Autore Topic: Ucraina  (Letto 36081 volte)

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Orazio Scala

Re:Ucraina
« Risposta #340 : Domenica 10 Aprile 2022, 00:19:43 »
Le certezze da divano sono quelle di chi ascolta i cinegiornali senza elaborare.

Oggi grande enfasi per il declassamento del rating russo operato da Standard&Poor's.

L'agenzia finì nell'occhio del ciclone per aver considerato affidabili i titoli Lehmann Brothers, fino al momento stesso del crollo dei derivati nel 2007.

"Bisogna fare a meno delle agenzie di rating: sono altamente carenti e discreditate."

Chi l'ha detto?

a) Fidel Castro
b) Mao Zedong
c) Mario Draghi

soluzione a pag. 46

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Re:Ucraina
« Risposta #341 : Domenica 10 Aprile 2022, 17:22:17 »
Io non capisco la corsa dell'Europa ad affrancarsi dal gas russo.
Russia che non ha tagliato di un mq le forniture, nonostante sanzioni e boicottaggi.

L'impressione è che a questa guerra sia stato dato un taglio mediatico anti russo, piuttosto che proucraino.
Se a farsi la guerra fossero stati Arzerbaigian ed Armenia, ce ne saremmo sbattuti totalmente.
Anzi, avremmo detto loro: "fate come ve pare, ma non toccate i gasdotti".

Ci stiamo emancipando dal gas russo nel modo sbagliato, ovvero cercando fornitori alternativi: finanzieremo per decenni stati canaglia tipo io Qatar, per una questione di principio nei confronti della Russia. Compreremo gas liquido dagli americani, pagandolo di più e dovendolo rigassificare, e comunque non è detto che sarà sufficiente.
Oltretutto, stiamo spingendo il maggior produttore di gas al mondo, fra le braccia della prima economia (e dal fabbisogno energetico più alto). Un errore strategico clamoroso.

L'obiettivo è chiaro: buttare giù la Russia e pazienza se a rimetterci nell'immediato saranno gli ucraini. Tutto sommato l'ucraina è uno stato "spendibile" sullo scacchiere internazionale: non è Europa, non fa parte del blocco asiatico, non fa parte della NATO.
Fino a fine febbraio dell'Ucraina non importava niente a nessuno: non era in orbita ingresso UE, non era un partner strategico.
Insomma, da un punto di vista strettamente diplomatico è come se la guerra la stessero facendo Tonga contro Samoa.
Parloamoci chiaro: sotto le bombe ci sono gli ucraini e le bombe le sgancia la Russia. Questo è fuori di dubbio.
La posizione dell'occidente però non credo faccia gli interessi degli ucraini, visto che continuando ad imbottire di armi l'ucraina, non si fa altro che allungare la scia di sangue.
Questa guerra finirà nel momento esatto in cui la Russia lo deciderà, ovvero quando avrà ritenuti raggiunti i propri obiettivi.
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Re:Ucraina
« Risposta #342 : Domenica 10 Aprile 2022, 18:00:12 »
Poi nel tempo verrà fuori che [....] di armi chimiche non ci fosse traccia

Non entro nella discussione, che ci porterebbe lontano, ma voglio correggere quella affermazione.
Le armi chimiche erano state usate da Saddam contro i Curdi. Al punto che il comandante dell'offensiva contro i Curdi, parente di Saddam, venne soprannominato Alì il Chimico.

https://www.panoramakurdo.it/2015/04/03/al-anfal-quando-ali-il-chimico-compiva-per-saddam-il-genocidio-dei-curdi/

Utile anche questo articolo del 2014 che riguarda la presenza di armi chimiche in Iraq anche nel 2003:

https://nena-news.it/iraq-trovato-larsenale-chimico-di-saddam-glielo-hanno-venduto-gli-stati-uniti/

e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

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Re:Ucraina
« Risposta #343 : Domenica 10 Aprile 2022, 18:12:29 »

Fino a fine febbraio dell'Ucraina non importava niente a nessuno: non era in orbita ingresso UE, non era un partner strategico.

