Autore Topic: "Coalizione" vs Isis  (Letto 91073 volte)

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Offline Skorpius

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #180 : Sabato 30 Gennaio 2016, 19:57:14 »
Essì, perché l'Egitto, prima di venire sottomesso, scristianizzato ed islamizzato aveva provocato chissà come, eh?
Poi possiamo anche parlare di come l'Africa animista avesse "provocato" prima di venire islamizzata a  fil di spada. Chiedere ai berberi del magreb, tanto per citare qualcuno.

Chissà come? ma che senso ha parlare di provocazione in quei tempi storici?... li hanno sottomessi perchè erano più forti punto.
In quei periodi se eri più forte sottomettevi il vicino a prescindere dalla religione dalla cultura e dalla genetica.

Anche i romani credo che abbiamo sottomesso parte del mondo senza essere provocati, chissà come avranno fatto
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Frusta

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #181 : Sabato 30 Gennaio 2016, 20:28:34 »
Chissà come? ma che senso ha parlare di provocazione in quei tempi storici?... li hanno sottomessi perchè erano più forti punto.
In quei periodi se eri più forte sottomettevi il vicino a prescindere dalla religione dalla cultura e dalla genetica.

Anche i romani credo che abbiamo sottomesso parte del mondo senza essere provocati, chissà come avranno fatto
Benissimo, è nella natura dell'uomo: chi è più forte sottomette.
Ed il più sacrosanto dei diritti è quello di opporsi ad ogni tentativo di sottomissione.
Quindi i tanto esecrati crociati cosa avrebbero fatto se non tentare (senza peraltro riuscirci, è bene ribadirlo) di reagire all'islam che, dopo aver sottomesso nordafrica e medio oriente, stava tentando di farlo anche con l'Europa?
La vulgata farlocca a cui mi riferisco sta facendo passare ormai da decenni i crociati per provocatori e i musulmani come provocati.
Ecco a chi mi riferisco quando parlo di aggressioni "non provocate".
E c'è chi ci casca al punto da definire "crociato" chiunque osi pensare ad un minimo di freno nei confronti dell' attuale penetrazione musulmana.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline AlenBoksic

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #182 : Domenica 31 Gennaio 2016, 08:08:01 »
Chissà come mai però i cristiani dell'impero bizantino - ma anche quelli del XVI° secolo - trovavano più opportuno rifugiarsi tra le braccia dei musulmani che stare sotto il protettivo cappello dei crociati.
Idem gli ebrei sefarditi nella Spagna della Reconquista.
Per tacer degli ortodossi che ancora adesso si ricordano l'esito della IV crociata.
Le Religioni - come la Storia - hanno parabole e fasi e momenti diversi.
Il tutto a non considerare che le civiltà d'antan erano su certi aspetti molto meno totalizzanti dell'odierna.
Poi ci sarebbe da fare delle differenze all'interno delle religioni stesse visto che non mi pare che si possa parlare di blocchi monolitici, visto che quella si svolge in Siria - ma anche altrove - è essenzialmente una lotta inter religiosa. Lotta religiosa di cui a noi (da poco) giunge solo l'eco dello scontro tra Sunniti e Sciiti, grandi famiglie all'interno delle quali ci son tutte le differenze che passano da un lefebvriano a padre Zanotelli.
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #183 : Domenica 31 Gennaio 2016, 08:48:12 »
Chissà come mai... Poi ci sarebbe da fare delle differenze...
Ok, ma che c'entra?
S'è già detto che le crociate sono state una risposta tardiva ed inefficace contro una civiltà che tentava di annientarne un'altra. E questo è il punto.
Poi se vogliamo metterci a scendere nel particulare ed elencarne le aberrazioni collaterali con me sfondi una porta aperta.
Certo è che senza il tentativo di azzeramento da parte dei maomettani nei confronti dell' Occidente non ci sarebbero state né crociate né le recoconquiste.
Ed ancora più certo è che ad oggi qualsiasi persona sana di mente preferisce che alle falde dei Pirenei ci sia una Spagna reconquistata piuttosto che qualcosa come un Egitto, una Siria, una Libia o peggio ancora.
Piuttosto, te lo immagini quanto sarebbe migliore il mondo con una Spagna al posto di una Siria, una Libia, un Egitto o un intero Medio Oriente?
Totò diceva che è la somma che fa il totale, caro Alen  ;)
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Skorpius

