Autore Topic: Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)  (Letto 52393 volte)

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Offline franz_kappa

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #300 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:24:46 »
Lotito è uno dei massimi dirigenti anche lui responsabile di questo andamento non certo smagliante del movimento calcistito italiano.
Non direi proprio.

I maggiori responsabili dell'attuale decadenza del calcio italiano (figlia, in ogni caso, della più generale condizione economica dell'Italia, soprattutto dagli anni Novanta a questa parte) sono i dirigenti sportivi - federali, di Lega e di Club - seduti al tavolo 'buono' da un trentennio. Tra costoro non figura certo Claudio Lotito.
A seguire, sono responsabili tutti quei mediocri dirigenti calcistici che non sono stati in grado di trasformare le migliaia di miliardi (di vecchie lire) piovute sul movimento calcistico italiano dall'avvento del football trasmesso in tv a pagamento in investimenti in grado di assicurare un futuro economico e sportivo ai propri Club, non a caso falliti a ripetizione, in tutte le serie del nostro calcio professionistico, come se noi si fosse in mezzo a una morìa da epidemia medievale e con una frequenza non comparabile con quanto avvenuto negli anni Ottanta e Settanta.

Tra i suddetti dirigenti NON vi è Lotito, che ha trasformato un Club in stato prefallimentare in una Società profittevole e sana, capace di coniugare una gestione economico-finanziaria coerente al conseguimento di numerosi risultati sportivi di primo livello (trofei) e di secondo livello (piazzamenti utili ad accedere alle competizioni Uefa).

Lotito ha qualche colpa, senza dubbio, visto che del calcio italiano fa parte da un decennio in qualità di maggior azionista della Lazio all'inizio e dirigente, di Lega e Figc, poi. Ma se il suo 'quid' di colpa potesse essere misurato, gli attribuirei livello 3 in una scala, progressivamente crescente, da 1 a 10.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Il lodolaio

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #301 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:27:33 »
Secondo il regolamento della Federcalcio, se non mi sbaglio, per giocare in serie B si deve disporre di uno stadio con capienza non inferiore ai 10.000 spettatori.
Lo stadio del Carpi ha una capienza di 4164 posti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Stadio_Sandro_Cabassi
Non c'è la pista d'atletica ma un velodromo (!)
70mila abitanti, ma uno stadio non a regola.
Hanno ottenuto, come in altri casi, una deroga.
Dovessero venire in serie A si parla di un trasferimento a Modena (15km) o Bologna.
Questa è l'Italia: il Sassuolo, provincia di Modena, che gioca a Reggio Emilia e il Carpi, provincia di Modena, che vuole giocare a Bologna.

queste le parole delsindaco di carpi alberto bellelli "Siamo una città di 70mila abitanti - ha detto - che fa parte di un'area, la bassa modenese, che da sola produce il 2% del Pil italiano, che è un esempio per la qualità della vita, dove ci sono aziende nel settore del tessile che crescono ed innovano. E lo fanno nonostante due anni e mezzo fa siano state colpite da un devastante terremoto, perché questo è il dna della nostra comunità. Noi siamo qualcosa di più, non possiamo essere giudicati da Lotito sulla base dei diritti televisivi".

inutili dirti che le parole del sindaco sono semplicemente fantastiche.
si chiama sport: se vinci meriti un riconoscimento.

E questo stadio




Il Burnley 73.021 abitanti, gioca in Premier League ma ha uno stadio con 22.702 a sedere.


Le immagini parlano da sole.

Ma questo è il paese delle deroghe quindi Carpi & co. possono fare quello che gli pare.
Lotito non ha detto nulla di scandaloso: è evidente che dal punto di vista economico al sistema calcio converrebbe avere in serie A squadre come, ad esempio, Bari e Catania.
Immagino i salti di gioia quando le paytv trasmettono la partita Chievo-Sassuolo...

inutili dirti che le parole del sindaco sono semplicemente fantastiche.
si chiama sport: se vinci meriti un riconoscimento.

