Autore Topic: "Coalizione" vs Isis  (Letto 93173 volte)

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Offline AlenBoksic

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #400 : Lunedì 19 Giugno 2017, 12:21:27 »
Concedere il nostro passaporto al primo che capita, invece, è e rimane tutta un'altra faccenda.

Non mi pare proprio che sia questo il dettato della legge.
E resta comunque che il fatto vi siano persone - perché quelli indicati proprio per il loro essere testimonial sono la punta di un iceberg - nate, cresciute e vissute qui e sprovviste della cittadinanza lo reputo scandaloso.

La questione andrebbe approfondita con un bagaglio culturale che i vari Salvini, Grillo etc non hanno.

Non solo non hanno, ma neppure vogliono avere, visto che il meschino e miope dividendo elettorale è assai più allettante
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Offline Er Matador

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #401 : Lunedì 19 Giugno 2017, 17:54:14 »
Non mi pare proprio che sia questo il dettato della legge.
E resta comunque che il fatto vi siano persone - perché quelli indicati proprio per il loro essere testimonial sono la punta di un iceberg - nate, cresciute e vissute qui e sprovviste della cittadinanza lo reputo scandaloso.
In alcuni casi può esserlo, ma l'osservazione d'insieme della realtà - soprattutto nei Paesi con uno storico più consistente in materia - restituisce un dato tanto inequivocabile quanto di segno opposto: nascere, crescere in un Paese e diventarne cittadini non equivale affatto a una reale integrazione.
Tant'è che da quelle parti il dibattito verte ormai non sulla concessione, ma sulla revoca della cittadinanza.
E non mi riferisco solo a esempi estremi e numericamente marginali - per quanto allarmanti - come quello dei foreign fighters, alcuni dei quali non sono neppure di origine estera.
Penso piuttosto alla versione "a bassa intensità" dello stesso fenomeno: vale a dire la presenza strutturale di ampie fasce di popolazione nominalmente inserite e dotate di passaporto, ma in realtà del tutto estranee ai valori più elementari del Paese e della società in cui vivono.
Mi rendo conto che distinguere con criteri oggettivi una persona realmente integrata da una che non la è sia difficile sul piano teorico, e quasi impraticabile in termini giuridicamente codificati.
Ciò non toglie che, alla prova dei fatti, l'aver ignorato la questione si sia rivelato un rimedio assai peggiore del presunto male.

Offline Frusta

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #402 : Martedì 20 Giugno 2017, 00:35:17 »
Leggo e mi chiedo se certe giulive ed innocenti ingenuità appollaiate sul pero siano frutto di distacco assoluto dalla realtà o di malafede.
Mi puzza più la seconda che ho detto, però. A meno che non viviate su Marte, ovviamente.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline fish_mark

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #403 : Martedì 20 Giugno 2017, 12:51:35 »
Come sottolinea Borgorosso, se negli USA l'immigrazione è servita per sostenere il loro potente ed esuberante sviluppo economico, anche qui l'immigrazione serve allo stesso obiettivo. Si potrebbe aggiungere che lo stesso è accaduto un paio di millenni fa per la costruzione dell'Impero Romano.
Per questo non ci sarebbe bisogno di consultare libri, giornali o riviste. Basterebbe ricordarselo a tavola, magari di fronte a una panzanella, gentilmente offerta dal lavoro di numerosissimi "negri" a 20 euro a giornata.
Lo ius soli non fa che chiudere una evoluzione che nella società italiana è in atto da una trentina di anni.

un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #404 : Martedì 20 Giugno 2017, 14:14:30 »

Come sottolinea Borgorosso, se negli USA l'immigrazione è servita per sostenere il loro potente ed esuberante sviluppo economico, anche qui l'immigrazione serve allo stesso obiettivo. Si potrebbe aggiungere che lo stesso è accaduto un paio di millenni fa per la costruzione dell'Impero Romano.
Quindi noi abbiamo un potente ed esuberante sviluppo economico da sostenere, o, in seconda opzione, un impero romano da costruire.
Ci credi se ti dico che non lo sapevo?
Per questo non ci sarebbe bisogno di consultare libri, giornali o riviste. Basterebbe ricordarselo a tavola, magari di fronte a una panzanella, gentilmente offerta dal lavoro di numerosissimi "negri" a 20 euro a giornata.
Lo ius soli non fa che chiudere una evoluzione che nel società italiana è in atto da una trentina di anni.