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #184 : Domenica 31 Gennaio 2016, 10:36:54 »
Chissà come mai però i cristiani dell'impero bizantino - ma anche quelli del XVI° secolo - trovavano più opportuno rifugiarsi tra le braccia dei musulmani che stare sotto il protettivo cappello dei crociati.
Idem gli ebrei sefarditi nella Spagna della Reconquista.
Per tacer degli ortodossi che ancora adesso si ricordano l'esito della IV crociata.
Le Religioni - come la Storia - hanno parabole e fasi e momenti diversi.
Il tutto a non considerare che le civiltà d'antan erano su certi aspetti molto meno totalizzanti dell'odierna.
Poi ci sarebbe da fare delle differenze all'interno delle religioni stesse visto che non mi pare che si possa parlare di blocchi monolitici, visto che quella si svolge in Siria - ma anche altrove - è essenzialmente una lotta inter religiosa. Lotta religiosa di cui a noi (da poco) giunge solo l'eco dello scontro tra Sunniti e Sciiti, grandi famiglie all'interno delle quali ci son tutte le differenze che passano da un lefebvriano a padre Zanotelli.

Forse perchè era una questione politica.. semplicemente politica.. e anche adesso lo è...
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Pomata

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #185 : Domenica 31 Gennaio 2016, 10:47:56 »
Ok, ma che c'entra?
S'è già detto che le crociate sono state una risposta tardiva ed inefficace contro una civiltà che tentava di annientarne un'altra. E questo è il punto.
Poi se vogliamo metterci a scendere nel particulare ed elencarne le aberrazioni collaterali con me sfondi una porta aperta.
Certo è che senza il tentativo di azzeramento da parte dei maomettani nei confronti dell' Occidente non ci sarebbero state né crociate né le recoconquiste.
Ed ancora più certo è che ad oggi qualsiasi persona sana di mente preferisce che alle falde dei Pirenei ci sia una Spagna reconquistata piuttosto che qualcosa come un Egitto, una Siria, una Libia o peggio ancora.
Piuttosto, te lo immagini quanto sarebbe migliore il mondo con una Spagna al posto di una Siria, una Libia, un Egitto o un intero Medio Oriente?
Totò diceva che è la somma che fa il totale, caro Alen  ;)

Er problema è che ce sarebbero 'na cifra de Pomata :D :D :D

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #186 : Domenica 31 Gennaio 2016, 11:05:39 »
saremo anche senza il progressismo arabo da molti oggi spesso evocato in contrapposoione all'arretratezza culturale europea sottoposta alla dittatura della chiesa di un migliaiio di anni fa.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #187 : Domenica 31 Gennaio 2016, 11:27:44 »
saremo anche senza il progressismo arabo da molti oggi spesso evocato in contrapposoione all'arretratezza culturale europea sottoposta alla dittatura della chiesa di un migliaiio di anni fa.
Quello a cui ti riferisci è stato un periodo effettivamente luminoso, ma è morto; arrestato prima e letteralmente ammazzato e poi sepolto dal salafismo che non solo azzerò tutte le menti pensanti protagoniste del progressismo a cui ti riferisci, ma che da allora disgraziatamente continua a condizionare l'islam di adesso.
Praticamente a loro è successo esattamente il contrario di quanto capitato a noi che con l'illuminismo siamo usciti dai secoli bui della dittatura della religione: col salafismo e col wahabismo (che finanzia tanto la costruzione delle moschee in Europa quanto più o meno apertamente il terrorismo) sono passati dal progresso all'arretratezza.
Ora culturalmente stanno in pieno medioevo. 
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CP 4.0

