Autore Topic: Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)  (Letto 52433 volte)

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Offline Gordon

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #160 : Martedì 17 Febbraio 2015, 10:36:24 »
Il mondo del calcio è lo specchi peggiore della nostra società.
Un mondo di ipocriti e bacchettoni che si indigna parlando di moralità e invocando giustizia quando l'acqua non va al proprio mulino salvo poi girarsi dall'altra parte quando ci sono 'errori' a proprio vantaggio, di esempi se ne potrebbero citare a migliaia, sono sotto gli occhi di tutti.


Offline Matita

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #161 : Martedì 17 Febbraio 2015, 10:45:31 »


Secondo me alla fine poteva dire "vattana" , sarebbe stato perfetto.

Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Er Matador

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #162 : Martedì 17 Febbraio 2015, 11:35:39 »
Sarebbe interessante valutare la competenza specifica di questo mediocre untorello da avanspettacolo, assurto a visibilità televisiva solo perché affiliato alla P2 di trigoria e che il fondo lo ha toccato tirando in ballo i bambini: siamo abbastanza adulti per diffidare di chi si nasconde dietro di loro usandoli come argomentazione strappalacrime.
Se non è già stato detto, vorrei ricordare un dettaglio significativo.
Qual è la piccola per antonomasia, anche nella fastidiosa retorica che da sempre la circonda? Il Chievo.
Qual è il risultato più significativo ottenuto dalla squadra di cui sopra? L'accesso ai preliminari di CL.
Secondo le melensaggini sparse a profusione in questi giorni, il match di Sofia contro lo CSKA avrebbe dovuto rappresentare in assoluto la storia di calcio da raccontare.
Ebbene, nessuno ebbe l'onore di assistere a quel 2-0 che, complice un arbitraggio indegno, compromise la qualificazione dei pandorini: per il semplice fatto che la Rai non acquistò neppure i diritti di quella partita.
Motivo? In un momento difficile per l'azienda, non valeva la pena di investire su un evento con poco seguito, causa la scarsa consistenza numerica della tifoseria clivense.
Basta il confronto con la cavalcata in Coppa delle Coppe dell'Atalanta: l'insolito abbinamento fra la dimensione continentale e la serie cadetta - nella quale gli orobici disputarono la stagione 1987/'88 - diventò quasi un fenomeno di costume, attirando per la semifinale col Malines un interesse che andava molto oltre la tifoseria di riferimento.
Era una bella storia di calcio, e i media la raccontarono secondo criteri sportivi ottenendo riscontri da un vasto pubblico.
In tempi più recenti, la Coppa UEFA - quando si chiamava ancora così - è stata frequentata di passaggio da inediti assoluti come Empoli e Livorno: la prima arrivata a livelli impensabili col gioco e con l'organizzazione societaria; la seconda in grado di coronare con quel traguardo una rincorsa partita dal ritorno in A dopo mezzo secolo e passata per la fin troppo romanzata vicenda del suo capitano.
Ebbene, l'accoglienza fu diversissima: nell'indifferenza mediatica e senza copertura televisiva, filtrò l'idea che quell'exploit le avrebbe unicamente danneggiate in campionato.
Sottintendendo quanto confermato ogni anno dalle manipolazioni arbitrali nella lotta per i posti in CL: cioè che a quella NBA di ladri e mentecatti cui sono state ridotte le competizioni europee possono partecipare solo "certe" squadre, dotate di un determinato plafond a livello di stadi, fatturato e, ovviamente, bacino d'utenza.
Ecco, questi sono i criteri con cui la Seconda Repubblica del pallone ha trattato le "piccole": uno sfacelo sportivo, amministrativo e morale che ora, e da parte di chi ha contribuito a crearlo, si vuole caricare sulle spalle di Lotito.
La vera ratio di questa sconcia vicenda, partita con una bassezza da codice penale, è già stata illustrata: il Presidente è l'unico dirigente in grado di risanare il calcio italiano, mettendo in discussione modelli dirigenziali bancarottieri e ributtando in mezzo a una strada chi lo avvelena vegetando nelle sue pieghe.
Sarà una battaglia durissima, ma ce la farà: anche perché, nel collasso tecnico e dirigenziale cui lo hanno portato gli attuali padroni, la festa è comunque destinata a finire anche per loro.