Qui arrivi secondo; questa perla di saggezza ci era già stata munificamente donata dal figlio (che per distinguersi dal padre si è aggiunto una n al cognome) di Vittorio Gassman.


Ergo: i nostri laureati vanno a fare i lavapiatti a Londra o a Berlino e noi li rimpiazziamo con gli schiavi da sfruttare a venti euro al giorno col mirabile scopo di approntare (gentilmante) una panzanella da approntare sul desco di fish_mark insieme ai pomodori, le  fragole e le verdurine per la boccuccia del Gassmann con due enne.
Già mi immagino che balzo in avanti farà l'economia italiana con i laureati che se ne vanno e gli schiavi che arrivano. 
:P M lecco le orecchie al solo pensiero.
Lo ius soli non fa che chiudere una evoluzione che nella società italiana è in atto da una trentina di anni.
Questo è vero, trattasi della chiusura di un cerchio; il cui nome più appropriato però è involuzione, al medioevo per l'esattezza: dignità del lavoro e diritti dei lavoratori conquistati col sangue nel dopoguerra abbattuti con la concorrenza di schiavi a costo e diritti da fame.
Siamo tornati allo schiavismo: negro= bestia da soma, alé!
Però il razzista è Salvini. Però sono Salvini e Grillo i"politicanti di infimo livello privi di qualsiasi spessore culturale, che per meschino calcolo elettorale si comportano da apprendisti stregoni" Non chi candida affiliati della Fratellanza Musulmana al Parlamento o li inserisce nelle liste elettorali e che mò con lo ius soli spera nella milionata di voti che gli porteranno i nuovi italiani.
Che non vedono l'ora di fare i lavori che agli italiani ormai fanno schifo; come votare PD, per esempio.
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #405 : Martedì 20 Giugno 2017, 14:50:36 »
Quindi noi abbiamo un potente ed esuberante sviluppo economico da sostenere, o, in seconda opzione, un impero romano da costruire.
Ci credi se ti dico che non lo sapevo?

Non ci credo, perché tu lo sai. Non abbiamo né un potente ed esuberante sviluppo economico da sostenere, né in seconda opzione un impero da costruire (tempo fa ci provammo, ma con risultati abbastanza modesti), ma molto più modestamente una economia da tenere in vita.
Citavo quei precedenti di grandi imperi per sostenere che lo straniero ci serve, eccome, anche per aiutare la nostra modesta economia, quella di chi brinda per l’1 per cento di PIL, la stessa economia che poi manderà via gli stranieri non quando non gli serviranno più, ma quando gli stranieri stessi non troveranno più occasioni di lavoro: ed è quanto sta accadendo da qualche anno.

Qui arrivi secondo; questa perla di saggezza ci era già stata munificamente donata dal figlio (che per distinguersi dal padre si è aggiunto una n al cognome) di Vittorio Gassman.

Non avevamo bisogno del figlio di Vittorio per ricordarci questa verità, che è acquisita da un paio di decenni nella più vasta pubblicistica (per tutti Vladimiro Polchi in Blacks out). Del resto sarebbe sufficiente soltanto scorrere le cronache dei giornali, i racconti dei braccianti del foggiano, la rivolta di Rosarno, fino a tornare indietro nel tempo con l’assassinio di Jerry Masslo a Caserta (1989), l’antica terra di lavoro. Lo sanno anche i sassi di cosa si nutre la filiera agricola, ossia di braccianti provenienti dall’Africa, Medio oriente, Balcani, come accade in Spagna o anche in Inghilterra, insomma in tutta Europa, anche nella civilissima Germania, che accoglie a braccia aperte gli immigrati siriani, per poi indirizzarli nelle fiorenti fabbriche tedesche.

 
Ergo: i nostri laureati vanno a fare i lavapiatti a Londra o a Berlino e noi li rimpiazziamo con gli schiavi da sfruttare a venti euro al giorno col mirabile scopo di approntare (gentilmante) una panzanella da approntare sul desco di fish_mark insieme ai pomodori, le  fragole e le verdurine per la boccuccia del Gassmann con due enne.
Già mi immagino che balzo in avanti farà l'economia italiana con i laureati che se ne vanno e gli schiavi che arrivano. 
:P M lecco le orecchie al solo pensiero.

