Sonetti corropolesi

[Breizh]

Grazie.

[aquilafelyx]

Mi ha preceduto il grande aquilafelix.
E' una licenza poetica, un incoraggiamento al Capitan Furioso affinché insista per tanti e tanti anni ancora... 

Troppo buono, quello veramente grande sei tu

[Frusta]

Il Fato è laziale

[paperinik]

 

[leomeddix]

La presunzione umana, si sa, non ha confini
E questo è dimostrato da Walter Sabatini
uno di quei riommici (che poi non sono rari)
pompati e riveriti da tutti i giornalari.
Per raccontar le gesta di questo personaggio
Ci vuole penna fine e piena di coraggio.
E allora ecco a voi, tagliente come lama
il grande Bertolt Brecht, poeta di gran fama.

A CHI ESITA (Le confessioni di un direttore sportivo)

Dici:
per noi va male. Il buio cresce
mi urlano: “cazzaro! Sei come marco_pesce!”.
Un tempo ero un fenomeno, conteso nei salotti
E oggi mi rincorrono per darmi bei cazzotti.

Come un nuovo John Wayne, la sigaretta in mano,
vantavo la grandezza del sogno americano:
Pallotta, il nuovo stadio, i bond e il Master Plan
e oggi chi mi incontra dice: “Ahò, facce Tarzàn…”

Compravo, rivendevo, facevo plusvalenze
La stampa mi lodava: “Hai grandi competenze!
Sei grande, Sabatini, fai solo mosse furbe!”
E invece sono un glande, e compro Manuel Iturbe.

Un dì pronosticai: “Vinciamo trionfando!”
Invece stiamo a pezzi, e la Lazio sta arrivando.
Le sberle in tutta Europa, e poi la coppainfaccia
È un cumulo di sfighe “stò cazzo di squadraccia”.

E tutte quelle inutili, patetiche parole:
“Il capitano è grande, risplende come il sole!”
Quante cazzate ho detto per compiacere il boro…
‘fanculo pure a Totti, mi fumo una Marlboro.

(BERTOLT BRECHT, A chi esita, da: Poesie e canzoni, Einaudi editore)

[Arch]

Irraggiungibile, incomparabile Leo.

[leomeddix]

LA DIVINA TRAGEDIA (Inferno, Canto I)

Nel mezzo del cammin del campionato
Mi ritrovai in posizione oscura
Ché il sogno di gloria è presto tramontato.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
Esta ennesima enculada amara e forte
Che nel pensier rinnova la paura
Di quella Coppainfaccia che per noi fu pari a morte.

Nel rimembrar esto tristo campionato
È d’uopo tornar con mente ai mesi estivi
Quando ogni sogno parea già realizzato.
Col petto in fuori e i menti volitivi
Partimmo coi favori del destino:
“Voi vincerete tutto, voi siete i nostri divi!”
Tal fu l’infausto augurio di Minnie e Topolino.

E dunque ebbe inizio il gran torneo
E cominciammo ad avanzar con grandi passi
Scherzando gli avversari, tal quale a Subbuteo.
Non sembravamo squadra di palla, ma schiacciasassi
Che tutto travolge e gran terrore incute
Agli avversari attoniti con occhi bassi
Ed ogni partita parea passeggiata di salute.

Il disio di gloria era così profondo
E le voglie di conquista così tante
Che partimmo a dominar l’Europa, e anche il mondo
E quello fu l’error nostro forse più grande.
Pugnammo col tedesco, e fu disastro
Perché i crucchi ci lasciarono in mutande
E noi bestemmiavamo pure Zoroastro.

Da quel momento in poi mutò la storia
Da quel momento cominciorno i guai
Riempimmo la bacheca di Trigoria
Di tante sveglie al par di orologiai.
E atroce dubbio ci assalì (oh per Santippe!)
“Noi saremmo i lupi che non mollan mai?
E se fossimo solo sfigato branco di pippe?”

Perdemmo sonno, perdemmo anche la pace
E a strazio si aggiunse altro immenso strazio;
ci sorvolò maligna un’aquila rapace
nostro incubo perenne: era la Lazio.
Ci sorvolò con aria un po’ beffarda
Fendendo con le ali il grande spazio:
“Volo verso il traguardo, e tu intanto guarda”.

Se il sommo Dante tornasse oggi fra i mortali
Per raccontar dei lupi morti per inedia
Novello nome darebbe ai versi suoi immortali:
Non più Divin Commedia, ma Tragedia.
Descriverebbe dei romanisti il moderno inferno
Che non è solo foco al cui calor non si rimedia
Ma è anche vergogna, dileggio e dolore eterno.

(DANTE ALIGHIERI, La Divina Tragedia)

[Arch]

Ormai non ci sono più aggettivi per lodare il nostro "vate".

[dokblu]

Applausi !

