Larve di Sarcophaga carnaria-City

[Zapruder]

Purtroppo sì, caro chemist.
Ma la verità è ancor più inquietante di quel che appare.
Tranquillizziamo tutti: lo scellerato che ha tentato il suicidio allo 0-2 del City (risultato che assieme al contestuale 2-0 di Monaco sanciva la retrocessione in EL della reumma) se la caverà con due o tre mesi di gesso: per fortuna l'impatto col suolo non è stato fatale.
Preoccupa, invece, quel che mi ha riferito un passante, trovatosi accanto agli operatori dell'ambulanza mentre il ferito veniva caricato sul mezzo: pare che il ferito, in un momento di delirio, abbia sospirato qualcosa del tipo " [...] e mo' questi vincheno Europa League e Scudetto [...] nun je la posso fa' [...] aaa mediogrità... [...]".

Per carità, magari il passante ha capito male. Ma la circostanza è 'indicativa' del momento, francamente... 

Ha capito benissimo, stanne certo.

Dopo lo 0-2 finale, fortemente voluto - o qualcuno crede veramente che uno SQUADRONE FORTISSIMO che ha già prenotato i prossimi dieci anni di vittorie possa perdere, se non facendolo apposta, con dei parvenu come i Mancuniani di Città? - negli spogliatoi giallorossi si è scatenata la festa: liberi finalmente dalla trappola della CL, che avrebbero potuto anche non vincere pur essendo I PIU' FORTI DI TUTTI I TEMPI, perché c'è sempre l'incognita della partita secca, formula governata dal caso più che dal campo e che ha perfino consentito alla ridicola Lazio di Lotito di vincere dei trofei, ora l'AS ROMA può lanciarsi alla conquista dell'Europa League, che è già praticamente nella loro bacheca. Anche il pubblico ha fatto finta di abbandonare mestamente lo stadio, ma all'Obelisco, sul Ponte Duca d'Aosta, a Piazza Mancini, la festa impazza. Per la disperazione dei tifosi laziali.

Che brutta notte. Notte di Coppe e di Campioni.

[foreverlazio]

Purtroppo sì, caro chemist.
Ma la verità è ancor più inquietante di quel che appare.
Tranquillizziamo tutti: lo scellerato che ha tentato il suicidio allo 0-2 del City (risultato che assieme al contestuale 2-0 di Monaco sanciva la retrocessione in EL della reumma) se la caverà con due o tre mesi di gesso: per fortuna l'impatto col suolo non è stato fatale.

Preoccupa, invece, quel che mi ha riferito un passante, trovatosi accanto agli operatori dell'ambulanza mentre il ferito veniva caricato sul mezzo: pare che il ferito, in un momento di delirio, abbia sospirato qualcosa del tipo " [...] e mo' questi vincheno Europa League e Scudetto [...] nun je la posso fa' [...] aaa mediogrità... [...]".

Per carità, magari il passante ha capito male. Ma la circostanza è 'indicativa' del momento, francamente... 






ma no dai, stai a scherza   cmq se fosse vero nella sua drammaticita' ci sarebbe da ridere

[franz_kappa]

Che brutta notte. Notte di Coppe e di Campioni.

Grazie, vedo che hai compreso il difficile momento che una parte della città sta vivendo.

Io dico una cosa sola: TUTTI quelli che, tra noi, hanno un amico laziale debole, facilmente influenzabile dalle radio e paranoicamente pauroso gli faccia una chiamata. Subito. Meglio sarebbe andarlo a trovare ma talvolta siamo troppo lontani.

Però non lasciamo soli alcuni laziali, senza dubbio nelle prossime ore ma anche nei prossimi giorni. Tra la paura che non fa danni e un rischio di tragedia la differenza la può fare, semplicemente, un po' di banale calore umano. 