Nello sport dovrebbe valere il rispetto delle regole: ma siamo in Italia, quindi ci sono le deroghe.
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Offline ammiraglio

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #302 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:30:57 »
Lotito, insomma, andava contestato non nel merito delle sue affermazioni (e infatti le condanne, pelosamente moralistiche, erano funzionali ad attaccarlo su un altro piano, dove la sua azione pare sembrare nelle condizioni di incidere...) ma sul più generale tema dell'incapacità dei dirigenti sportivi, federali e non, di mantenere un minimo appeal per il campionato di calcio italiano, impoverito sul piano tecnico e soggetto all'oggettivo rischio di vedere la distanza dalle tre maggiori leghe continentali (Uk, Spagna e Germania) aumentare sempre di più ogni anno che passa.

scusami , caro franz, ma cosa ti aspettavi? l'italia è un paese di mafiosi, figuriamoci se sanno gestire il calcio.
hai visto cellino in inghliterra? dove "esportiamo" facciamo figure di merda a go-go.
da sportal.it: Si prolunga la squalifica dell'ex presidente del Cagliari e attuale patron del Leeds Massimo Cellino. La Football League ha deciso di allungare la sua inibizione, che inizialmente sarebbe dovuta terminare il 10 aprile, fino al 3 maggio. L'imprenditore sardo era stato sanzionato lo scorso mese di dicembre dopo essere stato giudicato 'persona non idonea e appropriata' a diventare presidente del Leeds a seguito della condanna per evasione fiscale. Cellino dovrà così aspettare fino alla conclusione della Championship, appunto il 3 mggio.

vuoi riformare il calcio? chiama un manager americano. stern è libero sul mercato e gli dai la presidenza della lega serie a e della figc.
altro che votazioni politiche e ticket e cambiali per alleanze.

per la cronaca cellino non ha pagato l'iva per ... una barca acquistata.

yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #303 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:33:02 »
il passaggio su carpi e Frosinone è l'antitesi della sportività.
pertanto capisco pirlo.

posso anche capire che pirlo parli a ruota di un pezzo/intervista concesso da agnelli alla stampa estera in questi giorni, ma cambia poco.

Diciamo che ha preso la palla al balzo per fare il servo.
Stanno montando una campagna sulla sportività risibile, visto che viene da gente che neanche sa dove sta di casa e che, addirittura, tipo i ciabattari di Firenze, ha saltato una categoria a tavolino (un unicum in Italia) per poi approdare in A tramite spareggio in un anno che prevedeva 6 promozioni (vedi sopra).
C'è di buona che le persone minimamente sveglie quando cominciano a vedere il tutti contro uno si fanno nascere il dubbio del perchè
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Offline fish_mark

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #304 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:35:21 »
vuoi riformare il calcio? chiama un manager americano. stern è libero sul mercato e gli dai la presidenza della lega serie a e della figc.
altro che votazioni politiche e ticket e cambiali per alleanze.

Mi incuriosiscono e molto le idee di Ammiraglio per un nuovo calcio italiano.
Te lo chiedo seriamente.
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Offline Il lodolaio

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #305 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:37:27 »
Stadio Frosinone, capienza 9.680 posti



Ma se venissero in serie A dove vanno a giocare, a Terni ?
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Zapruder

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #306 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:38:00 »
Il concetto espresso da Lotito è molto semplice.

La Serie A a 20 squadre si regge esclusivamente sui diritti televisivi. Gli ingaggi, soprattutto, sono "tarati" sulla possibilità di continuare a spendere, per un lustro circa, la stessa cifra che la Serie A incassa oggi da Infront.

Questo sistema può saltare in aria con il semplice arrivo in A di due squadre dallo scarso seguito "televisivo".

Direi che su questo ci sia poco da discutere. Al di là di tutti gli esercizi retorici dei tanti novelli De Coubertin (poi dedicheremo un post a latere alla coerenza di personaggi come lo scarparo, il cinematografaro, l'italoamericano di ritorno ecc. ecc.): che sanno benissimo che è così.

