Corriere dello Sport
Riecco Perea «Cara Lazio ti aiuto io» Sono pronto, mi sento a casa. Pioli farà crescere anche me, posso segnare più della prima stagione»
A sinistra Perea rientrato dal prestito del Perugia; sopra dall’alto Gonzalo Bergessio, 30 anni, e Alvaro Gonzalez, 30 anni
Richiamato. Riacquistato. Ritornato. Rilanciato. Riecco Brayan Perea, la prima mossa per rimpolpare l’attacco: « Sono pronto, ho una grande voglia di giocare e di far vedere il mio valore in questo gruppo che sta facendo benissimo». Ricomincia dalla Lazio, ricomincia dai 5 gol segnati l’anno scorso. Ricomincia dopo l’esperienza vissuta a Perugia. E’ andata male, non c’era feeling con Camplone. E’ fratello (calcistico) di Keita e Felipe Anderson, sono amicissimi. Vuole conquistare Pioli, oggi sarà convocato per Cesena, può giocare domani (magari in corsa). Perea s’è ripresentato ai tifosi parlando a Lazio Style Radio: «Sono contentissimo, i compagni mi hanno accolto in maniera inaspettata, mi hanno fatto sentire di nuovo a casa. Quando sono andato via ero reduce da un infortunio, si è cercata una soluzione che mi permettesse di avere un po’ di spazio. Non è andata come volevo, sono contento per questa nuova opportunità». A Perugia non si sentiva a casa: «Ho conosciuto un gruppo speciale, ho fatto di tutto per tornare al top della forma, ma l’allenatore non mi vedeva come un giocatore adatto alla serie B. Mi diceva che avevo un po’ di paura, che ero intimorito». Un anno fa si parlava dei gol di Perea e delle panchine di Felipe Anderson. Oggi il suo amico Felipe è un fenomeno: «Siamo arrivati insieme e abbiamo avuto delle difficoltà. Ha dimostrato il suo valore, è il vero Felipe Anderson. La Lazio ha bisogno di lui».
Lui e Pioli. Il Coco ha parlato con Pioli, l’impressione è stata ottima: «Pioli è un allenatore molto umano. Mi ha detto che se ho qualche problema ne posso parlare con lui. So che quando arriverà il mio momento dovrò sfruttare l’occasione, le mie caratteristiche sono importanti per il gioco della squadra. Se un allenatore dà fiducia al giocatore è la cosa migliore. In campo entri con la giusta tranquillità, pensi di fare il meglio. Pioli è servito tanto ai giovani della Lazio, sta a me conquistare la sua fiducia e dimostrare sul campo ciò che so fare». Perea ha ricordato a tutti il suo segno distintivo: «Mi avete visto, mi piace correre e fare pressing. Quando non abbiamo palla posso fare questo tipo di lavoro. Le mie caratteristiche si adattano ai compagni, posso giocare sia da prima punta che insieme ad un altro attaccante. Non ho problemi». Ha un solo obiettivo: «Voglio aiutare questa squadra a far bene. Stiamo esprimendo un ottimo gioco. Ho sempre creduto in questa Lazio, ci sono tanti nazionali e non è una cosa comune. Mancava solo una guida che fosse capace di imporre il gioco giusto per noi». All’inizio è dura per tutti: «Arrivavo da un calcio diverso come quello colombiano e la Lazio attraversava un momento difficile. La prima stagione laziale non mi ha soddisfatto, ma credo che segnare cinque gol non sia una cosa facile. Posso fare molto meglio». Ha notato una differenza su tutte: «Nello spogliatoio si respira un’altra aria. Dalle facce dei miei compagni si capisce che c’è voglia di andare avanti così, da Cesena in poi».
Daniele Rindone
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