Autore Topic: Non è un paese per atei  (Letto 13788 volte)

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Offline Skorpius

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #20 : Mercoledì 18 Febbraio 2015, 22:11:14 »
Chi divide tra chi crede in X e chi non crede in x non è democratico. Non è una pretesa. È logica. Ed esiste da 2500 anni circa.

La divisione tra chi crede in x e chi crede in y è la base stessa della democrazia!
La pretesa è pensare che che tra un X condiviso dalla maggioranza che però si reputa ingiusto ed un y contrario al pensiero della maggioranza debba prevalere Y per "logica" o per qualsiasi altro motivo che non sia la volontà della maggioranza stessa.


La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline aquilafelyx

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #21 : Mercoledì 18 Febbraio 2015, 22:30:38 »
L'ateismo non è una fede, ma la risposta ad una domanda che nessun prete si è mai azzardato a fare.
Tutte le religioni di tutti i secoli e di tutte le latitudini hanno dato risposte convincentissime, dottissime e superelaborate alla domanda: "Dio esiste?"
Ma nessuna di loro mai né si è posto né tantomeno ha mai risposto alla VERA domanda, ovvero:
"Ma a che serve?".
Ecco, l' ateismo è la risposta a quella domanda: "A niente"
Onestamente: non trovo niente che mi spieghi l' utilità di dio.

P.s.
Utilità da chi non sta dalla parte del manico, ovviamente.

Non ti sembra un motivo valido?


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Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #22 : Mercoledì 18 Febbraio 2015, 22:42:14 »
Non ti sembra un motivo valido?


 :) ehehehehe ma io parlo dell'utilità per chi NON sta dalla parte del manico.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Pomata

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #23 : Mercoledì 18 Febbraio 2015, 23:05:42 »
Un paese moderno dovrebbe aumentare le ore di Inglese a chi non vuole Religione, poi un paese ultra moderno dovrebbe avere tutte le scuole bilingue dalla prima elementare.

Offline aquilafelyx

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #24 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 02:05:50 »
 :) ehehehehe ma io parlo dell'utilità per chi NON sta dalla parte del manico.

In God we trust è parte del patrimonio culturale degli Stati Uniti così come il crocifisso lo è dell'Italia, non è qualcosa di esclusivamente materiale o spirituale, perché dobbiamo rinunciare a questa eredità, oggi si mette in discussione il crocifisso domani qualcuno potrebbe farlo per le chiese le moschee o le sinagoghe e dopodomani per le scuole o i musei, una volta intrapresa una via potrebbe essere difficile fermarsi.     
 
Atheists lose latest legal fight over 'In God We Trust' | National Catholic Reporter

http://ncronline.org/news/faith-parish/atheists-lose-latest-legal-fight-over-god-we-trust
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Giglic

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #25 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 06:56:37 »
La divisione tra chi crede in x e chi crede in y è la base stessa della democrazia!

Se per te avere fede si riduce ad avere un'opinione hai ragione. Ma la fede è una cosa troppo seria per lasciarla ai credenti, evidentemente (semicit.)

Se tu fai questa equazione, dovresti pensare di poter sbagliare, ossia che tu stia avendo fede in qualcosa di errato (le opinioni, che sono quelle che determinano la democrazia si cambiano, la fede personalmente la vedo come un qualcosa di più fermo).

Insomma, volete credere che un amico immaginario ha mandato un uomo sulla terra dopo aver fecondato una sedicenne senza coito grazie ad un altro amico immaginario tramutatosi in colomba, 2000 anni fa? Padronissimi. Padronissimi altri di credere in altrettante realtà parallele.  Quello che non capisco è perché, se la divisione è la base stessa della democrazia, a questo punto ci si senta "perseguitati" se chi crede nell'amico immaginario di cui sopra non decide più per tutti (vedi divorzio, aborto, etc.)

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #26 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 07:44:54 »
... Ma la fede è una cosa troppo seria per lasciarla ai credenti, evidentemente (semicit.)
...

la fede e' qualcosa che non ha a che fare con il credere?

Giglic

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #27 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 09:25:14 »
la fede e' qualcosa che non ha a che fare con il credere?

Ho detto questo?

Zapruder

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #28 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 09:36:48 »
La divisione tra chi crede in x e chi crede in y è la base stessa della democrazia!
La pretesa è pensare che che tra un X condiviso dalla maggioranza che però si reputa ingiusto ed un y contrario al pensiero della maggioranza debba prevalere Y per "logica" o per qualsiasi altro motivo che non sia la volontà della maggioranza stessa.

Va bene. Ma, nel tempo, la "maggioranza" ha condiviso principi fondamentali che, ad esempio, negano la possibilità di imporre, che so, il battesimo o il pellegrinaggio alla Mecca.

