Sonetti corropolesi

[leomeddix]

Pareggiare pallido e assorto
pure col Parma clinicamente morto
e come moroso debitore di Equitalia
perdere tutto: scudetto e Coppa Italia.

Alla Garbatella, lungo il Muro Torto,
o affacciati al balcone di un palazzo
guardare i romanisti piegati da sconforto
pur nell'anno in corso non vinceranno un càzzo.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
odore di licheni e coppainfaccia
in una vita che è eterna figuraccia.

(Eugenio Montale, dalla raccolta Ossi di seppia)

[leomeddix]

P.s.
Per un errore di stampa nella prima riga della precedente poesia c'è stato un refuso.
Si pregano i lettori di sostituire "meriggiare" con "pareggiare".
Grazie e sempre romammerda.

[CP 4.0]

Fusi da ‘n burino venuto dall’Abbruzze
Se scersero la lupa perche’ simbolo de Roma,
Dimentichi der passato di chi qu’a donna fosse
E de chi fossero poi fiji, quei due ch’ella allatto’
Pretesero da subito er titolo nobijiare
Da esse solo loro i rappresentanti d’a citta’
Anch’essi fiji de qu’a lupa
E fratelli de qui due cui sopra.
Ancora oggi iggnari
d’a loro stessa iggnavita’.

[ThomasDoll]

Petrolini è per palati fini, un vero topic-rifugio, mancava da anni.

[Frusta]

E dopo questa perla de Trilussa
mò tocca a n'artro pijà pe' cculo a quelli.
E chi po' esse a dà quest'artro busso?
Nun ce stà dubbio: è Gioachino Belli.

S.P.Q.R.

Quell'esse, pe, ccù, erre inarberate,
sur portone de quasi oggni palazzo,
quelle so quattro lettere der càzzo,
che nun vonno dì ggnente, compitate.

M'aricordo però cche dda regazzo,
cuanno leggevo a fforza de frustate,
me le trovavo sempre appiccicate
drent'in dell'abbeccè tutte in un mazzo.

Ma un giorno a un romanista venne l'estro
de dimannanne un po' la spiegazzione
a don Furgenzio che era er mì maestro.

Ecco che je rispose don Furgenzio:
"Ste lettre vonno dì, mio somarone
Senad Populusque Romanus". E fu silenzio.

(Gioachino Belli, Tutti i sonetti romaneschi)

A Calliope

O Tu che delle muse reggi il regno
narraci di colui, Leomeddix detto,
che pose il proprio multiforme ingegno
al servizio del verso e del mottetto,
schernendo ognor l'immotivata boria
sgorgante dalla fogna di Trigoria.

Cantaci o Diva con sonanti accenti
come costui, parafrasando il Belli
beffa si fé de' miseri pezzenti
nati per esser presi pei fondelli
non si sa quando, ma morti si sa come:
quando Vittoria a noi porse le chiome.

E fa che sempre il Nostro Rimatore
vinca il confronto con le rime loro
e de' versi suoi il poetico furore
raggiunga sempre il meritato alloro.
Insomma: sempre vinca e mai non perda
il confronto dell' oro con la merda. 

[leomeddix]

A Calliope

O Tu che delle muse reggi il regno
narraci di colui, Leomeddix detto,
che pose il proprio multiforme ingegno
al servizio del verso e del mottetto,
schernendo ognor l'immotivata boria
sgorgante dalla fogna di Trigoria.

Cantaci o Diva con sonanti accenti
come costui, parafrasando il Belli
beffa si fé de' miseri pezzenti
nati per esser presi pei fondelli
non si sa quando, ma morti si sa come:
quando Vittoria a noi porse le chiome.

E fa che sempre il Nostro Rimatore
vinca il confronto con le rime loro
e de' versi suoi il poetico furore
raggiunga sempre il meritato alloro.
Insomma: sempre vinca e mai non perda
il confronto dell' oro con la merda. 

             

Calliope dallo sguardo bello e fiero,
tu che ispirasti Dante, ma anche Omero,
adesso canta e con orgoglio illustra
le sublimi rime del pur grande Frusta.

Ispira con virtude e grazia somma
a noi che frequentiamo questo foro
l’arte di poetar su Totti e sulla riomma
(che poi significa mutar la merda in oro).

E infine o Musa, ti chiedo, per stasera:
ispira anche Felipe Anderson Pereira.
Fa in modo che con finte e doppi passi
i Ciucci sian schiacciati al par di sassi!!!

[leomeddix]

Per consolar gli afflitti, giammai è troppa tardi
ma per i romanisti ci vuole il gran Leopardi...