Offline AlenBoksic

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #163 : Martedì 17 Febbraio 2015, 12:13:40 »
Lotito non è l’unico colpevole 

Che ipocrisia in tutta questa storia. Lotito è sì un «arricchito» convinto che spruzzare un po’ di latino sui concetti che esprime sia garanzia di rispetto e successo, ma farne l’unico colpevole di questa vicenda mi sembra troppo. Chiamerei infatti in causa tutti i media che girano intorno al calcio, che oggi si dicono indignati da quello che ha detto Lotito in una telefonata rubata, ma che hanno contribuito a creare (e sostenere) questo tipo di personaggi e di mentalità. Perché si sorvola su un bel gol di Tavano, che se l’avesse fatto Tevez sarebbe il gol dell’anno? Perché non posso vedere un bel servizio sul miracoloso Sassuolo, sul commovente Parma, sulle vere storie di calcio? 

Non ce la faccio più a sentire dei possibili perché della crisi della Roma quando sabato c’è il derby di Genova (sono genoano) e nessuno fa un bel servizio su questo fenomeno sociale che, in mancanza di altri obiettivi, lo rende come il palio di Siena per i senesi. Ecco, con questo modo di raccontare, Lotito può essere Lotito e continuare ad essere un importante dirigente del nostro calcio. Poi ci chiediamo perché abbiamo Tavecchio anziché Platini, perché una squadra in serie A viene acquistata da Ferrero anziché da uno sceicco.... continuiamo così che va bene.

Andrea Cerruti , Genova

http://www.lastampa.it/2015/02/17/cultura/opinioni/lettere-al-giornale/lettere-del-febbraio-ATCAmPSHy9PZLi80PckStK/pagina.html
Voglio 11 Scaloni

ThomasDoll

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #164 : Martedì 17 Febbraio 2015, 12:17:11 »
ieri avevo messo in circolo della roba pure io:

Un dirigente dell’Ischia, Lega Pro, registra una telefonata, la offre a un giornale amico (Repubblica) che ci costruisce sopra un caso. Nella telefonata, il campionario di Lotito: il linguaggio scorretto, la vanagloria, le millanterie. E poi, qui casca l’asino, il proditorio attacco alle più belle realtà del calcio cadetto: Carpi e Frosinone, troppo piccole per salire nell’Olimpo a zavorrare una già cigolante serie A, che raccatta la miseria di 1 miliardo/1 miliardo e duecento milioni l’anno, da dividere in parti diseguali con tutto il fronte del calcio professionistico italiano. Quindi, invocazioni di trasparenza e pene esemplari, esecrazione delle mafie che tengono incatenato lo sport nazionale, auspicio dell’intervento della politica, della procura federale, dei marines e della flotta interplanetaria.

Ma intanto cessa l’improvviso, potente accerchiamento arbitrale della Lazio, che nelle ultime settimane aveva provocato le proteste di Pioli. Forse perché mentre si dipinge Lotito come mammasantissima stona vederlo nel mirino di Nicchi e della classe arbitrale. E viene da chiedersi come mai lo sdegno per le rozze affermazioni del presidente biancoceleste si sia levato unanime in difesa di squadre che nessuno ha mai degnato di una menzione prima della sigla della notte di una Domenica Sportiva, da sempre monopolizzata da Juve, Inter, Milan, poi, Roma, poi Napoli, Fiorentina, Lazio. Come mai all’improvviso ci si accorge delle piccole, quelle che nessuno nomina mai, nemmeno come avversarie delle grandi?

Eppure la provincia è la patria del calcio pane e salame. Cosa saremmo senza il Carpi? Chi salverà un calcio dove il Frosinone non può aspirare al Paradiso ma deve inchinarsi alla potenza (sic) del Bologna?

