Sonetti corropolesi

[leomeddix]

Com’è triste e cinico er destino
pè la Lupa che si mette ad ululare
quando s’arza alle cinque der mattino
cò la smania prepotente di volare

E il destino de stà cagna sfortunata
con pelliccia maculata gialla e rossa
è descritto con la rima un po’ baciata
dalla penna micidiale de Trilussa

L'UGUAGLIANZA

Fissato ne l'idea de l'uguajanza
nà Lupa disse all'Aquila: - Compagna,
siccome te ne stai su la montagna
bisogna che abbolimo ‘sta distanza:
perchè nun è nè giusto nè civile
ch'io stia fra la monnezza d'un cortile,
ma sarebbe più commodo e più bello
de vive' ner medesimo livello. -

L'Aquila je rispose: - Perdìo,
accetto volentieri la proposta:
volemo fa' amicizzia? So' disposta:
ma nun pretenne che m'abbassi io.
Se te senti la forza necessaria
pija la rincorsa e viettene per aria:
ma se poi nun ce la fai, mia bella pupa,
io seguito a fa' l'Aquila e tu la Lupa.

- Che superbia che cià! Chi sarà mai!
- disse la Lupa seccata de la cosa -
Lei nun se vô abbassà'! Brutt'ambizziosa!
L'ommini, in questo qui, so' mejo assai.
Conosco, per esempio, un Cappetano
che a Trigoria c’ha lo stile d'un sovrano:
è vero che sputa e scalcia come un mulo
però che classe quando la pija ‘nder…

[BobLovati]

col permesso, la benedizione e l´imposizione delle mani di Leo, mi permetto di far vedere a cosa aspirano, alla fin fine, tanti lazialunti de ´sta fava; vogliono diventare come ´sti dementi, che manco se vergognano de pubblicalle, certe caxxate

[leomeddix]

Notte di coppe, notti di campioni,
notte di lupi mangiati dai lioni.
Sognavano un’impresa che non arriva mai.
Sognava il buon Spalletto, sognava pure Sky.
L’impresa non ci fu, ma ci si andò vicini
e a consolar Luciano ci pensa il gran Fucini.

LO SPALLETTO ADDOLORATO

Sulla panchina d’acero, accasciato
singhiozza lo Spalletto addolorato.
Tra sospiri, lacrime e lamenti,
con la brezza che scompiglia il ciuffo biondo
maledice Geko e i suoi homportamenti.

-Dimmi, Luciano: che t'affligge tanto,
 nella stagion de' gigli e dell'amore,
 per bagnare di lacrime il tuo canto? -
-M'hanno spezzato il core!
 Stamani all'alba sognai la remontada....
 ma a sera tarda saggiai l’ennesima enculada. –

-Forse la Biscia? - Ah, no! -
-Forse il Rospo, o forse uccello in volo,
 la tua speme troncò?
 Sfoga il tuo duolo:
 qual fu la belva che ti causò naufragio? -
-Il Lione fu, che me lo spinse, e neanche troppo adagio…! -

(Renato Fucini, da: "Rime consolatorie")

[Frusta]

Per purissima scaramanzia non dico niente 

[leomeddix]

Per purissima scaramanzia non dico niente 

Fai bene.
Ma Renato Fucini è un toscanaccio per nulla scaramantico. Per qualsiasi eventualità, prendetevela con lui 

[Frusta]

Mai eppoimai me la prendersi  col Neri Tanfucio, sto qui però che aspetto speranzoso assai che sia l"aquila a portare brutalmente a termine la poesia iniziata dal leone.

[leomeddix]

Mai eppoimai me la prendersi  col Neri Tanfucio, sto qui però che aspetto speranzoso assai che sia l"aquila a portare brutalmente a termine la poesia iniziata dal leone.

Da fonti riservate so che Neri Tanfucio ( ) sull'onda del recente giovedì da lioni e con grande sprezzo del pericolo, ha di getto messo in rima il sequel del "Lo Spalletto addolorato".
Ovviamente, consci dello strapotere tecnico-militare delle forze nemiche, sappiamo che molto difficilmente potremo conoscere il contenuto del suo ultimo lavoro... 

Ma comunque ... 

[Frusta]

  io aspetto speranzoso listess...

[leomeddix]

  io aspetto speranzoso listess...

Nel caso, probabilissimo anzi certo, che l'esito dello scontro con le preponderanti forze nemiche renda impossibile la pubblicazione del sequel, te lo mando in forma privata (insieme ad uno struggente contributo di Umberto Saba... ).

[Frusta]

Sperando che sia il portiere dirimpettaio a non voler vedere l'amara luce

[leomeddix]

Sperando che sia il portiere dirimpettaio a non voler vedere l'amara luce

... e Federico Fazio in ginocchio che l’induce
    con parole e con mano, a rilevarsi...




(Diavol d'un Frusta, è uno stregone in nuce!!  )

[Frusta]

 

[leomeddix]

Per i laziali in festa, per voi Biancocelesti
Fucini ha un nuovo canto, maremma degli artisti!
Ogni promessa è debito, la lingua sua non falla,
gaudete col poeta, maremma tor di valla!
Spalletto è addolorato, la riomma eliminata
è un godimento orgasmico, maremma apPallottata!

LO SPALLETTO ADDOLORATO (parte seconda)

Ancora eliminato, stavolta dalla Lazio,
Spalletto è addolorato, distrutto dallo strazio.
Urlando come matto, vagante come automa,
 rimpiange i tempi belli trascorsi a Pietroburgo
maledicendo il dì del suo ritorno a Roma.


- Deh, Luciano, dimmi: ti brucia e ancora duole
 Il posteriore lato dove mai batte il sole? -
 - Mi duole ancora si, maremma fuoristrada!
 Te tu l’hai mai provata ‘na duplice enculada?
 