Se poi altre maggioranze vogliono ripristinare simili anacronismi, vale sempre il pensiero di Benjamin Franklin: "La democrazia sono due lupi e un agnello che votano su cosa si mangia per cena. La libertà è un agnello ben armato che contesta la decisione".

Insomma, anche la democrazia ha i suoi limiti: non si può votare a maggioranza contro il buonsenso.

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #29 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 10:17:57 »
Ho detto questo?

se dici che la fede non puo' essere lasciata ai credenti, penso tu voglia anche dire che chi non crede dovra' prendersene cura.

mi sembra un ovvio corollario alla tua tesi.

a meno che non fosse una semplice battuta per cui non credi che la fede sia una cosa seria.

Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #30 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 10:31:07 »
... oggi si mette in discussione il crocifisso domani qualcuno potrebbe farlo per le chiese le moschee o le sinagoghe e dopodomani per le scuole o i musei, una volta intrapresa una via potrebbe essere difficile fermarsi...


Nessuno mette in discussione il crocifisso in sé, sei libero di credere tanto a lui quanto alla teiera di Russell, i problemi iniziano quando quello in cui credi tu, qualsiasi cosa sia, interferisce con la vita di altre persone che credoono in altro o semplicemente che non credono in niente.
Il denominatore comune in una società civile non può non essere che la laicità, mentre la fede deve restare nei limiti dell'esigenza interiore di chi ce l'ha.

P.s.
Cosa c'entrano poi le scuole ed i musei con le chiese? I luoghi di cultura non sono mica luoghi di culto.
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Offline carpelo

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #31 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 10:54:26 »
Ho sempre pensato che, per risolvere un bel po' di problemi e magagne italiche, sarei dovuto diventare Presidente del consiglio e subito dopo annettere lo Stato Vaticano.
Inizio a sospettare che potrebbe essere più efficace diventare Papa, annettere l'Italia e rifondare lo Stato Pontificio!

Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #32 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 12:35:35 »
Ho sempre pensato che, per risolvere un bel po' di problemi e magagne italiche, sarei dovuto diventare Presidente del consiglio e subito dopo annettere lo Stato Vaticano.
Inizio a sospettare che potrebbe essere più efficace diventare Papa, annettere l'Italia e rifondare lo Stato Pontificio!

Ma damò che t'avevo letto nel pensiero atté!  ;)

Basta, ho deciso: voglio

:bolgia: CARPELO! :bolgia:
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Giglic

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #33 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 12:37:37 »
se dici che la fede non puo' essere lasciata ai credenti, penso tu voglia anche dire che chi non crede dovra' prendersene cura.

mi sembra un ovvio corollario alla tua tesi.

a meno che non fosse una semplice battuta per cui non credi che la fede sia una cosa seria.

Non era né l'una né l'altra cosa. Il che mi fa pensare che "mi sono spiegato male" (comunque ti faccio i complimenti, hai una retorica da gesuita che ti invidio)  ;)
Che tu usi "ovvi corollari" dopo che spingi altri a giustificare fino all'assurdo anche i termini usati mi fa sorridere, ma tant'è.
La battuta (perché di questo si trattava, qui ci hai preso) era... una battuta. Strano, vè? Una cosa che rappresenta se stessa senza dietrologie...
Rispondevo a chi diceva che la democrazia è il confronto tra chi crede in X e chi crede in Y. Se uno vive la propria fede così, secondo me ne sminuisce il significato. E, ripeto, il problema non è la fede, MA LA RELIGIONE. Acciderba, è così difficile vederne la differenza?

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #34 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 13:03:16 »
bastava dire subito che era una battuta e si rideva tutt'insieme di gusto :)

Offline Frusta

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #35 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 13:43:03 »
bastava dire subito che era una battuta e si rideva tutt'insieme di gusto :)

CP, Gig parafrasava un aforisma di Clemenceau: "La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai militari."
Che se ci pensi non era per niente una battuta, anzi.
 
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #36 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 14:10:00 »
e pure quello si poteva dire subito, mica tutti sappiamo tutto ;)

e se ci penso bene, ricade nello stesso ragionamento da gesuita di prima.

la guerra e' qualcosa che non ha a che fare con i militari?  8)

CP 4.0

Re:Non è un paese per atei
« Risposta #37 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 14:29:05 »
e giusto per dare spessore alla frase di Clemenceau

War is a series of catastrophes that results in a victory

It is easier to make war than make peace.