Da https://it.wikipedia.org/wiki/Adesione_dell%27Ucraina_all%27Unione_europea

Il 13 gennaio 2005 il Parlamento europeo ha quasi unanimemente (467 voti a favore e 19 contro) approvato una mozione che stabilisce il desiderio del Parlamento di instaurare stretti rapporti con l'Ucraina in vista di una possibilità di ingresso nell'Unione.
[...]
Nell'ottobre 2005 il Presidente della Commissione José Manuel Durão Barroso affermò che il futuro dell'Ucraina è all'interno dell'UE.
[...]
Il 27 giugno 2014, il nuovo presidente Poroshenko firma un accordo di libero scambio con l'Unione europea a Bruxelles.[15]


Da https://trade.ec.europa.eu/access-to-markets/it/content/zona-di-libero-scambio-globale-e-approfondita-ue-ucraina

L'UE e l'Ucraina applicano in via provvisoria un accordo di associazione dal novembre 2014. Nel quadro di tale accordo di associazione, dal gennaio 2016 è stato applicato in via provvisoria un accordo di libero scambio globale e approfondito (DCFTA). Riduce le tariffe che le imprese europee devono affrontare quando esportano in Ucraina. L'accordo facilita gli scambi rendendo più efficienti le procedure doganali e ravvicinando gradualmente la legislazione, le norme e le procedure ucraine, comprese le norme, a quelle dell'UE.
[...]
All'entrata in vigore dell'accordo, il 49,2 % dei prodotti industriali potrebbe entrare in Ucraina in esenzione da dazi.
La quota delle esportazioni dell'UE liberalizzate dall'Ucraina dovrebbe salire al 96 % entro il 2023.
[...]
I dazi all'importazione sulla maggior parte dei prodotti agricoli importati nell'UE sono stati ridotti a zero nel 2016.
[...]

[/b]


e ffforza lazzzio

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Re:Ucraina
« Risposta #344 : Domenica 10 Aprile 2022, 18:14:27 »
Pensa te.. non ne ero a conoscenza.
Allora perché solo in questi giorni è iniziato il processo di adesione formale?
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Re:Ucraina
« Risposta #345 : Domenica 10 Aprile 2022, 21:10:51 »
Credo che ogni paese sia un caso a sé. Per dire anni fa la Turchia era vicina all’ingresso nell’UE, poi con la degenerazione della situazione politica interna il processo è stato bloccato.
e ffforza lazzzio

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Orazio Scala

Re:Ucraina
« Risposta #346 : Lunedì 11 Aprile 2022, 08:06:45 »
Il cursore della "comunicazione", in questo momento, è sulla posizione "propaganda bellica".

Difficile credere a chiunque e a qualsiasi "informazione" ci arrivi. Io non mi sento nemmeno di essere certo che ci sia un conflitto in corso.

E ricordiamoci che parliamo sempre di gente che continua a raccontare dello "striscione" di Malgioglio.

Il giornalismo è finito. Ammesso sia mai cominciato.

geddy

Re:Ucraina
« Risposta #347 : Lunedì 11 Aprile 2022, 10:57:49 »
Arrivano senza neanche una valigia o un cambio d'abiti. Donne e bambini. In quattro settimane quasi 1000. La guerra c'e'. Capirci qualcosa e' complicato.

ThomasDoll

Re:Ucraina
« Risposta #348 : Lunedì 11 Aprile 2022, 11:53:01 »
Le certezze da divano sono quelle di chi ascolta i cinegiornali senza elaborare.

Ma quelli sono il male minore.
Pensa agli Orsini che gemono perché a sentirli sono nel mirino e stanno soffrendo.
Senza ritegno, con una pila di morti e un Paese devastato, soffre lui.
Che compagnia di guitti, maledetti talk show


Offline Frusta

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Re:Ucraina
« Risposta #349 : Lunedì 11 Aprile 2022, 14:16:51 »
propaganda bellica
Ci sono due propagande: una per fazione.
Quello che dovrebbe chiedersi chi come me e (forse, almeno da quanto leggo) come te è se la trattativa che da tutte le parti si auspica serva davvero a superare le due propagande per raggiungere il dunque, o serva piuttosto per studiarsi a vicenda per allontanarlo il più possibile ed arrivare al muoia Sansone con tutto quel che (anche per noi) segue.
Sarò pessimista, Orazio, ma io la vedo brutta.
Sia per l' impossibilità di Kiev di concedere ai russi quel che molti qui da noi auspicano. E non mi riferisco alla Crimea o ad altre zone russofone, ma alle parti contese in cui è fortissima la presenza ucraina: che ne sarebbe se venissero consegnate nelle mani di un esercito frustrato a cui si sono uniti ceceni, guerriglieri ISIS ed una feccia più o meno variegata di esaltati (alla Ongaro) e di mercenari?
Sia per l'impossibilità da parte russa, di concedere un ritiro "patto che" l' Ucraina prometta di trasformarsi una specie di Svizzera neutrale, disarmata e lontana tanto dalla Nato quanto dalla UE.
Può essere credibile per i russi una cosa del genere se i paesi che dovrebbero garantirla sono i principali membri della NATO? Se la berrebbero la storia di un disarmo quando da parte nostra li si sta riempiedo di quel che chiedono, e cioè di patriot, di wm-80 mrl, di blindati, di cruise, di caccia e soprattutto di addestratori per metterli in grado di usarli?
Considerando che l' esercito russo ora sta arrancando contro l'armamentario ucraino attuale figuriamoci che paura potrebbe fare ad un esercito dotato dell' ipertecnologia che stanno chiedendo all' occidente e di cui l' occidente VUOLE dotarli?
Ci troviamo di fronte sia a propagande sostenute ognuna "pro domo sua" che a proposte di concessioni ipotetiche, inaccettabili da entrambe la parti e purtroppo campare in aria.
Ecco perché, a meno di un qualche accidente storico che al massimo posso auspicare ma non prevedere, pavento il peggio.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Orazio Scala