Per evitare che il sistema salti (ché del concetto di "merito sportivo" non gliene frega una mazza a nessuno, altrimenti non avrebbero trasformato la A in un carrozzone da 380 partite l'anno con sole tre retrocessioni, mentre il campionato a 18 ne prevedeva ben quattro), Lotito sta da tempo spingendo per una serie di provvedimenti:

- riduzione della A a 18 squadre, con due sole retrocessioni (come negli anni '30, quando il calcio acquistò enorme e definitiva popolarità in Italia, quindi formula collaudata e affidabile);

- calmieramento dei costi per mezzo delle rose a numero obbligato, ecc., in accordo con il programma di Fifa e Uefa;

- stadi (su questo non sono per niente d'accordo, ma questo non rileva).

Il consenso di cui il panzone gode da parte degli altri presidenti, testimonia che il programma è condiviso. Altrimenti, i puristi dello sport si dissocino, rimuovendo l'odioso antisportivo: cosa che non mi pare abbia intenzione di fare nessuno.

Chi conosce un po' la realtà dei campionati semiprofessionisti sa bene che il calcio italiano non sta "morendo", come dicono alcuni, perché ci sarà sempre tanta gente che giocherà a pallone indipendentemente dal fatto che venga pagata o che ci sia qualcuno a guardarla: ma è vero invece che il denaro che circola attorno al pallone sta finendo, e questo comporterà la necessità di rivedere profondamente l'organizzazione del football nostrano. La Serie A non è ormai il vertice di un sistema a gradini, ma un mondo a sé stante. E siccome è in grado di generare ancora una montagna di soldi, chi comanda farà di tutto per blindarla, piuttosto che accettare che si allinei a un sistema in difficoltà (economica, perché il movimento di base è sano e corposo, come sempre).

"Meglio" quindi un calcio che fa spazio a un Carpi di turno alla volta, che un sistema che crolla di schianto perché non è in grado di sopportarne due.

La terza via è in mano ai clienti: che possono gettare le tessere di Sky e tornare allo stadio, riportando il calcio alla dimensione degli incassi al botteghino. Stupendo, ma ha lo stesso senso che sperare di tornare a casa e vedere i miei figli che ascoltano musica col vinile. 

ThomasDoll

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #307 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:45:48 »
dati della Lega che non ho sottomano dicevano, l'anno scorso, che gli spettatori televisivi medi del Siena erano circa 900mla a partita, all'incirca la metà di quelli della Juve. I Frosinoni e i Carpi non giocano da soli, al massimo possono giocare tra loro una volta l'anno. E' un falso problema,  perché sono squadre che non sono in grado di attecchire in serie A. E in una serie A a 20 squadre ci sarà sempre un Carpi o un Frosinone.

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #308 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:50:31 »
Diritti tv alti e stadi pieni però non sono in antitesi, l'Inghilterra e la Germania ce lo ricordano tutte le settimane, la Premier vive alla grande perché grande è la concorrenza, cosa che invece qui da noi è frustrata dal sistema chiuso creato negli anni 60 sull'asse Milano-Torino che ha fagocitato nel calcio la percentuale maggiore di simpatizzanti.
Sugli stadi paghiamo il sistema di clientele politiche che riesce solo a lucrare sull'immediato, qualcosa si sta muovendo come ad Udine però è ancora troppo poco, se lo sport è il Calcio gli stadi devono essere costruiti per quello, le piste di atletica e per il ciclismo non c'entrano niente.
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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #309 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:52:15 »
...

