Autore Topic: Marino, il sindaco marziano  (Letto 4283 volte)

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ThomasDoll

Marino, il sindaco marziano
« : Martedì 18 Novembre 2014, 11:37:14 »
molto interessante, me lo confutate?
da romafaschifo.com

Davvero voi siete tra quelli che pensano che il sindaco stia rischiando di saltare in aria per una questione di Fiat Panda rosse o di multe prese in automatico per una dimenticanza sul rinnovo del permesso? Mapperfavore! Marino è sulla graticola per un motivo molto diverso, ovvero perché con il suo modo di fare (manco si capisce se lo fa di proposito o se procede a casaccio) si è posto completamente al di fuori dei meccanismi criminali, mafiosi, consociativi e di corruttela che reggono Roma da decenni e ai quali ogni sindaco, nolente ma soprattutto volente, ha dovuto adeguarsi. Meccanismi che muovono un sacco di consenso e un sacco di denaro sottraendolo all'erario pubblico ed ai servizi per direzionarlo nelle tasche giuste. Il sindaco è al di fuori di queste logiche, non le conosce, magari non le combatte neppure, ma le ignora e questo è ancor più pericoloso per il sistema di potere che lo sostiene e che, assieme alla destra in una finta alternanza ed in una finta dialettica maggioranza-opposizione, ha spolpato la capitale del paese in un modo riprovevole e senza raffronti in altre città europee e occidentali. Ecco una decina di elementi che segnano una grande discontinuità tra Marino e i suoi predecessori. Si tratta dei veri motivi per cui il PD, con una operazione di comunicazione anche piuttosto rozza (avete fatto caso come si parla dei problemi di Roma, gli stessi da decenni ma oggi presenti in tutte le trasmissioni tv? Avete fatto caso ai raffazzonati editoriali di Repubblica e Corriere?), sta mettendo all'angolo il sindaco per ricattarlo, per imporgli di smetterla, per intimargli di interrompere lo sbullonamento del sistema economico che garantisce in vita il demi monde che ha ucciso la città, per metterlo sotto tutela e per far sì che non continui a intralciare chi vuole continuare a fare affari illecitamente su quel che resta di una città.


DISCARICA DI MALAGROTTA
Il PD a Roma era abituato a andare col capo della CO.LA.RI., Manlio Cerroni, a mangiare la coda alla vaccinara. Ignazio Marino è arrivato e ha chiuso Malagrotta, la discarica più famigerata d'Europa. Poi la raccolta rifiuti fa schifo, la città è zozza e la differenziata è fuori dal mondo. Ma intanto è stata chiusa Malagrotta. Con qualsiasi altro sindaco oggi ci sarebbe ancora Malagrotta con tutti gli interessi che ci stanno dietro. E a quanto pare, ma questo è gossip (gossip che a Roma troppo di sovente si trasforma in realtà), pare che i cassonetti traboccanti rifiuti e lo schifo dovunque è proprio una reazione da parte di chi, dentro AMA e fuori, campava sul criminale sistema-Malagrotta e che ora, trovandosi spiazzato, reagisce in questo modo sabotando la città.

URTISTI, AMBULANTI E CAMION BAR
Direttive ministeriali ignorate, insabbiate, disattese. Ora si cambia. E pare che stiamo partendo proprio le prime lettere di revoca perché il Comune ha finalmente pubblicato la lista dei camion-bar e degli urtisti che finalmente dovranno sloggiare a breve dai monumento venendo ricollocati altrove. Non una svolta epocale, se mai sarà portata fino in fondo, ma comunque una notevole rivoluzione fino ad ora. Basti pensare cosa si sta facendo per Piazza Navona (ne abbiamo parlato ieri in un ampio post) sempre anche qui grazie ai consiglieri e al loro consociativismo orientato costantemente a tutelare gli interessi privati contro il bene comune. Il sindaco ha anche, altro mezzo miracolo, alzato i risibili prezzi dell'occupazione di suolo pubblico che le bancarelle pagano. Un aumento deciso e sacrosanto che ovviamente, in aula, è stato stoppato dai consiglieri (tra l'altro consiglieri PD, gli stessi che hanno cercato in tutti i modi di stoppare il PRIP, vedi capitolo dedicato) che lavorano non per il bene della città, ma per il bene dei bancarellari. Ora avete capito perché lo vogliono mandare via? Per continuare a mangiare, anzi ad abbuffarsi, su queste partite totalmente indisturbati.