Se i nostri laureati vanno a fare i lavapiatti a Londra mentre nelle nostre campagne gli africani si fanno sfruttare a venti euro al giorno ciò è dovuto, principalmente, all’impoverimento del nostro sistema industriale che non cerca laureati, perché non ne ha più bisogno come prima, visto che le grandi imprese chiudono o vengono vendute all’estero (la FIAT diventa FCA, società di diritto anglo olandese e tutto questo sembra normalissimo in questo paese annichilito), mentre l’agricoltura è soltanto uno degli ambiti in cui agiscono gli stranieri, visto che ci sono moltissimi altri settori da tener conto (quante infermiere serbo-croate incontrate nelle corsie degli ospedali?).
Quindi, la questione è che non c’è da fare nessun balzo in avanti in queste condizioni,  ma soltanto annaspare per mantenersi a galla, insomma ciò che fa questo paese da un 25 anni a questa parte, diciamo a partire da Tangentopoli, dove oltre al trionfo della giustizia di piazza, avvenne anche il suicidio di una intera classe dirigente.

Questo è vero, trattasi della chiusura di un cerchio; il cui nome più appropriato però è involuzione, al medioevo per l'esattezza: dignità del lavoro e diritti dei lavoratori conquistati col sangue nel dopoguerra abbattuti con la concorrenza di schiavi a costo e diritti da fame.
Siamo tornati allo schiavismo: negro= bestia da soma, alé!
Però il razzista è Salvini. Però sono Salvini e Grillo i"politicanti di infimo livello privi di qualsiasi spessore culturale, che per meschino calcolo elettorale si comportano da apprendisti stregoni" Non chi candida affiliati della Fratellanza Musulmana al Parlamento o li inserisce nelle liste elettorali e che mò con lo ius soli spera nella milionata di voti che gli porteranno i nuovi italiani.
Che non vedono l'ora di fare i lavori che agli italiani ormai fanno schifo; come votare PD, per esempio.

Per rispondere a questa tua osservazione allarmistica – lo ius soli come involuzione nientemeno medievale – vale la pena fare qualche appunto.
Questo tipo di sfruttamento non è ispirato da un falso buonismo di chi li vuole qui a tutti i costi, ma da un sistema economico che si nutre del nero per resistere nella competizione e di questo si serve di sistemi criminali, a partire dai barconi fino ad arrivare ai caporali, tutto questo per servirci a tavola, a un buon prezzo, la nostra sacrosanta caponata.
Ho citato poi esempi storici disponibili a tutti, dagli USA fino all’impero romano, come esempi di potenze divenute tali anche (e soprattutto) con gli stranieri.
I romani non avrebbero potuto mai creare un impero senza etruschi e greci, ma sarebbero rimasti un accolita di pastori immersi nelle paludi di piazza Corrado Ricci. Saremmo andati molto oltre il Medioevo, fin troppo.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #406 : Martedì 20 Giugno 2017, 19:40:28 »
Se i nostri laureati vanno a fare i lavapiatti a Londra mentre nelle nostre campagne gli africani si fanno sfruttare a venti euro al giorno ciò è dovuto, principalmente, all’impoverimento del nostro sistema industriale che non cerca laureati, perché non ne ha più bisogno come prima, visto che le grandi imprese chiudono o vengono vendute all’estero (la FIAT diventa FCA, società di diritto anglo olandese e tutto questo sembra normalissimo in questo paese annichilito), mentre l’agricoltura è soltanto uno degli ambiti in cui agiscono gli stranieri, visto che ci sono moltissimi altri settori da tener conto (quante infermiere serbo-croate incontrate nelle corsie degli ospedali?).
Quindi, la questione è che non c’è da fare nessun balzo in avanti in queste condizioni,  ma soltanto annaspare per mantenersi a galla, insomma ciò che fa questo paese da un 25 anni a questa parte, diciamo a partire da Tangentopoli, dove oltre al trionfo della giustizia di piazza, avvenne anche il suicidio di una intera classe dirigente. 

 :o Voglio sperare che tu ti renda conto del grado di barbarie del mondo che descrivi.