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #188 : Domenica 31 Gennaio 2016, 11:32:33 »
un po' come dire che quelli del family day, o contrari allo sviluppo della tecnologia stem cell o all'aborto frenano il proresso culturale dell'occidente.

ma non mi pare che ci siano mussulamni tra di loro.

anzi, sull'argomento troveresti molti che condividono il tuo punto di vista.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #189 : Domenica 31 Gennaio 2016, 12:22:24 »
Il mio non è un punto di vista, è storia.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

CP 4.0

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #190 : Domenica 31 Gennaio 2016, 22:21:40 »
mai sentito qualcuno dire il contrario?

CP 4.0

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #191 : Giovedì 19 Maggio 2016, 12:53:48 »
se so presi pure la capitale, aho'  :P

http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-london-36235828

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #192 : Giovedì 19 Maggio 2016, 20:35:54 »
La notizia ha fatto felice anche il papa, oltre a te.
Machebbello! :D
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #193 : Giovedì 16 Giugno 2016, 09:34:10 »
Liogier: “L’Isis è diventato un brand usato soltanto per avere visibilità”
Secondo il sociologo francese i terroristi fai-da-te agirebbero comunque
«Quanto viviamo è molto peggio di presunte inesistenti guerre di civiltà». Il sociologo delle religioni Raphaël Liogier l’ha messo nero su bianco nel suo ultimo libro («La guerre des civilisations n’aura pas lieu»): secondo lo studioso dell’International College of Philosophy, invece del conflitto ipotizzato da Huntingon alla vigilia dell’11 settembre 2001 si è materializzato uno scontro «più intimo» e pericoloso che coinvolge gente vicina di casa.
 
Il Bataclan, Bruxelles e ora Orlando, Magnanville. Il terrorismo fai-da-te è incontenibile? 
«Non credo ci sia un’escalation, gli ultimi attentati rientrano nello stesso fenomeno iniziato mesi fa quando l’Isis è diventato un brand. Oggi chiunque sia disturbato, instabile o un delinquente comune ha l’opportunità di agire con il logo Isis acquisendo facilmente una notorietà superiore a quella che otterrebbe con un crimine qualsiasi». 
 
Come possiamo difenderci? 
«Quelli di Magnanville e Orlando sono attentati peggiori del Bataclan proprio perché non c’è difesa. Il Bataclan era stato preparato e, lavorando meglio, gli 007 possono scovare chi trama nell’ombra. Per un Bataclan riuscito molti ne sono stati prevenuti. Contro i Mateen e gli Abballa invece non c’è nulla da fare, sono vicini di casa, gente senza passato che improvvisa».
 
Ha ragione il premier Valls, è una guerra che durerà generazioni? 
«Non sono d’accordo. È possibile che Abballa avrebbe colpito comunque senza il logo Isis. In Francia il tasso di crimini è lo stesso ma sono aumentati quelli associati all’Isis, che per altro non deve neppure più commissionarli. Non si possono prevenire gli Abballa ma si può contenere il danno evitando di assecondarli nell’evocare la guerra e “promuoverli” a soldati del Califfato. Dovremmo agire a livello d’intelligence ma tacere». 
 
Qualcosa però bisogna pur dire ai cittadini che hanno paura. 
«Ci sono quattro mosse da fare. Primo, attivare quello scambio d’informazioni tra intelligence europee che la Francia osteggia. Secondo, affiancare agli 007 le scienze antropologiche e sociali, come fa Israele, per provare a prevenire. Terzo, evitare di prendere l’Isis sul serio riconoscendolo un nemico di guerra. Infine, rendere più visibili le già presenti forze dell’ordine affinché la gente si senta sicura».
 
Cosa pensa delle nuove minacce a Francia e Belgio da parte di jihadisti di ritorno dalla Siria? 
«Forse è vero. Ma sono convinto che il terrorismo non sia il problema, paradossalmente possiamo conviverci. Il problema è il terrore. L’Europa non è mai stata tanto sicura eppure tanto vulnerabile e spaventata. Blindiamoci pure se serve, ma senza proclamare guerre».
 
