Autore Topic: A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara  (Letto 5568 volte)

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Offline borges

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A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« : Sabato 21 Agosto 2010, 08:02:29 »
 "Aquilani? Io non credo che torni in Italia". Claudio Ranieri si esprime cosi' sul possibile ritorno in Italia di Alberto Aquilani.
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bak

Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #1 : Domenica 22 Agosto 2010, 08:21:11 »
Ieri su sky sul tema hanno intervistato bestie in transumanza nei pressi di piazza del Duomo e dintorni, compresa una delle due di Ostia (non mi chiedete se è bira o calippo perchè non sò distinguerle).
A parte il solito rosario di frasi smozzicate (è mejo derossi, quello è fracico, dopo er liverpulle e a juventuse, je manco solo a lazzio), mi sa che per Arbertino il rientro in Italia non sarà dei più trionfali.

bak

Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara (de Ranieri de Testaccio)
« Risposta #2 : Mercoledì 25 Agosto 2010, 20:59:36 »
leggete un pò che dice sto poveraccio:

ROMA, 25 agosto - «Burdisso? Siamo in lotta per arrivare a lui, si vede che a noi non lo vogliono dare». Lo ha detto il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, intervenendo a Sky Sport 24 in merito alla trattativa per portare Nicolas Burdisso in giallorosso.

IRONIA - Nella trattativa per il difensore argentino sembra essersi inserita la Juventus. Ranieri ironizza sulla possibile operazione: «Inter e Juve? Si vede che litigano di giorno e si mettono d'accordo di notte, fanno come i ladri di Pisa». Conclusione sulle ultime esternazione di Josè Mourinho, che ha attaccato anche il Ct dell'Inghilterra, Fabio Capello: « Gli attacchi di Mourinho? Lui vive di questo, lasciamolo stare».

corsport.it

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annaspano. Speriamo non riparta il soccorso giallorosso. Speriamo.

Offline borges

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #3 : Giovedì 26 Agosto 2010, 12:49:17 »
Grande fermento nelle ultime ore per la trattativa che vede Nicolas Burdisso conteso da Juventus e Roma. Entrambe, secondo quanto rivelato da Luca Marchetti a Sky Sport 24, avrebbero offerto 8 milioni all'Inter con i bianconeri che avrebbero l'accordo con i nerazzurri mentre i giallorossi sarebbero d'accordo col giocatore il quale tornare alla Roma. Sull'affare ha parlato Claudio Ranieri sempre all'emittente satellitare. "L'Inter non ci vuole dare Burdisso a quanto pare - attacca il tecnico romanista - vediamo che succede nei prossimi giorni ma sembra proprio che non abbiano intenzione di darcelo". In chiusura una battuta col sorriso sulle labbra sempre sull'affare Burdisso e sulle polemiche degli ultimi giorni tra Moratti ed Elkann: "L'Inter preferisce dare l'argentino alla Juve? Eh si vede che fanno come i ladri di Pisa, di giorno litigano e di notte si mettono d'accordo e rubano insieme".

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Offline Ataru

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #4 : Giovedì 26 Agosto 2010, 13:56:33 »
ma un deferimento no? ancora impunito?
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline Whistle

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #5 : Giovedì 26 Agosto 2010, 14:07:53 »
Sempre di piú :asrm:

Offline rash

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #6 : Giovedì 26 Agosto 2010, 14:33:42 »
cioè loro c'hanno l'accordo con il giocatore ??
ma non è sotto contratto fino al 2011, e quindi sarebbe, no vietato, ma 'ddepiù
contattarlo prima del 1 gennaio 2011 ??

ah ma pe' loro le leggi non valgono
spigni sfonna spara e ammazza ma nun sai 'ntigne er biscotto 'nde la tazza

Offline borges

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #7 : Giovedì 26 Agosto 2010, 15:43:12 »
cioè loro c'hanno l'accordo con il giocatore ??
ma non è sotto contratto fino al 2011, e quindi sarebbe, no vietato, ma 'ddepiù
contattarlo prima del 1 gennaio 2011 ??

