Autore Topic: Il sogno di Cataldi: un debutto magico  (Letto 679 volte)

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Il sogno di Cataldi: un debutto magico
« : Sabato 24 Gennaio 2015, 09:35:23 »
Corriere dello Sport




Il sogno di Cataldi: un debutto magico.
Prima da titolare in A: è nella scia di Nesta e De Silvestri
(Corriere dello Sport)

Nesta, Di Vaio, De Silvestri e Danilo Cataldi. E’ lui, è Cataldi, l’ultimo romano-laziale a debuttare da titolare in serie A. Non ha l’età, ma è un uomo perché farà una cosa da grande: Cataldi è in pole, dovrebbe giocare. Se Biglia sarà out toccherà a lui stasera, dal primo minuto, contro il Milan. Uomini bandiera, maglie bandiera, di questo c’è bisogno all’Olimpico. E’ un segno del destino, la chiamata di Pioli sta arrivando nel giorno giusto. Danilo Cataldi ha esordito da titolare in Coppa Italia (contro il Torino), ha debuttato in A con la Lazio entrando in corsa (contro il Napoli). E adesso…

Il simbolo. La maglia bandiera, quella che rievoca le imprese del passato, i momenti difficili, oggi sarà indossata anche da un laziale vero ed è giusto così. Danilo Cataldi, calciatore e tifoso biancoceleste. E’ cresciuto nella Lazio, ha fatto tutta la trafila. E’ nato a Roma Nord, sulla Cassia, la strada del destino è partita da lì. Ha atteso questo giorno per una vita (seppur giovane), fremeva, scalpitava. Non tradisce emozione, ci dorme la notte al pensiero di giocare in serie A, tra i grandi, davanti ad un Olimpico in festa. Nel calcio l’età non conta, i baby d’oro biancocelesti lo dimostrano. Non c’è solo Felipe Anderson, c’è anche Cataldi, è un predestinato, è il futuro della Lazio. Un giorno sarà capitano, è bello pensarlo, è bello crederlo. Romano e laziale, è un figlio di Formello, può entrare nella storia di diritto. Ogni suo esordio rende felici i tifosi, amano riconoscersi nei giocatori, vivono di sacralità. Cataldi ha tutto per sfondare nel calcio e vuole farlo con la Lazio, promette di amarla, onorarla e difenderla sempre. Quando era lontano, quando era a Crotone, diceva sempre «sogno la Lazio», «voglio la Lazio», «penso alla Lazio». Non ha mai cambiato idea, neppure quando non giocava, quando era costretto ad inseguire. S’è rialzato dopo due infortuni, dopo due stiramenti. Ha sfruttato l’occasione di Torino, in quella notte servì un assist d’oro a Klose e lo lanciò a rete nell’azione che portò al rigore (segnato da Ledesma). Klose lo stima molto, sono amici. E il Kaiser non è tipo che fa sconti, non dà retta solo perché va fatto.

La storia. Un anno fa, il piccolo grande Cataldi, giocava in serie B, a Crotone. L’inizio fu difficile, la conclusione fu felice. Cataldi si impose, fu una delle sorprese della stagione, raggiunse i play-off, tornò a casa. A Formello, con la Lazio Primavera, ha conquistato uno scudetto storico. Sì, è nato laziale e non ha mai tradito la sua fede. Eppure all’inizio rischiò la bocciatura: si fece conoscere giocando nell’Ottavia, nella Lazio iniziò da trequartista e da piccolo fece anche il centravanti. Tornò all’Ottavia, esplose. La Lazio lo fece tornare a Formello in fretta e furia. Per Danilo Cataldi è stato importante Alberto Bollini, l’ha svezzato perché l’ha capito. E’ sotto contratto sino al 2018, è bene che lo sia a vita con la Lazio. Un romano laziale, a certi livelli, mancava da qualche tempo. Danilo Cataldi può rinverdire la tradizione, può imporsi con la Lazio. Cataldi in campo contro il Milan, da titolare. Non succede se sei uno qualunque, non accade per caso, certe notti non piovono dal cielo, si meritano. Cataldi merita un’occasione così, se giocherà (come sembra) ricambierà la fiducia dell’allenatore. Lotito e Tare credono in lui, l’hanno blindato, hanno detto no ad ogni richiesta, lo volevano in A e in B. E’ rimasto, ha resistito, ha scelto e riscelto la Lazio pur non trovando posto. Un vero laziale si comporta in questo modo, resta attaccato alla maglia, lotta per lei, combatte per strapparla ai compagni che possono già vantarla. Danilo Cataldi non è nato con la camicia, è nato con la bandiera, una culla fatta su misura. Questo giorno era scritto, è suo.
Daniele Rindone

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