Autore Topic: Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?  (Letto 28231 volte)

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POMATA

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #100 : Venerdì 17 Settembre 2010, 00:34:53 »
perchè dovrebbe essere tanto difficile da generare tanta diffidenza, mica esistono solo i casalesi, ultimamente Unicredit ha spedito più di 20 lettere a possibili acquirenti per verificare le reali intenzioni nell'acquisto del trigoria e se questi soggetti sono stati valutati idonei dall'istituto di credito, almeno apparantemente non hanno problemi. E per la Lazio non ci può essere uno serio, onesto, emigrato australia, interessato ad un misero 2,5% ?
Lotito ha fatto bene, qualche volta gli è riuscito meglio, altre, purtroppo, peggio. Se ci fosse l'occasione  di verificare se può far meglio, o magari c'è qualcuno disposto ad impegnarsi per fare meglio di quanto ha fatto lui, perchè scartarla prescindere?...

Non é che la scarto a prescindere é che so 38 anni che sento dí che mo arriva er cavaliere bianco... :D

Me sarei rotto un pó li cojoni ;D

Comunque se non erro tra poco si saprá il nome no? vedrete che non uscirá nulla nemmeno il nome.

Offline giangoverni

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #101 : Venerdì 17 Settembre 2010, 00:45:51 »
Non é che la scarto a prescindere é che so 38 anni che sento dí che mo arriva er cavaliere bianco... :D

Me sarei rotto un pó li cojoni ;D

Comunque se non erro tra poco si saprá il nome no? vedrete che non uscirá nulla nemmeno il nome.

Ma qui c'è un grosso equivoco. Mettiamocelo bene in testa: non c'è nessun compratore, o aspirante tale. Con il 2,5 per cento ci si fa la birra. Al massimo si ottiene un posto nel consiglo di controllo.

POMATA

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #102 : Venerdì 17 Settembre 2010, 00:48:28 »
Ok, ok comunque voglio vedere se si palesa almeno il nome. ma nun ce credo :D

TD

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #103 : Venerdì 17 Settembre 2010, 08:15:20 »
Io non capisco la logica per cui uno dovrebbe diventare socio di qualcuno che gli sta sulle balle (anche se è vero che ho esperienza diretta di soci traditori e subdoli). Dovrebbe essere il contrario: fila via subito. Dunque, se qualcuno ha rastrellato un po' di azioni della Lazio, è perché pensa di avere un ritorno economico, non per andare a punzecchiare chi si ritrova col 67% delle azioni.
Quanto al potere decisionale, evidentemente, come dice Bob, non c'è. Ma, come Giangoverni fa intuire nel suo post, c'è un potere di influenza: sedere in un cda, o in un organismo del genere, significa rappresentare il proprio pensiero direttamente all'azionista di riferimento.
Può non essere considerato abbastanza, in una logica che descrive il processo decisionale in modo un po' meccanico. In realtà Lotito è un uomo, e come tale è permeabile, sensibile all'ambiente. Avrà la sua capacità d'ascolto, saprà di dover mediare alcune cose col mondo, anche se sappiamo che è incline a infliggersi agli altri. Insomma, un posto nel cda della Lazio non mi sembra roba di poco conto, e non avrebbe senso puntare ad arrivarci solo per rompere le scatole a Lotito.

Offline fish_mark

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #104 : Venerdì 17 Settembre 2010, 10:00:55 »

Per chi volesse leggere qualche appunto riguardante le norme applicabili al caso di specie:

L’Articolo 120 del D.Lgs. 24-2-1998 n. 58, Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, ai sensi degli articoli 8 e 21 della L. 6 febbraio 1996, n. 52., recante “Obblighi di comunicazione delle partecipazioni rilevanti” prevede al comma 2 che “Coloro che partecipano in un emittente azioni quotate avente l'Italia come Stato membro d'origine in misura superiore al due per cento del capitale ne danno comunicazione alla società partecipata e alla CONSOB”, mentre al successivo comma 3 ”Gli emittenti azioni quotate aventi l'Italia come Stato membro d'origine che partecipano in misura superiore al dieci per cento del capitale in una società per azioni non quotate o in una società a responsabilità limitata, anche estere, ne danno comunicazione alla società partecipata e alla CONSOB (547).
Il successivo comma 4 stabilisce che “La CONSOB, tenuto anche conto delle caratteristiche degli investitori, stabilisce con regolamento:
lettera a) le variazioni delle partecipazioni indicate nei commi 2 e 3 che comportano obbligo di comunicazione;
lettera c) il contenuto e le modalità delle comunicazioni e dell'informazione del pubblico, nonché le eventuali deroghe per quest'ultima;
lettera d) i termini per la comunicazione e per l'informazione del pubblico, che nel caso previsto dal comma 3 possono avere carattere periodico