My home policy: I wage war. My foreign policy: I wage war. All the time I wage war.

e militairs puo' tradusri si come militari, ma anche come soldati.

insomma, questo e' un uomo che voleva essere il 'padrone' della guerra.

interessante direbbe Freud ;D

Offline Skorpius

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #38 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 16:44:22 »
Va bene. Ma, nel tempo, la "maggioranza" ha condiviso principi fondamentali che, ad esempio, negano la possibilità di imporre, che so, il battesimo o il pellegrinaggio alla Mecca.

Se poi altre maggioranze vogliono ripristinare simili anacronismi, vale sempre il pensiero di Benjamin Franklin: "La democrazia sono due lupi e un agnello che votano su cosa si mangia per cena. La libertà è un agnello ben armato che contesta la decisione".

Insomma, anche la democrazia ha i suoi limiti: non si può votare a maggioranza contro il buonsenso.

Due lupi ed un agnello non armato possono imporre la cena anche senza votazione.
La magia della democrazia invece è che due agnelli (non armati) possono costringere un solo lupo a mangiare insalata, anche se questo potrebbe tranquillamente imporre la propria maggiore forza fisica

Il buon senso (specie se invocato da sinistra) è solo una parola che maschera e rende fittiziamente imparziale il pensiero univoco che si vuole imporre..

La democrazia ha dei limiti, ma ha meno limiti di qualsiasi altro sistema... chi invoca troppo spesso questi limiti probabilmente ha un animo oligarchico (governino solo le persone qualitativamente migliori, secondo quali parametri? i miei ovviamente )oppure il buon senso, che è la stessa cosa)

Tornando al discorso generale la democrazia se ne fotte della religione.. o meglio se ne fotte di come si formi il pensiero che da vita all'impulso politico.. se uno è contrario al divorzio perchè è cattolico bigotto o perchè paga troppi alimenti è irrilevante. Fatto sta che se ci sono abbastanza persone che la pensano come lui il divorzio verrà vietato.. non ti sta bene? hai tre vie: abbozi, te ne vai, ti adoperi per cambiare il consenso (usando tutti gli artifizi moraleggianti e gli strumenti democratici).

Che una morale determini ed influisca sulla condotta anche della minoranza è una cosa necessaria ed evidente, il problema è che quando parlo con i sinistroidi loro vedono solo l'argomento di cui si discute e basta prendendo solo a parametro il proprio pensiero.. le cose che reputano sbagliate (divorzio ad esempio) sono contrarie al buon senso, quelle che pensano siano giuste sono segno di civiltà..
Faccio un esempio: poligamia.. premetto che non dobbiamo pensare a mussulmani e mormoni ma nella nostra società sta nascendo l'esigenza di non legare ad una sola persona il proprio legame affettivo.. si definiscono poliamorosi. Negli USa aumentano le loro richieste di legalizzare la poligamia. Se chiedo in italia a destra o a sinistra o al centro se vi sia un problema di legalizzare la poligamia mi riderebbero in faccia o invocherebbero il buon senso.. Ma tutto questo nasconde un fatto: impedire la poligamia è una scelta MORALE della maggioranza che di fatto impedisce ad una minoranza di fare qualcosa..


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Offline aquilafelyx

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Re:Non è un paese per atei
« Risposta #39 : Giovedì 19 Febbraio 2015, 17:24:30 »
Nessuno mette in discussione il crocifisso in sé, sei libero di credere tanto a lui quanto alla teiera di Russell, i problemi iniziano quando quello in cui credi tu, qualsiasi cosa sia, interferisce con la vita di altre persone che credoono in altro o semplicemente che non credono in niente.
Il denominatore comune in una società civile non può non essere che la laicità, mentre la fede deve restare nei limiti dell'esigenza interiore di chi ce l'ha.

P.s.
Cosa c'entrano poi le scuole ed i musei con le chiese? I luoghi di cultura non sono mica luoghi di culto.

In che modo l'ostentazione della fede interferisce con la vita degli altri?
e gli altri non farebbero lo stesso impedendo qualsiasi rappresentazione dei simboli religiosi? Laicità non vuol mica dire ateismo di stato, quello già c'è stato in più parti del mondo e non è che ci fosse tutta la libertà possibile, ed allo stesso modo ci sono società dove attualmente l'istruzione e l'arte non sono tollerate, nei casi specifici sono estremizzazioni di un pensiero religioso ma nulla vieta che qualche "pensatore" ateo o agnostico cominci a lamentarsi dell'ostentazione dell'istruzione o dell'arte, si può vivere senza Dio come senza istruzione o senza arte, culto e cultura non sono indispensabili alla vita. Come si potrebbe impedire a qualcuno di regredire allo stato selvatico quando si mettono in discussione i pilastri che con i loro riti fondamentali hanno consentito l'aggregazione delle prime comunità che uscivano dalla preistoria?         
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