Editoriale di Roberto Renga Un interrogativo che a Roma, e anche in Italia effettivamente, può far rumore: la Lazio é ancora inferiore alla Roma? Sino all'anno scorso sicuramente sì, ma la recenti vicende di una parte e dell'altra, ci spingono se non altro a porre il tema.
Con la partenza di Kolarov (stravalutato e infortunato), la Lazio ha potuto acquistare un esterno sinistro (Garrido), tenere Floccari, prendere uno dei pochi pezzi pregiati in circolazione: Hernanes. Per fare della Lazio una squadra completa manca poco o molto, dipende dai punti di vista. Ci vuole, intanto, che il loquacissimo Lotito riesca a scambiare due parole, del milione che ogni giorno elargisce generosamente al mondo, con il muto Ledesma, che potrebbe sempre rispondere annuendo o scuotendo negativamente la testa.
Se rimane Ledesma, se Matuzalem trova una continuità fisica, se Zarate capisce che al calcio sfortunatamente per lui si gioca in undici, se il tutto si sistema, la Lazio é a posto. Non si tratta, in fin dei conti, di problemi di alta ingegneria: li può risolvere anche Lotito, magari in compagnia di Tare, che sta trovando una sua identità. La Lazio ha i giocatori al posto giusto e non troviamo punti di incertezza. In società non possono litigare, essendo solo in due. Alla fin fine rimane un solo dubbio, legato a Reja, che se la cavò nel momento del bisogno: una dote che, fine a se stessa, potrebbe rivelarsi controproducente.
Manca, a voler essere pignoli un centravanti forte di testa e di piede, da mettere accanto a Floccari o Zarate o Rocchi, che sembra destinato, in questo via vai di attaccanti, a vivere giorni difficili. Lo sanno anche i dirigenti biancocelesti, che non a caso stanno insistendo con Almeida, classico re d'area. E' una Lazio con tutte le caselle occupate: difensori giusti, centrocampisti di qualità e di quantità (se...), grandi attaccanti.
La Roma che fa? Niente da dire per quanto riguarda il mercato, chiuso per ora a zero lire, ma con colpi efficaci: Adriano, Simplicio, Burdisso junior. Altri giocatori arriveranno. Ranieri é, senza offesa per entrambi, come Reja: ha offerto il suo lato migliore un anno fa, quando le cose giallorosse stavano precipitando. Ora deve partire dall'inizio e motivare giocatori che erano motivati da soli, dopo la brutta partenza spallettiana. Ce la farà? Possiamo solo registrare una strana incertezza relativa al modulo: un giorno uno e il giorno appresso un altro.
Ma il vero problema, il problema dei problemi, si registra in società. Le liti ormai si avvertono anche da fuori. Passi per Trigoria e senti volare i piatti. Non vogliamo dire (e non lo diciamo) che la colpa sia tutta di Montali, però un fatto é certo: prima del suo avvento, a Trigoria regnava la pace e la potentissima signora Mazzoleni, Bruno Conti, Daniele Pradè e Tonino Tempestilli intonavano canti natalizi anche a ferragosto.
Gira per l'Italia un organigramma che si dice fatto a Trigoria e che si riassume così: Montali direttore generale, accanto a lui l'attuale team manager Salvatore Scaglia, al mercato Valentino Angeloni (Taranto) e Roberto Samaden (giovanili dell'Inter), Bruno Conti con i ragazzi, gli altri fuori. Chi l'ha disegnato? Sono successe altre cose, che di sicuro agitano le giornate romaniste. La notizia delle due squadre (quella dei buoni e quella dei cattivi) è stata data a un solo giornale, con il risultato che il quotidiano sportivo della capitale si é trovato a secco. Chi l'ha fatta uscire, questa notizia? E come mai il Corriere non l'ha avuta?
Sono cose, ormai, di tutti i giorni. Un fatto nella Roma é sicuro: manca chiarezza. E la può portare, al momento, solo Rosella Sensi. Intanto la Roma dovrebbe prepararsi alla Supercoppa e a un campionato che non vede attori di prima grandezza.