Il regolamento adottato con delibera Consob del 14 maggio 1999, stabilisce all’articolo 121, recante “Termini e modalità di comunicazione” che “La comunicazione delle partecipazioni, anche potenziali, è effettuata senza indugio e comunque entro cinque giorni di negoziazione, decorrenti dal giorno dell’operazione idonea a determinare il sorgere dell’obbligo, indipendentemente dalla data di esecuzione, ovvero da quello in cui il soggetto tenuto all’obbligo è informato degli eventi che comportano modifiche del capitale sociale di cui all’articolo 117, comma 2.”.
L’articolo 117 sopra richiamato recante la “Comunicazione delle partecipazioni rilevanti” afferma che “Ccoloro che partecipano al capitale sociale di un emittente azioni quotate comunicano alla società partecipata e alla Consob:
a) il superamento della soglia del 2%;
b) il raggiungimento o il superamento delle soglie del 5%, 10%, 15%, 20%, 25%, 30%, 35%, 40%, 45%, 50%, , 75%, 90% e 95%;
c) la riduzione della partecipazione al di sotto delle soglie indicate alle lettere a) e b).
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Offline BobLovati

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #105 : Venerdì 17 Settembre 2010, 10:54:58 »
A parte il fatto che io, uomo insensibile e poco acculturato, non riesco a preoccuparmi per " CHI " sia ( ammesso che sia solo uno ) il compratore, è grave dire che credo si tratta solo di " aria fritta " ? ? ?
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Il lodolaio

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #106 : Venerdì 17 Settembre 2010, 11:08:08 »
A parte il fatto che io, uomo insensibile e poco acculturato, non riesco a preoccuparmi per " CHI " sia ( ammesso che sia solo uno ) il compratore, è grave dire che credo si tratta solo di " aria fritta " ? ? ?
Vuoi dire speculazione ?
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
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Offline fish_mark

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #107 : Venerdì 17 Settembre 2010, 11:24:52 »
A parte il fatto che io, uomo insensibile e poco acculturato, non riesco a preoccuparmi per " CHI " sia ( ammesso che sia solo uno ) il compratore, è grave dire che credo si tratta solo di " aria fritta " ? ? ?

Vedremo che tipo di frittura uscirà fuori, abbiamo fino a 5 giorni di tempo (a partire dall'altro ieri) per saperlo.
Per il resto si va a Firenze e dobbiamo fare risultato.
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Offline Ataru

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #108 : Venerdì 17 Settembre 2010, 11:38:08 »
ma non erano 48 ore? perché 5 giorni di tempo adesso? :o
osa c'è da psicolo propriono capisco.
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Offline fish_mark

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #109 : Venerdì 17 Settembre 2010, 12:38:53 »
ma non erano 48 ore? perché 5 giorni di tempo adesso? :o

L'articolo 121, regolamento adottato con delibera Consob del 14 maggio 1999, su “Termini e modalità di comunicazione” afferma che “La comunicazione delle partecipazioni, anche potenziali, è effettuata senza indugio e comunque entro cinque giorni di negoziazione decorrenti dal giorno dell’operazione idonea a determinare il sorgere dell’obbligo, indipendentemente dalla data di esecuzione, ovvero da quello in cui il soggetto tenuto all’obbligo è informato degli eventi che comportano modifiche del capitale sociale di cui all’articolo 117, comma 2"
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Offline Ataru

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #110 : Venerdì 17 Settembre 2010, 14:27:44 »
L'articolo 121, regolamento adottato con delibera Consob del 14 maggio 1999, su “Termini e modalità di comunicazione” afferma che “La comunicazione delle partecipazioni, anche potenziali, è effettuata senza indugio e comunque entro cinque giorni di negoziazione decorrenti dal giorno dell’operazione idonea a determinare il sorgere dell’obbligo, indipendentemente dalla data di esecuzione, ovvero da quello in cui il soggetto tenuto all’obbligo è informato degli eventi che comportano modifiche del capitale sociale di cui all’articolo 117, comma 2"
ah, vabbè, era un'altra sventagliata di inesattezze lanciate dalla stampa locale
osa c'è da psicolo propriono capisco.
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Offline LaLazioMia

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #111 : Venerdì 17 Settembre 2010, 14:45:22 »
..

Ogni azionista ha a disposizione il bilancio con le varie voci che poi saranno oggetto di approvazione durante l'assemblea. Basta fare la fatica di leggerlo ( cosa che ad esempio fanno puntualmente due ben noti azionisti) e le domande( capziose da parte di uno, costruttive da parte di un altro) vengono fuori.
Alle assemblee è invitata come osservatore , la stampa che ovviamente potrebbe( e dovrebbe) fare un resoconto delle domande e risposte piu' interessanti. Certo ci vuole un pò di sacrificio, professionalità e quella che Numberone chiamava onestà intellettuale.
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

Offline AR

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #112 : Venerdì 17 Settembre 2010, 15:13:01 »
Ogni azionista ha a disposizione il bilancio con le varie voci che poi saranno oggetto di approvazione durante l'assemblea. Basta fare la fatica di leggerlo ( cosa che ad esempio fanno puntualmente due ben noti azionisti) e le domande( capziose da parte di uno, costruttive da parte di un altro) vengono fuori.
Alle assemblee è invitata come osservatore , la stampa che ovviamente potrebbe( e dovrebbe) fare un resoconto delle domande e risposte piu' interessanti. Certo ci vuole un pò di sacrificio, professionalità e quella che Numberone chiamava onestà intellettuale.