A GARCIA

Garcia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale
quando promettevi ogn'ora
di vincer lo scudetto (non solo quello morale)?

I giornalari riommici, supini e prezzolati
le terga ti leccavano (ma proprio tanto tanto!)
Caressa, la Sanipoli, Foschini e Mensurati
facevan da eco (eco...) al tuo perpetuo canto.

venne il settembre odoroso, che pensieri soavi,
che speranze, che cori, e quanta foga,
della Ciampion Lìg vedevi già gli ottavi,
la chiesa già sognavi al centro dell'Europa.

Ma poi arrivò marzo, bizzarro e un pò crudele
e come Nicce profetò: sempre uguale ritorna la tua storia.
Non più sogni di gloria, ma solo merda e fiele
concimano i desolati campi di Trigoria.

O Natura, o Natura, perchè non rendi poi
quel che prometti ai romanisti e inganni i figli tuoi?
Adesso però basta sfera di cuoio, voglio boccia e pallino,
così che potrò vincere anche se solo mi avvicino!

(G. LEOPARDI, A Garcia).

[CP 4.0]

Lu Teramese
da'a'n cima ar campanile
ar centro der villaggio
guardanno oltre le mure
gridava come 'n ossesso.
'Arrrivano li cuggini,
sgranamo lu rosario'
co' la tipica parlata
de chi a Roma nun c'e' nato,
ma ripete che so l'artri li burini
li cugini de campagna che so' nati pe' primi,
de chi crede che jie' basta solo di' 'dajie merda dajie'
e co' lo sforzo di quell'urlo, scarica' du' fusajie
che se crede vero romano trasteverino,
ma e' solo n'artro romanista intristito

...

[aquilafelyx]

Lu Teramese
da'a'n cima ar campanile
ar centro der villaggio
guardanno oltre le mure
gridava come 'n ossesso.
'Arrrivano li cuggini,
sgranamo lu rosario'
co' la tipica parlata
de chi a Roma nun c'e' nato,
ma ripete che so l'artri li burini
li cugini de campagna che so' nati pe' primi,
de chi crede che jie' basta solo di' 'dajie merda dajie'
e co' lo sforzo di quell'urlo, scarica' du' fusajie
che se crede vero romano trasteverino,
ma e' solo n'artro romanista intristito dalla vita trista

Permetti?

[CP 4.0]

figurati 

facevo assonanza con trasteverino mentre tu vuoi la rima baciata con romanista, ma alla fine il fattore e' lo stesso

 

 

[leomeddix]

LA CANZONE DEL 26 MAGGIO

(si consiglia lettura del testo contemporanea all'ascolto del video  )

Anche se il 26 maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se la Sudde è evaporata
nello spazio di un momento
anche se voi vi credete assolti
sarete per sempre un pò sconvolti.

E poi vi siete detti
“non sta succedendo niente”,
ma i Roma-store falliscono
e continuate a esse perdenti,
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a mette nà toppa
ma intanto in faccia v’arivò sta Coppa.

Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
quel giorno che gli aquilotti
vi mordevano il sedere
piangeste tutti come pischelli
lasciando la curva Maestrelli,
e anche se ora ve ne fregate,
voi quella volta voi c'eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è cambiato rispetto a ieri,
se avete rimosso in tutta fretta
quelle bandiere con la stelletta,
se avete preso per buone
le verità del vostro Pupone,
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se credete ora
che tutto sia come prima
che è stato solo un sogno
la coppainfaccia che s'avvicina,
convinti di allontanare
quel triste sapore di lacrime amare,
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
la Coppa fa ombra sui vostri volti.

 

[Arch]

Esimio poeta, complimenti!!

[leomeddix]

Narrar i fatti e le imprese dell'icona giallorossa
è un po' come sparar su ambulanza crocerossa.
Il re della curva sudde, cavaliere di Trigoria,
per tanti tanti anni rincorse la vittoria.
Sognava allori e coppe, e invece la pijò in quel posto
meritando le corrosive rime di Lodovico Ariosto.

IL CAPITAN FURIOSO

Le gesta, le illusion, l’arme, i dolori,
gli sputi, l’audaci imprese io canto
del grande Capitano i cui furori
si trasformaron presto in bile e pianto.

Dirò di Totti in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai, né in rima;
che per dolor divenne furioso e matto
come a nessun altro accadde prima.

Un dì il Capitano, gagliardo ed ambizioso,
guardando la bacheca rimase pensieroso.
“Di polvere ne ho tanta, di gloria ne ho ben poca
Bramo una grande impresa, voglio un trofeo d’Europa!