Suvvia, siamo seri. Ma a chi credete di darla a bere? Lotito è un personaggio pessimo, se ne conosce l’ego smisurato, l’impeto moralista, la pedanteria seconda soltanto alla cafonaggine. Ma la sua Lazio è un modello di gestione virtuosa, nel pantano del dissesto del calcio italiano. Di più, paga puntualmente le rate del debito verso l’Erario accumulato dalle gestioni precedenti, unica a non passare per le scorciatoie del Lodo Petrucci (Napoli, Fiorentina, Torino) o per le vie agevolate della Legge Marzano (Parma). Quella che fa la voce grossa nell’invocare il rispetto del Fair Play Finanziario, proposto da Platini per combattere il malcostume del calcio che non paga i conti e che presenta bilanci dissestati e tarocchi. Le battaglie di Lotito si conoscono: stadi di proprietà, riduzione delle partecipanti ai campionati, premi per chi si presenta con i conti in ordine, un calcio padronale che torni ad avere il controllo sottraendolo ai calciatori, magari tornando a forme di vincolo più stringenti. E poca ciccia ai procuratori. Poco di nuovo, ma una ricetta rigorosa che faccia valere certe prerogative.

Non bisogna fare troppa strada per trovare società a cui le idee di Lotito non vanno a genio. Una che sta ristrutturando la propria situazione debitoria ricorrendo allo strumento del prestito obbligazionario è proprio la Roma, dirimpettaia della Lazio presieduta dal reprobo, che giusto qualche settimana fa aveva apostrofato con i soliti toni spicci il presidente Pallotta e i dirigenti giallorossi, invitandoli a sistemare il bilancio. Nel frattempo Lotito ha tessuto la sua tela riformando pezzi di calcio, imponendo nomine (Tavecchio) e cercando di indirizzare il Palazzo.

Oggi qualcuno ha deciso di non rimanere inerte di fronte alla tessitura lotitiana e mette mano agli strumenti disponibili per cambiare lo status quo. Cominciando con una bella telefonata registrata. Alla faccia del metodo pulito. Non si tratta di rivoluzione, né di moralizzazione: parole che nel calcio sono del tutto fuori luogo. E’ un regolamento di conti interno a un mondo chiuso, dove chi ha più armi prevarrà. Con buona pace del Carpi e del Frosinone, che presto torneranno a non interessare a nessuno, e anche dell’ingenuo lettore/bersaglio di campagne di stampa orchestrate ad arte. Mourinho aveva capito tutto.

ThomasDoll

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #165 : Martedì 17 Febbraio 2015, 12:19:26 »
e questa l'ha scritta un amico. Sembriamo i carbonari...



Il Lotito massacrato: ma è lui il peggio?
Certo, Lotito è un personaggio davvero urticante. Col presenzialismo, con quell'atteggiamento classico da padroncino. Ma il sistema non è certo Lotito...

di Pietro Manigas

Lotito parla romanaccio e ne spara a pallettoni. Se uno lo sente scopre che sa tutto lui. Il re della mezzacultura fatta di citazioncine e banalità retoriche, di latino e furbizia, convinto di essere una specie di Berlusconi reincarnato con una particolarità: sta antipatico anche ai suoi. I tifosi dlla Lazio lo vedono come fumo agli occhi. E ognivolta ch parla tirano giù i santi del Paradiso. Insomma ecco a voi il perfetto capro espiatorio del tempo. Antipatico, rozzo, altezzoso convinto che nessuno valga un piffero.

Ecco chi è il potere. Finalmente il potere vero del calcio ha nome e cognome. Lui è il Sistema, svelato dopo anni il Gomblotto. Dietro tutto e tutti c'era il telefonatore sboccato. Bene, un mistero in meno. Però, a conti fatti, mi pare che sia un po' superficiale l'analisi. Uno dovrebbe pensare che la sua squadra, visto il potere enorme del suo presidente, possa avere un aiutino a partita. Invece no. Anzi, a voler essere precisi, l'aiutino quest'anno è costante dall'altra parte del Tevere e in altri lidi, non certo in casa biancoceleste. Anzi, dopo una serie di danni qualcuno ha pensato: non è che la colpa sia del presenzialista logorroico? Ma no, è lui il capo gomblottista, a sentire i media.