Perfetto, aggiungo altro.
Molte realtà medie del nostro calcio sono andate in crisi.
Vediamo la Lombardia: le città più grandi dopo Milano sono Monza e Brescia. Le rispettive squadre sono in crisi economica. E anche tante altre squadre di grandi città non se la passano bene, stanno (male) in serie B o LegaPro.
L'elenco è lungo: Bari, Catania, Padova, Triestina, Reggina, Messina, Lecce...
Tutto questo ha fatto sì che salissero alla ribalta piccole realtà che però, se cominciano ad essere tante, sono un vero problema economico per la serie A.
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Offline franz_kappa

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #310 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:52:44 »
dati della Lega che non ho sottomano dicevano l'anno scorso, che gli spettatori televisivi medi del Siena erano circa 900mla a partita, all'incirca la metà di quelli della Juve. I Frosinoni e i Carpi non giocano da soli, al massimo possono giocare tra loro una volta l'anno. E' un falso problema,  perché sono squadra che non sono in grado di attecchire in serie A.
Perfetto.
Mi permetto di integrare con una considerazione: quando queste squadre senza grande bacino attecchiscono (casi del Chievo e, in prospettiva, del Sassuolo) è perché dietro vi sono investimenti poderosi da parte di imprenditori munifici (sempre parametrando il tutto alla realtà di riferimento, sia chiaro: un quartiere di Verona o un comune di circa 41mila abitanti in provincia di Modena). Oppure vi sono dirigenze bravissime e competenti, come nel caso dell'empoli, davvero un unicum. Ma sono eccezioni, in fondo.

Chiaramente, se una dirigenza riesce nell'impresa di mantenere il piccolo Club senza tradizione nella massima serie per più di un quinquennio con una struttura di costi adeguata la 'macchina' può procedere più o meno da sola, in autofinanziamento (includendo i proventi da cessione calciatori), visto che ogni Club della A riceve, per il solo fatto di far parte della massima serie, non meno di una ventina di milioni annui di diritti tv collettivi (1/20 del 50% della torta complessiva: calcolo a spanne, non ho verificato un bel nulla, spero di non aver sbagliato di molto).

Diritti tv alti e stadi pieni però non sono in antitesi, l'Inghilterra e la Germania ce lo ricordano tutte le settimane, la Premier vive alla grande perché grande è la concorrenza, cosa che invece qui da noi è frustrata dal sistema chiuso creato negli anni 60 sull'asse Milano-Torino che ha fagocitato nel calcio la percentuale maggiore di simpatizzanti.
Sugli stadi paghiamo il sistema di clientele politiche che riesce solo a lucrare sull'immediato, qualcosa si sta muovendo come ad Udine però è ancora troppo poco, se lo sport è il Calcio gli stadi devono essere costruiti per quello, le piste di atletica e per il ciclismo non c'entrano niente.

Ottimo. Sottoscrivo in toto.
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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #311 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:52:46 »
il problema non sono un carpi o un frosinone.
sono un sassuolo, un chievo, un empoli, un carpi, un cesena e un frosinone.

Con bacini d'utenza come catania, bologna, bari, e magari cagliari e atalanta, in serie b.

domani alle 20.45 c'è cagliari empoli: partitona.

Lotito dice troppe cose, e spesso sbagliate nel modo sbagliato.
ma se si vuole tenere un livello di competitività europeo per la serie a bisogna rendere il prodotto vendibile.
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Offline fish_mark

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #312 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:56:13 »
dati della Lega che non ho sottomano dicevano, l'anno scorso, che gli spettatori televisivi medi del Siena erano circa 900mla a partita, all'incirca la metà di quelli della Juve. I Frosinoni e i Carpi non giocano da soli, al massimo possono giocare tra loro una volta l'anno. E' un falso problema,  perché sono squadre che non sono in grado di attecchire in serie A. E in una serie A a 20 squadre ci sarà sempre un Carpi o un Frosinone.

Un importante dirigente della SSLazio ha fornito la cifra di un Lazio Cesena: 30 mila contatti tv. Gli stessi che erano allo stadio.
Totale, all'incirca, 60 mila persone tra stadio e divano.

Ottimo il contributo del portavoce Zapruder che pecca almeno in un punto: la serie A come entità a sé stante.
Direi che sta proprio qui il punto di crisi che blocca tutto e che ha costituito motivo di ritardi e di scandali.
Il sistema mutualistico una volta funzionava, ora non più. E non è un bel vedere.
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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #313 : Venerdì 13 Marzo 2015, 15:56:42 »
dati della Lega che non ho sottomano dicevano, l'anno scorso, che gli spettatori televisivi medi del Siena erano circa 900mla a partita, all'incirca la metà di quelli della Juve. I Frosinoni e i Carpi non giocano da soli, al massimo possono giocare tra loro una volta l'anno. E' un falso problema,  perché sono squadre che non sono in grado di attecchire in serie A. E in una serie A a 20 squadre ci sarà sempre un Carpi o un Frosinone.

