che per fortuna valse anche per altre entità molto più pervasive dal punto di vista propagandistico.         
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Offline Skorpius

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #45 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 10:05:30 »
Non c'è niente di "morale".

Il divorzio è ammesso, in Italia, da quando il progresso ha reso possibile a individui adulti di poter vivere in maniera autonoma, al di fuori di strutture familiari non più necessarie. Dice, e la famiglia "tradizionale" da dove veniva fuori? Beh, pare che uno dei motivi per cui i Sapiens prevalsero sui Neandertaliani fu la specializzazione dei compiti: l'individuo maschio si occupava della caccia e delle necessità in genere, la femmina delle attività domestiche e della prole. Schema rimasto immutato per millenni (con le note eccezioni), fino all'avvento della società industriale.

L'umanità, insomma, ha sempre fatto quello che più le fa comodo. Il "buonsenso" rende del tutto impossibile un'abolizione, per esempio, del divorzio, perché sarebbe qualcosa di incompatibile con la realtà sociale. La democrazia, in tutto questo, non c'entra niente. Il progresso spazzerà via anche le imposizioni religiose di Stato: una società ricca, evoluta e con mille passatempi a disposizione non ha bisogno di andare in Chiesa per vivere la comunità: lo farà, a titolo individuale, chi realmente ne sente il bisogno. Così come la multiculturalità spazzerà via anche l'anacronistico Crocifisso nelle scuole: è solo questione di tempi.

I "sinistrorsi" che tu vagamente - manco tanto - insulti nel tuo post sono quelli che al progresso vanno incontro, quando non cercano di anticiparlo e favorirlo: dalla parte opposta c'è chi si richiama a "tradizioni" che manco esistono, per paura che un giorno sul citofono del vicino trovano scritto Yanga-Mbiwa invece di Proietti.

Non è la democrazia a governare il mondo, è il progresso. Che porta alla democrazia. Quasi mai è vero il contrario.

Il tuo stesso discorso è intriso di morale.
Una società ricca ed evoluta con mille passatempi esiste già ma con un prezzo altissimo, fortunatamente per noi il nostro "buon senso" ci impedisce di capire quanto egoista sia tutto questo...
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #46 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 10:13:15 »
non posso che essere d'accordo con Skorpius, per cui mi viene da porre una domanda.

ma la morale, scientificamente parlando, cos'e'?

come si quantifica, misura? lunghezza? peso?

da dove viene? dove risiede?

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #47 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 10:16:13 »
quais quasi cancello quanto editato mentre scrivevi :D

la domanda non era per te ;), ne scientificamente vuol dire solo fisica ari ;)

Zapruder

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #48 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 10:31:05 »
Una società ricca ed evoluta con mille passatempi esiste già ma con un prezzo altissimo, fortunatamente per noi il nostro "buon senso" ci impedisce di capire quanto egoista sia tutto questo...

Che cosa è egoista? Vivere il doppio di due secoli fa e godendo di un benessere diffuso? Nessuno di noi troverebbe accettabile nemmeno lo stile di vita di una Maria Antonietta.

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #49 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 11:13:23 »
Che cosa è egoista? Vivere il doppio di due secoli fa e godendo di un benessere diffuso? Nessuno di noi troverebbe accettabile nemmeno lo stile di vita di una Maria Antonietta.

e' egoista continuare a farlo pur non avendo dimostrato che sia possibile per tutti i 7 miliardi di persone ad oggi presenti su questo pianeta.

anzi, i fatti dimostrano proprio che non e' possibile.

Offline Skorpius

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #50 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 12:09:46 »

e' egoista continuare a farlo pur non avendo dimostrato che sia possibile per tutti i 7 miliardi di persone ad oggi presenti su questo pianeta.

anzi, i fatti dimostrano proprio che non e' possibile.

Esatto!
Ma non pensavo necessitasse di ulteriori specificazioni
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #51 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 12:11:21 »
come hai detto prima e' un problema di 'buon senso'

Offline Skorpius

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #52 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 12:12:25 »
Anzi sei stato pure buono.. I fatto dimostrano cibo in eccesso (non quello avanzato ma anche la politica di alimentazione prettamente carnivora) e' letteralmente sottratto dal piatto delle popolazioni povere
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Skorpius

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #53 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 12:21:14 »
La crisi economico/alimentare e le sperequazione delle risorse primarie dovrebbe essere il punto di contatto tra questo topic e quello sul fondamentalismo aperto da td e non la religione come sembrerebbero suggerire i titoli
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #54 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 12:36:36 »
Anzi sei stato pure buono.. I fatto dimostrano cibo in eccesso (non quello avanzato ma anche la politica di alimentazione prettamente carnivora) e' letteralmente sottratto dal piatto delle popolazioni povere

e' quello di cui cercavo di convincere aquilafelix proprio sul topic del fondamentalismo.