PRIP
La guerra non è ancora vinta (dipenderà dalla Leonori, da Marino e soprattutto dai rispettivi staff e dalla voglia e dalla capacità di resistere alle pressioni fortissime delle lobby), ma molte battaglie sono state portate a casa e si è in dirittura d'arrivo per mettere la parola fine alla mafia romana dei cartelloni. Un coacervo di crimine organizzato che strozza la città da 40 anni e che può andare finalmente a farsi benedire a partire dall'approvazione del PRIP, il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari, la scorsa estate. Lo si aspettava da vent'anni, Alemanno ha promesso di approvarlo ogni mese e ogni mese ha rimandato al mese prossimo, Marino è arrivato e l'ha fatto approvare: non basta, perché senza implementazione concreta il PRIP rimane carta, ma intanto è una svolta e non da poco.
Non dimentichiamo che cartelloni significa campagna elettorale gratis per consiglieri di destra e di sinistra. Un sistema ben oleato nei decenni: tu mi regali spazi pubblicitari, io non ti rompo le scatole nel tuo business criminale che massacra l'economia della città. Tutto questo potrebbe finire nonostante la contrarietà di tanti consiglieri del PD.

STRISCE BLU E PIANO DEL TRAFFICO
Un enorme coraggio per una misura impopolare ma giustissima come quella di alzare il costo delle strisce blu e soprattutto di togliere gli abbonamenti giornalieri o mensili. Erano droga per la mobilità romana, droga somministrata da un irresponsabile Alemanno. Marino è stato odiato come viene odiato chi ti toglie una sostanza di cui sei dipendente, ma che ti sta uccidendo. Il Piano del Traffico punta a implementare la congestion charge dentro l'area dell'anello ferroviario sul modello di Milano e di Londra. I consiglieri del PD che vuole la testa di Marino blaterano che cose del genere si possono fare tutt'al più "a Oslo".

MANOVRA D'AULA
Denunciata più volte da Umberto Croppi, la manovra d'aula ovvero quella norma che ogni anno consegnava nelle mani dei consiglieri comunali alcuni milioni di euro da gestire a piacimento nell'ambito del peggior clientelismo è stata affondata da Riccardo Magi, consigliere radicale. Una rivoluzione anche questa che ha tolto ai consiglieri comunali il senso del loro ruolo di raccordo tra i palazzi del potere e le consorterie sul territorio. Magi è stato addirittura minacciato da fior di consiglieri del PD. Senza Marino, il sindaco marziano, cose del genere non sarebbero state neppure pensabili.

MUNICIPALIZZATE
Nomine di buon livello, qualche volta di eccellenza, al di fuori delle logiche spartitorie solite. Qualche volta spiazzanti. I manager scelti da Marino sono stati efficaci? Non si direbbe. I manager di Marino sono stati garanzia per le consorterie che hanno spolpato e ucciso la città? No davvero! Ecco il quadro in estrema sintesi, un quadro che vede ormai l'impossibilità per le società municipalizzate di assumere in reazione al sistema-parentopoli che andava di moda in precedenza, non solo ai tempi di Alemanno. Prendi ATAC, dove Broggi ha falciato il numero di dirigenti. I consiglieri comunali che utilizzavano i dirigenti per questo o quell'altro servizio sono felici di non aver più il loro dirigente di riferimento? Eh no... E poi il Teatro dell'Opera, altro segnale di discontinuità che speriamo verrà portato fino in fondo, con il licenziamento sacrosanto di tutto il coro e tutta l'orchestra dell'Opera, un messaggio chiaro, lanciato anche qui grazie ad un bravo manager come Carlo Fuortes, alla città che vive di ricatti e racket.

PEDONALIZZAZIONI
Roba di cui si parlava da trent'anni. Arrivato Marino ha preso e l'ha fatta. I Fori Imperiali pedonali hanno salvato la stagione turistica della città, la pedonalizzazione del Tridente era stata rimandata dalle ultime tre o quattro giunte con motivi risibili, solo per non mettersi contro i commercianti. Ma il sindaco marziano se ne frega e va avanti. Certo le cose non sono sempre fatte bene, sono perfettibili, molto perfettibili, i Fori sono senza auto ma pieni di camion bar e di abusivi, al Tridente non si può più entrare col motorino (una autentica rivoluzione che punta a cambiare la testa ai romani e dio sa quanto ce ne sia bisogno) ma i parcheggi dedicati mancano di un arredo urbano che impedisca che vengano invasi dalle auto. Ma sta di fatto che anche qui la rivoluzione c'è ed è evidente ogni giorno a decine di migliaia di cittadini. Chi tocca 'a maghina a Roma muore, chi tocca er sguderone ancora peggio. Ma qui si è avuto il coraggio di cambiare. Come ha detto il sindaco: "tra trent'anni neppure si ricorderanno chi ha pedonalizzato i Fori o il Tridente, ma sarà una cosa bellissima a cui non si penserà neppure lontanamente di rinunciare". Per tacere, poi, del caso di Via del Babuino. Anche qui decenni di chiacchiere. Si è deciso invece di prendere e di fare la nuova strada. E la si è fatta in tre mesi finendo anche prima del previsto. Tra l'altro spendendo cifre minime, corrette. Talmente meravigliosa è diventata Via del Babuino che nessuno ha protestato.