Si inizia sempre con i grandi discorsi iperbolici e buonisti alla AlenBoksic, si continua con quelli utilitaristici alla borgorosso e poi si finisce sempre col dire che i migrannti ci SERVONO (notare l'assonanza con SERVO):
- per coltivare verdura / frutta da veri schiavi, mal pagati, a spaccarsi la schiena sotto il sole con paga da fame.
- perché mancano operai da sfruttare al ribasso e da far entrare al ribasso in competizione con gli operai italiani.
- perché è BELLO e SOLIDALE strappare i giovani dalla loro terra per far pagare loro la NOSTRA pensione. "Se no i conti vanno in rosso". Leggi: deportiamo il prossimo che ci serve per spolparlo vivo.
- perché servono a ripopolare l'Italia. Leggi: costringiamo i nostri giovani a cercare lavoro altrove (mezzo milione fra diplomati e laureati sono espatriati negli ultimi anni) e portiamo via la gioventù straniera dalle sue terre perché ci mancano e SERVONO (sempre servire) persone da trattare come animali da monta.
Saranno anche modi di pensare radical chic e politicamente corretti, ma a me sembrano dei rigurgiti del peggior razzismo ed utilitarismo. Schiavismo il termine più appropriato.
Però il politicante razzista e xenofobo privo  di qualsiasi spessore culturale è il Salvini o il Grillo di turno.
Questo per ottenere poi cosa? Una Nazione deindustrializzata (che era la sesta potenza industriale nel mondo fino a pochi anni fa) da cui gli investitori scappano e i laureati pure (chiudiamole le università, allora che ce stanno affà?) e riempita di schiavi importati a basso prezzo che faranno concorrenza al ribasso agli schiavi autoctoni
Per ottenere alla fine cosa se non una nazione di miserabili in lotta fra poveri per un pezzo di pane?
Una nazione talmente ridotta in miseria che, come dici tu:
...poi manderà via gli stranieri non quando non gli serviranno più, ma quando gli stranieri stessi non troveranno più occasioni di lavoro: ed è quanto sta accadendo da qualche anno.
Ripeto: una nazione totalmente ridotta in miseria e da cui scapperanno pure "i negri" perché, come dici tu "NON TROVERANNO PIU' OCCASIONI DI LAVORO.
Hai ragione, non è medioevo: è paleolitico inferiore.
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Offline AlenBoksic

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #407 : Mercoledì 21 Giugno 2017, 09:11:14 »
Intanto a migliaia di chilometri di distanza, sui cieli del Baltico, alcuni jet russi Su-27 hanno intercettato due aerei da ricognizione americani R?-135. Per Mosca uno dei velivoli Usa aveva tentato di avvicinarsi ai caccia di Mosca compiendo una «virata provocatoria».
 
La distensione con Vladimir Putin a suo tempo auspicata da Donald Trump per superare il gelo dell’era Obama tra Mosca e Washington, appare in questa fase come un miraggio. La situazione più delicata è proprio in Siria. Il drone abbattuto dagli Usa - che sorvolava l’area di At Tanf dove si trova una base militare in cui gli americani addestrano i ribelli siriani - era uno Shaded 129 prodotto in Iran ed era armato. Ma soprattutto volava a distanza tale da poter colpire le truppe della coalizione anti-Isis guidate dagli Usa. L’episodio è avvenuto la scorsa notte. Nella stessa area - dove si trovano anche gruppi sostenuti da Teheran - pochi giorni fa era stato abbattuto un altro velivolo senza pilota appartenente alle forze che combattono per il regime di Damasco.
 
«È stata un’azione di autodifesa, il drone è stato abbattuto perché era ritenuto una minaccia», tuona il Pentagono. Mentre in una nota della coalizione anti-Isis si sottolinea come «tutte le dimostrazioni di intenti ostili e azioni delle forze pro-regime contro di noi e i nostri partner in Siria non saranno tollerate». «La presenza della coalizione in Siria - si spiega- è per la minaccia che l’Isis rappresenta a livello globale. Non si cerca una battaglia con il regime siriano, con la Russia o con le forze pro-regime. Ma - è il monito - la coalizione non esiterà a difendere sé stessa e i suoi alleati».
 
La replica di Mosca non si fa attendere: «La presenza militare americana in Siria meridionale è assolutamente illegale», ha detto Mikhail Bogdanov, vice ministro degli Esteri russo e rappresentante speciale di Putin per il Medio Oriente e l’Africa. «Non c’è né una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite né una richiesta delle autorità legittime siriane a questo proposito», ha ricordato. Intanto lo stesso Cremlino non smette di esprimere una «seria preoccupazione» per le azioni della coalizione anti-Isis a guida Usa in Siria. E a chi gli chiedeva se Mosca tema che la crisi siriana possa portare a un aperto conflitto con gli Usa, il portavoce di Vladimir Putin, si è limitato replicare con un `no comment´.


http://www.lastampa.it/2017/06/20/esteri/jet-russi-intercettano-aerei-militari-usa-sul-baltico-wVDp7zuzqS8WQXwpfTg0zK/pagina.html
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #408 : Martedì 30 Gennaio 2018, 01:26:15 »
Finalmente su un giornale italiano in prima pagina, il massacro dei curdi nella regione siriana di Afrin da parte dei turchi e i loro alleati di Al Qaeda. La Turchia, il secondo esercito NATO che si allea con Al Quaeda per annientare "la minaccia" curda, ovvero il popolo piu' democratico del medio oriente.

IL SILENZIO SBAGLIATO SUI CURDI

di Angelo Panebianco

http://www.corriere.it/opinioni/18_gennaio_29/silenzio-sbagliato-curdi-europa-usa-erdogan-repressione-e7ebb27c-045f-11e8-a380-b73a51b76dad.shtml


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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #409 : Martedì 30 Gennaio 2018, 08:47:52 »
La Turchia è una teocrazia di fatto.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #410 : Martedì 30 Gennaio 2018, 15:30:03 »
IL SILENZIO SBAGLIATO SUI CURDI
La causa curda, al contrario di quella palestinese, non la si può strumentalizzare.
Meglio: non c'è nessuna convenienza a strumentalizzarla.
Il silenzio sta tutto lì.
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #411 : Martedì 30 Gennaio 2018, 19:51:39 »
Finalmente su un giornale italiano in prima pagina, il massacro dei curdi nella regione siriana di Afrin da parte dei turchi e i loro alleati di Al Qaeda. La Turchia, il secondo esercito NATO che si allea con Al Quaeda per annientare "la minaccia" curda, ovvero il popolo piu' democratico del medio oriente.

IL SILENZIO SBAGLIATO SUI CURDI

di Angelo Panebianco

http://www.corriere.it/opinioni/18_gennaio_29/silenzio-sbagliato-curdi-europa-usa-erdogan-repressione-e7ebb27c-045f-11e8-a380-b73a51b76dad.shtml
Il punto è che il territorio curdo si estende su cinque nazioni (Turchia, Azerbaidjan, Iran, Iraq, Siria) in più hanno una cultura millenaria, una propria lingua e un enorme senso di appartenenza, molto meglio creare nazioni mai esistite in precedenza (Kossovo e Palestina).
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Offline MCM

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #412 : Mercoledì 31 Gennaio 2018, 08:43:15 »
Si ok bravi tutti, ma “il popolo più democratico del medio oriente” da dove lo tirate fuori?
Cioè così tanto per fare effetto?

Chiedo onestamente eh.
Sono metà libanese e non mi risulta i curdi siano particolarmente democratici.
Su una cosa confermo invece. Fanno un ottimo Kebab a Milano.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #413 : Mercoledì 31 Gennaio 2018, 10:11:03 »
Si ok bravi tutti, ma “il popolo più democratico del medio oriente” da dove lo tirate fuori?
Cioè così tanto per fare effetto?

Chiedo onestamente eh.
Sono metà libanese e non mi risulta i curdi siano particolarmente democratici.
Su una cosa confermo invece. Fanno un ottimo Kebab a Milano.

Documentati un po' sui curdi siriani e il loro sistema di amministrazione che integra tutte le etnie della regione e la loro storica tolleranza religiosa. Non parliamo poi del fatto di considerare le donne alla pari degli uomini e sul sistema di assistenza sociale.
I curdi iracheni un po' meno lo ammetto. Soprattutto per la corruzione indegna che regna da quelle parti.

Offline Er Matador

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #414 : Mercoledì 31 Gennaio 2018, 14:28:47 »
Che i curdi siano fra i popoli più martoriati dell'ultimo secolo, e non solo, è indubbio.
Che abbiano combattuto per primi l'ISIS sul campo e in proprio, mentre gli altri chiacchieravano, altrettanto.
La questione, però, è assai più complessa, poiché il loro teorico e legittimo diritto all'autodeterminazione è stato risucchiato in un sistema di interessi e strategie a cerchi concentrici.

Basti pensare al progetto di un Kurdistan siriano indipendente, che sarebbe stato riconosciuto dal solo Israele - qualcuno, in maniera assai opportuna, lo ha paragonato a Cipro Nord - e che presentava un discreto numero di effetti collaterali.
Innanzitutto la sua conformazione geografica, poiché i curdi di Siria sono gli unici - rispetto ai "colleghi" turchi, iracheni e iraniani - penalizzati da una distribuzione a macchia di leopardo che impedisce di delimitare un territorio interamente loro.
In secondo luogo per i confini, che avrebbero incluso i pozzi di petrolio siriani e le basi illegalmente aperte dagli Usa nel Nord della Siria.
In sostanza, Damasco si sarebbe ritrovata al termine di un confronto (para)militare sostanzialmente vinto - sia pure con irrinunciabili aiuti esterni - amputata delle proprie risorse di oro nero e con una presenza militare abusiva sul proprio territorio.
Le intromissioni in un conflitto che non sta andando secondo i loro piani, da quello Iran-Iraq a quello jugoslavo, non costituiscono una novità per gli yankees: ma un simile stupro nei confronti della realtà e del diritto di guerra, perpetrato al tavolo della pace, non avrebbe avuto precedenti.
La prontezza di siriani e russi nel riprendere il controllo al di là dell'Eufrate, dove si trova il grosso dei giacimenti, ha sventato il piano nella sua integrità: ma l'idea di mantenere un piede nella porta tramite le basi illegali non è stata accantonata, sia pure nascondendosi il più possibile dietro un proxy.

E qui si arriva al punto teoricamente meno leggibile, vale a dire la divisione dei destini fra le regioni nord-occidentali di Idlib (sunnita, fra le aree meno laiche del Paese e fra le poche con una significativa opposizione al governo legittimo) e di Afrin (a maggioranza curda, ma con fortissime infiltrazioni di al-Nusra e soci): di fatto le uniche, eccettuate le aree desertiche di scarso interesse strategico nell'immediato, su cui Damasco non abbia ripreso il controllo.
Perché Assad e Putin, dopo aver brillantemente completato la derattizzazione della prima, hanno rinunciato al completamento dell'opera delegando invece il Sultano Pazzo?
Forse perché quest'ultimo, sigillando momentaneamente i propri confini, ha tagliato rifornimenti e vie di fuga ai residuati jihadisti di Idlib favorendo in misura decisiva la bonifica dell'area.
E ha quindi potuto reclamare per sé una spietata azione anti-curda, resa per lui ancor più urgente dai disegni secessionisti che circolano da mesi - e neppure troppo velatamente - attorno al "suo" Kurdistan come opzione destabilizzante dall'esterno per lo Stato turco.

Sul campo la partita di Afrin si gioca fra due scenari, che potrebbero trovare un compromesso sul mantenimento formale dell'integrità territoriale siriana: la differenza risiede nelle condizioni reali.
Uno prevede una qualche forma di sovranità curda, che permetta agli Usa di controllare indirettamente la regione e di utilizzarla come corridoio per le forniture alle loro basi illegali.
L'altro è determinato dalla confluenza fra l'interesse russo nel mantenere lo status quo prebellico in materia di confini, rafforzando nel contempo un importante alleato, e l'interesse turco nello stroncare qualsiasi velleità di autogoverno curdo.

Quest'ultimo passa senza dubbio per crimini nei confronti della popolazione civile e per un non meno grave torto - non solo morale, purtroppo - nei confronti dei curdi, al solito aizzati e usati per poi essere gettati in pasto a una rappresaglia: oltre che dalla scelta, potenzialmente suicida, di cavalcare una tigre a scartamento impazzito come Erdoğan.
Ma gli obiettivi del primo scenario portano anche di peggio: vale a dire il consolidamento di una base di lancio per attacchi militari - all'Iran, ma non solo - e mai abbandonate strategie di destabilizzazione di marca primariamente israeliana.
Quindi qualcosa di non dissimile dall'operato dell'esercito di Ankara nel Rojava, ma su scala territoriale molto più ampia.

Di più: lo scontro fra Usa ed (ex?) alleato turco sta passando dal piano diplomatico e strategico a quello "caldo" del confronto militare.
Soprattutto se venissero confermate le voci sull'uccisione di almeno due istruttori americani ben integrati nelle forze curde: considerando che episodi del genere potrebbero fungere in ottica yankee da casus belli per rimettere gli stivali sul terreno di persona, abbandonando la pur sempre cruenta strategia della proxy war.
L'indecisionismo dalle parti di Washington, almeno per il momento, riflette verosimilmente un conflitto fra due visioni strategiche: quella di Trump, le cui priorità sono orientate all'economia e al Pacifico; quella - o ciò che ne rimane - dei neocon, molto più legata agli obiettivi mediorientali di Israele e agli interessi del comparto industriale-militare.

In definitiva, ci conviene davvero difendere i curdi - cosa sacrosanta in linea di principio - ma a queste condizioni?
Se Panebianco per "nostri interessi" intende quelli del terrorismo neocon e sionista, verso i quali il suo e altri quotidiani tentano di orientare a suon di menzogne, nulla da eccepire.
Se si intendono i "nostri interessi" come Italia, diritto internazionale e mondo civile, le priorità assolute rimangono la stabilità e lo sviluppo economico nel Levante.
Per i quali Erdoğan rappresenta una minaccia gravissima, ma mai quanto chi ha come dichiarato obiettivo quello di regnare sulle macerie altrui.

Offline Frusta

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #415 : Mercoledì 31 Gennaio 2018, 17:36:56 »
 Kebab
Speriamo non si tratti di questo:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/inchiesta-choc-sul-kebab-milano-contaminato-batteri-fecali-1466279.html
A me, comunque, fa schifo solo il nome.
Se è vero quello che diceva Marquez, e cioè che le parole hanno un odore, kebab puzza di babbucce.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline chemist

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #416 : Venerdì 2 Febbraio 2018, 15:47:25 »
Vorrei dare per scontato un fatto prima di rispondere con un paio di note al dettagliato post del matador. Meglio il settore est della siria in mano ai curdi/americani piuttosto che in mano allo stato islamico. Comunque:

I curdi siriani non hanno mai chiesto l'indipendenza o la formazione di un nuovo stato. Hanno chiesto di poter applicare un sistema federativo. In questo la Russia avrebbe potuto mediare e dare delle garanzie alle 2 parti in causa.
La Russia aveva istituito una base militare in Afrin o almeno un avamposto come gli americani a Manbij per garantire in qualche modo il non intervento della Turchia.
Come mai la Russia invece ha fatto dietrofront abbandonando i curdi? Il sospetto viene spontaneo. Dare una carota alla Turchia in questo momento di rottura con la NATO significa dare un colpo tremendo alla alleanza atlantica che di colpo parrebbe perdere il suo secondo esercito a vantaggio del blocco russo.

I siriani e i russi hanno fatto avanzate incredibili negli ultimi mesi ma si sono fermati all'eufrate, non lo hanno passato (solo in una piccola parte vicino deir ezzor). In ogni caso e' vero che si sono riappropriati di parecchi giacimenti prima in mano all'isis.
Infine per quanto riguarda le basi missilistiche americane che dovrebbero avere l'iran come target, beh forse per loro sarebbe piu' semplice farle nel kurdistan iracheno o in iraq stesso, visto che confina con l'iran :)

Pomata

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #417 : Domenica 18 Febbraio 2018, 08:27:49 »
Un bel conflito mondiale con armi nucleari e si riparte. Io manco ce perdo più tempo.
La storia si ripete perchè interessa ai potenti e quando decideranno di “riequilibrare” la popolazione mondiale, lo faranno senza scrupoli.

Come disse il giudice di Palermo a Jhonny Stecchino: Qui è tutto un magna-magna...

Offline MCM

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #418 : Martedì 10 Aprile 2018, 07:48:38 »
Intanto Israele e Usa non ci stanno che la guerra I terroristi islamici di al Nusra e isis la stanno perdendo e hanno ricominciato a commettere crimini immondi.

Ma quando arriverà qualcuno capace di dare una lezione esemplare a questa gente?

Offline Er Matador

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #419 : Martedì 10 Aprile 2018, 09:25:03 »
Intanto Israele e Usa non ci stanno che la guerra I terroristi islamici di al Nusra e isis la stanno perdendo e hanno ricominciato a commettere crimini immondi.

Ma quando arriverà qualcuno capace di dare una lezione esemplare a questa gente?
Francamente, è difficile trovare precedenti per una violenza così parossistica e sleale nei confronti dell'esito di un conflitto, delineatosi con chiarezza sul campo.
Nel dettaglio, la strategia è fondamentalmente quella enunciata da Obama, vale a dire la "linea rossa" dell'uso di armi chimiche da parte di Assad e compagnia come casus belli per un intervento diretto.
Ed è persino scontato, in questo senso, il tentativo di ricorrere all'ennesimo attacco false flag, puntuale e persino monotono apripista dei crimini di guerra a stelle e strisce.
Quanto ai due Paesi da te citati, la loro natura di Terra Promessa - vale a dire rapinata ai legittimi abitanti tramite genocidi e pulizie etniche - li rende difficilmente redimibili al cospetto del diritto internazionale: ma questo non deve far perdere di vista il lusso di qualche distinzione, a partire dalla forte opposizione interna a certe strategie.
Nulla di particolarmente illuminato: solo il buonsenso di chi ne ha abbastanza di vedere sperperati in "guerre preventive" i fondi destinati a politica interna e infrastrutture, o di chi nella propria vita vorrebbe conoscere qualcosa di diverso dall'emergenza permanente.
Il problema per entrambi è costituito dalla classe dirigente reale, vale a dire un apparato militar-industriale e di intelligence rovinosamente tracimato al di fuori delle proprie competenze: fino a dettare l'agenda politica, che poi è sostanzialmente un'agenda economica comprensiva dei loro pesantissimi interessi corporativi.
Può sembrare paradossale che un fenomeno così spaventosamente incisivo sull'intero pianeta nasca da una questione interna, di fatto un conflitto di potere, ma ciò non rappresenta un inedito.
La conquista delle Gallie da parte di Cesare, ad esempio, viene ormai letta come una ricerca di prestigio personale, da rigiocare poi al tavolo della politica interna, assai più che come espressione di un imperialismo di Stato nelle sue forme più consuete.
Per una sorta di legge del contrappasso, in entrambi i Paesi servirebbe ciò che essi favoriscono sempre più spesso in casa altrui: un regime change, inteso non tanto come ribaltamento quanto come ricostituzione di un ordinamento politico completamente infiltrato e stravolto dalle logiche di cui sopra.
Una situazione paragonabile a quella del Giappone anni '30-'40, in cui una democrazia formalmente mai abrogata venne messa all'angolo dalla pressione di ambienti militari e di intelligence, sostituendola di fatto con un militarismo scriteriato e genocida di cui si ricordano le conseguenze.
Esemplare, a tale proposito, l'annuncio da parte di Trump del ritiro Usa dalla Siria, che nella sua ottica mirava a evitare spese non giustificate sul piano strategico: un'espressione di puro buonsenso, puntualmente riassorbita dal Deep State.
A meno di non ipotizzare scenari terminali, la via d'uscita dal cul-de-sac nucleare consiste proprio nell'appoggiare in ogni modo le componenti più ragionevoli all'interno dei due Paesi, mettendo all'angolo - e possibilmente trascinando davanti a un Tribunale per crimini contro l'umanità - quelle che dettano attualmente legge.
Ovviamente i lacché europeisti si stanno comportando nella maniera esattamente opposta, nonostante gli Stati e i popoli che hanno la sventura di essere governati dai loro padroni si trovino nella posizione peggiore: quella di campo di battaglia, inevitabile se la scellerata e spasmodica ricerca di un conflitto con la Russia andasse a buon fine.
Dando così prova di una criminale irresponsabilità, anche nei confronti dei loro stessi cittadini, impensabile persino nella più folle delle dittature.
C'è modo, insomma, di operare il cancro in maniera minimamente selettiva e chirurgica: ma bisogna sbrigarsi.
Altrimenti, di fronte a una minaccia di questa portata, non ci sarà più tempo e spazio per le distinzioni.