[Sick Boy]

Ma voi ci ridete, guardate che certe volte il caso ti fa pensare.
Oggi, in maniera del tutto non prevista e in tre contesti diversi fra loro, ho incontrato tre conoscenti/amici laziali, con i quali ho avuto modo di scambiare due parole più o meno rapide sul match di oggi.
Stamattina davanti a un caffé, il mood era: "Mi rode se arrivano terzi, perché l'EL la possono vincere, mentre in Champions 'ndo' vanno..."
A pranzo: "Devono uscire, che scherzi... se passano, al di là di quello che faranno poi, continuano a rinforzarsi e daje e daje 'sto scudetto lo vincono..."
Rincasando, per la via, il monito è stato: "Aò, devono continuà a giocà, se arrivano quarti si concentrano su campionato e so' cavoli".
Insomma, come la metti la metti, stasera c'era qualcosa per cui essere afflitti. (Anche se da un punto di vista probabilistico, a un 33% sicuro di tristezza, c'era anche garantito un 66% di soddisfazione).
Io, per non sape' leggere e scrivere, come sempre nella splendida tradizione della loro eliminazione europea, me la godo al massimo.
E da febbraio ci daremo da fare per il bis.

[CP 4.0]

Risultato semplicemente perfetto. Da mettere in bacheca tra Lecce86 e Samp2010. Giusto sotto Lulic71.

Io godo, l'altri facciano come cazzo gli pare. 

[franz_kappa]

[...]
Insomma, come la metti la metti, stasera c'era qualcosa per cui essere afflitti. (Anche se da un punto di vista probabilistico, a un 33% sicuro di tristezza, c'era anche garantito un 66% di soddisfazione).
Io, per non sape' leggere e scrivere, come sempre nella splendida tradizione della loro eliminazione europea, me la godo al massimo.
E da febbraio ci daremo da fare per il bis.

Secondo me se ne esce 'vivi' tornando bambini, recuperando lo spirito dell'infanzia, la giusta assenza di condizionamenti.
Come un bambino che tifa Lazio io sono contento che la xxxx abbia subito l'ennesima disfatta europea. Punto.
Poi, chissà, l'EL la potranno anche vincere (seeee, ma quando mai!). Ma, nel remoto caso, ci sarà tempo per preoccuparsi. Stasera si gode.

[chemist]

Purtroppo sì, caro chemist.
Ma la verità è ancor più inquietante di quel che appare.
Tranquillizziamo tutti: lo scellerato che ha tentato il suicidio allo 0-2 del City (risultato che assieme al contestuale 2-0 di Monaco sanciva la retrocessione in EL della reumma) se la caverà con due o tre mesi di gesso: per fortuna l'impatto col suolo non è stato fatale.

Preoccupa, invece, quel che mi ha riferito un passante, trovatosi accanto agli operatori dell'ambulanza mentre il ferito veniva caricato sul mezzo: pare che il ferito, in un momento di delirio, abbia sospirato qualcosa del tipo " [...] e mo' questi vincheno Europa League e Scudetto [...] nun je la posso fa' [...] aaa mediogrità... [...]".

Per carità, magari il passante ha capito male. Ma la circostanza è 'indicativa' del momento, francamente... 

mannaggia a te...quasi ce credevo..

[BobLovati]

quando perdono è SEMPRE "cosa buona e giusta"   

[leomeddix]

S'annamo a divertì, Nasrìììì, Nasrìììì.... 

[Eagles71]

tifoso occasionale porti male...

'na goduria...

[WombyZoof]

anche stavolta, svegliona in casa.

[disabitato]

Chissà come si scrive "oh nooo" in inglese...

[aaronwinter]

Bene, benissimo così.

I citizens hanno tirato lo sciacquone, merdecacate fuori da un torneo che frequentano sempre abusivamente.

[leomeddix]

Notizia Ansia ore 1.57

Beppe Grillo: "Alle prossime elezioni il nostro movimento candiderà Rudi Garcia. Noi vogliamo uscire dall'Europa, e nessuno meglio di lui potrà spiegare come si fa".

[Zapruder]

Prese in giro e ironia a parte, la partita di ieri sera è emblematica, sotto molti aspetti.