FORNITURE, FORNITORI E SPRECHI
Non siamo ancora a regime, ma già decine di milioni risparmiati dalle forniture. Anche e soprattutto grazie ad assessori al bilancio fuori dai giri romani, gente con le uàllere quadrate come l'attuale Silvia Scozzese. Se scopri che dei computer che costano 500€ li stai pagando 4000€ significa che c'è qualcuno che ti sta rubando 3500€ per ogni computer, 3500€ di guadagno extra che andavano poi distribuiti, dovunque. E questo dovunque vuole sbarazzarsi del sindaco e continuare a spartirsi i soldi dei contribuenti. Questo, ovviamente, è solo un piccolo esempio. Ma in generale c'è da registrare che il rubinetto si è chiuso per chi lucrava alle spalle di una amministrazione distratta, permissiva, tollerante. E in questo capitolo mettiamoci anche i fitti passivi. Il Comune - speriamo che lo porti a termine - sta facendo un eccellente lavoro per ridurli. Ma questo dà enormemente fastidio ai tanti proprietari immobiliari abituati a lucrare sui vani affittati all'amministrazione. E dà fastidio ai politici che da questi imprenditori venivano foraggiati.

UNIONI CIVILI
Certo è stata una trovata pubblicitaria, di visibilità, simbolica. Ma c'è chi cerca visibilità manifestando a favore degli sguderoni, c'è chi cerca visibilità manifestando a favore della doppia fila e c'è chi cerca visibilità rappresentando un problema di civiltà come l'assenza di possibilità di trascrivere unioni civili nel nostro paese. Anche in questo il sindaco si è fatto qualche bel nemico, non solo Oltretevere. Ma anche in questo caso, consapevolmente o meno, ha operato nel bene della città dando una sferzata dove è necessario darla e, soprattutto, dove nessuno l'avrebbe mai data. Roma è così un po' più vicina all'Europa, ma questo dà enormemente fastidio perché se Roma diventa Europa bisogna smetterla di comportarsi come nel peggiore dei suk mediorientali, bisogna smetterla di mangiare a quattro ganasce...

POLIZIA MUNICIPALE
La nomina di Raffaele Clemente è stata distruptive di per se. Non un romano, non un appartenente al corpo. Esattamente quello che chiedevamo a gran voce all'epoca. Clemente non si è risparmiato in elementi di innovazione: la Polizia Locale è sbarcata su Twitter, si è ricominciato a multare (sempre troppo poco, terribilmente poco), si sperimentano sistemi come lo street control in grado da solo di far saltare la pax di corruttela tra vigili urbani e commercianti in un quadro di concorrenza sleale clamorosa per la quale chi ha davanti spazio per la sosta abusiva e pericolosa delle vettura lavora rubando clienti a chi non ce l'ha. E poi il grande slam di Via Albalonga, altro sistema che si teneva in piedi alla grande su corruzione, tolleranza e sciatteria e che è stato soverchiato, dopo decenni, grazie ad un semplice intervento di arredo urbano. Quanti vigili ci si arrotondavano lo stipendio? Gli stessi che oggi combattono Clemente e parlano male di Marino. Robe, però, che vorremmo vedere non sperimentali, ma a tappeto in tutta la città, ma che comunque rappresentano una discontinuità pazzesca come discontinuità pazzesca è la nuova disciplina di rotazione dei vigili urbani sul territorio. Proprio una volta messo a punto questo sistema che su larga scala rende più complicata la corruzione e comunque mette sempre in movimento i vigili impedendogli radicamenti sul territorio, è uscito fuori il presunto scandalo delle multe. Strano, no?


