È morto Pino Wilson

[Fabio70rm]

Bruttissima notizia.

R.I.P.

 

[geddy]

Bello il servizio di rainews. Lungo, emozionante. Bravi.

[Il frigorifero]

Riposi in pace.

[Fabio]

mai una gioia..

Riposi in Pace

[Gotty]

Mi spiace tantissimo. Con lui ho parlato per almeno mezz'ora della Lazio che fu in Piazza della Libertà in occasione della nascita della Fondazione Lazio un mese fa. Disponibile, nostalgico e appassionato. So di essere impopolare, ma calcisticamente più forte di Nesta. Carisma e grinta fuori del comune.
Le sue scelte successive non attengono a questo topic.

Concordo su tutto.
RIP

[MagoMerlino]

Non ci sono parole per esprimere il dolore.
Capitano di una squadra di eroi calcistici entrata nel mito e vittima di una maledizione.

P.S. Aprendo questo topic di cordoglio pensavo di non dover leggere le solite contumelie, ma evidentemente c’è chi non riesce neppure in situazioni come questa ad essere scevro dalle proprie ossessioni. Vergognatevi. 

[Wasicu]

grande classe, lo ricordero' sempre   !!!

[bisevac]

Bisevac, ti confermo che lo chiamavamo tutti Pinotto.

Grazie. Eravamo piccolini, ma questa cosa non ci è mai passata di mente. Prima partita vista 1972, orgoglio mai vergogna

[gentlemen]

Essendo del '73 non ho vissuto "in diretta" quella Lazio, Eroica e maledettamente Romantica, guidata da due personalità forti e diverse, due Leader, Giorgio Chinaglia e Pino Wilson, con Maestrelli a fare da saggio collante e fautore di questa miscela vincente.
Pino Wilson era il Capitano del Primo Scudetto, un giocatore ed una persona esempio di saggezza e bontà, doti che, oltre ad aver caratterizzato quella impresa di una squadra bella forte e folle, lo hanno portato pure a caricarsi, in anni successivi difficili, colpe e responsabilità che forse non gli appartenevano, magari per salvare la carriera a qualche ragazzo più giovane.
Comportamenti da Capitano, da Condottiero, molti giovani tifosi lo hanno apprezzato, oltre che nei racconti e nelle immagini di repertorio, per la sua vicinanza alla Lazio come opinionista nelle varie radio e trasmissioni Laziali, lui che era Il Capitano dei Laziali.
Un Signore ed un Capitano, Ciao Pino Wilson.

[zorba]

Bello il servizio di rainews. Lungo, emozionante. Bravi.

https://www.raisport.rai.it/articoli/2022/03/Morto-Pino-Wilson-ae730921-6714-478c-89ae-a8be1aaa8659.html

https://www.raiplay.it/video/2013/09/I-ragazzi-di-Maestrelli---Sfide-del-16092013-8d68938d-6f0e-4d85-91c1-e1b3222626f9.html

[Arch]

Funerali domani ore 11,00 - Cristo Re a Viale Mazzini.

[Er Matador]

Purtroppo, per motivi anagrafici, non ho vissuto quell'epopea.
Leggendo i vostri commenti, confermo un'impressione: in che misura, nella narrazione, si sia sottovalutata la dimensione tecnica di quella squadra.
Il personaggio Wilson più o meno ha trovato collocazione nell'immaginario collettivo.
Il fatto che fosse un difensore così forte assai meno.
Che la terra gli sia lieve.

[ThomasDoll]

Al di là dei racconti epici e delle secchiate di retorica, il percorso di Mestrelli alla Lazio dice tutto: su due piedi la coppa delle Alpi con la squadra retrocessa con Lorenzo, poi la promozione, lo scudetto perso all'ultima, quello vinto, il quarto posto con crollo finale dopo la notizia della malattia (fino a gennaio la Lazio era la principale antagonista della Juve nella corsa allo scudetto, si cominciò a perdere quota con la sconfitta di Ascoli), la salvezza dopo il disastro corsiniano e lo smembramento scellerato di gran parte dell'asse centrale della squadra.
Un simile ciclo vincente, lungo oltre 4 anni, si può fondare soltanto su calciatori bravi, per quanto eccezionale fosse il mister: poi pistolettate e risse fanno parte del racconto, chi lo nega. Ma Wilson, Chinaglia, Re Cecconi, Pulici, Martini, Frustalupi, Oddi, lo stesso Nanni più il talentuoso Vincenzino erano giocatori di caratura nazionale e internazionale. Che molti di loro non abbiano trovato sfogo in azzurro è dovuto al fatto che giocavano con la Lazio e che all'epoca il giro azzurro era ristretto e appannaggio delle strisciate, con tutto il corollario di stampa amica.
La Lazio dell'epoca era una grande squadra, se la si fosse trasferita a Milano con una maglia a strisce avrebbe di sicuro vinto di più e dato più giocatori alla nazionale del '74.
Non credo sia una bestemmia sostenere che Wilson in quei tre anni d'oro fu forte almeno quanto un Franco Baresi (che faticò a lungo anche lui prima di trovare posto in azzurro).

[ThomasDoll]

Basta guardare a quanti centravanti ci facevano gol in una stagione per chiedersi, in un calcio in cui si marcava a uomo, com'è possibile che Oddi stesse dietro a Morini e Bellugi nelle gerarchie della nazionale. Inconcepibile. Pure Bet ha giocato in nazionale. Le piccole comparsate di Wilson con Burgnich titolare imbolsito come un paracarro. Martini dietro a Facchetti ci poteva stare, anche se Giacinto era un vecchione, come pure Cecco pagava dazio alla composizione del centrocampo, dove l'incontrista era Benetti, altre caratteristiche. Pulici in Italia poteva stare dietro a Zoff, non certo a Castellini, Albertosi, Paolo Conti. Ma insomma si poteva in generale portare più Lazio.
Poi dice perché i polacchi ci hanno mandato a casa. G.a.c, giocavano i messicani per forza, anche dopo la sveglia presa col Belgio nel '72...
Erano anni in cui la nazionale teneva banco, che ne sapete voi miscredenti giovinastri

[bisevac]

Ricordiamo che ci fu una preselezione di 40 giocatori con 6 laziali, oltre ai tre che andarono effettivamente in Germania Ovest c'erano Pulici e Martini, l'altro forse Oddi ma non ne siamo sicuri.

