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Tra meno di un mese il 26 maggio babyE alla fine fu finale, la seconda in due anni per i biancocelesti: stavolta a contendere la Primavera Tim Cup agli Inzaghi boys sarà la Roma. La Lazio si presenta al cospetto della Vecchia Signora forte del doppio vantaggio, Guerrieri in apertura di secondo tempo rischia di compromettere tutto con un rinvio maldestro quanto impreciso su cui Bnou-Marzouk si infila e porta avanti i suoi. La grande paura passa, però, quando Seck ruba palla e serve Murgia che infila per Silvagni. Pareggio e finale ipotecata, Inzaghi
PRIMO TEMPO – Ciò che è stato fatto all’andata riecheggia fino a Ivrea. La Lazio scende in campo forte del doppio vantaggio, ma consapevole che la finale è ancora tutta da conquistare. I primi minuti sono di studio, poi Favilli, favorito da un mancato intervento di Borecki, si presenta da solo davanti a Guerrieri: il portierone biancoceleste si supera tuffandosi sulla sinistra e deviando in angolo. La Lazio amministra, l’unico pericolo alla porta bianconera lo porta Mattia sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma il suo destro sarebbe perfetto solo se si giocasse a rugby. Il match non si sblocca, le emozioni tardano ad arrivare, le due squadre si fronteggiano a centrocampo: ne viene fuori una partita maschia, poco dopo la mezz’ora sono già 3 gli ammoniti. L’ultimo tentativo porta la firma di Clemenza su punizione, ma il risultato non si sblocca. 0-0 all’intervallo, alla Lazio va bene così.
SECONDO TEMPO – Stessi undici della prima frazione, ma musica nettamente diversa. Guerrieri dà, Guerrieri toglie: rinvio frettoloso e impreciso, Bnou-Marzouk si infila e riaccende le speranze bianconere. La Juventus prende coraggio, i ragazzi di Grosso provano a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ma Inzaghi ha l’asso nella manica. Al 51° fa il suo ingresso in campo Seck, neanche 5 minuti e l’esterno laziale è già protagonista. Palla rubata nella metà campo juventina e servita per Murgia che inventa un filtrante al bacio, Silvagni può solo ringraziare ed esultare. Parità ristabilita, il 26 maggio baby è dietro l’angolo. La partita finisce praticamente qui, la Juventus non riesce a produrre una reazione degna di questo nome, l’unico a provarci è Clemenza, ma Guerrieri torna ad indossare i panni del supereroe e devia in angolo. Finisce anche la partita di Seck, infortunato, al suo posto entra Rokavec seguito poco dopo da Collarino. Gli ultimi minuti sono un’agonia per i piemontesi che vedono sfumare il sogno; un tripudio, invece, per la Lazio, alla seconda finale di Primavera Tim Cup in due anni, l’ennesimo record di Simone Inzaghi. Ora sulla strada per la storia c’è solo la Roma, un derby dal sapore dolcissimo, soprattutto ripensando all’ultima finale giocata “dai grandi”. Per scrivere il proprio nome nell’immortalità c’è bisogno di grandi imprese: questa Lazio ha già dimostrato di non temere nulla.