Re:Ucraina
« Risposta #350 : Lunedì 11 Aprile 2022, 18:39:57 »
Ma quelli sono il male minore.
Pensa agli Orsini che gemono perché a sentirli sono nel mirino e stanno soffrendo.
Senza ritegno, con una pila di morti e un Paese devastato, soffre lui.
Che compagnia di guitti, maledetti talk show

Mai visto. Mi disgusta.

Come del resto quei direttori di TG impegnati a mostrare sofferenze di cui a loro non può fregare di meno.

Offline Arch

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Re:Ucraina
« Risposta #351 : Lunedì 11 Aprile 2022, 19:22:34 »
Grosso casino se, come sembra, Finlandia e Svezia entrano nella NATO. La Russia si sentirebbe accerchiata. Prevedo sviluppi molto pericolosi per tutti.

Offline MCM

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Re:Ucraina
« Risposta #352 : Lunedì 11 Aprile 2022, 21:32:10 »
Piccolo off topic ma non troppo. Bell’articolo dell’amico Andrea Muratore

https://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/le-pen-macron-eliseo-nato/


Le Pen all’Eliseo, il sogno inconfessabile di Washington?


11 APRILE 2022  BY ANDREA MURATORE   

Marine Le Pen sfiderà nuovamente Emmanuel Macron al ballottaggio presidenziale per la conquista del trono repubblicano di Francia. E contrariamente a una vulgata dominante nel contesto politico-mediatico odierno, non possiamo affermare realisticamente che Le Pen sia la candidata di Vladimir Putin. Perchè? Pur avendo avuto la leader del Rassemblement National un’intesa cordiale negli anni scorsi con il Cremlino, il contesto geopolitico europeo mutato dopo la guerra in Ucraina fa sì che oggigiorno un’elezione della sovranista all’Eliseo avrebbe piuttosto effetto destabilizzante per Mosca. L’inesperienza diplomatica della Le Pen, la debolezza di una sua presidenza di fronte a poteri interni, Stato profondo e Assemblea Nazionale e lo scetticismo nei suoi confronti contribuirebbero a ridurre l’importanza del filo rosso tenuto aperto da Macron con Mosca.

Di più, la vittoria della Le Pen significherebbe un tracollo di quell’asse franco-tedesco attorno cui ruota l’Unione Europea e che per diverse settimane ha provato a fermare la mattata bellica di Putin. Comporterebbe un necessario riallineamento di Berlino e di altri Paesi, dall’Italia alla Spagna, attorno a altri riferimenti, già sentiti molto più energicamente in queste settimane. Ogni riferimento agli Stati Uniti è voluto.

Altro che vittoria di Putin: una vittoria della Le Pen sarebbe un assist forte e deciso a Washington. Questo per una serie di motivi chiari. In primo luogo, il ridimensionamento di ogni prospettiva di autonomia strategica europea di cui Macron si è fatto, spesso con grandi timidezze, portavoce. In secondo luogo, la fine di ogni prospettiva seria e credibile di negoziazione tra Europa e Russia, in quanto il Vecchio Continente si troverebbe intento a gestire un’improvvisa multipolarità interna che lo renderebbe più facilmente appiattibile sui desiderata di oltre Atlantico. In terzo luogo perché anche Parigi, su diversi dossier, non potrebbe che guardare con maggior necessità agli Usa: la retorica occidentalista di Le Pen, la focalizzazione su Paesi come la Turchia, le nazioni del Nord Africa, la ripresa di prese di posizione liberiste di stampo anglosassone nell’agenda economica sono una serie di esempi che segnalano come il vero riferimento della candidata sovranista sono gli Usa, non la tradizione repubblicana francese.