-Forse la Biscia? - Ah, no! -
 - Forse un Geko, o un cetriolo,
 il tuo pudor violò?
 Sfoga il tuo duolo:
 a prenderti da tergo fu un’Aquila rapace? -
 - Si, ma ormai ne sono avvezzo, e invero un po’ mi piace…! -

(RENATO FUCINI, Rime consolatorie)

[nestorburma]

GENIO!

[leomeddix]

Alla memoria di Alisson, il quale
-portiere sostituto di un codice fiscale-
il turno non passò, e ci rimase male.

GOAL

Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Francesco Totti in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

La folla- quella celeste - par trabocchi
nel campo. Intorno ai vincitori stanno,
al loro collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
pieni di gioia e di passioni vere,
è dato, sotto il cielo, di vedere.

Poi dalla curva nordica, tonante applauso scroscia
rivolto allo slanciato profilo di Strakosha
eroe bambino, e timido, che come gatto vola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda con amorosa arte.
Della festa - egli dice - anch’io son parte.

(UMBERTO SABA, da: Parole)

[Er Matador]

Senza volermi accostare all'immenso, unico leomeddix, un modesto omaggio a un derby esaltante.
Il modello, in versione Risorgimento laziale, è naturalmente La spigolatrice di Sapri di Luigi Mercantini.

LA SPIGOLATRICE DI SCONFITTE


Erano sedici, eran giovani e forti, e sono morti.

Me ne andavo un mezzogiorno a vendicare
la sconfitta nella Coppa nazionale:
la stagione andava a vapore
e stava sfumando il tricolore;
un arbitro stronzo ho portato,
ha tolto un rigore e un altro l’ha inventato;
l’ha inventato per metterli a terra;
ma quelli eran pronti a far la guerra.

Ma quelli eran pronti a far la guerra
con corsa, pressing e tiri rasoterra,
ad uno ad uno ci sputarono in viso;
a noi le lacrime, a loro il sorriso.
Di un pubblico da squadre metropolitane
dopo il 3-1 non rimase un cane;
tra chi sfollava si sentì un grido:
“Ma quale stadio, c’abbasta er Palalido”.

Con la maglia rossa e la scritta in oro
sedeva in panchina uno di loro.
Mi feci ardita, e, presol per mano,
gli chiesi: “Facci vincere, bel capitano!”
Guardommi, e mi rispose: “A tu’ sorella!
Neanche Immobile con la cacarella,
neanche altri due in mano al dottore
lasciano questi senza un marcatore”.

Quel giorno tentai di vincere e giocare,
ma più forte di loro non riuscii ad andare:
due volte li gendarmi fecero il peggio,
e arrivai all’intervallo con un pareggio:
ma quando il gioco si fece da duri
m’entrarono in porta altri due siluri;
e tra gol e pernacchie e figure da scemo
piombò su di noi il ricordo del boemo.

Erano sedici e non la dieder per morta;
ma non fecero più neanche un tiro in porta:
e quel che rimase alla fine in mano,
lo dovrei dir con parlar villano:
dopo il 3-1 non più guardai,
e solo er pedalino cercò altri guai:
io non vedea più porpora e oro
ma solo merda e “xxxx merda!” in coro.

Erano sedici, eran giovani e forti, e sono morti.

[leomeddix]

Con la maglia rossa e la scritta in oro
sedeva in panchina uno di loro.
Mi feci ardita, e, presol per mano,
gli chiesi: “Facci vincere, bel capitano!”
Guardommi, e mi rispose: “A tu’ sorella!

In questo passaggio mi sembra evidente l'influenza della poetica leopardiana. 

 

[Frusta]

In questo passaggio mi sembra evidente l'influenza della poetica leopardiana. 

 

Con una spruzzatina di Walt Whitman 

[cartesio]

Estrema sintesi ungarettiana.

M'inculino d'immenso.

(GIUSEPPE UNGARETTI,  Allegria di naufragi)

[leomeddix]

Attenzione, attenzione!
or che Titty va in pensione
tutti cantano la gloria
del reuccio di Trigoria.
A Corropoli ed a Biella
dal Pigneto a Garbatella
tutti invocano (ma invano)
“Non lasciarci, Capitano!”
Sono in lutto i romanisti,
(ma ancor più, forse, i laziali)
piange lacrime anche Manzoni
coi suoi versi proverbiali.

EI FU

Ei fu. Siccome Immobile,
con Sergej, Keita e Basta,
nei derby di questo aprile
gli dieder botta nefasta,
il Capitano imbolsito e tronfio
disse: “Adesso abbasta,
lascio er pallone e moro. Moro gonfio.
Ahi! Forse tanto strazio
avrei evitato certamente
se al posto della Lazio
Avrebbi sfidato squadra più clemente."

La fuga, la disfatta, tutto ei provò:
per lui la Coppainfaccia fu come Waterloo
“Non merito l’encomio
dopo il codardo oltraggio,
un incubo mi insegue, me manna ar manicomio
e tutto cominciò quel 26 di maggio".

Per colpa dei suoi neuroni
da sempre poco rapidi
ovunque pijava sveje (per meglio dir: ceffoni).
Dall'Alpi alle Piramidi,
da Manchester al Reno,
in ogni sua trasferta
finiva sotto un treno.
Più volte nella polvere,
e poco sull'altar
vinse tutto virtualmente
proprio come un avatar.

Fu vera gloria?
Ai posteri l'ardua sentenza.
Ma or che il Capitano è entrato nella Storia
con la sua faccia che emana flatulenza,
noi lo ricordiam, pieno di boria,
prenderlo in cul con vaselina, ma anche senza.

(A. MANZONI, 26 Maggio)