Come noto, la qualificazione dei cugini scemi agli ottavi di CL passava per una vittoria o uno 0-0: poteva bastare anche un pareggio con reti, ma solo nell'improbabile caso che il CSKA uscisse a sua volta con un pari da Monaco: peraltro, un simile scenario poteva tramutarsi in ogni momento in una beffa, perché in entrambe le partite sarebbe bastato un gol (del City o del CSKA) a mettere fuori causa l'asroma. Andavano scartati a priori, a mio avviso, qualsiasi tattica e qualsiasi atteggiamento volti a portare a casa lo 0-0: i tempi di Herrera sono finiti da un pezzo e proprio il telecronista ricordava, nell'intervallo, la scarsissima occorrenza di questo risultato per entrambe le squadre, nelle ultime 50-60 partite.

Gli scemi sono partiti pancia a terra e a ragione, visto che nei primi dieci minuti entravano con facilità e in maniera pericolosa nella difesa mancuniana. Poi, dopo un'azione pericolosa del City (avviata da una palla persa dal Fesso), è calato il sipario: in avanti non si sono più visti. Il City ha guadagnato campo e a metà partita l'esito sembrava inevitabile, come poi è stato. Dopo lo 0-1 la reazione, più che altro di carattere isterico, ha creato altre tre palle gol nitide, a riprova di quanto si potesse osare impostando una vera partita e non mettendo in campo un branco di persone senza capo né coda: ma è durata poco, perché un conto è uno scatto di nervi, un altro paio di maniche sono il gioco e la convinzione. A un quarto d'ora dalla fine s'erano abbondantemente arresti.

Gervinho è quello che è e pensare che possa essere un'arma letale in ogni partita e che possa da solo determinare l'esito di un torneo, è da ottimisti accaniti, quantomeno. Incredibile pure che lo spostatore di chiese abbia assistito senza reagire, per novanta minuti, alla partita di Pjanjc, del tutto assente dal campo e tagliato fuori dal gioco (se di gioco si può parlare). Incredibile pure che il Totem del Fesso sia rimasto in campo per 70', tra palloni persi e altri miseramente buttati. Incredibile in una partita così la rinuncia a De Rossi.

La sensazione offerta è stata quella di una grande debolezza. Mentale, ancor prima che tattica e tecnica.

[Anselazio]

Ultima perla di ri-dotto..se vedete dei gabbiani ruotare in cielo in cerca di qualcuno è tutto a posto

 


CALCIO DOTTO - MI GIOCO FACCIA E (EVENTUALE) REPUTAZIONE. LA ROMA DI RUDI GARCIA DOMANI SERA FARÀ IMPAZZIRE DI GIOIA I SUOI TIFOSI E L’OLIMPICO SARÀ UNA FESTA. ORA VI RACCONTO PERCHÉ:

Mi gioco faccia e (eventuale) reputazione. La Roma di Rudi Garcia domani sera farà impazzire di gioia i suoi tifosi e l’Olimpico sarà una festa. Non dovesse accadere, chiedo a tutti i gabbiani di Trastevere e Testaccio di scaricarmi addosso fino a domenica inclusa i loro schifosi escrementi per punirmi di tanta vaticinante tracotanza. Lo so che la Roma passerà e ora vi racconto perché.
 
Garcia, Totti, De Rossi, Florenzi e tutti gli altri lo devono a sé, prima che ai loro tifosi. Aggiungo Walter Sabatini. Lui è contagioso anche da distanza. Sanno di essere una grande squadra, ma hanno bisogno di darsi una prova inequivocabile, un poster gigante da inchiodare nella mente, perché quello che sanno diventi quello che sono. La partita con il Manchester City arriva ideale. Non ci sono scuse.
Questa Roma deve anche brutalmente rispondere alla parte mortifera e antropofaga della città, quella dotata di tastiere e microfoni. Non tutti, certo, ma i più rumorosi, quelli che riescono a certificare la propria esistenza solo arruolandosi in un plotone d’esecuzione. I bersagli cambiano, la sete di sangue mai.
 