Per esempio oggi si è scomodato Francesco Merlo a ricordare come 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)' prese per i fondelli la macchietta Lotito quando presentò i faraonico stadio delle aquile. Roma è già stata cotruita, disse... Stessa risposta non hanno avuto gli americani della Roma che invece sono sbarcati con una megaspeculazione folle sulle rive del Tevere con opere di urbanizzazione incredibili laddove doveva nascere un parco e tanto di quel cemento da spaventare. Nel silenzio delle istituzioni e nella sottovalutazione dei media. Già, sono americani. E intendono risanare i debiti con i soldi delle nostre banche e con gli affari sulla nostra pelle. Già, ma non parlano come Lotito che fa tanto fumo laddove mi sembra che altri facciano arrosto vero. E nel silenzio assordante mediatico.

Lotito è antipatico soprattutto perché incarna il padroncino classico italiano, perché ha l'atteggiamento di tanti che incontriamo costantemente al bar. Che fanno gli stampatori, gli editori, i ristoratori, i commercianti, gli industrialotti. I laziali sperano di vederlo sparire. Ma probabilmente come un bottegaio non può rappresentare il guaio economico di un Paese, Lotito non è la causa del male dello sport italiano.

Per questo penso che il fragore del caso non potrà che avvantaggiare il sistema vero, quello con la S maiuscola. Aspettare per credere.

ThomasDoll

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #166 : Martedì 17 Febbraio 2015, 12:21:05 »

Offline SAV

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #167 : Martedì 17 Febbraio 2015, 12:42:23 »
Scusate, ma chi è questo Giuliani?  ???

Zapruder

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #168 : Martedì 17 Febbraio 2015, 13:22:54 »
Scusate, ma chi è questo Giuliani?  ???

Un controsoffittaro che s'è messo a fare teatro, strizzando l'occhio aaaacurva per rimediare qualche spettatore.

In un pessimo film tv di anni fa, assieme a star del calibro di Alvaro Vitali, Enzo Salvo, Laura Troschel e altri di cui non vale la pena ricordare il nome, recita il ruolo di un truffatore.

Frequenta il giro di un ex calciatore roscio dell'asroma, che sarebbe un po' come er giro der Vichingo a Fregene. Uno che quando andò a vivere alla Garbatella chiese al portiere di non mettere il nome sul citofono, temendo che folle di aficionados rischiassero la vita accalcandosi al fatale portone. Ancora lo prendono per il culo raccontando 'sta cosa. L'ho incontrato qualche tempo fa in giro per Roma, più riconoscibile di una figurina di Mazzola: non se lo cacava nessuno.

Offline fish_mark

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #169 : Martedì 17 Febbraio 2015, 13:35:39 »
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

Zapruder

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #170 : Martedì 17 Febbraio 2015, 13:37:49 »
Antonio, non Massimo, fish.

Massimo è quello che ha smesso di fare l'imitazione del Fesso perché il dolce Capitano lo ha fatto "contattare" da certi suoi amichetti delle aradio.

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #171 : Martedì 17 Febbraio 2015, 14:27:01 »
Antonio, non Massimo, fish.

Massimo è quello che ha smesso di fare l'imitazione del Fesso perché il dolce Capitano lo ha fatto "contattare" da certi suoi amichetti delle aradio.

E vabbè, sempre romanista, nonché "grande" esperto di tattica.

PS E poi che hai contro la nobile arte del controsoffitto? ;D
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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Pomata

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #172 : Martedì 17 Febbraio 2015, 15:23:37 »
Giuliani, uno che non riesce a comprendere il famoso dilemma... ;D

Offline zorba

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #173 : Martedì 17 Febbraio 2015, 16:42:53 »
Proseguendo sulla scia "carbonara" di TD, interessante anche l'insospettabile Beha...

