Autore Topic: Allenatori: best of 1985-2015  (Letto 2383 volte)

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Offline Sick Boy

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Allenatori: best of 1985-2015
« : Martedì 10 Febbraio 2015, 18:21:04 »
L'altro giorno per motivi indipendenti da questo topic mi sono trovato a scartabellare un po' tra gli "annales" calcistici in mio possesso. Ho visionato materiale riguardo le squadre scudettate dalla metà degli anni ottanta ad oggi, e ho tirato giù una velocissima classifica dei tecnici che hanno conquistato tricolore e Champions negli ultimi 30 anni.
La classifica degli scudetti dice: Capello 5 (7*), Lippi 5, Conte 3, Mancini 3 (2*), Mourinho 2, Trapattoni 2, Allegri 1, Ancelotti 1, Eriksson 1, Zaccheroni 1, Boskov 1, Bigon 1, Sacchi 1, Bianchi 1, Bagnoli 1.
* Vittorie effettive senza le sentenze relative a Calciopoli.
Quella della Champions recita: Ancelotti 3, Heynckes 2, Guardiola 2, Mourinho 2, Ferguson 2, Del Bosque 2, Hitzfeld 2, Sacchi 2, Di Matteo 1, Rijkaard 1, Benitez 1, Lippi 1, Van Gaal 1, Capello 1, Goethals 1, Crujyff 1, Petrovic 1, Hiddink 1, Jorge 1, Jenei 1, Trapattoni 1.
Ne vengono fuori alcuni dati che ritengo interessanti. Innanzitutto la preponderanza della scuola tattica italiana: nonostante una vera e propria invasione di profetti dall'estero dagli anni ottanta in poi, nell'ultimo trentennio solo tre tecnici stranieri si sono fregiati del tricolore: Boskov, Eriksson e Mourinho. A una lettura più attenta del dato, va sottolineato poi come Boskov e Eriksson (lo "svedese napoletano" lo chiamavano a un certo punto) si fossero immersi anima e corpo nella realtà, tattica e ambientale, italiana. E soprattutto, i due arrivarono all'agognato successo dopo una lunghissima militanza nella nostra Serie A, cambiando anche parecchie squadre. In 30 anni, l'unico che è riuscito a fare "veni, vidi, vici" arrivando da fuori in pratica è stato il buon vecchio Mou, non per niente un allenatore considerato molto "italiano" nel modo di far stare le sue squadre in campo.
Dire che per vincere in Italia bisogna giocare all'italiana può apparire come una banalità gigantesca, ma in realtà l'impatto dei "guru" stranieri nell'immaginario collettivo calcistico è stato molto forte negli ultimi anni. Invece sembra che al contrario della crisi dei vivai e dei calciatori, la nostra scuola di tecnici non stia tramontando. Certo a quelli relativamente più giovani manca la consacrazione europea (Conte, Mancini, anche se quest'ultimo ha vinto anche fuori dall'Italia) che invece hanno trovato Lippi, Capello e Ancelotti, capaci di primeggiare in Italia anche e soprattutto quando si vinceva anche in Europa.
E qui veniamo alla Champions: negli ultimi 30 anni 6 tecnici italiani hanno alzato la Champions (Trapattoni, Sacchi, Capello, Lippi, Ancelotti, Di Matteo). Seguono gli olandesi a 4 (Hiddink, Crujyff, Van Gaal, Rijkaard) e poi gli spagnoli a 3 (Del Bosque, Benitez, Guardiola). In questo senso un'anomalia può essere considerata Sacchi, l'unico a praticare un certo tipo di rivoluzione culturale che ripudiava il calcio all'italiana, e che non per niente a dispetto dell'incredibile materiale umano avuto a disposizione, ha vinto un solo scudetto in patria, per giunta anche parecchio rocambolesco.
Tutto questo per dire che gallina vecchia sembra fare buon brodo, e che prima di rinnegare le radici tattiche italiane sull'altare del "gioco" (senza scomodare la furia zonista degli anni novanta, basti pensare alle quintalate di imitazioni del tiki-taka negli ultimi anni) bisognerebbe pensarci bene. Parlare di radici italiane non significa certo esaltare solo il mitico "catenaccio e contropiede" ma rendersi conto che molte imprese calcistiche dei tempi moderni hanno avuto i piedi ben piantati per terra nella Penisola.