Gentucola che ha un solo modo di rimpinzare il proprio ego malconcio, sparare e massacrare. E’ questo miserabile luna-park il peggio della Roma pallonara. L’ultima grande novità, in fatto di entità da impallinare, è Rudi Garcia (De Rossi ci ha fatto il callo o forse no, sicuramente no, ce ne sono di pieghe amare sotto la barba).
 Venerato fino poche settimane fa, si dice e si mormora del francese di sangue andaluso che si è “romanizzato”, che è diventato “arrogante” e che, soprattutto, si è “innamorato”, che a Roma equivale a dire “rin[...]to”. Si rimprovera a Garcia quello per cui lo si celebrava fino a ieri. Di essere stato temerario contro il Bayern, suicida nell’aggiudicarsi uno scudetto non ancora vinto, pazzo e sconsiderato nelle scelte a Mosca e con il Sassuolo.
 Cecchini di ogni sponda ci spiegano con la solita, infallibile scienza del poi che il tecnico romanista ha privilegiato il Manchester al Sassuolo. Ridicolo. Garcia voleva quella vittoria sabato sera più di ogni altra cosa. Parliamo di un uomo che fa dell’ottimismo il suo metodo e dell’empatia la sua chiave d’accesso.
 Lui ha davvero una fiducia esagerata nella sua banda e la formazione che ha scelto gli dava tutte le garanzie possibili. Non poteva prevedere che De Sanctis inciampasse in quella gaffe da presunzione (tipica di un uomo la cui personalità è più forte del talento di portiere) e che Destro si nascondesse tutto il tempo.
 
L’ottimismo di Garcia non è la mortadella negli occhi del fesso ma un esercizio ascetico di grande livello. Serve a questa città come un elisir di vita. Ha salvato la chiesa Roma più che depressa di un anno e mezzo fa e sappiamo dove l’ha sospinta dove nessuno immaginava.
 
E’ vero, qua e là, può anche essere il suo limite (è sottile il bordo tra la preghiera dell’ottimista e lo slancio suicida), ma è quanto di meglio Roma e la Roma possano augurarsi da qui all’eternità, un allenatore straniero (ma straniero davvero, alla Camus, senza codici da spartire), che ama la vita e se ne fotte dei fegatosi pettegoli e amplificati. Uno straniero che, però, sente quando è il momento di non esserlo più, sotto la Sud.


Giancarlo Dotto per Dagospia

[aquilafelyx]

Senza l'impunità che gli garantiscono gli arbitri italiani in Europa non riescono ad essere "aggressivi" con la stessa intensità del campionato, tolta dal campo una della caratteristiche che li sorregge in Italia i valori tecnici alla fine emergono e i conti tornano con la crudezza dei numeri, numeri che intanto gli sottraggono qualche decina di milioni dal bilancio, non è molto, ma se cominciano a ridimensionare una rosa ipertrofica grazie al sostegno bancario anche le prestazioni generali ne risentiranno e rientreranno nel gruppo che insegue invece di stare in scia della Juve.

[paperinik]

Ultima perla di ri-dotto..se vedete dei gabbiani ruotare in cielo in cerca di qualcuno è tutto a posto

 


CALCIO DOTTO - MI GIOCO FACCIA E (EVENTUALE) REPUTAZIONE. LA ROMA DI RUDI GARCIA DOMANI SERA FARÀ IMPAZZIRE DI GIOIA I SUOI TIFOSI E L’OLIMPICO SARÀ UNA FESTA. ORA VI RACCONTO PERCHÉ:

Mi gioco faccia e (eventuale) reputazione. La Roma di Rudi Garcia domani sera farà impazzire di gioia i suoi tifosi e l’Olimpico sarà una festa. Non dovesse accadere, chiedo a tutti i gabbiani di Trastevere e Testaccio di scaricarmi addosso fino a domenica inclusa i loro schifosi escrementi per punirmi di tanta vaticinante tracotanza. Lo so che la Roma passerà e ora vi racconto perché.
 
Garcia, Totti, De Rossi, Florenzi e tutti gli altri lo devono a sé, prima che ai loro tifosi. Aggiungo Walter Sabatini. Lui è contagioso anche da distanza. Sanno di essere una grande squadra, ma hanno bisogno di darsi una prova inequivocabile, un poster gigante da inchiodare nella mente, perché quello che sanno diventi quello che sono. La partita con il Manchester City arriva ideale. Non ci sono scuse.
Questa Roma deve anche brutalmente rispondere alla parte mortifera e antropofaga della città, quella dotata di tastiere e microfoni. Non tutti, certo, ma i più rumorosi, quelli che riescono a certificare la propria esistenza solo arruolandosi in un plotone d’esecuzione. I bersagli cambiano, la sete di sangue mai.
 