(il fatto quotidiano 17.02.2015)

Istruzioni per l'uso e l'abuso del calcio

Oramai siamo vicini agli scudetti a tavolino, o in borsa, o in base al pil cittadino e alla popolosità metropolitana

Il cosidetto e ormai amplificato "teorema Lotito" ha degli aspetti indubbiamente affascinanti nei suoi sviluppi. Di che si tratta? Intanto traduciamo letteralmente in soldoni il "teorema". Il presidente della Lazio nonché influente dirigente federale, magna pars con Galliani della fazione che ha sostenuto il ricambio ai vertici di un Abete con un Tavecchio, pensa e soprattutto dice (sia pure illegalmente registrato al telefono) in buona sostanza che "essendo tutta una questione di interesse e di denari, il calcio deve promuovere i grandi club, delle città più importanti, e non le squadrette di provincia".
Insomma siamo vicini agli scudetti a tavolino, o in Borsa, o in base al Pil cittadino e alla popolosità metropolitana. E' una specie di applicazione della "real politik" in senso molto più lato, del calcio come potere e come mercato, e già questo è motivo di fascinazione intellettuale. E Lotito, penalmente non proprio illibato, qualcosa dell'intellettuale che si esprime in latino ma non disdegna di mettere in mano alle sconcezze della realtà anche solo per ripulirla con le sue imprese, effettivamente ce l'ha. Il secondo aspetto del teorema che mi impressiona particolarmente, per lo svolgimento del quale forse bisognerebbe cominciare a ringraziarlo, è che Lotito ha detto qualcosa che in molti pensano, e magari nelle riunioni di Lega e nei conciliaboli a latere o nelle cene che fanno tanto ambiente esprimono anche. Ma ti pare che esiste in Italia tutto questo ambaradan di diritti tv, interesse, tifo e manipolazione politica delle folle perché vinca il Carpi invece - che so - del Bologna o del Catania, parlando di B e rimanendo nella sfera espressiva telefonica di Lotito? Gianni Brera senza troppo sforzo lo chiamava l'articolo V, ovvero chi ha il denaro ha vinto, molto vero solitamente e meno dannoso del Titolo V della Costituzione stravolto una quindicina d'anni fa e adesso di nuovo di moda. Sarebbe dunque da ringraziare il latinista perché se non altro ha stracciato il velo d'ipocrisia che avvolge la Rotondocrazia proprio come il Paese che la contiene e ne è spesso contenuto. In molti hanno all'incirca la sua idea, ovvero che la favola del Carpi sarà pure una favola bella ma è un lusso che un'industria come quella del pallone alla lunga non si può permettere. Certo, dopo l'esternazione gli stessi che condividono magari si stracciano le vesti, inveendo contro il "mascalzone". Ma trattasi per lo più di ipocrisia applicata, almeno ai vertici. E' ovvio che così non più di calcio o di sport (meglio: di gioco) staremmo parlando, ma di affari sia pure travestiti da "rigori" e "zone" e "uomo", ed è dura da ingoiare: ma più o meno tutto quello che accade nel pallone si rifà piuttosto al teorema di Lotito, che a un'idea pulita, limpida, trasparente di gioco sia pure assurto ad industria miliardaria. Quindi Lotito è grezzo ma franco, anche se ciò che dice non si concilia troppo bene con il suo ruolo dirigenziale nella Federcalcio, in teoria mossa da principi opposti al suo recente ed eclatante enunciato. Ma gli aspetti accattivanti del teorema lotitico non finiscono qui, nella sua adesione a un interessato "principio di realta" economica e nella sua polverizzazione dell'ipocrisia. Rimangono da analizzare tutte le eventuali conseguenze del cinismo praticato di Lotito. Nel campionato italiano, per esempio, i pareggi delle ultime due scalcinate provinciali contro i due squadroni in testa alla classifica sarebbero una palese violazione dei codici del Nostro: ma come vi permettete, vuoi mettere la regolarità dei risultati dei più forti con queste stranezze da incauti scommettitori? Estendendo il concetto, è molto più logico che la Lazio, realtà di grande peso, vinca a Udine, quale che sia il modo e indipendentemente da rigori appena accennati. Già, ma la Lazio è di Lotito...
E vogliamo immaginare che cosa potrebbe accadere in Europa sviluppando il teorema del presidente laziale? Ci manca solo che nei sedicesimi di Europa League, in calendario questa settimana, il Trabzonspor, ovvero la squadra turca di Trebisonda, elimini un club fantasmagorico come il Napoli di De Laurentis e Benitez, e poi siamo rovinati, non solo in quanto Napoli, ma misurando gli effetti negativi di un simile ribaltone sul metro degli interessi, dei vantaggi, dell'audience tv. E potremmo continuare... Lotito in definitiva ci ha esplicitato con una chiarezza commovente che anni di "la palla è rotonda" sono stati un equivoco geometrico. "La palla è rotonda", ma anche no, dovrebbe rispondere a criteri superiori. Mentre si litiga nelle Leghe tra gli amici e i critici del Pragmatico, si tenga conto che l'uomo ha scritto a caratteri cubitali la didascalia del calcio come non dovrebbe essere ma è, e sarà sempre di più. Va ringraziato, appunto...

Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Zapruder

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #174 : Martedì 17 Febbraio 2015, 17:09:00 »
Di più, paga puntualmente le rate del debito verso l’Erario accumulato dalle gestioni precedenti, unica a non passare per le scorciatoie del Lodo Petrucci (Napoli, Fiorentina, Torino) o per le vie agevolate della Legge Marzano (Parma).

Il lodo Petrucci è di per sé una porcata, perché consente a chi fallisce di farlo in tutta serenità, addebitando i costi alla collettività e contenendo al massimo le perdite, grazie al vergognoso paracadute rappresentato dalla "retrocessione" della nuova società che rileva il titolo sportivo dal Comune, di una sola categoria.

Ma c'è chi è riuscito ad aggirare anche questo giochino all'italiana: perché era possibile fare qualcosa di ancor più conveniente.

Proprio il caso della SSC Napoli 2004: dopo che il buon Naldi aveva atteso invano che San Gennaro facesse 'o miracolo di far presentare un imprenditore che salvasse la squadra che fu di Maradona, Bruscolotti, Jeppson, Juliano e Sallustro, il Napoli - quello vero - fallì e tutto finì nelle mani del curatore fallimentare: salvo il titolo sportivo che tornò a disposizione del Comune: in attesa di una persona "degna" di rilevarlo a costo zero e ripartire daccapo. I termini del lodo Petrucci però decorsero, e il titolo sportivo tornò nelle mani del curatore fallimentare: solo a questo punto saltò fuori il signor De Laurentiis, che comprò direttamente il titolo dalle mani del curatore - PROCEDURA ILLEGALE - pagandolo una trentina di milioni. Alle autorità e agli organi calcistici non restò che prendere atto del fatto compiuto: ovvero, nessuno di azzardò a disturbare il manovratore. E la categoria di assegnazione? Doveva essere la C1, col lodo Petrucci: fu la C1 anche senza lodo, perché naturalmente si tenne conto dei "meriti sportivi" del nuovo sodalizio: che fortuna, eh?

Il fatto che il nostro TD, come la maggioranza delle persone, pensi che il Napoli 2004 ricorse al "lodo", illustra chiaramente come la faccenda si svolse nel più assoluto silenzio mediatico: il vento della moralità e dei "meriti del campo" - a chi toccò rimetterci la C1 per far posto all'ingombrante inquilino introdotto a forza? - rimase ben nascosto, tra le chiappe serrate (perché è da lì che certi venti hanno origine) dell'Eolo di turno.

Offline DinoRaggio

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #175 : Martedì 17 Febbraio 2015, 17:50:05 »
Davvero imponente lo schieramento mediatico sceso in campo contro Lotito, sentito oggi pomeriggio a scaitiggì24 "Lotito, che sostiene l'illegittimità della promozione del Carpi" ed altre mistificazioni del genere. Non poteva certo stare con le mani in mano il Procuratore Federale, il quale, con tutto ciò che succede nel calcio italiano, va a cercare col lanternino casi inerenti la Lazio. Quale miglior periodo di questo per un deferimento? Anzi, un doppio deferimento. Lotito deferito per uno "sfogo" contro l'arbitraggio di Lazio-Genoa ("sfogo" ascoltato dall'ex arbitro Farina) e per le dichiarazioni registrate da Iodice.