Offline AlenBoksic

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Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #1 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 09:08:30 »
). In questo senso un'anomalia può essere considerata Sacchi, l'unico a praticare un certo tipo di rivoluzione culturale che ripudiava il calcio all'italiana, e che non per niente a dispetto dell'incredibile materiale umano avuto a disposizione, ha vinto un solo scudetto in patria, per giunta anche parecchio rocambolesco.

Da notare anche che, andato via l'ometto di Fusignano, quel Milan (più vecchio) in campionato non perse per due anni di fila, vincendo tre scudetti di fila e in Coppa arrivò in finale per tre anni di seguito.
Per giunta la rivoluzione culturale (che comprendeva la "cultura della sconfitta" ben praticata a Bergamo e a Marsiglia...) deve molto se non tutto ad una provvidenziale nebbia calata su Belgrado.
Nebbia dovuta ad una particolare insistenza dell'anticiclone delle Azzorre che si verificò in quel 1988 e mai più ripetutasi,
tanto che quello viene considerato l'inverno più anticiclonico in assoluto,
mondocane.
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Offline Breizh

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Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #2 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 10:16:43 »
Da notare anche che, andato via l'ometto di Fusignano, quel Milan (più vecchio) in campionato non perse per due anni di fila, vincendo tre scudetti di fila e in Coppa arrivò in finale per tre anni di seguito.
Per giunta la rivoluzione culturale (che comprendeva la "cultura della sconfitta" ben praticata a Bergamo e a Marsiglia...) deve molto se non tutto ad una provvidenziale nebbia calata su Belgrado.
Nebbia dovuta ad una particolare insistenza dell'anticiclone delle Azzorre che si verificò in quel 1988 e mai più ripetutasi,
tanto che quello viene considerato l'inverno più anticiclonico in assoluto,
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Il celberrimo Cul de Sac.

Zapruder

Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #3 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 14:06:55 »
Sacchi è uno spartiacque, nella storia del calcio.

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Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #4 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 18:19:53 »
Da notare anche che, andato via l'ometto di Fusignano, quel Milan (più vecchio) in campionato non perse per due anni di fila, vincendo tre scudetti di fila e in Coppa arrivò in finale per tre anni di seguito.
Per giunta la rivoluzione culturale (che comprendeva la "cultura della sconfitta" ben praticata a Bergamo e a Marsiglia...) deve molto se non tutto ad una provvidenziale nebbia calata su Belgrado.
Nebbia dovuta ad una particolare insistenza dell'anticiclone delle Azzorre che si verificò in quel 1988 e mai più ripetutasi,
tanto che quello viene considerato l'inverno più anticiclonico in assoluto,
mondocane.

http://www.tuttochampions.it/nebbia-a-belgrado/stella-rossa-milan-quando-la-nebbia-cambia-la-storia-del-calcio-6892

Offline AlenBoksic

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Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #6 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 19:19:42 »
 l'ometto di Fusignano
Il più grande bluff (le cui tossine ancora sono toste da smaltire) della storia del calcio: un dispendio sciagurato di energie ed una insensata spremitura di campioni per ottenere un quinto di quello che a parità di risorse avrebbe ottenuto un onesto trapattoni qualsiasi.

Se poi penso al catenaccio inverecondo ed alla gestione sciagurata del goleador più prolifico di quel periodo nella finale contro il Brasile di Romario ancora mi viene da vomitare.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Sick Boy

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Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #7 : Giovedì 12 Febbraio 2015, 11:39:16 »
Se poi penso al catenaccio inverecondo ed alla gestione sciagurata del goleador più prolifico di quel periodo nella finale contro il Brasile di Romario ancora mi viene da vomitare.

Questa infatti parlando di Sacchi è una questione ancora (almeno in parte irrisolta): come abbia fatto il vate del calcio offensivo della fine del ventesimo secolo, a sprecare completamente il potenziale di Beppe Signori nell'anno di grazia 1994 (senza dimenticare la gestione travagliatissima di altri che erano abituati a segnare gol a grappoli come Roberto Baggio e Casiraghi), ancora non è dato sapere.

Zapruder

Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #8 : Giovedì 12 Febbraio 2015, 19:29:55 »
Questa infatti parlando di Sacchi è una questione ancora (almeno in parte irrisolta): come abbia fatto il vate del calcio offensivo della fine del ventesimo secolo, a sprecare completamente il potenziale di Beppe Signori nell'anno di grazia 1994 (senza dimenticare la gestione travagliatissima di altri che erano abituati a segnare gol a grappoli come Roberto Baggio e Casiraghi), ancora non è dato sapere.