Abbiamo isolato dieci punti ma ci sarebbe anche dell'altro. Pensiamo all'impostazione del sindaco sul mare e sul litorale, ancora, anche qui, interventi solo simbolici, ma diretti in modo chiaro contro quel che sta succedendo da 50 anni a questa parte a Ostia: un quartiere che da solo poteva fare la ricchezza di Roma e che per tutelare gli interessi della Camorra è stato lasciato trasformare in un bronx allucinante. Oppure pensiamo alle tante inchieste che sono partite in questi mesi, con una Procura che finalmente è retta da personaggi di qualità che non trovano filtri e ostacoli nell'amministrazione. O ancora pensiamo ai tavolini abusivi, l'amministrazione si è mossa in un modo che abbiamo anche criticato (al posto dei tavolini eliminati si vanno a posizionare auto e motorini, e allora cosa si è risolto?), ma la cosa sta avendo un impatto clamoroso sull'economia criminale che si è avvinta alla città e che usava questi ristoranti, in special modo i loro dehors, a mo' di lavatrice. E si potrebbe andare avanti, anzi altri elementi di forte discontinuità diteceli voi. Ora se il sindaco vuole davvero certezza al 100% di essere disarcionato dalla sera alla mattina faccia queste altre cose: obblighi i romani a pagare il biglietto sull'autobus, tolga il fiume di denaro che le associazioni gestiscono per amministrare i campi nomadi e liberi palazzi occupati e case popolari illegalmente abitate ri-assegnandole a chi ne ha necessità per davvero. A quel punto la fine della consiliatura sarà sicura, a quel punto il pestare i piedi a consorterie e potentati sarà completo e definitivamente intollerabile per la cupola di malapolitica che sovraintende a questa città e la rende un posto terrificante. Una cupola di malapolitica di cui il Partito Democratico (e con lui praticamente tutti gli altri partiti rappresentati in Aula Giulio Cesare, M5S compreso visto che sta facendo il gioco del tiro al piccione facendo felice il PD romano che vuole bloccare ogni cambiamento) è parte integrante. Questo blog da quasi un anno e mezzo viene considerato l'unica voce di reale e profondo dissenso verso l'amministrazione, viene sentito in maniera ufficiale e non ufficiale dai media per ottenere punti di vista, chiavi di lettura, analisi sulla realtà. E' considerato una delle spine del fianco del sindaco e della sua giunta. Ma se dobbiamo scegliere tra il sindaco e la feccia di farabutti che vuole disarcionarlo per continuare indisturbatamente a fare i propri affari non abbiamo alcun dubbio. Voi? -
See more at: http://www.romafaschifo.com/2014/11/ma-quali-panda-voglion-far-saltare.html#sthash.8vXVyqpB.dpuf

CP 4.0

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #1 : Martedì 18 Novembre 2014, 11:45:08 »
leggendo quello che leggo in questo forum, credo che Roma si ritrovi ormai solo il famoso muro dietro le spalle e che ogni soluzione si mettera' contro 'l'ambientone'.

ThomasDoll

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #2 : Martedì 18 Novembre 2014, 12:02:30 »
Per fortuna (purtroppo) non abito più a Roma.
Così però non riesco a farmi un'idea precisa...
Siccome lo leggo insultato e vilipeso pure dai suoi, il pezzo mi ha colpito perché fornisce una chiave di lettura articolata e diversa.
Io mi pensavo fosse tutta una faccenda legata alle unioni civili...

(purtroppo perché mi manca la mia città)

CP 4.0

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #3 : Martedì 18 Novembre 2014, 12:11:18 »
io non ci abito piu' da quasi vent'anni, inclusa l'Italia, e non ci metto piede da 3 e mezzo. figurati.

qualunque siano (stati) i suoi intenti, doveva immaginare che sarebbe stato il bersaglio preferito di tutti i problemi in un citta' dove la coperta era gia' diventata ormai incredibilmente corta.

non l'avesse fatto, non sarebbe un buon segno comunque.

ThomasDoll

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #4 : Martedì 18 Novembre 2014, 12:17:20 »
aggiungerei questo, dall'Espresso.it, dove il Damilano, che non amo, va in parallelo...

sembra che il PD stia facendo su Roma quello che vorrebbe fare con Renzi nel Paese.
Viene da chiedersi che cazzo facciano le primarie a fare. Per darsi una patina di democraticità che nei fatti lascia spazio a queste bassezze?


Il coraggio di un partito
di Marco Damilano

Il sindaco di Roma Ignazio Marino è indifendibile, per tanti motivi.
Il puntare tutto sui Fori Imperiali pedonalizzati che in giornate di pioggia come oggi sono ridotti a una risaia asiatica. La Panda rossa e le multe fantasma, più da ridere che da indignarsi. La vanità personale che gli fa dire cose tipo «la linea C della metro è su tutti i giornali del mondo» (sì, ma per la lentezza dei lavori). Il senso di spaesamento che lo accompagna ovunque va, in bicicletta nel centro storico o di fronte alla folla inferocita di Tor Sapienza.

