Autore Topic: Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?  (Letto 28196 volte)

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #80 : Giovedì 16 Settembre 2010, 18:59:35 »
ti posso assicurare - per esperienza diretta - che non è "proprio" così.

Ci sono patti che cristallizano crosse % azionarie e che controllano importanti banche e che - di fatto - è come se fossero una sola persona.

p.s. ad oggi molte delle banche hanno ricambiato il sistema di governance abbandonando il dualistico.

Bhè certo, da questo punto di vista il mondo intero è in mano al "cartello" delle banche.

Non per questo trovo quantomeno anomala la situazione della Lazio S.p.A. (che poi avere in cassa la liquidità di una grande banca mi farebbe cambiare anche idea..)

Mhà, io dico bhò...

Offline franz_kappa

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #81 : Giovedì 16 Settembre 2010, 19:08:43 »
E questo, lo chiedo con sincera curiosità, alla Lazio sportivamente cosa comporta ?
Cioé Zarate si inserirebbe meglio negli schemi di Reja se si scopre qualche sorpresa imprevista ?
Cioé, Lotito al gabbio, oppure chesso' con una procedura penale sulla schiena.
Alla Lazio ? Cioé alla squadra intendo ?

OK, vabbé, la pace nel mondo, la riduzione del monossido di carbonio , un mondo nuovo e più pulito, la moralizzazione della finanza mondiale. Pero' alla Lazio, mette un dito ar cùlo a Lotito giusto per il piacere di metterglielo che je comporta ?

Dipende, IB.
Può essere che, per alcuni, non c'è alcuna intenzione/ambizione di infilare il dito ar culo a Lotito. Ci potrebbe essere, piutosto, voglia e piacere di conoscere ogni aspetto legato al nostro club. Che, essendo quotato in Borsa, può essere conosciuto e controllato in ogni suo aspetto gestionale come mai avvenuto in oltre un secolo di storia.

Tu lo hai espresso chiaramente: sei un tifoso, non te ne fotte nulla che la Lazio sia una Spa. Per te è una squadra di calcio, poco ti interessa la sua natura dal punto di vista del diritto societario. Legittima posizione. E' una questione di percezione, insomma.

Resta il fatto che, tuo malgrado, la Lazio è anche una Spa quotata.

E da questo punto di vista ci sono 'enne' appigli o spunti per infilare non dita ma qualcosa di assai più grosso negli orifizi di terze persone.

C'è poco da fare... Come Spa la Lazio dovrebbe sottostare a una serie di regole non scritte in termini di trasparenza e chiarezza. E ci sarà sempre qualcuno che punterà il dito (legittimamente) su quegli aspetti.

Che sono, non lo nego, sostanzialmente disgiunti dalle vicende sportive.
Eppure, allo stesso tempo, quegli aspetti sono intimamente legati ai destini della Lazio.

Della serie: dimmi come gestisci il club (e come comunichi all'esterno la tua gestione) e ti dirò chi sei (e come vieni percepito all'esterno).
Buon viaggio, caro Piero.

IB

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #82 : Giovedì 16 Settembre 2010, 20:15:51 »
Resta il fatto che, tuo malgrado, la Lazio è anche una Spa quotata.

E da questo punto di vista ci sono 'enne' appigli o spunti per infilare non dita ma qualcosa di assai più grosso negli orifizi di terze persone.

C'è poco da fare... Come Spa la Lazio dovrebbe sottostare a una serie di regole non scritte in termini di trasparenza e chiarezza.
[...]