Sacchi vate del calcio offensivo? E' vero esattamente il contrario.

Quanto all'utilizzo degli attaccanti, a quel Mondiale andarono i primi tre della classifica marcatori: Signori, Zola e Roberto Baggio. Tutte seconde punte, però: il primo tra i centravanti classici (a formare la coppia canonica) era Silenzi: Sacchi si affidò a Casiraghi, che onestamente non ricordo brillare più di tanto, e poi all'atipico Massaro. Peraltro l'Arrigo arrivò al Mondiale pieno di dubbi, tanto che sconfessò se stesso con un inusitato 4-3-3 nella prima partita, pur di schierare assieme Baggio e Signori al fianco di Casiraghi: con esiti disastrosi.

Signori in campo nel suo ruolo poteva giocare solo al posto di Baggio. Impensabile. Si potevano schierare i due assieme ma sarebbe stato un altro esperimento, e non poco azzardato.

Per me l'errore più grave lo commise proprio Signori, rifiutando di giocare la finale. Non certo l'unico errore dettato dall'istinto della sua vita.

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Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #9 : Giovedì 12 Febbraio 2015, 21:55:44 »
Per me l'errore più grave lo commise proprio Signori, rifiutando di giocare la finale.

Credo che Beppe rifiutò solo di entrare a partita in corso.

Offline Sick Boy

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Re:Allenatori: best of 1985-2015
« Risposta #10 : Venerdì 13 Febbraio 2015, 18:49:08 »
Sacchi vate del calcio offensivo? E' vero esattamente il contrario.

Quanto all'utilizzo degli attaccanti, a quel Mondiale andarono i primi tre della classifica marcatori: Signori, Zola e Roberto Baggio. Tutte seconde punte, però: il primo tra i centravanti classici (a formare la coppia canonica) era Silenzi: Sacchi si affidò a Casiraghi, che onestamente non ricordo brillare più di tanto, e poi all'atipico Massaro. Peraltro l'Arrigo arrivò al Mondiale pieno di dubbi, tanto che sconfessò se stesso con un inusitato 4-3-3 nella prima partita, pur di schierare assieme Baggio e Signori al fianco di Casiraghi: con esiti disastrosi.

Signori in campo nel suo ruolo poteva giocare solo al posto di Baggio. Impensabile. Si potevano schierare i due assieme ma sarebbe stato un altro esperimento, e non poco azzardato.

Per me l'errore più grave lo commise proprio Signori, rifiutando di giocare la finale. Non certo l'unico errore dettato dall'istinto della sua vita.

Mah, su Signori sono poco incline a perdonare Sacchi. E' vero che il nostro si è fatto tradire spesso e volentieri dall'istinto (si potrebbe parlare a lungo della sua decisione di lasciare la Lazio, con la quale probabilmente avrebbe finalmente vinto molti trofei dopo pochi mesi), ma in quegli anni Signori era un qualcosa di inarrivabile, personalmente continuo a pensare che, in termini puri offensivi, solo in Ronaldo (e solo per una stagione) in Italia ho visto qualcosa di meglio del Beppe di quegli anni. Definire un esperimento un eventuale duo Baggio-Signori è tecnicamente esatto, visto che nessuno dei due era una prima punta, ma se ricordate la partita con la Spagna nei quarti di finale, secondo me (ma qui entriamo ovviamente nel dedalo, spesso inestricabile, dei pareri personali) ne avremmo viste delle belle. Ad ogni modo, “regalare” un Signori così al di là degli equilibri tattici, l’ho sempre trovato folle. Così come preferire Massaro a Casiraghi, anche se Gigi non aveva le medie realizzative di Beppe, of course.
Su Sacchi a questo punto sono incuriosito dalle due affermazioni. “E’ stato uno spartiacque” in che senso? E soprattutto, è stato un vate del calcio difensivo? A me non sembra considerando il concetto di squadra corta inculcato a forza, e che incredibili disastri ha provocato nelle sue brutte copie, con le partite a scacchi di fine anni ottanta che si sono trasformate in revival dei Mondiali di Svizzera del ’54 (ma in questo passaggio probabilmente hanno responsabilità, oltre alle varianti tattiche, le famigerate regole del fallo “da ultimo uomo” e il retropassaggio al portiere vietato).