Giancarlo Dotto per Dagospia

Questo è più di una chicca, è una cacca!!!! Ahahahahahah

[jegue98]

Ultima perla di ri-dotto..se vedete dei gabbiani ruotare in cielo in cerca di qualcuno è tutto a posto

 


CALCIO DOTTO - MI GIOCO FACCIA E (EVENTUALE) REPUTAZIONE. LA ROMA DI RUDI GARCIA DOMANI SERA FARÀ IMPAZZIRE DI GIOIA I SUOI TIFOSI E L’OLIMPICO SARÀ UNA FESTA. ORA VI RACCONTO PERCHÉ:

Mi gioco faccia e (eventuale) reputazione. La Roma di Rudi Garcia domani sera farà impazzire di gioia i suoi tifosi e l’Olimpico sarà una festa. Non dovesse accadere, chiedo a tutti i gabbiani di Trastevere e Testaccio di scaricarmi addosso fino a domenica inclusa i loro schifosi escrementi per punirmi di tanta vaticinante tracotanza. Lo so che la Roma passerà e ora vi racconto perché.
 
Garcia, Totti, De Rossi, Florenzi e tutti gli altri lo devono a sé, prima che ai loro tifosi. Aggiungo Walter Sabatini. Lui è contagioso anche da distanza. Sanno di essere una grande squadra, ma hanno bisogno di darsi una prova inequivocabile, un poster gigante da inchiodare nella mente, perché quello che sanno diventi quello che sono. La partita con il Manchester City arriva ideale. Non ci sono scuse.
Questa Roma deve anche brutalmente rispondere alla parte mortifera e antropofaga della città, quella dotata di tastiere e microfoni. Non tutti, certo, ma i più rumorosi, quelli che riescono a certificare la propria esistenza solo arruolandosi in un plotone d’esecuzione. I bersagli cambiano, la sete di sangue mai.
 
Gentucola che ha un solo modo di rimpinzare il proprio ego malconcio, sparare e massacrare. E’ questo miserabile luna-park il peggio della Roma pallonara. L’ultima grande novità, in fatto di entità da impallinare, è Rudi Garcia (De Rossi ci ha fatto il callo o forse no, sicuramente no, ce ne sono di pieghe amare sotto la barba).
 Venerato fino poche settimane fa, si dice e si mormora del francese di sangue andaluso che si è “romanizzato”, che è diventato “arrogante” e che, soprattutto, si è “innamorato”, che a Roma equivale a dire “rin[...]to”. Si rimprovera a Garcia quello per cui lo si celebrava fino a ieri. Di essere stato temerario contro il Bayern, suicida nell’aggiudicarsi uno scudetto non ancora vinto, pazzo e sconsiderato nelle scelte a Mosca e con il Sassuolo.
 Cecchini di ogni sponda ci spiegano con la solita, infallibile scienza del poi che il tecnico romanista ha privilegiato il Manchester al Sassuolo. Ridicolo. Garcia voleva quella vittoria sabato sera più di ogni altra cosa. Parliamo di un uomo che fa dell’ottimismo il suo metodo e dell’empatia la sua chiave d’accesso.
 Lui ha davvero una fiducia esagerata nella sua banda e la formazione che ha scelto gli dava tutte le garanzie possibili. Non poteva prevedere che De Sanctis inciampasse in quella gaffe da presunzione (tipica di un uomo la cui personalità è più forte del talento di portiere) e che Destro si nascondesse tutto il tempo.
 
L’ottimismo di Garcia non è la mortadella negli occhi del fesso ma un esercizio ascetico di grande livello. Serve a questa città come un elisir di vita. Ha salvato la chiesa Roma più che depressa di un anno e mezzo fa e sappiamo dove l’ha sospinta dove nessuno immaginava.
 
E’ vero, qua e là, può anche essere il suo limite (è sottile il bordo tra la preghiera dell’ottimista e lo slancio suicida), ma è quanto di meglio Roma e la Roma possano augurarsi da qui all’eternità, un allenatore straniero (ma straniero davvero, alla Camus, senza codici da spartire), che ama la vita e se ne fotte dei fegatosi pettegoli e amplificati. Uno straniero che, però, sente quando è il momento di non esserlo più, sotto la Sud.