Tuo malgrado se queste regole non sono scritte significa che non sono obbligatorie.
E se non sono obbligatorie, sempre tuo malgrado, senza infrangere la legge il proprietario del 65% delle azioni di una azienda puo' esercitare il suo legittimo diritto di organizzare l'azienda come meglio crede.
Che tu lo voglia o meno. Col 65% delle azioni diciamo che la legge, tuo malgrado, e anche il buonsenso, sempre tuo malgrado, imporrebbe che si hanno forti poteri decisionali. Tuo malgrado, non si mai.
Nei limiti della legge, che sempre tuo malgrado, é scritta.
Quando non é scritta non vale. Fin dai tempi dei Sumeri. La legge non scritta, in genere é una legge di corporazione, di casta. Qualcuno direbbe legge di mafia. Nella civiltà moderna le leggi, quelle importanti, quelle che regolano la relazione tra le persone, fisiche e giuridiche, si scrivono. Tuo malgrado.
Fin dai tempi dei sumeri, appunto.
D'altronde, tuo malgrado l'art.41 della costituzione italiana recita, nel suo terzo capoverso :

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Come vedi, tuo malgrado, la costituzione ha previsto opportuni controlli nell'attività economica, ma questa azione é stata affidata, dalla costituzione e tuo malgrado a leggi. E fidati, non serve scomodare i costituenti o altri testi di insigni costituzionalisti (Il Mortati ad esempio) per sapere che quando si parla di leggi,nella costituzione si parla di leggi scritte, tuo malgrado. Ho cercato negli articoli della costituzione ma non ho trovato nulla sulle leggi non scritte. Per quanto riguarda l'azione economica. Tuo malgrado.

Gli appigli per infilare qualcosa di grosso negli orifizi del proprietario del 65% delle azioni per essere legittimi hanno bisogno di leggi scritte, hanno bisogno di violazioni palesi di leggi della repubblica italiana, senno', tuo malgrado, trovano la loro legittimità in altro. Cosa ? Boh.
Sicuramente nulla a che vedere con la Lazio.

Tuo malgrado.



TD

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #83 : Giovedì 16 Settembre 2010, 20:42:27 »
Mah, io di cda ne ho visti tanti. Pistolettate, zero.
Siamo sicuri che uno che entra in cda avendo una quota cospicua poi si metta a fare la guerra a Lotito?
In base a cosa? Penalizzare la società di cui è socio?
Mi sembra che si pensi a una compagine societaria come al corral di Gei Ar.
Le mediazioni e gli accordi nelle società quando si hanno interessi comuni si trovano sempre, anche tra nemici mortali.

Offline MagoMerlino

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #84 : Giovedì 16 Settembre 2010, 21:00:43 »
E questo, lo chiedo con sincera curiosità, alla Lazio sportivamente cosa comporta ?
Cioé Zarate si inserirebbe meglio negli schemi di Reja se si scopre qualche sorpresa imprevista ?
Cioé, Lotito al gabbio, oppure chesso' con una procedura penale sulla schiena.
Alla Lazio ? Cioé alla squadra intendo ?

OK, vabbé, la pace nel mondo, la riduzione del monossido di carbonio , un mondo nuovo e più pulito, la moralizzazione della finanza mondiale. Pero' alla Lazio, mette un dito ar cùlo a Lotito giusto per il piacere di metterglielo che je comporta ?
Lichsteiner se trasforma in Maldini ? C'é la fila de sceicchi che se ruzzolano giù dalle dune fino a Formello ?
Non me trattate de Lotitiano duro e puro, nun me ne frega niente de Lotito, a me me frega della Lazio.
Me frega che a Lotito je chiedo una Lazio che vince, una Lazio che spacca il cùlo ai passerotti.
Portame lo scudetto poi, mi cito, nel consiglio d'amministrazione ce po stà pure il pupazzo five.