Oggi difendere Marino significa fare come il Marco Antonio nel Julius Caesar di Shakespeare, il capo pugnalato dai suoi dalle parti del Campidoglio: «Vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo… Il nobile Bruto v’ha detto che Cesare era ambizioso: se così era, fu un ben grave difetto: e Bruto è uomo d’onore». Ecco, Marino sarà indifendibile, ma chi accusa oggi Marino può vantare più o meno lo stesso onore di Bruto. E minore coerenza, trasparenza. Coraggio politico.

Quello che sta succedendo a Roma è una storia istruttiva per la politica nazionale, per capire cosa è o che cosa potrebbe diventare il Partito della Nazione di Renzi. Venerdì scorso, mentre il sindaco si avventurava con il terrore negli occhi nello sconosciuto viale Giorgio Morandi teatro dei tumulti di Tor Sapienza, dove stanno arrivando gli inviati di guerra e le migliori firme del giornalismo italiano, il Pd, il suo partito, era riunito in largo del Nazareno. Un processo in piena regola con un solo imputato: il dottor Ignazio. La più scatenata era Michela Di Biase, moglie del ministro Dario Franceschini: «Basta essere proni al sindaco, Marino è il più grande gaffeur d’Italia, sta ridicolizzando il Pd». La direzione si è conclusa con una richiesta: il sindaco azzeri la giunta, altrimenti va a casa. Intanto Marino continuava il suo tour in periferia: accanto a lui non un segretario di sezione, un dirigente del partito, un consigliere del municipio (governato dal Pd). Nessuno, a proteggerlo c’era solo un certo Manlio, abitante del quartiere. Serviva coraggio fisico a stare lì, quella sera e tutti gli altri giorni dell’anno.

Nessuno difende Marino. Perché indifendibile, o anche perché il più debole? Davvero sono le gaffe o la Panda rossa il problema? O forse il sindaco gaffeur è semplicemente una persona perbene con molti problemi di comunicazione con la città che però ha detto qualche no di troppo nella giungla della politica romana? Dove l’ex sindaco Gianni Alemanno, impunito, si è organizzato un bel corteo di protesta a nome delle periferie (e contro chi? Contro se stesso?). E il principale partito lascia solo il suo sindaco a prendere gli insulti e approfitta del caos per chiedere l’azzeramento della giunta, ovvero posti negli assessorati.

Ma il Pd romano, lo stesso che per un anno si è spaccato sul nuovo stadio della Roma, tifando per la cordata dell’uno o dell’altro costruttore, non si è limitato a questo. Per sbrogliare la situazione ha chiesto l’intervento della segreteria nazionale, di Matteo Renzi o del vicesegretario Lorenzo Guerini. Marino è stato convocato in largo del Nazareno e oggi con un’intervista il capigruppo del Pd al Senato Luigi Zanda chiede al sindaco di «obbedire» al partito e di cambiare gli assessori, come gli è stato ordinato. E a questo punto la vicenda da romana diventa nazionale.

Era da anni che non si vedeva uno spettacolo del genere. Un sindaco scelto con le primarie e poi eletto dai cittadini viene sbugiardato da una segreteria di partito che vorrebbe imporgli i nomi degli assessori. Dettano legge ras e capetti di corrente che non sono stati votati da nessuno (anzi, molti di loro hanno perso le primarie per cui hanno gareggiato) o hanno conquistato un posto con la riffa delle preferenze. Non per cambiare la città, sia chiaro, o per rovesciare il sindaco ma ammettendo le loro responsabilità. No, si chiede il commissariamento, togliere potere al sindaco incontrollabile e restituirli al partito, anzi, al Partito, cone se esistesse ancora quello con la maiuscola. Dimenticando che Marino fu scelto da Goffredo Bettini e poi eletto sindaco in un momento in cui l’intera segreteria cittadina era dimissionaria, la dirigenza si era volatilizzata e nessuno voleva metterci la faccia. Era la primavera del 2013, Grillo era ancora fortissimo e faceva paura, Alfio Marchini stava macinando voti, all’epoca i coraggiosissimi dirigenti del Pd romano che oggi reclamano le dimissioni si nascosero dietro la figura del chirurgo. Quello che oggi gli viene imputato, di essere un alieno estraneo alla città, un anno e mezzo fa sembrò essere il suo punto di forza. Se Marino avesse vinto, avrebbe trascinato anche il Pd. Se avesse perso, sarebbe stata unicamente colpa sua.

Roma non è l’unico caso nazionale. C’è l’Emilia che sta per andare al voto nell’assoluta disaffezione dell’elettorato. Ma in quel caso dalla segreteria nazionale è arrivata l’indicazione opposta, non disturbare il candidato Stefano Bonaccini, in nome dell’autonomia del partito regionale. Il Pd, il Partito della Nazione, dopo pochi mesi all’ombra della leadership dello Statista internazionale Renzi, sembra già un partito della Prima Repubblica allo stato terminale. Divisa in correnti individuali (i micro-notabili del politologo Mauro Calise vivono, anzi prosperano) e con l’arroganza che deriva dalla certezza dell’impunità (politica). Se c’è un solo partito di governo in campo, quello di Renzi, se non esiste nessuna alternativa, lo scontro si sposterà tutto all’interno, come avveniva nella vecchia Dc. Calcoli miopi, perché poi un’alternativa si trova sempre, a Roma e in Italia, magari dalla parte sbagliata. E infine: come avrebbe reagito il sindaco di Firenze Matteo Renzi se da Roma il Pd lo avesse convocato per consegnargli la lista degli assessori?

Per questo Marino sarà indifendibile. Ma peggio di lui un partito che lo scarica così. Con quale coraggio.

CP 4.0

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #5 : Martedì 18 Novembre 2014, 12:28:42 »
...Ecco, Marino sarà indifendibile, ma chi accusa oggi Marino può vantare più o meno lo stesso onore di Bruto. E minore coerenza, trasparenza. Coraggio politico.
...
Per questo Marino sarà indifendibile. Ma peggio di lui un partito che lo scarica così. Con quale coraggio.

per me queste due frasi dicono tutto.

una battaglia tra poveri (politicamente parlando), anche nella situazione con Renzi che l'articolo cenna all'inizio.

Offline Frusta

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Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #6 : Martedì 18 Novembre 2014, 14:21:11 »
Viene da chiedersi che cazzo facciano le primarie a fare. Per darsi una patina di democraticità che nei fatti lascia spazio a queste bassezze?

Non per rinfacciare ;D ma della farloccata rappresentata dalle primarie ne abbiamo parlato un paio di anni fa o no?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

ThomasDoll

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #7 : Martedì 18 Novembre 2014, 14:25:28 »
è passata un po' d'acqua sotto ai ponti, da due anni fa: tra i miliardi di insignificanti avvenimenti c'è quello meno significativo di tutti, cioè il sottoscritto che ha giurato odio e schifo al PD nei secoli dei secoli.

Offline MCM

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Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #8 : Martedì 18 Novembre 2014, 14:35:13 »
la priorità sono i matrimoni omosessuali.

ThomasDoll

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #9 : Martedì 18 Novembre 2014, 14:39:15 »
la priorità sono i matrimoni omosessuali.

anch'io ho questa impressione. Nel senso che vogliono impallinarlo per via della questione delle unioni civili.

Offline MCM

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Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #10 : Martedì 18 Novembre 2014, 15:07:27 »
Le unioni omosessuali NON sono una priorità mai TD.
Non esiste nessuna lobby cattolica omofoba.
Semmai il contrario.
Mettetevelo in testa.
Andate a parlare con gli omosessuali veri e non di militanza a chiedere se sentono la mancanza di un istituto per regolare le loro unioni. Lo avete fatto? io sì.
Dove hanno fatto i registri, li hanno subito tolti per mancanza di iscrizioni.

ThomasDoll

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #11 : Martedì 18 Novembre 2014, 15:19:21 »
Il Manifesto


Il fallimento del modello Roma

—  Paolo Berdini, 15.11.2014

La superficie urbanizzata è raddoppiata: le periferie sono diventate troppe e ingovernabili perché la mala urbanistica ha vuotato le casse della città. La capitale ha 22 miliardi di deficit e non ha soldi da spendere nel recupero urbano
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Non era scon­tato che Tor Sapienza diven­tasse famosa per i gravi inci­denti di que­sti giorni. Il quar­tiere vanta infatti quarant’anni di ono­rato ser­vi­zio, essendo stato rea­liz­zato nella metà degli anni ’70: due gene­ra­zioni di abi­tanti si sono suc­ce­duti in quel luogo e fino a oggi non era mai acca­duto nulla di ecla­tante. Era un quar­tiere peri­fe­rico nato nella grande sta­gione del pen­siero pub­blico. Quei decenni erano attra­ver­sati dalla spe­ranza di riscatto sociale a da una cul­tura urbana che si sfor­zava di pen­sare a una città unita e soli­dale. Sulla base di que­sta spinta cul­tu­rale, a par­tire dal 1975 Roma ebbe la più felice sta­gione ammi­ni­stra­tiva — insieme a quella gui­data da Nathan sessant’anni prima — che abbia mai cono­sciuto. Un uomo di cul­tura come Giu­lio Carlo Argan alla guida della città. L’indimenticabile Renato Nico­lini che riu­scì a dare la scossa alla gri­gia città venata di cle­ri­ca­li­smo, ponen­dola al ver­tice dell’innovazione cul­tu­rale mon­diale. Sono gli anni del pro­getto Fori di Cederna e Inso­lera che Luigi Petro­selli, suc­ce­duto ad Argan nel 1979, pose al cen­tro di una nuova idea di città.