ah ma pe' loro le leggi non valgono

se è per quetso ce so annati oggi a parlà a milano con l'inter che ha già chiuso la cessione alla juve.....
ovviamente senza il consenso della società
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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #8 : Sabato 28 Agosto 2010, 22:44:03 »
me sa che oltre a caxxaro sei pure cojone
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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #9 : Sabato 11 Settembre 2010, 23:30:19 »
 O:-)
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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #10 : Sabato 18 Settembre 2010, 12:32:38 »
oggi grande conferenza stampa: tra avvertimenti mafiosi "ci ricorderemo di voi" e crisi di nervi....

ah l'andropausa.....
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Offline rione 13

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #11 : Sabato 18 Settembre 2010, 13:10:49 »
conferenza di chi?

Offline Il lodolaio

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #12 : Sabato 18 Settembre 2010, 15:15:13 »
conferenza di chi?
Di Ranieri. Ma non è stata una conferenza, bensì un monologo (pare non abbia accettato domande).
Oh vivacchiare...

Offline carpelo

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #13 : Sabato 18 Settembre 2010, 15:20:51 »
Mi ricorda un attore...come si chiamava...Ben...Ben Cazzara!  :D

POMATA

Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #14 : Sabato 18 Settembre 2010, 17:05:50 »
giocateve er 2 der bologna ;)

Offline borges

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #15 : Domenica 19 Settembre 2010, 12:18:56 »
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bak

Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #16 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 20:34:58 »
corsport.it

ROMA, 15 ottobre - Claudio Ranieri non parla alla vigilia della sfida contro il Genoa ma le sue parole sono diffuse da Sky con un intervista registrata qualche giorno fa e che andrù in onda domani, sabato 16 ottobre, alle ore 23.30 su Sky Sport 1 HD, al termine proprio della sfida contro i rossoblù di Gasperini, nel nuovo appuntamento con "I Signori del calcio". Le parole del tecnico giallorosso non passano comunque inosservate anche se nei suoi discorsi non si fa alcun riferimento al difficile momento della squadra capitolina: «La Roma? Significa la romanità, uno se le porta dietro. Il bello è che avendo girato molto, fai sempre dei metri di paragone, vedi luoghi nuovi, e non so se succede così a tutti quanti, però insomma, casa è casa e in più sei romano, e questo è sempre un qualcosa in più, un valore aggiunto. Io credo che ognuno sia orgoglioso di casa propria e della propria città. Noi romani, per alcuni, forse lo siamo un po’ troppo, però è la nostra caratteristica».

Perché Roma è una città diversa?
«Io credo che molto dipenda dai nostri antenati e da quello che hanno fatto, dall’impero romano e da tutto quello che è stata Roma nel mondo, l’impero romano nel mondo. Gli Inglesi, ad esempio, quando devono dire che una cosa va fatta bene e ci vuole tempo, il loro motto è: “Roma non è stata fatta in una notte”. E questo spiega cosa significhi Roma anche fuori dall’Italia e dall’Europa, Roma è Roma».

C’è un angolo di Roma che per te rappresenta qualcosa di particolare?
«Il mio angolo di Roma è San Saba. San Saba è dove sono nato, dove sono stato battezzato, cresimato, lì ho fatto la comunione, l’asilo, ho gli amici, c’è l’oratorio. Quel colle piccolo di Roma di fronte all’Aventino è un po’ tutto, per cui ancora adesso, magari, quando la mattina per andare a Trigoria la strada mi porta da quella parte, la faccio molto volentieri».