Un li mortacci tua pure a Beha ("rigori appena accennati"), a chi lo paga per scrivere ed al suo mandante.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Er Matador

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #176 : Martedì 17 Febbraio 2015, 17:50:48 »
a chi toccò rimetterci la C1 per far posto all'ingombrante inquilino introdotto a forza?
Al termine della stagione 2003/'04, numerosi club mancarono l'iscrizione a quella successiva: fra quelli reduci dalla C1, le retrocesse Varese, L'Aquila e Paternò sparirono dai campionati professionistici, mentre la Viterbese - fresca di sconfitta nella finale dei play-off per la B col Crotone - si iscrisse alla categoria inferiore tramite Lodo Petrucci.
Per i ripescaggi si privilegiarono, com'era sempre accaduto fino a qualche anno fa, le retrocesse: Pavia e Prato ne usufruirono nell'altro girone, mentre qui il Taranto era l'unica fra le tre scese di categoria a non aver chiuso bottega, ma faticò non poco per sopravvivere almeno in C2 e non presentava quindi i requisiti.
Esaurite le retrocesse, sarebbe probabilmente toccato alla prima fra le non promosse, verosimilmente nel girone C: ma il Brindisi fallì proprio quell'estate, mentre la Fidelis Andria semifinalista non poteva accedere al ripescaggio perché appena ricostituita col Lodo Petrucci.
Rimanevano le finaliste degli altri due gironi, Alto Adige e Gualdo: per solidità economica spettava probabilmente ai primi, sia pure col rischio di uno sbilanciamento geografico troppo marcato che comunque, in epoca di gironi già misti fra Nord e Sud, non ne avrebbe ostacolato la composizione.
Fu un abuso, certamente, ma il posto loro destinato non era occupato in maniera così inequivocabile.
Molto peggio quanto accadde con la fetenzia viola, per la quale fu proposta direttamente la C1 in virtù del fatto - non è uno scherzo - che gli stadi della serie inferiore non potevano contenerne la tifoseria.
Non si arrivò a questo, ma la società costituita fuori tempo massimo dal sindaco Domenici venne ammessa alla C2 nonostante la neo-retrocessa Rondinella, con sede societaria entro i confini del comune gigliato, detenesse un'indiscussa priorità nel momento in cui si fosse deciso di premiare il "grande centro" con una rappresentanza fra i professionisti.
Per tacere del fallimento pilotato del Cosenza alterandone la contabilità - c'è una sentenza di tribunale al riguardo -, che liberò il posto in B per un vero e proprio golpe: contro il regolamento e contro i criteri di accesso al ripescaggio, penalizzanti in maniera inequivocabile nei confronti di un club con meno di cinque anni di affiliazione alla FIGC.
Completarono l'opera il Relegationsspiel alla tedesca contro il Perugia, mai riproposto, e come tessuto connettivo del progetto arbitraggi da far impallidire al confronto la xxxx di Garcia.
Giusto per ricordare la realtà a queste merde, sempre pronte a lamentarsi per "quante ce ne hanno fatte": quante piccole hanno dovuto fare strada per riportare in A un club irrilevante?
E quanto hanno intascato i creditori di Cecchi Gori e della vecchia municipalizzata 1926?

Offline BobLovati

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #177 : Martedì 17 Febbraio 2015, 17:54:56 »


Secondo me alla fine poteva dire "vattana" , sarebbe stato perfetto.

me fa ride de più quando fa il serio che quando dice di fare il comico      ;D
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

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Offline AlenBoksic

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Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #178 : Martedì 17 Febbraio 2015, 18:05:17 »
Scusate, ma chi è questo Giuliani?  ???

Il bandito Giuliani
 ;)
Voglio 11 Scaloni

darienzo

Re:Chiacchiera, blatera e ciarla (e il nemico ti ascolta)
« Risposta #179 : Martedì 17 Febbraio 2015, 18:53:15 »
Io non tradisco il Patron, continuo a vivere e a lottare insieme a lui manifestandogli il mio sentimento di umana simpatia