Non sono man­cate lotte e riven­di­ca­zioni da parte degli abi­tanti di Tor Sapienza per avere più diritti e più ser­vizi. Ma erano pro­te­ste che tro­va­vano riso­nanza in par­titi sen­si­bili a quei temi, non ave­vano neces­sità di uti­liz­zare la vio­lenza. Vale la pena di ricor­dare che nel grande spa­zio cen­trale del quar­tiere era pre­vi­sta una fer­mata della linea metro­po­li­tana che avrebbe dovuto costi­tuire la spina dor­sale della Roma dei nuovi mini­steri, e cioè del Sistema dire­zio­nale orien­tale. Le peri­fe­rie nel cuore della città del futuro. Poli­tica e cul­tura ten­ta­vano di dare con­cre­tezza al dise­gno di met­tere in crisi lo stesso con­cetto di peri­fe­ria.. Uto­pie insen­sate, afferma il cini­smo impe­rante in que­sti anni in cui il wel­fare urbano è stato tagliato senza pietà. «Gli ita­liani hanno vis­suto sopra le loro pos­si­bi­lità», sen­ten­ziò in pro­po­sito Mario Monti, quando fu nomi­nato primo mini­stro nel 2011. Si per­met­teva tanto disprezzo per le con­di­zioni di vita delle per­sone delle peri­fe­rie ita­liane per­ché qual­cuno aveva dis­so­dato il ter­reno per lui. Sono più di venti anni che il pen­siero unico libe­ri­sta ha infatti con­vinto una parte della sini­stra italiana.

Dal 1993 al 2008 Roma è stata ammi­ni­strata dalla sini­stra che invece di pro­se­guire l’opera di que­gli anni lon­tani, ha favo­rito la più scon­vol­gente fase di spe­cu­la­zione edi­li­zia che Roma ricordi. Con il «Modello Roma» la super­fi­cie urba­niz­zata di Roma è rad­dop­piata: le peri­fe­rie sono diven­tate troppe e ingo­ver­na­bili per­ché la mala urba­ni­stica ha vuo­tato le casse della città. La capi­tale ha 22 miliardi di defi­cit e non ha soldi da spen­dere nel recu­pero urbano. Ma pur di negare l’evidenza del fal­li­mento del neo­li­be­ri­smo, gli inven­tori del modello Roma nel 2013 tira­rono fuori dal cilin­dro Igna­zio Marino. Riu­sci­rono così a igno­rare le pro­po­ste del gruppo gui­dato da don Roberto Sar­delli che delle peri­fe­rie ha la sua ragione di vita. In quelle ela­bo­ra­zioni si chie­deva una radi­cale discon­ti­nuità con il pas­sato che non c’è stata. Marino non ha mai dimo­strato la minima sen­si­bi­lità verso le peri­fe­rie pre­fe­rendo occu­parsi della pedo­na­liz­za­zione del cen­tro sto­rico. Ora fanno a gara a sca­ri­carlo, ma è figlio del loro pensiero.

Da venti anni le peri­fe­rie sono state abban­do­nate a se stesse. A Tor Sapienza la metro­po­li­tana non si costruirà mai più. Anzi, in que­ste set­ti­mane le linee di auto­bus ven­gono tagliate per ripa­rare il defi­cit accu­mu­lato con la mala urba­ni­stica. I ser­vizi sociali sono quasi tutti chiusi. Le case non hanno da anni alcuna manu­ten­zione e ver­sano nel degrado. I par­chi urbani, quando esi­stono, sono ridotti a ver­go­gnosi immon­dez­zai. I gio­vani sono stati pri­vati per­fino della istru­zione dell’obbligo e la mobi­lità sociale can­cel­lata. Il lavoro è una chi­mera lon­tana. Il degrado fisico delle peri­fe­rie urbane sta diven­tando intol­le­ra­bile per­ché non c’è più un luogo — abi­ta­zioni com­prese — che non sia abban­do­nato, come hanno ben testi­mo­niato su que­ste pagine Anto­nio Castro­novi che abita pro­prio a Tor Sapienza e Daniele Vicari. Abban­dono e degrado, un deserto sociale.