Macron, spostatosi a destra su posizioni di temprato gollismo, in grado di governare le dinamiche del capitalismo “patriottico” dell’Esagono, reduce dalle lezioni apprese nella mancata comprensione della rabbia profonda del Paese, non è certamente il globalista che poteva, anche solo vagamente, apparire nel 2017 o che continua a esistere nella retorica della Le Pen. Se nella dialettica globalismo-sovranismo una gamba manca, la seconda resta monca. E ricordiamoci la lezione del compianto professor Marco Giaconi, che parlando con l’Osservatorio poche settimane prima della sua scomparsa ricordava la natura allogena, proveniente da oltre Atlantico, della retorica sovranista. Nella cui concezione, curiosamente, la rivendicazione di sovranità può rivolgersi a chiunque fuorché agli Stati Uniti.

A pensar male, diceva Giulio Andreotti, si fa peccato. Ma molto spesso ci si azzecca. E non possiamo non sottolineare il fatto che nelle ultime settimane prima delle elezioni presidenziali almeno due spallate abbiano colpito Macron provenienti o riconducibili a ambienti di estrazione atlantica. Lo scandalo McKinsey, esploso con tempistica sospetta, di cui Letizia Molinari ha parlato su queste colonne, richiama a presunti rapporti sospetti tra l’amministrazione Macron e la celebre multinazionale della consulenza strategica americana e apapre funzionale ad alimentare la retorica di Macron “presidente delle élite” cara alla Le Pen. Meno sottolineata ma chiara e forse ancora più importante la questione del braccio di ferro tra Macron e il premier polaco Mateusz Morawiecki andato in scena dopo i fatti di Bucha sull’eventualità di negoziare con Vladimir Putin.

Mateusz Morawiecki è stato, infatti, molto critico nei confronti di Emmanuel Macron dopo il massacro di Bucha. Nel mirino del primo ministro della Polonia la strategia del presidente della Francia.  “Presidente Macron, quante volte ha negoziato con Putin, cosa ha ottenuto? Ha interrotto qualcuna delle azioni che hanno avuto luogo? I criminali non negoziano, i criminali devono essere combattuti. Nessuno ha negoziato con Hitler. Negozieresti con Hitler, con Stalin?” lo ha incalzato. La risposta di Macron non si è fatta attendere: “Il primo ministro polacco è un antisemita di estrema destra che mette al bando le persone LGBT”, ha dichiarato Macron, conscio della volontà del leader polacco di indebolirlo a pochi giorni dal voto.

Non dimentichiamo che la Polonia è in questi giorni al centro della strategia Usa di contenimento della Russia, che Joe Biden ha proprio da Varsavia lanciato acuse di fuoco contro Putin e che anche Boris Johnson, falco tra i falchi euroatlantici, sta facendo della sponda con la Polonia un asset strategico. Dopo Aukus e l’affare dei sottomarini atomici sull’asse Francia-Australia va nuovamente in scena un dualismo tra la Francia macroniana e le potenze dell’Anglosfera. La Polonia e la “Nuova Europa” dell’Est sono valorizzate oggi come nel 2003, anno in cui Jacques Chirac si oppose all’invasione americana dell’Iraq mentre Washington lodava l’interventismo di Varsavia.

Macron appare oggi più che mai, dunque, scomodo per le nazioni anglosassoni. Il sogno inconfessabile di Washington e della sua cerchia stretta di alleati è vederlo ridimensionato o caduto. Aukus, McKinsey, la sortita polacca: in politica ntre indizi non fanno una prova ma le manovre complesse attorno all’Eliseo lasciano pensare che da più parti una sponda indiretta a Le Pen sia stata data. Nel mirino non tanto l’Eliseo, ma la residua capacità di proiezione strategica dell’Europa che il presidente vuole sviluppare. Il sovranismo lepenista, se vittorioso alle urne, non avrebbe la forza di applicare politiche funzionali alla sovranità francese nè a quella europea. Abbiamo, negli ultimi anni, criticato aspramente Macron, abbiamo sottolineato il problema della “sfida francese”, il protagonismo spesso velleitario di Parigi. Ma in quest’ottica vogliamo oggi sottolineare il fatto che la posta in palio nel ballottaggio in Francia non è un referendum su Putin ma uno sull’Europa come entità capace di proeizione strategica. A non cogliere il punto i media nostrani, vittima di uno strabismo e di dialtettiche che rifiutano la complessità. E il fatto che a esser premiato, qualora vincesse il ballottaggio, non sarà un Macron bellicista e ferocemente antirusso ma il Macron che, con difficoltà, cerca la pace e il dialogo, fermo e basato anche sulla deterrenza, con Putin. Dimostrandosi unico leader europeo di peso capace di credere a una via d’uscita a un conflitto che sta marginalizzando l’Europa. Mentre una vittoria sovranista sarebbe un assist alla volontà Usa di avere un’Europa inerme e satellite, incapace di dire la propria. In tempi di grande caos, a Macron va riconosicuta indubbiamente un minimo di visione che abbandonare oggi sarebbe problematico per tutto il Vecchio Continente.