Scusate, riprendete pure.
Nun ve scordate de controllà se a Formello ce sta la raccolta differenziata, nel caso contrario je mandate pure un controllo igienico.
Meglio abbondare.
Alla Lazio sportivamente cosa comporta? Nulla. Nel breve e, forse, ma non è detto, nel medio termine. Ma, sempre nell'ipotesi del soggetto giusto, nel lungo termine, probabilmente qualcosa potrebbe migliorare nella gestione societaria, cosa che poi dovrebbe comportare un miglioramento qualitativo della squadra che scende in campo.
Perchè? Perchè se il famoso, ipotetico, soggetto giusto, diventasse un controllore e contemporaneamente uno stimolo a fare meglio, Lotito potrebbe essere costretto ad apportare quei miglioramenti all'organizzazione societaria che, sempre ipoteticamente, dovrebbero portare benefici al settore tecnico.
Poi magari in effetti è come dici tu e quello sta lì solo a rompe gli zebedei a Lotito e allora non cambia niente per la Lazio, anzi se quello si è proposto di essere solo un dito ar culo di Lotito, per il gusto di dargli fastidio, spero che Lotito non si faccia distrarre troppo. Ma si può essere così folli da spendere tutti quei soldi solo per infastidire Lotito?
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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #85 : Giovedì 16 Settembre 2010, 21:14:33 »
Ma guarda che la proprietà resta ben salda nelle mani di Lotito. Dico che è una svolta perché finalmente potrebbe esserci la possibilità di avere una voce di controllo dentro la società. Tutto qui. Qualcuno ad esempio che possa chiedere a Lotito ragione della gestione fallimentare dell'affare Pandev.
A proposito, ma i piccoli azionisti non hanno pensato di intentare una causa contro Lotito per l'indebito arricchimento derivato alla Società nella vendita di Kolarov per circa 20 milioni contro il reale valore di non piu' di dieci ?;D :D
Comunque , Giancarlo, il 18 ottobre c'è l'assemblea. Vieni e chiedi direttamente a Lotito di darti i dettagli su Pandev :-*
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #86 : Giovedì 16 Settembre 2010, 21:15:02 »

Gli appigli per infilare qualcosa di grosso negli orifizi del proprietario del 65% delle azioni per essere legittimi hanno bisogno di leggi scritte, hanno bisogno di violazioni palesi di leggi della repubblica italiana, senno', tuo malgrado, trovano la loro legittimità in altro. Cosa ? Boh.
Sicuramente nulla a che vedere con la Lazio.


Legalmente avrai senz'altro ragione.
Ma una società per azioni come lo è la Lazio, risponde anche ad altre regole, di etica sportiva e/o bene supremo della Lazio, che nel regolamento della Consob, magari, non sono per nulla contemplate. Ma che per sua natura la Lazio e quindi per diretta estensione il proprietario del 65% del pacchetto azionario, devono rispettare e, aggiungerei, di buon grado.
Adesso immaginiamo per pura ipotesi di fantasia che, nei bilanci o nei libri contabili, si nasconda qualcosa di eticamente incompatibile con la succitata etica sportiva e/o il bene supremo della Lazio, ma finanziariamente di assolutamente legale.... e il nostro famoso personaggio giusto, costringa Lotito a prendere atto di questa incongruenza.....


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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #87 : Giovedì 16 Settembre 2010, 21:24:11 »
Fare domande in un'assemblea è un conto, sedersi in un consiglio di amministrazione un altro.
C'è un po' di differenza, nel primo caso ti togli qualche curiosità (sempre che ti rispondano), nel secondo potresti toglierti qualche soddisfazione.

Soddisfazione de che? spiegati meglio. Un azionista in un assemblea esige lo stesso rispetto ( se non di piu'), di uno che siede in un consiglio con un misero 2.5% e che probabilmente si è fatto la fama di voler solo intralciare e far perdere tempo.
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #88 : Giovedì 16 Settembre 2010, 21:24:24 »
dalla pagina di Wikipedia relativa al Sistema dualistico (non stiamo parlando di un manuale di diritto commerciale, quindi).

Il sistema di amministrazione e controllo della S.p.A. noto come "Dualistico" è caratterizzato da una struttura che prevede l'elezione da parte dell'assemblea di un organo denominato consiglio di sorveglianza, il quale elegge a sua volta un consiglio di gestione. La disciplina di questo modello si costituisce di norme specifiche (artt. 2409 octies e ss. c.c.), di rinvii espressi alla disciplina del modello tradizionale e delle norme di chiusura degli artt. 2380 c.c. e 223 septies disp. att. c.c. In questa sede si tratteranno le principali differenze col modello tradizionale al quale si rinvia.