Lo share delle singole partite lo conoscono bene sia Sky che Infront, non sono le piccole che possono togliere chissà cosa, il problema è che non aggiungono.
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Offline franz_kappa

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #314 : Venerdì 13 Marzo 2015, 16:00:43 »
il problema non sono un carpi o un frosinone.
sono un sassuolo, un chievo, un empoli, un carpi, un cesena e un frosinone.

Con bacini d'utenza come catania, bologna, bari, e magari cagliari e atalanta, in serie b.
Inoppugnabile.
Ma consentimi la blanda provocazione: è un problema di bacini d'utenza se squadre come l'empoli - soprattutto - o il cesena o il primo chievo all'approdo in A (il carpi pare davvero un'eccezione, di fatto quasi senza precedenti...) sono riuscite dove bari ma anche brescia (club di grande tradizione) o modena o lecce o reggina hanno fallito o stanno fallendo?

Nei primi casi plauso incondizionato a ottimi dirigenti che hanno allestito rose adeguate e ai loro Presidenti che hanno saputo ben scegliere allenatori, ds e calciatori, spendendo bene i propri danari. Nel secondo caso censura incondizionata per quei dirigenti incapaci che, a dispetto di piazze 'importanti', hanno sperperato milioni su milioni e non sono stati in grado di mantenere club di tradizione a livelli adeguati al proprio potenziale bacino d'utenza.

Si decida dunque come riformare un calcio italiano che richiede senza dubbio profonde riforme, alla bisogna privilegiando - nel rispetto dell'etica sportiva e del merito - i Club di realtà che vantano importanti consistenze di pubblico e/o diffuso interesse.
Ma non vi sarà riforma - a meno di non mutuare per la Serie A il modello Usa con retrocessioni bloccate. cosa evidentemente IMPOSSIBILE - che impedirà, oggi e in futuro, che i bravi eccellano e che i mediocri falliscano gli obiettivi.
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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #315 : Venerdì 13 Marzo 2015, 16:01:29 »
Lo share delle singole partite lo conoscono bene sia Sky che Infront, non sono le piccole che possono togliere chissà cosa, il problema è che non aggiungono.

Il Chievo aveva il seguito dell'Urbetevere al suo arrivo in serie A.
Dunque il problema non dovrebbe essere il Carpi.

PS Una volta - i ruggenti anni 80 - i laziali si sentivano legati molto alle vicende del Frosinone. Oggi sembra non più.
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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #316 : Venerdì 13 Marzo 2015, 16:07:55 »
Lo share delle singole partite lo conoscono bene sia Sky che Infront, non sono le piccole che possono togliere chissà cosa, il problema è che non aggiungono.

per aggiungere si dovrà aspettare che tornino competitive le milanesi...

Offline pizzeman

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #317 : Venerdì 13 Marzo 2015, 16:17:40 »
Inoppugnabile.
Ma consentimi la blanda provocazione: è un problema di bacini d'utenza se squadre come l'empoli - soprattutto - o il cesena o il primo chievo all'approdo in A (il carpi pare davvero un'eccezione, di fatto quasi senza precedenti...) sono riuscite dove bari ma anche brescia (club di grande tradizione) o modena o lecce o reggina hanno fallito o stanno fallendo?

Nei primi casi plauso incondizionato a ottimi dirigenti che hanno allestito rose adeguate e ai loro Presidenti che hanno saputo ben scegliere allenatori, ds e calciatori, spendendo bene i propri danari. Nel secondo caso censura incondizionata per quei dirigenti incapaci che, a dispetto di piazze 'importanti', hanno sperperato milioni su milioni e non sono stati in grado di mantenere club di tradizione a livelli adeguati al proprio potenziale bacino d'utenza.