E la Roma? Cos’è la Roma?
«La Roma è l’espressione massima del calcio capitolino. Roma è tutto, è l’amore, il trasporto, l’aggregazione. Ci sono le canzoni di Antonello 'cantautore molisano che copia canzoni altrui (e che porta iella)' che la racchiudono, la descrivono benissimo. Non ci si conosce ma ci si ritrova allo stadio e si è tutti uniti, si ama una fede, si ama una bandiera, al di là dei Presidenti, degli allenatori, dei giocatori. Sono pronti lì ad aiutare, a soffrire, a gioire. E per tutto questo credo che Roma sia magica».

È stata una scelta di cuore quella di allenare la Roma?
«Come facevo a dire di no alla Roma? Da Roma ero partito 36 anni fa, ero un ragazzino in cerca di un domani, di un futuro, di sapere quale fosse la mia vita, se nel calcio o no. Per cui, quando mi telefonarono, ho avuto mille pensieri, perché mi dicevo: "È casa mia, vado lì e se le cose vanno male che succede?” Poi ha vinto il cuore, la grande voglia di essere l’allenatore della squadra del mio cuore, per cui sono tornato e ora lotto».

Hai avuto paura quando hai accettato questa proposta?
«La paura c’è stata, c’è. Già la differenza fra giocatore e allenatore è immensa, perché da giocatore, giochi, dai tutto te stesso, se commenti un errore e se fai perdere la squadra, ti resta sì l’amaro in bocca però poi dici: "Va bene, nel mondo del calcio può succedere". Da allenatore no, la responsabilità è tutta tua, nel bene e nel male, anzi, nel bene giustamente sono i giocatori che hanno vinto, quando perdi è l’allenatore che ha sbagliato la mossa, che ha fatto giocare questo, quell’altro, ha messo quello troppo presto, l’ha messo troppo tardi. Le pressioni sono tante, però sono pressioni, sono emozioni. E io faccio questo mestiere per le emozioni che mi da, nel bene e nel male. Molti dicono: Ranieri è nervoso, Ranieri potrebbe essere stressato. Non è così. Io sono stressato quando non lavoro. Lo stare in mezzo a questo caos, mi fa stare con il giusto equilibrio».

Ti ricordi l’emozione della prima panchina all’Olimpico da allenatore della Roma?
«Me la ricordo sì. Aspettai tanto perché non volevo uscire e non potevo uscire con la canzone di Antonello 'cantautore molisano che copia canzoni altrui (e che porta iella)', perché mi sarei emozionato troppo, per cui mi sono messo una maschera e sono andato in campo».

Che ricordo hai del periodo alla Juventus?
«Una bella soddisfazione. Sapevo che c’era da ricostruire un ambiente, avevo dei campioni meravigliosi, però ne erano partiti molti di più. Il progetto era di riportare in 5 anni la Juventus ai grandi livelli, per cui dissi di sì perché avevo l’esperienza giusta per poter guidare una squadra come la Juve. E sono sincero, mi dispiacque molto andar via, perché ero convinto di aver fatto un gran bel lavoro».

È stato detto: "Ranieri? Bravo, ma crea le fondamenta e gli altri vincono". Quanto ti fa rabbia?
«Credo che ognuno di noi abbia il suo karma, il suo destino, il suo essere e io non ho mai potuto finire un determinato lavoro, però è bello, è stimolante anche costruire. In alcune circostanze mi è mancato, finita la costruzione, di appendere i quadri, di portare i mobili. Pazienza».

Si dice anche che i grandi campioni non ti piacciano. È così?
«Mi sembra che io li abbia sempre fatti giocare i grandi campioni. Mi piace il campione che si mette al servizio della squadra. Di campioni ne ho avuti tantissimi, da Rui Costa a Batistuta, Zola, Careca , Alemao, Fonseca, veramente tanti. Ci sono stati anche dei campioni che ho messo in panchina. Al Chelsea, avevo la coppia di difesa campione d’Europa e Campione del Mondo: Desailly-Leboeuf, però avevo anche un ragazzino di 19/20 anni che era John Terry e che per me era più forte di Leboeuf, per cui lo misi titolare e da allora non lo tolsi più. Per cui è importante per me vedere e dare fiducia a tutti».