 

[leomeddix]

MALEDETTA PRIMAVERA

Voglia di piangere un po'
dopo quest'artra tranvata
e si rideva di noi
pure stasera
maledetta Primavera

L'andazzo ormai è proprio così
una Coppainfaccia ogni due anni
e ce stà poco da dì
sento un dolore
sogno Lulic tutte l'ore
io c'ho il terrore
se chiudo gli occhi penso a lui.

Seeee, per avvelenarmi ancora
perderai
maledetta Primavera
tu pensa che
amo fatta n'artra figuraccia
pure stasera
ce tocca n'artra Coppainfaccia
pure stasera
tu m'hai fatto vergognà...

Io non me riesco a spiegà
sempre a noi ce tocca
e non capisco perché
pure i pischelli
fanno ride pure quelli
pure i pischelli
se la pijano 'nder cù.

Seee
per avvelenarmi ancora
perderai
maledetta Primavera
Che ce voi fa...
se per affondarci basta un'ora
proprio stasera
maledetta Primavera
proprio stasera
io me vojo annà a ammazzà.

Lasciami fare
adesso imbocco l'Anulare
svolto pè Ariccia
chiudo gli occhi e penso a te...
Che importa seee
trovo traffico a quest'ora
che fretta c'era
maledetta Primavera
vado in corriera
trovo il ponte e salto giù...
Nananana nanana
maledetta Primavera....

[M_T_k]

Non potendovi applaudire lo scrivo: GENI !!!

[leomeddix]

“Chi di speranze vive, disperato muore”
Dice un proverbio famoso nei paesi.
E queste parole, che escono dal cuore,
son vere ancor di più per i corropolesi.
E allora è con magnum gaudium che io v’ annunzio
Il calendario seria A Tim del Vate, il gran D’Annunzio.

PASTORALE CORROPOLESE

Luglio, andiamo. E’ tempo di calendario.
Ora in terra d’Abruzzi i corropolesi
sognano un anno ricco e straordinario
pieno di trionfi già lungamente attesi.

Come ogni anno fan liete previsioni
che li vuole vincenti e senza più rivali
in campionato e in Coppa dei Campioni
con una squadra di stelle senza eguali.

E vanno pel tratturo antico e brullo
fantasticando di coppe ed apoteosi
col gregge guidato dal Capitano bullo
mummificato, vecchio e con l’artrosi.
 
Ma poi, quando principia il campionato
dopo la partenza come sempre a razzo
le pecore smarriscono il lor tracciato
e alfin, si sa, non vinceranno… nulla.

Ahimè, com’è crudele ( e un po’ laziale) il Fato,
che tutti i sogni di mezza estate annulla…
E alfin non ve n’è uno che non pianga:
“Scendete in campo, si, ma a lavorar con vanga!”

[leomeddix]

Questo mondo -lo si nota-
è un insieme di materie
dove accanto a sporca lota
trovi cose belle e varie.

Trovi il rozzo ed il sublime,
cani lerci e superbi uccelli,
trovi pure queste rime
con autor Gioachino Belli.

La creazzione der Monno

L'anno che Gesucristo impastò er monno
ché pe impastallo ggià c'era la pasta,
verde lo volle fà, grosso e ritonno
all'uso de un cocomero de tasta.

Fece un sole, una luna, un mappamonno,
ma de stelle poi, di' una catasta:
sù uccelli, beste immezzo, e pesci in fonno:
piantò le piante, e dopo pensa: "Nun m'abbasta".

Epperciò in un gennaio, dolce, terso e senza ggelo,
così disse er Padreterno dal suo trono nello Spazio:
"Vojo fà na cosa bella, ch'aricordi a tutti er cielo,
deve nasce in Libertà, vojo che se chiami 'Lazio'.

Passan giorni, mesi ed anni, e un dì dar monno infame
lesto ariva ar Padreterno un intenso odor de fogna:
"Porco Giuda, che distratto, m'è rimasto quer letame,
mò ce creo nà cloaca e je metto nome riomma".

G. BELLI, Sonetti

[leomeddix]

O CAPITANO! MIO CAPITANO!

O Capitano! Mio Capitano!
Anche quest'anno finisce il campionato
e come sempre ti ritrovi in mano
il resto di niente, un sogno un pò avariato.

Cacciator di record, ti svegli ogni mattina
sognando ancora il volo nei cieli alti e tersi,
ma il volo tuo è volo di gallina
e solo vero record saranno i derby persi.

Oppio del bobolo, icona un pò fasulla,
non ti curar del tempo che ormai il tuo corpo sfianca.
Importa forse se poi non vinci nulla?
Importa solo che cresca il conto in banca!

O Capitano! Mio Capitano!
L'invidia corrode gli spiriti frustrati,
Spalletti e la Fornero si daran la mano
quando scenderai nel giron degli esodati.