Giancarlo Dotto per Dagospia

Gran "colleone" detta alla zapruder!

[Er Matador]

L'approccio alla partita, almeno da parte mia, era stato all'insegna della tranquillità.
L'unica ipotesi da escludere, nei limiti del possibile, rimaneva quella del quarto posto: il doppio impegno serve non tanto in ottica disastro, al quale credo poco, quanto per tenere in vita la possibilità che qualcuno sfili loro anche la piazza d'onore e la certezza di partecipare alla prossima CL.
Lì, tra FPF e mancati introiti, la cosa si farebbe interessante.
Parliamo comunque - sempre con riferimento al quarto posto - della soluzione in partenza meno probabile.
Mentre le altre due prevedevano rispettivamente un più massiccio drenaggio di energie (in caso di qualificazione) e una buona decina di milioni in fumo (in caso di retrocessione nell'EL).
È andata benone, con la goduria per la loro ennesima figuraccia bagnata da un danno economico e dalla convinzione che neppure nella competizione inferiore arriveranno fra le prime quattro, figuriamoci più oltre.
Quanto alla partita, condivido gran parte delle osservazioni di Zapruder con un'eccezione: secondo me la partenza a razzo ha rappresentato il loro errore fatale.
Segnare subito incide parecchio quando si deve vincere con ampio margine.
Potendo puntare al pari, ma contando su risorse fisiche non illimitate, la soluzione migliore rimane quella magistralmente escogitata l'anno scorso da Mourinho per rimontare il 3-1 dell'andata contro il PSG: pianificare sforzi e cambi di ritmo sulla distanza dell'intera gara, un po' come si fa nel ciclismo per tentare il record dell'ora.
L'essere arrivati al momento del teorico massimo sforzo in quelle condizioni psicofisiche certifica non solo l'inconsistenza del gruppo, ma anche la dissennatezza con cui si sono spese le poche fiches a disposizione.
Garcia completamente nel pallone, soprattutto in materia di cambi.
Chi era l'elemento maggiormente in grado di ribaltare l'inesistenza del collettivo con uno spunto individuale, dettato dalla tecnica oltre che dalla velocità pura?
Ad ogni evidenza Ljajić: puntualmente sostituito, con annessa crisi di nervi che i lacché mediatici hanno attribuito al rammarico per il gol appena sbagliato.
Naturalmente, a nessuno è passato per la testa che tutto dipendesse dalla sostituzione in sé: d'altronde, il simpaticone del Sangiaccato è noto per l'aplomb con cui accoglie le decisioni del tecnico in materia.
Altrettanto ottuse le valutazioni sulla traballante difesa avversaria, dove spiccava la differenza di rendimento dei terzini.
Zabaleta, gol a parte, è emerso come il peggiore dei suoi lasciando per lunghi tratti la sensazione che i Citizens giocassero in dieci.
Clichy ha fornito invece una silenziosa ma solida prestazione difensiva, negando a "er tendina" la circumnavigazione delle linee laterali felicemente riproposta in campionato negli ultimi turni: il che ha costretto Gervinho a convergere al centro, con un decisivo depotenziamento della sua azione.
Garcia ha distribuito le forze sulle due corsie tenendo conto dell'evidente differenza? Non si direbbe.
Sul piano individuale, il capitone ha giocato per la squadra: l'altra, però.
Aggiungendo al proprio repertorio di pensionato un numero cospicuo di palle perse, che la tecnica e i residui di condizione atletica avevano sin qui reso abbastanza rare.
Un altro scalino sceso in direzione del ritiro, insomma.
Fra i tanti fallimenti individuali, spicca quello di Keita: ragioniere del centrocampo, capace di scalare con fulminea velocità le gerarchie tecniche, in campionato; ricondotto alla dimensione reale, che lo aveva convinto a monetizzare gli ultimi contratti in ambiti meno competitivi, non appena ha varcato la frontiera.
Come dire che, nel torneo di casa nostra, basta ormai un cinese in coma (cit.) per fare la differenza.