Si decida dunque come riformare un calcio italiano che richiede senza dubbio profonde riforme, alla bisogna privilegiando - nel rispetto dell'etica sportiva e del merito - i Club di realtà che vantano importanti consistenze di pubblico e/o diffuso interesse.
Ma non vi sarà riforma - a meno di non mutuare per la Serie A il modello Usa con retrocessioni bloccate. cosa evidentemente IMPOSSIBILE - che impedirà, oggi e in futuro, che i bravi eccellano e che i mediocri falliscano gli obiettivi.

non è colpa dei piccoli se i grandi falliscono: e' merito loro riuscire a riempire gli spazi lasciati vuoti.
Compito di chi gestisce è che gli spazi vuoti siano il meno possibile: e proprio questo intendeva dire Lotito.
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Offline aquilafelyx

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« Risposta #318 : Venerdì 13 Marzo 2015, 16:27:13 »
per aggiungere si dovrà aspettare che tornino competitive le milanesi...

Non credo, il loro seguito è sempre lo stesso, la crescita ci sarà quando la Serie A sarà più competitiva e per farlo serve più concorrenza, un campionato più equilibrato soprattutto nella divisione dei diritti collettivi, quello che Agnelli teme più di ogni altra cosa. La sfida è far crescere tutto il movimento senza il doping finanziario che portò alla crisi dei primi anni 2000, per farlo servono società forti con proprietà solide, e queste o trovano i magnati alla Squinzi o si devono appoggiare a città con bacini d'utenza adeguati.   
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« Risposta #319 : Venerdì 13 Marzo 2015, 16:58:28 »
non è colpa dei piccoli se i grandi falliscono: e' merito loro riuscire a riempire gli spazi lasciati vuoti.
Chiarissimo. E' anzi una manifestazione positiva che il merito conta, eccome se conta. Con merito l'empoli, mai salito in A prima del 1986-87, è riuscito a disputare 10 campionati in Serie A nelle ultime 29 stagioni sportive (in pratica uno su tre).

Compito di chi gestisce è che gli spazi vuoti siano il meno possibile: e proprio questo intendeva dire Lotito.
Questo è meno evidente. Come operare, in concreto, per far sì che gli spazi lasciati vuoti "siano il meno possibile"?

Una soluzione empirica mi indurrebbe a ipotizzare che andrebbe atteso il ritorno dei felsinei e di una pugliese nell'attuale Serie A a 20 Club: a quel punto avremmo le otto squadre di Genova, Torino, Milano e Roma più napoli, fiorentina, bologna, l'udinese ormai divenuta una realtà (in A ininterrottamente dal 1995-96), almeno una veneta, la pugliese di cui sopra, palermo, magari il cagliari e altre quattro provinciali centro-settentrionali tra cui sicuramente l'atalanta.

A quel punto la Serie A, limitando per due anni le promozioni dalla B a sole due squadre, andrebbe ridotta a 18 club. Da quel momento in poi solo due retrocessioni dirette all'anno con eventuale spareggio fra la terza classificata in B dopo play-off e la terzultima in A (magari da definire dopo play-out, così da vivacizzare le ultime giornate rendendo anche le posizioni dalla 13esima alla 16esima rilevanti ai fini della definizione della griglia dei play-out...).

Altri modi per ridurre gli 'spazi vuoti', onestamente, non ne vedo.

Comprendo che molti storcerebbero la bocca di fronte a un progetto che, per certi versi, blinderebbe la A molto più di oggi e la renderebbe meno pluralista, andando a perdere due club (da 20 a 18) e potenzialmente limitando l'accesso a due soli club ogni anno dalla serie immediatamente inferiore.
Ma la tanto decantata Germania, se non erro, proprio di una massima serie a 18 squadre con due retrocessioni dirette e uno spareggio fra 16esima di Bundesliga e terza di Bundesliga 2 si è dotata.
Buon viaggio, caro Piero.