D'Amico giocava nell'allora Under 23 che disputava l'Europeo di categoria

[giocher74]

RIP Capitano!

[Orazio Scala]

Ricordiamo che ci fu una preselezione di 40 giocatori con 6 laziali, oltre ai tre che andarono effettivamente in Germania Ovest c'erano Pulici e Martini, l'altro forse Oddi ma non ne siamo sicuri.

D'Amico giocava nell'allora Under 23 che disputava l'Europeo di categoria

Sì i sei sono quelli da te indicati.

[geddy]

Credo fosse anche nei 40 preselezioni per i mondiali d'Argentina. Sicuro c'era Manfredonia,Giordano non so.

[Orazio Scala]

Purtroppo, per motivi anagrafici, non ho vissuto quell'epopea.
Leggendo i vostri commenti, confermo un'impressione: in che misura, nella narrazione, si sia sottovalutata la dimensione tecnica di quella squadra.
Il personaggio Wilson più o meno ha trovato collocazione nell'immaginario collettivo.
Il fatto che fosse un difensore così forte assai meno.
Che la terra gli sia lieve.

Se vai a ripescare giornali e resoconti dell'epoca, ti balzerà agli occhi il trattamento riservato a quella Lazio: mentre i titoli "eversivi" di Cagliari prima e in seguito Torino, As, Verona, furono trattati all'insegna della "simpatia", della salutare rottura delle posizioni consolidate ecc., il nostro fu liquidato con alzate di spalle e generale fastidio. Non saprei dire perché avvenne questo, ma immagino che l'elemento indigesto fosse la nostra romanità: vista con fastidio al nord - un conto è applaudire l'exploit della Sardegna, un conto quello della Capitale - e come ovvio intuire anche a Roma stessa. Perché non avvenne lo stesso per il campionato fatto vincere a Viola nel 1983? Perché la comunicazione romana si comportò in ben altro modo e perché da qualche anno, a livello nazionale, era in atto un'opera di recupero dell'immagine di Roma, grazie anche al venire meno del clima tipico degli anni Settanta.

Le conseguenze della scarsa considerazione mediatica di quella Lazio furono ben visibili al momento delle convocazioni per il Mondiale tedesco: solo Chinaglia, Wilson e Re Cecconi partirono per Monaco, giocando i primi due un paio di mezze partite. Nel 1970 in Messico andarono SEI calciatori del Cagliari, quattro dei quali - Albertosi, Cera, Domenghini, Riva - titolari inamovibili. Anche nel 1978 la pattuglia del Torino, sulla cresta dell'onda da tre anni, era composta di sei elementi, anche se poco impiegati, ma perlomeno chiusi dal granitico blocco juventino che infatti garantì risultati eccellenti in quel torneo.

Mai capito, sinceramente, come al di là dei risultati in amichevole la Nazionale del '74 godesse di così tanta considerazione: benché reduci da tre pessime annate, c'erano CINQUE calciatori dell'Inter; l'ossatura era ancora composta dai "messicani" ormai logori e strabolliti; ancora era irrisolto il dualismo Rivera-Mazzola! Furono illusorie le vittorie in amichevole, suggestive, contro un'anonima Inghilterra e contro il Brasile, che al Mondiale dimostrò infatti la sua momentanea eclisse. Presentarci come "favoriti" (!) in un torneo con i padroni di casa tedeschi, doppiamente campioni d'Europa in carica, e con l'Olanda espressione del favoloso Ajax, supera ampiamente i limiti della presunzione imbecille. La spedizione fu organizzata in maniera talmente sgangherata che stavolta nemmeno i giochetti politici di Franchi, che ben avevano funzionato in Messico e ancor meglio funzioneranno in Argentina e in Spagna, poterono nulla: non si riuscì nemmeno ad "aggiustare" la partita con la Polonia, operazione più che possibile stando alle storie tramandate ma saltata per la confusione organizzativa regnante.

Una volta tanto aveva ragione Chinaglia, quando disse che in Germania dovevano andare almeno otto laziali. Purtroppo Valcareggi, già in balia degli eventi in Messico, diede il peggio di sé in quella edizione. Naturalmente la pagammo cara, per via soprattutto della faccenda della sostituzione contro Haiti. Il mitomane Brera accusò Wilson - dandogli gratuitamente del "miope" - per i gol incassati contro la Polonia. Erano tempi in cui il commento era prerogativa di pochissimi e lo stile di scrittura di Brera ne mascherava la competenza non certo superiore a quella di un tifoso da bar: i suoi "marchi" restavano appiccicati sulla pelle, chiedere al buon Egidio Calloni su tutti.

[Orazio Scala]

Credo fosse anche nei 40 preselezioni per i mondiali d'Argentina. Sicuro c'era Manfredonia,Giordano non so.

Manfredonia era tra i 22. Era convinto di giocare contro l'Argentina invece Bearzot preferì Cuccureddu. Insultò pubblicamente il CT e la sua storia in Nazionale si chiuse lì.

D'Amico tra i 40 lo ricordo bene.*

* Correggo, D'Amico era stato preso in considerazione per i 40 ma non rientrò nemmeno tra questi.