La crisi economico/alimentare e le sperequazione delle risorse primarie dovrebbe essere il punto di contatto tra questo topic e quello sul fondamentalismo aperto da td e non la religione come sembrerebbero suggerire i titoli

tutto e' collegato e quindi e' punto di contatto, dalla crisi economico/alimentare, alla redistribuzione dei beni, alla sperequazione e riduzione delle risorse primarie ed anche alla religione (se intesa non solo come 'chiesa organizzata'), e tanto altro ancora.

cambia solo la particolarita' del discorso e del tema.

altrimenti non sarebbe cosi facile andare OT :)

per chi vuole puo' anche provare a 'farsi due calcoli' http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/GFN/page/calculators/

Giglic

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #55 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 17:20:53 »
La crisi economico/alimentare e le sperequazione delle risorse primarie dovrebbe essere il punto di contatto tra questo topic e quello sul fondamentalismo aperto da td e non la religione come sembrerebbero suggerire i titoli

Ognuno apre i topic che crede, Sko. Io non giudico chi apre i topic. Se lo ritengo opportuno, intervengo. Ma senza dire cose è morale fare. Solo cosa secondo me è giusto. Riuscire a portare un topic dedicato all'eccessiva ingerenza della chiesa cattolica nella vita italiana (che in effetti non è misurabile con un metodo scientifico, ma che mi sento di dire non sia gran che negabile) verso "la fame nel mondo" tipica dei concorsi di miss, non è secondo me "morale". E senza neanche misurarlo.

Disclaimer: uso morale nella stessa accezione in cui lo usi tu: una cosa in cui uno crede e l'altro no.

Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #56 : Venerdì 20 Febbraio 2015, 19:08:16 »
La religione può condizionare la morale, è l'etica che condiziona le leggi.
Davvero la religione non condiziona la legge? Stai bruciando cinquemila anni di storia con questa frase.
Non rispondo sul resto perché sta diventando un discorso fra sordi.
 ;) E mi riferisco sia ai nostri che agli altri interventi.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline cartesio

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #57 : Sabato 21 Febbraio 2015, 01:27:15 »
E allora torniamo all'argomento iniziale.
In Italia i non cattolici sono cittadini di serie B.
Un po' come gli italiani di lingua italiana in Alto Adige/Sud Tirolo, che formalmente - ma solo formalmente - avevano gli stessi diritti degli italiani di lingua tedesca, ma nei fatti erano ed ancora sono (un po' di meno) di serie B. Anche qui si fa un gran parlare di identità tirolese, uno dei pilastri del potere dell'SVP.

La sgradevole verità è che si tratta di uno scontro di potere, sia a Roma che a Bolzano.
Il potere della Chiesa in Italia subì un durissimo colpo con l'Unità d'Italia, sia in termini politici che finanziari. Riuscì a recuperare durante il fascismo, quando riebbe quello che aveva perso con gli interessi, tramite il  Concordato. Concordato che fu addirittura inserito nella Costituzione col famigerato articolo 7, grazie al tradimento del PCI.  Infine ci pensò Craxi a rinnovare il patto, tuttora vigente.

Ora il clero usa la sua presenza nelle istituzioni, scuole, caserme, ospedali, e nelle ricorrenze pubbliche, per sovrapporre la propria immagine a quella dello Stato. Stato che viene ferocemente criticato in varie occasioni, anche al di là di ciò che la correttezza istituzionale permetterebbe, e spesso sfruttato per foraggiare le crescenti esigenze clericali. Non credo che noi abbiamo idea di quanto ci costi il mantenimento del clero. A me ogni tanto capita di leggere delle notiziole su una pagina interna dei quotidiani locali, in ci si dice che il parcheggio di una parrocchia, o la ristrutturazione di uno stabile di proprietà della Curia, o l'acquisto dei PC delle biblioteche dei conventi (continuare) è stato pagato da comune/provincia/regione/stato. Ci sono migliaia di fatti del genere.

Questa confusione di ruoli è voluta e coltivata. Se i ragazzi crescessero consapevoli che si tratta di mondi diversi, se fossero più dotati di spirito critico, da adulti sarebbero meno propensi a concedere tutto questo ad un ente che ha pesanti responsabilità in crimini orrendi, dalla pedofilia allo sterminio degli ebrei.

e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #58 : Sabato 21 Febbraio 2015, 14:19:32 »
...il clero usa la sua presenza nelle istituzioni, scuole, caserme, ospedali, e nelle ricorrenze pubbliche, per sovrapporre la propria immagine a quella dello Stato...

... e la funzione del crocifisso è quella di marcare il territorio.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #59 : Sabato 21 Febbraio 2015, 16:00:51 »
Il giorno che qualcuno promulgherå un referendum per abolire il Natale, allora sarà il momento che si farà sul serio.