Non ti curar neanche di loro, ma guarda e passa,
tu che di umiliazioni già ne provasti tante.
Dio ti vuole in campo, ed anche la massa,
seppur con pannolone e con accanto la badante.

Tu dell'Urbe Eterna grottesco ultimo divo,
tu in eterna lotta con lingua e congiuntivo,
al pari di cometa la tua stella brilla,
se non in mezzo al campo, almeno a Villa Arzilla.

(Walt Whitman)

[leomeddix]

ANTOLOGIA DI SPOON RIVER

Dove sono Ciccio, Maurizio, Jack Daniel's e Frangiesco,
lo scarparo, lo iellato, l'ubriacone, il pieno di boria?
Tutti, tutti dormono sulla collina,
tutti, tutti dormono sulla collina di trigoria.


Ciccio Graziani

La maga un giorno me lo predisse: "Attento, Ciccio, attento!
perchè non sempre il tuo destino avrà colore rosa"
Ed infatti la mia sorte mutò qual piuma al vento:
prima trionfai nel Toro, poi con la Lupa fu tutt'altra cosa.

Tutto accadde in quella notte di Coppe e di Campioni:
ero a undici metri dall'ingresso nella Storia,
fantasticavo un Circo Massimo invaso da milioni,
e la mia statua, solenne, nel centro di Trigoria.

Ricordo ancora: presi la rincorsa e poi accadde il peggio,
la palla non centrò la porta ma finì dentro il parcheggio.
Il sogno era svanito, credetemi fratelli,
un dolore immenso, e dopo la Coppa persi anche i capelli.


Maurizio Turone

Tu hai perso i capelli, Ciccio, io persi il Paradiso
quando il mio gol, che sarebbe stato eterno,
non fu convalidato da quell'arbitro impreciso
e così mi ritrovai scaraventato nell' Inferno.

E ora dalla polvere levo la mia protesta:
quella palla in rete tutti la vedeste!
Ma l'unica vendetta che ormai oggi mi resta
è veder quell'arbitro colpito da cacarella e peste.

Il tempo passa, ma il dolor non si cancella;
l'ingiustizia fu grande, non merita perdono.
E ancor oggi, guardando la moviola da una stella,
io vi confermo: "Il gol di Turone è bbono!".


Jack Daniel's

Ero romano de Ostia, non certo tra i più cauti,
perchè fin dall'asilo ero un pischello strano:
gli altri si immaginavano pompieri o astronauti,
io invece avevo un sogno: fare il Capitano.

Così, a 15 anni, mi imbarcai sopra un bel cargo
assunto come mozzo, ambizioso e puro
ma l'ammiraglio mi gelò, appena preso il largo:
"Vuoi essere Capitano? Certo, Danielì, ma solo in futuro..."

Offeso ed umiliato, trattato da accattone
affogai il dolore in tanto, tanto whisky.
"Se il mare mi respinge, mi butto sul pallone,
divento Capitano, e senza tanti rischi".

Ma il calcio, come il mare, sa essere crudele,
vent'anni di gavetta mangiando pane e fiele.
Per colpa di Frangiesco (a dirlo un pò mi vergogno)
la fascia bianca al braccio rimase solo un sogno.


Frangiesco

Giaccio nella tomba accanto a Danielino
e ancora mi commuove il suo fatal destino.
Comprendo il suo dolore, ma per volontà divina
giocai fino a ottant'anni, immerso in naftalina.

E quando salii in cielo, allo stadio Paradiso,
S. Pietro sul portone mi accolse con sorriso:
"Oh, ecco il Capitano, evviva, evviva, evviva!
Puoi benedire tutti, ma non con la saliva!"

Il Paradiso è bello, mi fanno tante feste,
peccato la divisa, che qui è bianco-celeste.
Ma anche in questa pace mi resta un cruccio eterno:
l'atroce Coppainfaccia, che per me vale l'inferno.

(Edgar Lee Masters)

 

[Frusta]

Edgarleomastrix

[leomeddix]

Edgarleomastrix

Dheng iù, old Frusta 

[Arch]

Genio di un leo

[cartesio]

Testo emblematico dell'Emetismo, si dice sia stato composto dal Water dopo una storica finale tragicamente persa. Composta in versi liberi, il lettore esperto non faticherà a riconoscere un settenario a uno spezzato. Pubblicata nella raccolta Allegria di naufragi.

PORCA MATINA  (di F. T.)

M'inculino

d'immenso.

[leomeddix]

Testo emblematico dell'Emetismo, si dice sia stato composto dal Water dopo una storica finale tragicamente persa. Composta in versi liberi, il lettore esperto non faticherà a riconoscere un settenario a uno spezzato. Pubblicata nella raccolta Allegria di naufragi.

PORCA MATINA  (di F. T.)

M'inculino

d'immenso.

È proprio del dolore non avere vergogna di ripetersi.
(Emil Cioran)