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Re:Ucraina
« Risposta #353 : Lunedì 11 Aprile 2022, 23:53:58 »
Grosso casino se, come sembra, Finlandia e Svezia entrano nella NATO. La Russia si sentirebbe accerchiata. Prevedo sviluppi molto pericolosi per tutti.
Se la NATO fosse una organizzazione di pace, non dovrebbe accettare Svezia e Finlandia.
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Re:Ucraina
« Risposta #354 : Martedì 12 Aprile 2022, 10:56:15 »
I diversamenti abili russi non hanno potuto partecipare alle Paralimpiadi.

Input della propaganda: Atleta russo, embargo.
Ricezione dell'italiano medio: Gu, gu, giusto, russo casa, via.
Cervello: Addirittura ce la prendiamo coi diversamente abili. Una linea durissima.

Artyom Severyukhin, russo che gareggia coi nostri colori, si produce in una sbracciata con mano a paletta (che le veline si affrettano a definire "nazista") con sfondo di Mameli.

Input della propaganda: Atleta russo, nazista, cattivo.
Ricezione dell'italiano medio: Gu, gu, giusto, russo brutto (domande nessuna: se la segatura non viene attivata dalla propaganda, non si mette in moto da sé alcun meccanismo in gran parte delle teste).
Cervello: Com'è sta cosa che i russi possono partecipare in altri sport, addirittura "ospitati" sotto la bandiera italiana?! Buffoni.

Avaaaaanti, gloriose schiereeee.....


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Re:Ucraina
« Risposta #355 : Martedì 12 Aprile 2022, 17:11:29 »
Se quello del pilota russo è un gesto chiaramente nazista, io sono Himmler.
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Re:Ucraina
« Risposta #356 : Martedì 12 Aprile 2022, 19:42:07 »
Un ragazzino oltretutto. Allucinante

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Re:Ucraina
« Risposta #357 : Martedì 12 Aprile 2022, 19:49:14 »
Intanto nonostante le veline e la cassa di risonanza mostruosa, la serie di Zelensky non se la incula nessuno.
Nemmeno un milione di spettatori, Porro ne fa molti di più.

Agli italiani, di rischiare di crepare per Zelensky, non può fregare una beata minchia. Giustamente.
Un conto è l'accoglienza dei profughi, altro è mettere in pericolo i propri cittadini per fare una guerra sciagurata alla Russia per conto degli americani.

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Re:Ucraina
« Risposta #358 : Mercoledì 22 Giugno 2022, 12:23:41 »
I media e la politica: "Sfiduciare Di Maio equivale a criticare Draghi. Criticare Draghi equivale a stare con la Russia". Credo che una simile decomposizione della dialettica politica non si sia mai vista non solo nel dopoguerra, ma in tutta la storia italiana. Durante la Prima Guerra Mondiale, quando combattevamo davvero, in casa nostra, anziché inviare fondi di magazzino a stranieri a tremila km di distanza, in Italia si avvicendarono ben tre governi: Salandra II, Boselli e Orlando. In questo lasso di tempo ben dodici ministri vennero sostituiti senza che nessuno cianciasse che tali atti fossero "un favore agli Asburgo" o alla Germania. E parliamo dell'Italia di oltre un secolo fa, un paese nel quale si votava per censo, e rigorosamente solo i maschi. Ciò che era considerato accettabile per un regime del genere oggi è "attentato alla democrazia" e intesa col nemico. In buona sostanza alto tradimento. Che curiosa forma di liberalismo è mai questa.

geddy

Re:Ucraina
« Risposta #359 : Mercoledì 22 Giugno 2022, 12:41:23 »
Nel 1918 c'erano forse una decina di giornali. Oggi e' diverso.