Solo se affron­tiamo con one­stà intel­let­tuale que­sta china rovi­nosa segnata dalla restau­ra­zione pro­prie­ta­ria potremo spie­gare l’incendio di Tor Sapienza. È nel tra­gico abban­dono di que­sti venti anni che attec­chi­sce qual­siasi pro­vo­ca­zione raz­zi­sta di una destra inde­cente. Per non rischiare una spi­rale peri­co­lo­sis­sima a Roma e in Ita­lia dob­biamo pren­dere atto che il raz­zi­smo di pic­coli gruppi ger­mo­glia gra­zie al grande deserto creato dal silen­zioso abban­dono della città pubblica.

Zapruder

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #12 : Martedì 18 Novembre 2014, 17:08:22 »
è passata un po' d'acqua sotto ai ponti, da due anni fa: tra i miliardi di insignificanti avvenimenti c'è quello meno significativo di tutti, cioè il sottoscritto che ha giurato odio e schifo al PD nei secoli dei secoli.

Lo vedi che alla fine avevo ragione io?

T'aspetto, rejano e pentito, tra un altro paio d'anni...

ThomasDoll

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #13 : Martedì 18 Novembre 2014, 17:09:58 »
Ho già dato, ero rejano all'inizio e poi mi sono pentito amaramente.

Offline fish_mark

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Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #14 : Martedì 18 Novembre 2014, 17:15:37 »
Il Manifesto, Il fallimento del modello Roma, Paolo Berdini.
Ma chi è questo Berdini? Quell'urbanista che ogni tanto si permette il lusso di parlare - e male! - di certe pulsioni cementizie dei presidenti delle squadre di calcio?
Eh, ma si dirà: è OT, stai spostando l'attenzione su altri problemi.
Si, forse è proprio vero.
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Offline BobLovati

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Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #15 : Martedì 18 Novembre 2014, 17:29:07 »
non so se Marino riuscirà a fare tutto quello che serve a Roma; se ci riesce dimostra di essere un altro Cristo in terra.

Il fuoco incrociato da destra e dall´ex-sinistra (quella che aveva in testa "idee meravigliose", franate sotto al muro di Berlino) in buona parte raccontano che si è forse sulla strada giusta.

Quanto alle coppie omosessuali, a me interessa poco; preferisco che molti bimbi affamati in Africa possano essere adottati anche da coppie omosessuali, invece di morire di fame.

Strano poi che i "contras" di oggi non reclamassero alle immissioni indecenti in AMA ed ATAC, o alle riparazione delle strade fatte, alemannamente, con pale e bitume riscaldato; poi battuto con delle mazze, sempre a mano. 
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Offline Frusta

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Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #16 : Martedì 18 Novembre 2014, 18:10:56 »
Non esiste nessuna lobby cattolica omofoba.
Semmai il contrario.
La lobby degli omosessuali in certi campi è potentissima, già anni fa girava una battuta che spero ricorderete: "Nel campo della moda se non sei frocio non ti si incula nessuno"
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline MCM

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Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #17 : Martedì 18 Novembre 2014, 18:20:52 »
vero, anche se nel mio caso per contrario intendevo lobby anti-cattoliche

Boks XV

Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #18 : Martedì 18 Novembre 2014, 18:36:44 »
vero, anche se nel mio caso per contrario intendevo lobby anti-cattoliche

OT

non che io abbia in particolare simpatia i cristianucci (se proprio dovessimo riattivare l'Anfiteatro Flavio, ripopolamolo de leoni affamati e de cristianucci e affini) ma che il massacro di cristiani in giro per tutto il mondo mussulmano sia, quantomeno, messo sotto il tappeto da coloro che invece se strappano le vesti ogni volta che se sbuccia un ginocchio ebreo, negro, palestinese, zingaro, mi pare di tutta evidenza.

EOT

Offline AlenBoksic

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Re:Marino, il sindaco marziano
« Risposta #19 : Martedì 18 Novembre 2014, 18:57:41 »
Diceva un mio amico croato di Mostar che i problemi erano cominciati quando la gente aveva cominciato a parlare di religione.
Fate vobis

Tornando in topic non conosco l'operato di Marino ma relativamente all'articolo di TD mi pare che si possa dire che sia così per tutto il paese: tutti si lamentano ma lo stato delle cose fa comodo a (quasi) tutti.
Per esempio i CAF protestano per i tagli:per carità,han sempre fatto un bel lavoro, ma se ad uno gli arriva il 730 a casa bello e pronto non è meglio?
E così su tutto.
Se si vuole lo Stato che funzioni (e/o meno Stato) gli intermediari son i primi a saltare.
Se si vuole meno lottizzazioni allora ci saran meno clientele.
Se si vuole meno alluvioni allora ci saran meno costruzioni.
E via elencando.
Il problema è vedere se la "ggente" lo vuole davvero o preferisca invece lamentarsene e basta
Voglio 11 Scaloni