Domandare è lecito, rispondere è cortesia, si...

Non avrai fatica ad immaginarti il tono delle risposte da parte del Presidente del Consiglio di Gestione vero ?...
Mhà, io dico bhò...

Offline LaLazioMia

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #113 : Venerdì 17 Settembre 2010, 20:28:09 »
Ti garantisco per esperienza diretta che se le domande sono formulate in maniera corretta e con i giusti dettagli e riferimenti non c'è nessun problema a ricevere una risposta in assemblea. Piu' la domanda è costruttiva e piu' sarà facile che avrai una risposta esauriente.Non è che un poltronista con il 2.5% e che pone domande ad penem segugiorum o da ditum in culum coram polulo potrà attendersi o addirittura pretendere una risposta esauriente o cortese. :blank:
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
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Offline Clazia

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #114 : Venerdì 17 Settembre 2010, 20:39:20 »
lo proclamo ufficialmente: c'ho 1000 azioni pagate illo tempore 1000 euri.

versati in un momento che serviva alla causa.

sono in vendita. offerte libere, da valutarsi.

astenersi finti sceicchi, micheliplastini, stefanigrechi, sanmarinesi, cordatarisòle in genere.

e nun me rispondete "a Cla' magna tranquilla".

che' tranquilla ce sto da sola, di per mio.
Se volevo sentimme tranquilla mica che nascevo Laziale.

Take a sad song and make it better.

Offline MagoMerlino

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #115 : Venerdì 17 Settembre 2010, 21:31:42 »
Ti garantisco per esperienza diretta che se le domande sono formulate in maniera corretta e con i giusti dettagli e riferimenti non c'è nessun problema a ricevere una risposta in assemblea. Piu' la domanda è costruttiva e piu' sarà facile che avrai una risposta esauriente.Non è che un poltronista con il 2.5% e che pone domande ad penem segugiorum o da ditum in culum coram polulo potrà attendersi o addirittura pretendere una risposta esauriente o cortese. :blank:
non ne sarei così sicuro...... stai troppo limitando al solo bilancio, ci sono molte cose di cui non potresti chiedere conto in assemblea, ma che potresti trovare interessante affrontare in riunione del cds, dopo aver studiato tutti i documenti che concorrono a stilare un bilancio e, ovviamente, non solo.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

POMATA

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #116 : Venerdì 17 Settembre 2010, 23:31:44 »
O vedete? quanno devono di er nome riallungano a 5 giorni...

ARIA FRITTA (CIT)

IB

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #117 : Sabato 18 Settembre 2010, 09:20:34 »
non ne sarei così sicuro...... stai troppo limitando al solo bilancio, ci sono molte cose di cui non potresti chiedere conto in assemblea, ma che potresti trovare interessante affrontare in riunione del cds, dopo aver studiato tutti i documenti che concorrono a stilare un bilancio e, ovviamente, non solo.

Che cosa ?
O cifre, o dati reali, o informazioni concrete o é fuffa.
Grande, inutile, polverosa, inutilmente ostentatrice fuffa.
Ci sono leggi, scritte per dio, scritte, che impongono alle società la pubblicazione di informazioni ai fini di un obbligo necessario di trasparenza, il resto, se la legge non lo impone é a discrezione di chi gestisce una società. L'impresa privata in Italia é libera. E' sancito nella costituzione. In questa discrezione rientrano anche alcune informazioni che si vogliono mantenere discrete, succede in ogni campo, il segreto industriale é uno dei più salvaguardati.
L'antipatia personale non puo' giustificare ogni illazione, o qualsivoglia sottinteso.
Anche la scortesia di un imprenditore non le giustifica.

Offline Matita

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #118 : Sabato 18 Settembre 2010, 09:31:52 »
ve stanno (non tutti ovviamente) a tratta' come ai romanesi.
prima soros , poi flick....

tutte le truppe cammellate in rigorosa fila indiana.



 ;D
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline LaLazioMia

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #119 : Sabato 18 Settembre 2010, 10:19:06 »
ve stanno (non tutti ovviamente) a tratta' come ai romanesi.
prima soros , poi flick....

tutte le truppe cammellate in rigorosa fila indiana.



 ;D


Potrebbe anche darsi che dietro ci sia una figura forte, un grande laziale, uno che ha fatto già benissimo nel calcio che conta a Roma....diciamo un Tulli :'(

 Questo quello che ha scritto Stefano Benedetti sulla sua bacheca di Facebook:"Io so tutto..ma mi hanno fatto giurare di non dirlo. Comunque forse ci siamoooooooo!" :'(

 mentre quello delle olive scriveva  QUELLI CHE ASPETTANO....... VENERDI'' 17..( manco le basi dell'ipersfiga ndr).... :'(
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