Il sistema dualistico introduce nel diritto societario italiano la pratica della cogestione, nata e particolarmente diffusa in Germania.
Consiglio di sorveglianza [modifica]

Il consiglio di sorveglianza è l'organo centrale del modello dualistico. Viene eletto dall'assemblea e dura in carica tre anni. I membri devono essere almeno tre, sono rieleggibili e possono essere revocati, anche senza giusta causa purché si raggiunga una maggioranza pari ad 1/5 del capitale sociale (salvo, in quest'ultimo caso, il diritto al risarcimento del danno)(diversamente da quanto accade nel sistema tradizionale dove per la revoca dei sindaci è necessario un decreto del tribunale ,sentito l'interessato) È un organo peculiare in quanto riunisce in sé delle competenze che nel modello tradizionale sono demandate all'assemblea ed alcune proprie del collegio sindacale.Rappresenta una soluzione efficace per creare una separazione tra organo gestorio e soci.


    * Competenze dell'organo di controllo
          o Nomina e revoca gli amministratori, ossia i componenti del consiglio di gestione (che possono essere revocati anche senza giusta causa, salvo in questo caso il diritto al risarcimento del danno).
          o Approva il bilancio.
          o Promuove a maggioranza l'azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori.
    * l'art. 2409 terdecies, lett. c, rinvia all'art. 2403 contenente i doveri del collegio sindacale (vigilanza sul rispetto da parte degli amministratori di legge e statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione) e la lett. e consente l'esperibilità della denuncia di gravi irregolarità al tribunale ex art. 2409. Inoltre gli artt. 2380 e 223 septies (sopra cit.) estendono, ove compatibili, le norme dettate per il modello tradizionale in materia di collegio sindacale.


Per quanto riguarda l'approvazione del bilancio, la legge prevede la possibilità che in caso di mancata approvazione, o qualora un terzo dei membri del consiglio di gestione o di sorveglianza lo chiedano, la competenza per l'approvazione del bilancio sia demandata all'assemblea.

Per completezza riporto anche la voce relativa al

Consiglio di gestione [modifica]

Il consiglio di gestione ha l’esclusiva responsabilità della gestione e direzione dell’impresa e compie tutte le operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto sociale (art. 2409 novies c. 1 c.c.).

Il consiglio di gestione è composto da almeno 2 membri, anche non soci (art. 2409 novies c. 2 c.c.). Non può assumere la carica chi è membro del consiglio di sorveglianza (art. 2409 novies c. 4 c.c.). I primi componenti del consiglio di gestione vengono nominati nell’atto costitutivo. Durante la vita della società, invece, i consiglieri sono nominati (art. 2409 novies c. 3 c.c.):

    * dal consiglio di sorveglianza previa la determinazione del loro numero, nei limiti stabiliti dallo statuto;
    * dallo Stato o da un ente pubblico, nei casi previsti dalla legge o dall’atto costitutivo.

Lo statuto può inoltre riservare ai possessori di strumenti finanziari partecipativi, la nomina di un componente indipendente del consiglio di gestione, indicando le modalità di tale nomina. Salva diversa disposizione dello statuto essi sono rieleggibili (art. 2409 novies c. 5 c.c.).


I consiglieri di gestione restano in carica per un periodo non superiore a 3 esercizi, con scadenza alla data della riunione del consiglio di sorveglianza convocato per l’approvazione del bilancio del terzo esercizio (art. 2409 novies c. 4 c.c.). Se nel corso dell’esercizio vengono a mancare uno o più componenti del consiglio di gestione, il consiglio di sorveglianza provvede senza indugio alla loro sostituzione (art. 2409 novies c. 6 c.c.).


I componenti del consiglio di gestione sono revocabili in qualunque tempo con delibera del consiglio di sorveglianza , anche se nominati nell’atto costitutivo. I componenti nominati dallo Stato o da enti pubblici sono invece revocabili solo dagli enti che li hanno nominati. In assenza di una giusta causa di revoca, spetta al consigliere revocato il risarcimento del danno. In presenza di una giusta causa, invece, il consiglio di sorveglianza può promuovere l’azione sociale di responsabilità per il risarcimento dei danni prodotti.



A voi le valutazioni sui possibili scenari di un ingresso di rappresentanti di soci minoritari nel Consiglio di sorveglianza.
Peraltro, si osserva che nonè necessario avere un parente stretto in linea diretta o collaterale per realizzare un controllo tale da integrare gli estremi di conflitto di interessi, ma è sufficiente avere dei fiduciari all'interno degli organi esecutivi.
La critica che si sta portando avanti verte su questa contraddizione tra una gestione monolitica della società, messa in pratica legalmente, beninteso, è una compagine azionaria che monolitica non è e contiene una minoranza non proprio esigua, ma molto frammantata, che finora non ha avuto la possibilità e/o la capacità di esprimere propri rappresentanti.
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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #89 : Giovedì 16 Settembre 2010, 23:04:56 »
dalla pagina di Wikipedia relativa al Sistema dualistico (non stiamo parlando di un manuale di diritto commerciale, quindi).

Il sistema di amministrazione e controllo della S.p.A. noto come "Dualistico" è caratterizzato da una struttura che prevede l'elezione da parte dell'assemblea di un organo denominato consiglio di sorveglianza, il quale elegge a sua volta un consiglio di gestione. La disciplina di questo modello si costituisce di norme specifiche (artt. 2409 octies e ss. c.c.), di rinvii espressi alla disciplina del modello tradizionale e delle norme di chiusura degli artt. 2380 c.c. e 223 septies disp. att. c.c. In questa sede si tratteranno le principali differenze col modello tradizionale al quale si rinvia.

Il sistema dualistico introduce nel diritto societario italiano la pratica della cogestione, nata e particolarmente diffusa in Germania.
Consiglio di sorveglianza [modifica]

Il consiglio di sorveglianza è l'organo centrale del modello dualistico. Viene eletto dall'assemblea e dura in carica tre anni. I membri devono essere almeno tre, sono rieleggibili e possono essere revocati, anche senza giusta causa purché si raggiunga una maggioranza pari ad 1/5 del capitale sociale (salvo, in quest'ultimo caso, il diritto al risarcimento del danno)(diversamente da quanto accade nel sistema tradizionale dove per la revoca dei sindaci è necessario un decreto del tribunale ,sentito l'interessato) È un organo peculiare in quanto riunisce in sé delle competenze che nel modello tradizionale sono demandate all'assemblea ed alcune proprie del collegio sindacale.Rappresenta una soluzione efficace per creare una separazione tra organo gestorio e soci.


    * Competenze dell'organo di controllo
          o Nomina e revoca gli amministratori, ossia i componenti del consiglio di gestione (che possono essere revocati anche senza giusta causa, salvo in questo caso il diritto al risarcimento del danno).
          o Approva il bilancio.
          o Promuove a maggioranza l'azione sociale di responsabilità nei confronti degli amministratori.
    * l'art. 2409 terdecies, lett. c, rinvia all'art. 2403 contenente i doveri del collegio sindacale (vigilanza sul rispetto da parte degli amministratori di legge e statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione) e la lett. e consente l'esperibilità della denuncia di gravi irregolarità al tribunale ex art. 2409. Inoltre gli artt. 2380 e 223 septies (sopra cit.) estendono, ove compatibili, le norme dettate per il modello tradizionale in materia di collegio sindacale.


Per quanto riguarda l'approvazione del bilancio, la legge prevede la possibilità che in caso di mancata approvazione, o qualora un terzo dei membri del consiglio di gestione o di sorveglianza lo chiedano, la competenza per l'approvazione del bilancio sia demandata all'assemblea.

Per completezza riporto anche la voce relativa al

Consiglio di gestione [modifica]

Il consiglio di gestione ha l’esclusiva responsabilità della gestione e direzione dell’impresa e compie tutte le operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto sociale (art. 2409 novies c. 1 c.c.).

Il consiglio di gestione è composto da almeno 2 membri, anche non soci (art. 2409 novies c. 2 c.c.). Non può assumere la carica chi è membro del consiglio di sorveglianza (art. 2409 novies c. 4 c.c.). I primi componenti del consiglio di gestione vengono nominati nell’atto costitutivo. Durante la vita della società, invece, i consiglieri sono nominati (art. 2409 novies c. 3 c.c.):

    * dal consiglio di sorveglianza previa la determinazione del loro numero, nei limiti stabiliti dallo statuto;
    * dallo Stato o da un ente pubblico, nei casi previsti dalla legge o dall’atto costitutivo.

Lo statuto può inoltre riservare ai possessori di strumenti finanziari partecipativi, la nomina di un componente indipendente del consiglio di gestione, indicando le modalità di tale nomina. Salva diversa disposizione dello statuto essi sono rieleggibili (art. 2409 novies c. 5 c.c.).


I consiglieri di gestione restano in carica per un periodo non superiore a 3 esercizi, con scadenza alla data della riunione del consiglio di sorveglianza convocato per l’approvazione del bilancio del terzo esercizio (art. 2409 novies c. 4 c.c.). Se nel corso dell’esercizio vengono a mancare uno o più componenti del consiglio di gestione, il consiglio di sorveglianza provvede senza indugio alla loro sostituzione (art. 2409 novies c. 6 c.c.).


I componenti del consiglio di gestione sono revocabili in qualunque tempo con delibera del consiglio di sorveglianza , anche se nominati nell’atto costitutivo. I componenti nominati dallo Stato o da enti pubblici sono invece revocabili solo dagli enti che li hanno nominati. In assenza di una giusta causa di revoca, spetta al consigliere revocato il risarcimento del danno. In presenza di una giusta causa, invece, il consiglio di sorveglianza può promuovere l’azione sociale di responsabilità per il risarcimento dei danni prodotti.



A voi le valutazioni sui possibili scenari di un ingresso di rappresentanti di soci minoritari nel Consiglio di sorveglianza.
Peraltro, si osserva che nonè necessario avere un parente stretto in linea diretta o collaterale per realizzare un controllo tale da integrare gli estremi di conflitto di interessi, ma è sufficiente avere dei fiduciari all'interno degli organi esecutivi.
La critica che si sta portando avanti verte su questa contraddizione tra una gestione monolitica della società, messa in pratica legalmente, beninteso, è una compagine azionaria che monolitica non è e contiene una minoranza non proprio esigua, ma molto frammantata, che finora non ha avuto la possibilità e/o la capacità di esprimere propri rappresentanti.
e qui sarebbe simpatico vedere questi consigli, nelle varie spa quotate in borsa da chi sono composti, uscirebbero delle sorprese veramente simpatiche come scoprire che si tratta sempre dello stesso centinaio di persone.

Offline MagoMerlino

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #90 : Giovedì 16 Settembre 2010, 23:07:53 »
Soddisfazione de che? spiegati meglio. Un azionista in un assemblea esige lo stesso rispetto ( se non di piu'), di uno che siede in un consiglio con un misero 2.5% e che probabilmente si è fatto la fama di voler solo intralciare e far perdere tempo.
Fare una domanda da azionista in un'assemblea, non è la stessa cosa di fare una domanda durante un consiglio di sorveglianza, dopo aver controllato approfondatamente i libri contabili.
Cosa che non credo sia semplicissima da fare se sei un semplice azionista presente all'assemblea del prossimo 18 ottobre.
"Mi spiega la vicenda Pandev", ti rispondono quello che vogliono.
"Sui libri contabili c'è questa voce, potrebbe spiegare a cosa si riferisce esattamente?", te devono convince....
C'è poco da disprezzare il povero, derelitto, misero 2,5.... bisogna prima vedere, sempre che questa ipotesi sia realistica, di chi è, che intenzioni ha e cosa si è prefisso esattamente.....e magari cosa cerca e perchè....
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« Risposta #91 : Giovedì 16 Settembre 2010, 23:08:30 »
A proposito, ma i piccoli azionisti non hanno pensato di intentare una causa contro Lotito per l'indebito arricchimento derivato alla Società nella vendita di Kolarov per circa 20 milioni contro il reale valore di non piu' di dieci ?;D :D
Comunque , Giancarlo, il 18 ottobre c'è l'assemblea. Vieni e chiedi direttamente a Lotito di darti i dettagli su Pandev :-*

Lo sai che io con Lotito non parlo più. Spero che ci vada qualcuno nel comitato di controllo che faccia queste cose.

POMATA

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #92 : Giovedì 16 Settembre 2010, 23:38:57 »
Da quello che ho capito, si spera che un individuo al di fuori del clan dei lotitesi che é riuscito ad avere il 2,5% delle azioni voglia il bene della Lazio...

Scusatemi e rispondetemi: Ma il sr Lotito non ha fatto il bene della Lazio in questi 6 anni? non ha cercato di far quadrare i conti e cercato di fare una squadra che possa lottare per un 6º posto? che poteva fare di piú, si son d'accordo ma poteva anche fare di meno (vedete cairo al toro...)


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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #93 : Giovedì 16 Settembre 2010, 23:39:42 »
e qui sarebbe simpatico vedere questi consigli, nelle varie spa quotate in borsa da chi sono composti, uscirebbero delle sorprese veramente simpatiche come scoprire che si tratta sempre dello stesso centinaio di persone.

Caro JJF
tu cogli uno degli aspetti meno conosciuti ma tra i più gravi dell'arretratezza del nostro sistema economico dove le grandi aziende quotate in borsa sono spesso controllate non solo dai famigerati da patti di sindacato che consentono a - di fatto - piccoli azionisti con capitale minoritario di controllare grandi società (si pensi a FIAT e a TELECOM) e dove - per rispondere proprio alla tua osservazione - i componenti dei vari cda e collegi sindacali sono spesso e volentieri le stesse persone che ricoproono questi incarichi in diverse società, tanto da costituire una compagnia di giro. Questo riduce le possibilità di concorrenza tra le varie aziende e restringe il campo delle competenze del management italiano.
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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #94 : Giovedì 16 Settembre 2010, 23:43:26 »
Da quello che ho capito, si spera che un individuo al di fuori del clan dei lotitesi che é riuscito ad avere il 2,5% delle azioni voglia il bene della Lazio...

Scusatemi e rispondetemi: Ma il sr Lotito non ha fatto il bene della Lazio in questi 6 anni? non ha cercato di far quadrare i conti e cercato di fare una squadra che possa lottare per un 6º posto? che poteva fare di piú, si son d'accordo ma poteva anche fare di meno (vedete cairo al toro...)

C'è un 34 per cento degli azionisti che non ha alcuna voce in capitolo. Se Lotito non vuole rotture un modo ce l'ha: si compra questo 34 per cento e fa uscire la Lazio dalla Borsa.

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #95 : Giovedì 16 Settembre 2010, 23:44:14 »
Fare una domanda da azionista in un'assemblea, non è la stessa cosa di fare una domanda durante un consiglio di sorveglianza, dopo aver controllato approfondatamente i libri contabili.
Cosa che non credo sia semplicissima da fare se sei un semplice azionista presente all'assemblea del prossimo 18 ottobre.
"Mi spiega la vicenda Pandev", ti rispondono quello che vogliono.
"Sui libri contabili c'è questa voce, potrebbe spiegare a cosa si riferisce esattamente?", te devono convince....
C'è poco da disprezzare il povero, derelitto, misero 2,5.... bisogna prima vedere, sempre che questa ipotesi sia realistica, di chi è, che intenzioni ha e cosa si è prefisso esattamente.....e magari cosa cerca e perchè....

Un piccolo azionista ospite in studio in una celebre trasmissione TV che parla di Lazio fece presente che nell'assemblea dello scorso anno aveva chiesto al presidente con quali risorse avrebbe fatto fronte agli impegnativi programmi annunciati nel corso della riunione.
La risposta fu molto apprezzata, soprattutto per il dettaglio informativo: "lei sottovaluta le capacità del presidente ...".

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POMATA

Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #96 : Giovedì 16 Settembre 2010, 23:56:31 »
C'è un 34 per cento degli azionisti che non ha alcuna voce in capitolo. Se Lotito non vuole rotture un modo ce l'ha: si compra questo 34 per cento e fa uscire la Lazio dalla Borsa.

Si ho capito, peró non hai risposto alla mia domanda che era:

Lotito non ha fatto il bene della Lazio in questi 6 anni?

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #97 : Venerdì 17 Settembre 2010, 00:00:54 »
Si ho capito, peró non hai risposto alla mia domanda che era:

Lotito non ha fatto il bene della Lazio in questi 6 anni?

Si, ha fatto il bene della Lazio.
Ma la domanda non è pertinente alla discussione.
Qui si sta discutendo su chi possa essere e se c'è, il soggetto che ha comprato le azioni che girano da ieri.

C'è un 34 per cento degli azionisti che non ha alcuna voce in capitolo. Se Lotito non vuole rotture un modo ce l'ha: si compra questo 34 per cento e fa uscire la Lazio dalla Borsa.

Oppure fa entrare il 34 per cento per mettere in pratica una coabitation ...
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Offline MagoMerlino

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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #98 : Venerdì 17 Settembre 2010, 00:07:20 »
Da quello che ho capito, si spera che un individuo al di fuori del clan dei lotitesi che é riuscito ad avere il 2,5% delle azioni voglia il bene della Lazio...

perchè dovrebbe essere tanto difficile da generare tanta diffidenza, mica esistono solo i casalesi, ultimamente Unicredit ha spedito più di 20 lettere a possibili acquirenti per verificare le reali intenzioni nell'acquisto del trigoria e se questi soggetti sono stati valutati idonei dall'istituto di credito, almeno apparantemente non hanno problemi. E per la Lazio non ci può essere uno serio, onesto, emigrato australia, interessato ad un misero 2,5% ?
Lotito ha fatto bene, qualche volta gli è riuscito meglio, altre, purtroppo, peggio. Se ci fosse l'occasione  di verificare se può far meglio, o magari c'è qualcuno disposto ad impegnarsi per fare meglio di quanto ha fatto lui, perchè scartarla prescindere?...
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Re:Quel famoso 2,5% d'azionariato popolare, a che punto stiamo?
« Risposta #99 : Venerdì 17 Settembre 2010, 00:09:32 »
C'è un 34 per cento degli azionisti che non ha alcuna voce in capitolo. Se Lotito non vuole rotture un modo ce l'ha: si compra questo 34 per cento e fa uscire la Lazio dalla Borsa.

cito il " buon Andreotti " che afferma che " le minoranze hanno i loro diritti, che vanno rispettati; le maggioranze, però, di diritti ne hanno molti di più ".
Quando poi i portafogli vedono il 67% contro il 33% ( ammesso che questo 33% sia " moralizzato e, SOPRATTUTTO coeso ", credo proprio che l´unica cosa che potrebbero fare è rendere la vita dura al proprietario del 67% ( ed alla nostra Lazio, per dire ).

Cosa che d´altronde fanno da anni, per cui non credo cambierà nulla ...
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”