Ordunque il nostro eroe, con sogni di vittoria,
partì spavaldo e fiero diretto in Inghilterra.
“Del grande Giulio Cesare rinverdirò la gloria!
Sarò famoso ovunque! in mare, in cielo e in terra!”

Sbarcato a Mancesterre, prepara la battaglia:
regale è il suo contegno, ed il suo sguardo è fiero
“difendo l’onor trigorico e quello dell’Itaglia.
Je suis Toto Cotugno, sono itagliano vero!”

Ma il Fato che è crudele (e forse un po’ laziale)
non dimostrò pietà, né a Totti né a nessuno.
I barbari di Manchester, con furia d’animale
il Capitan travolsero, e alfin fu 7 a 1.
 

Il Capitan furioso, quel tardo pomeriggio,
fu vinto, certo si, ma anche un po’ turbato.
Pensando di essere a Wimbledon, rispose stralunato:
“Ho perso solo un set, poteva andare peggio!”

Nel cor del Capitano covava la vendetta.
Fu cova molto lunga, di giorni, anni e mesi
Ma un giorno, all’improvviso, con calma un po’ sospetta
a Roma comparirono i truci Bayernesi.

 “Stavolta ve lo giuro, lo dico al mondo intero
vedrete chi è che vince, se Totti scende in campo!
In nome di Testaccio e del romano Impero
i barbari cadranno, stavolta non han scampo!”

Ma il dì della contesa (per Giove e per Nettuno!)
partita non ci fu, ma solo nuovo strazio:
il barbaro infierì, fu ancora 7 a 1
“Non ho più dubbi, ormai, il Fato è della Lazio!”



Di nuovo passaron mesi (si sa, il tempo vola)
e un dì dall’Arno scesero con facce poco buone
etruschi infagottati nella casacca viola
per affrontare Totti in singolar tenzone.

“Vogliono battaglia? Ebben, battaglia sia!”
Proclama il Capitano con tono battagliero.
“Gli Etruschi di Firenze saran spazzati via
Io sono un gladiator, seppur con titoli zero!”



Ma presto la disfida prese maligna piega
e dagli spalti avversi s’udir blasfemi cori:
“Stò Totti –senza offesa- ci pare un gran sega
Ma quale Re di Roma, è solo il Re dei bori”.

Alfine la disfida si trasformò in disfatta
Silente il Circo Massimo, per strada calma piatta.
I laudator di corte,  gli scribi prezzolati,
perdetter la favella (financo Mensurati).

Sconfitto, il Capitano, se ne tornò a Trigoria.
“Ho perso in tutta Europa, m’hanno ridotto a fette
Ma il Re di Roma vive, e ancora cerca gloria
Al bar dei Cesaroni trionferò a Tresette!!”

Finisce qui il racconto del Capitan furioso
Forse non molto sveglio, di certo un po’ borioso.
Rincorse invan la gloria dall’Alpi a Capo Bon,
Voleva alzar la Coppa, alzò solo l’I-Phone.

(Messer Lodovico Ariosto, Il Capitan furioso)

[Arch]

Senti, Leo: trova un editore e pubblica queste strofe. Sono geniali.

[Davide]

Mi sa che Morandi in sta foto c ha la colazione servita.....

roma merda

[blackdahlia]

LA CANZONE DEL 26 MAGGIO

(si consiglia lettura del testo contemporanea all'ascolto del video  )

Anche se il 26 maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se la Sudde è evaporata
nello spazio di un momento
anche se voi vi credete assolti
sarete per sempre un pò sconvolti.

E poi vi siete detti
“non sta succedendo niente”,
ma i Roma-store falliscono
e continuate a esse perdenti,
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a mette nà toppa
ma intanto in faccia v’arivò sta Coppa.

Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
quel giorno che gli aquilotti
vi mordevano il sedere
piangeste tutti come pischelli
lasciando la curva Maestrelli,
e anche se ora ve ne fregate,
voi quella volta voi c'eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è cambiato rispetto a ieri,
se avete rimosso in tutta fretta
quelle bandiere con la stelletta,
se avete preso per buone
le verità del vostro Pupone,
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se credete ora
che tutto sia come prima
che è stato solo un sogno
la coppainfaccia che s'avvicina,
convinti di allontanare
quel triste sapore di lacrime amare,
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
la Coppa fa ombra sui vostri volti.

De Andre' ti batterebbe le mani!