Gianluca Vialli una volta disse: "La vittoria in Inghilterra è un piacere, in Italia è un sollievo". La condividi?
«Sì, è così, per il differente modo di essere sportivi, di fare tifo. In Inghilterra, la gente sposa la propria squadra e quando la squadra ha lottato, tu puoi fare qualsiasi risultato. A me ancora adesso vengono i brividi a pensare al mio primo anno con il Chelsea. Era l’ultima partita, noi dovevamo vincere per andare in Europa e il Manchester City era già retrocesso. Io, da italiano mi dicevo: “Va bene, si va là e si vince”. Sono entrato allo stadio, c’erano 60.000 persone. Quando sono entrati i giocatori del Manchester City, retrocessi la domenica precedente, erano tutti in piedi ad applaudirli. E’ stata un’emozione unica e ancora adesso ho i brividi perché non ho mai visto una cosa del genere. Piangendo, in piedi, li applaudivano. E’ stata una battaglia. Riuscimmo a vincere 2-1 ma fu veramente una battaglia. Ecco le differenze che ci sono. In Inghilterra non ci sono molti media intorno alle squadre di calcio, per cui non ci sono mille domande, mille perché. Tu lavori e finita la partita ci sono due televisioni, a cui esterni i tuoi giudizi, fai la tua conferenza stampa, ti fanno 3-4 domande, che possono anche essere molto particolareggiate, molto velenose, perché no? Dopo, però, lì hai finito. In Italia lì inizia il lavoro. Da quando finisce la partita alla partita successiva, in Italia c’è la sofferenza. Purtroppo è così, ogni Paese ha le sue bellezze e le sue bruttezze. In Italia purtroppo è brutto questo. Noi ricerchiamo magari, in ogni trasmissione, non il perché o il per come, non si può parlare di calcio. Ecco perché tante volte noi allenatori siamo banali, rispondiamo a monosillabi, perché sappiamo che tutto quello che diciamo può essere usato contro di noi. Ci sono trasmissioni che servono soltanto per creare audience, per attirare, appunto, tele o radio ascoltatori, vendere la pubblicità, per cui, più cause alimentano e più vanno avanti. Questo però non è amore per il calcio e non è amore per il mio lavoro».

Qual è stato, invece, il più bel complimento che ti è stato fatto in tanti anni di panchina?
«Il più bel complimento che mi hanno fatto è che riesco a tirar fuori sempre il meglio da ogni squadra. E lo dice gente che statistiche alla mano, vede che dove sono stato c’è proprio una media differente. E’ un complimento che mi piace molto».

Hai la sensazione che la tua vittoria più bella debba ancora arrivare?
«Sempre. Quello è lo stimolo di ogni uomo, che debba vincere ancora, deve vincere di più, deve raggiungere il sogno, deve raggiungere l’utopia, questa credo che sia la carica degli uomini vincenti. Io voglio sempre vincere e voglio ottenere sempre di più di quello che ho fatto».
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ma chi è il pusher di questo qua ???

POMATA

Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #17 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 21:08:44 »
Concordo solo su l'ultimo pezzo che dice che in Italia non c'è cultura sportiva.

Per il resto é un allenatore che non ha mai vinto nulla di importante.

Offline BobLovati

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #18 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 23:49:03 »
Concordo solo su l'ultimo pezzo che dice che in Italia non c'è cultura sportiva.

Per il resto é un allenatore che non ha mai vinto nulla di importante.

perfetto POMA' ; quindi è daaaariommaa a pieno titolo, anzi a " zerotitolo " :P
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline aquilafelyx

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Re:A Roma non solo il Profeta ma anche Er Caxxara
« Risposta #19 : Sabato 16 Ottobre 2010, 09:13:23 »
uno che scambia il giorno per la notte ,

uno che in inglese ha inparato a dire solo "good afternoon" (cit.) ,

come sò ridotti male ;)
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere