Autore Topic: Maurizio Schillaci, una vita in fuorigioco tra gol e droga  (Letto 660 volte)

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Offline Ceres

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Maurizio Schillaci, una vita in fuorigioco tra gol e droga
« : Mercoledì 17 Dicembre 2014, 18:53:55 »

http://video.repubblica.it/sport/maurizio-schillaci-una-vita-in-fuorigioco-tra-gol-e-droga/186835/185729?ref=HRESS-1

Per Zeman è stato il giocatore più forte che abbia mai allenato. Il cugino "Totò", l’uomo delle notti magiche di Italia ’90, ne parlava sempre come il fuoriclasse di famiglia. Gol a raffica e talento purissimo, la serie A con la maglia della Lazio, poi l’abisso. Dopo un infortunio, Maurizio Schillaci è precipitato nell’alcol e nella droga, ha sperperato tutto quello che aveva guadagnato col calcio e adesso conduce una vita da clochard alla stazione centrale di Palermo. La sua storia è diventata un film, "Fuorigioco" diretto da due giovani registi siciliani, Davide Vigore e Domenico Rizzo. In questa intervista Maurizio racconta la sua odissea e svela il suo unico sogno: un lavoro che gli possa permettere di invitare una sera a cena le sue figlie.


http://video.repubblica.it/sport/maurizio-schillaci-una-vita-in-fuorigioco-tra-gol-e-droga/186835/185729?ref=HRESS-1
Per la Lazio, Giordano!

Zapruder

Re:Maurizio Schillaci, una vita in fuorigioco tra gol e droga
« Risposta #1 : Mercoledì 17 Dicembre 2014, 19:00:06 »
Serie A? Mi sa di no.

La triste vicenda di Schillaci è nota da tempo, purtroppo.

Offline DinoRaggio

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Re:Maurizio Schillaci, una vita in fuorigioco tra gol e droga
« Risposta #2 : Mercoledì 17 Dicembre 2014, 19:13:15 »
Un paio di mesi fa uscì un articolo sui calciatori "impoveriti", il cui rappresentante più illustre ha segnato addirittura il gol decisivo in una finale dei Mondiali, articolo in cui compariva anche Schillaci, in buona compagnia. Aspe', vado a recuperarlo...

Eccolo:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/04/brehme-e-gli-altri-campioni-quando-gli-dei-del-pallone-si-riducono-in-poverta/1142823/

Brehme e gli altri campioni: quando gli dei del pallone si riducono in povertà

L'ex giocatore, pilastro dell'Inter di Trapattoni, costretto a pulire i bagni (grazie a Beckenbauer). Storie di stelle, meteore e patrimoni dilapidati, come Tavola, ex Juve, che consegna giornali o Bergamaschi, ex Milan, che fu casellante sull'A4

di Malcom Pagani | 4 ottobre 2014

Alla fine, al prode Andreas rimasto senza un soldo, han proposto di lavare i cessi. Nella prima vita di “motoretta” Brehme, quella degli scudetti e dei rigori utili ad alzare la Coppa del Mondo davanti a un Maradona furibondo, nessun ex collega di turno, nessun Oliver Straube si sarebbe permesso di rispondere all’appello di Franz Beckenbauer (“dobbiamo aiutare Brehme, abbiamo il dovere di restituirgli qualcosa di ciò che ha dato al calcio tedesco”) offrendo un lavoro al reprobo con la scusa di fargli la morale: “Siamo disposti a impiegare Brehme nella nostra impresa di pulizie. Potrà lavare i bagni e sanitari così si renderà conto davvero cosa significa lavorare e qual è la vera vita”.

L’orizzonte cambia, i temporali arrivano e nel fango del dio pallone impantanarsi è facile. C’è chi si sporca le mani e tira avanti reinventandosi e chi affonda nelle sabbie mobili. Roberto Tavola, ex centrocampista della Juventus, consegna i giornali a edicole e supermercati osservando l’alba. Un altro Dimas passato nella Torino recentemente scudettata, Manuel, vende fiori. Fabio Macellari, ex Inter, canta a tempo perso e fa il taglialegna Franco Bergamaschi , ex Verona e Milan, diede il resto come casellante sulla A4 e un Kovacic meno fortunato del coevo assunto da Erik Thohir, un altro croato già assunto a suo tempo da Gino Corioni per illuminare il Brescia, zappa terra a due passi da casa.

Per altri, quelli che al fischio finale, svuotato lo stadio da adoratori e questuanti, a fare i conti con la nuova condizione non ce l’hanno fatta, infortuni, depressione, droga, alcool, marginalità, lutti sofferti e tanti suicidi come quello dei due portieri tedeschi, Enke e Biermann. Il delitto di un altro ex ragazzo di Germania Brehme, senza un mestiere stabile dal 2006, è aver depauperato ogni cosa. Soldi, gloria e rispetto per se stesso. Da Garrincha a Gascoigne, accadde a stuoli di campioni. Il terzino che spazzava l’area di una splendida Inter trapattoniana lasciando la polvere di stelle agli avversari, è solo l’ultima meteora di una lunga serie di calciatori incapace di venire a patti col destino.

Storie di tutti i tipi. Derive mistiche come quelle di Totò Rondon e Taribo West e in mancanza di misericordia, ravvedimento o peggio pentimento, finali di partita simili. C’è chi come Jorge Cadete, ex nazionale portoghese ed ex idolo del Celtic Glasgow transitato anche nel Brescia, si mette in mano ai mediatori finanziari, perde tutto ed è costretto a sopravvivere con il sussidio di povertà: “Dei 4 milioni di euro guadagnati in carriera non ho più niente. Ho investito, ma non è andata bene. Avevo attorno a me gente che non ha agito onestamente. Nel momento in cui smetti di giocare, tutto cambia: gli agenti smettono di chiamarti, non sei più nessuno. A volte sento ex atleti che dicono di avere un sacco di amici nel calcio: è una bugia, quando lasci, nessuno vuole più saperne di te”.

E c’è chi come Maurizio Schillaci, una quarantina di presenze in serie B, Zdenek Zeman come allenatore: “Mi adorava”, da anni ancheggia ai bordi di Palermo dormendo dove capita, di preferenza alla Stazione. Schillaci (cugino del diavolo di Italia ’90, in una famiglia senza pace che ieri al Cep, in una sparatoria, ha visto tra i feriti anche la zia di Totò) era forte.

Gli fecero male in campo. Lo curarono peggio fuori. Maurizio provava a ripartire e regolarmente si fermava. “’U malato immaginario”, inseguito dalle cattiverie, si perse definitivamente dopo una cessione alla Juve Stabia. Cocaina. Eroina. A Siciliainformazioni.com, nel 2013, raccontò senza filtri la discesa nell’abisso: “Il mio declino è stato velocissimo e ora mi ritrovo per strada. Come si vive? La prendo quasi a ridere, mi diverto, sdrammatizzo, cerco di farcela”. Schillaci, Cadete e gli ex imperatori decaduti. Ieri come oggi. Adriano costretto a mettere in vendita la sua villa nel 2014 è parente stretto del George Best in bianco e nero che sperpera e poi ad un tratto muore. Al sosia dell’attore Woody Harrelson, Andreas Brehme, difensore che nell’attacco ritrovava il suo cinema preferito, resta ancora l’ultimo spettacolo. Prima che si spengano le luci. Prima che sia notte.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline SAV

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Re:Maurizio Schillaci, una vita in fuorigioco tra gol e droga
« Risposta #3 : Mercoledì 17 Dicembre 2014, 20:20:31 »
Mi pare che accusi la Lazio di averlo curato male e di avergli ingiustamente dato del malato immaginario...

Offline Indaco

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Re:Maurizio Schillaci, una vita in fuorigioco tra gol e droga
« Risposta #4 : Mercoledì 17 Dicembre 2014, 20:25:02 »
Serie A? Mi sa di no.

La triste vicenda di Schillaci è nota da tempo, purtroppo.

certo che no. Quando lo prendemmo eravamo in b, ed era l'anno dei meno 9, quindi Fascetti allenatore, Calleri presidente, anno 1986-87. Giocò pochissimo perché si fece male e non si riprese mai, poi si scoprirono i problemi veri che lo zavorrarono. Se non ricordo male, fece solo un gol con noi, ma importantissimo, 0-1 a cagliari, quasi in fine partita, 3 punti fondamentali in quella rincorsa pazza alla salvezza dalla serie C (anche se quella partita capitò verso novembre-dicembre, e la Lazio in quel momento sembrava addirittura poter lottare per la serie A).  Mi dispiace molto che sia finito così, anche se guardando il filmato con l'intervista non mi sembra sia proprio ridotto come un barbone. In bocca al lupo, Maurizio, arrivato da noi come "cugino" dell'altro e più famoso Totò Schillaci.