[blackdahlia]

Narrar i fatti e le imprese dell'icona giallorossa
è un po' come sparar su ambulanza crocerossa.
Il re della curva sudde, cavaliere di Trigoria,
per tanti tanti anni rincorse la vittoria.
Sognava allori e coppe, e invece la pijò in quel posto
meritando le corrosive rime di Lodovico Ariosto.

IL CAPITAN FURIOSO

Le gesta, le illusion, l’arme, i dolori,
gli sputi, l’audaci imprese io canto
del grande Capitano i cui furori
si trasformaron presto in bile e pianto.

Dirò di Totti in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai, né in rima;
che per dolor divenne furioso e matto
come a nessun altro accadde prima.

Un dì il Capitano, gagliardo ed ambizioso,
guardando la bacheca rimase pensieroso.
“Di polvere ne ho tanta, di gloria ne ho ben poca
Bramo una grande impresa, voglio un trofeo d’Europa!

Ordunque il nostro eroe, con sogni di vittoria,
partì spavaldo e fiero diretto in Inghilterra.
“Del grande Giulio Cesare rinverdirò la gloria!
Sarò famoso ovunque! in mare, in cielo e in terra!”

Sbarcato a Mancesterre, prepara la battaglia:
regale è il suo contegno, ed il suo sguardo è fiero
“difendo l’onor trigorico e quello dell’Itaglia.
Je suis Toto Cotugno, sono itagliano vero!”

Ma il Fato che è crudele (e forse un po’ laziale)
non dimostrò pietà, né a Totti né a nessuno.
I barbari di Manchester, con furia d’animale
il Capitan travolsero, e alfin fu 7 a 1.
 

Il Capitan furioso, quel tardo pomeriggio,
fu vinto, certo si, ma anche un po’ turbato.
Pensando di essere a Wimbledon, rispose stralunato:
“Ho perso solo un set, poteva andare peggio!”

Nel cor del Capitano covava la vendetta.
Fu cova molto lunga, di giorni, anni e mesi
Ma un giorno, all’improvviso, con calma un po’ sospetta
a Roma comparirono i truci Bayernesi.

 “Stavolta ve lo giuro, lo dico al mondo intero
vedrete chi è che vince, se Totti scende in campo!
In nome di Testaccio e del romano Impero
i barbari cadranno, stavolta non han scampo!”

Ma il dì della contesa (per Giove e per Nettuno!)
partita non ci fu, ma solo nuovo strazio:
il barbaro infierì, fu ancora 7 a 1
“Non ho più dubbi, ormai, il Fato è della Lazio!”



Di nuovo passaron mesi (si sa, il tempo vola)
e un dì dall’Arno scesero con facce poco buone
etruschi infagottati nella casacca viola
per affrontare Totti in singolar tenzone.

“Vogliono battaglia? Ebben, battaglia sia!”
Proclama il Capitano con tono battagliero.
“Gli Etruschi di Firenze saran spazzati via
Io sono un gladiator, seppur con titoli zero!”



Ma presto la disfida prese maligna piega
e dagli spalti avversi s’udir blasfemi cori:
“Stò Totti –senza offesa- ci pare un gran sega
Ma quale Re di Roma, è solo il Re dei bori”.

Alfine la disfida si trasformò in disfatta
Silente il Circo Massimo, per strada calma piatta.
I laudator di corte,  gli scribi prezzolati,
perdetter la favella (financo Mensurati).

Sconfitto, il Capitano, se ne tornò a Trigoria.
“Ho perso in tutta Europa, m’hanno ridotto a fette
Ma il Re di Roma vive, e ancora cerca gloria
Al bar dei Cesaroni trionferò a Tresette!!”

Finisce qui il racconto del Capitan furioso
Forse non molto sveglio, di certo un po’ borioso.
Rincorse invan la gloria dall’Alpi a Capo Bon,
Voleva alzar la Coppa, alzò solo l’I-Phone.

(Messer Lodovico Ariosto, Il Capitan furioso)

No vabbe'.....ma qui siamo a livelli inimmaginabili

[Breizh]

Già applaudito. Mi sfugge tuttavia il senso della presenza di Morandi nell'ultima foto.

[aquilafelyx]

Già applaudito. Mi sfugge tuttavia il senso della presenza di Morandi nell'ultima foto.

Uno su mille ce la fa...

[leomeddix]

Già applaudito. Mi sfugge tuttavia il senso della presenza di Morandi nell'ultima foto.

Mi ha preceduto il grande aquilafelix.
E' una licenza poetica, un incoraggiamento al Capitan Furioso affinché insista per tanti e tanti anni ancora...