Sono più quelli che partono per il Califfato o quelli che tornano? 
«L’Isis arretra in Siria, in Iraq e in Libia. Per questo ci sono più attentati in Europa e ora anche in Usa: il Califfato si sta trasformando in Califfato virtuale ed è molto più pericoloso. Chi prima partiva per “urgenza di agire” ora, scoraggiato anche dai controlli, resta e colpisce qui. Ma il Califfato virtuale è tanto forte quanto lo rendiamo forte».

http://www.lastampa.it/2016/06/16/esteri/ormai-lisis-diventato-un-brand-usato-soltanto-per-avere-visibilit-gHYhNn8fFSLclB6xBlsb0I/premium.html;jsessionid=65034C1FCE97C708EF95C5C5D17E1B9B?#acquistaregistraaccedi=undefined
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« Risposta #194 : Giovedì 16 Giugno 2016, 11:44:23 »
Ma come si fa a prendere sul serio simili fesserie?
Appunto perché esiste il pericolo che una organizzazione criminale possa diventare un brand (già successo in Italia negli anni di piombo) non bisogna dar retta a questo giulivo sprovveduto quando dice che "Quelli di Magnanville e Orlando sono attentati peggiori del Bataclan proprio perché non c’è difesa" la difesa c'è eccome: impedire ad un tizio condannato insieme ad altre persone a 3 anni e sei mesi nel 2013 per aver partecipato all’invio di jihadisti in Pakistan di poter acquistare liberamente delle armi da guerra o di avere la licenza da vigilante con una 44magnum appesa alla cintura, tanto per fare un esempio
O ostacolare la penetrazione del wahabbismo veicolato dai petrodollari che i sauditi riversano in occidente per la costruzione di moschee e "centri culturali". Parlo degli stessi sauditi che non accolgono uno che sia uno dei loro correligionari che scappano dalle guerre che loro stessi finanziano, tanto per farne un altro. 
E soprattutto prendere a pizze in faccia lo struzzo di turno che con la testa accuratamente ficcata sotto la sabbia ci invita a convivere col terrorismo ed a convincerci "che il terrorismo non sia il problema" "Il problema è il terrore."
Mai sentito un bizantinismo più idiota: come se il terrore fosse una causa e non  un effetto.
Il problema, l'unico, sta nel rifiuto della nostra cultura e di tutto il faticosissimo cammino che abbiamo dovuto fare per uscire dal medioevo che loro ancora gelosamente conservano sotto i loro veli i loro burka e i loro turbanti.
Il terrorismo comincerà a sparire quando non ci sfiorerà nemmeno lontanamente il pensiero di dover coprire una nostra opera d'arte per non far indignare un troglodita col medioevo sotto al turbante. Ed il terrore pure.
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #195 : Giovedì 16 Giugno 2016, 11:51:52 »
"Oggi chiunque sia disturbato, instabile o un delinquente comune ha l’opportunità di agire con il logo Isis acquisendo facilmente una notorietà superiore a quella che otterrebbe con un crimine qualsiasi"

Il punto saliente è questo,
ed è assai più convincente delle pensose analisi sulle "ramificazioni" e roba del genere.
Per carità, esistono pure quelle, ma esiste pure il folle che ammanta il proprio gesto dell'ideologia alla moda pensando in tal modo di renderlo più significativo.
Sarebbe bene rendersene conto.
Il rifiuto della cultura con uno nato vissuto cresciuto in USA che spara con un fucile costruito in USA  su dei propri concittadini e fa video su social USA mi pare c'entri ben poco, se non - appunto - come scusa.
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #196 : Giovedì 28 Luglio 2016, 08:42:20 »
Mentre (finalmente !) Le Monde decide di smettere di offrire la propria ribalta ai trucidatori, esempio che si spera faccia scuola su scala globale - sulla stampa italiana appare un articolo che è l'ennesimo del genere negli ultimi mesi.

Isis, il campo di addestramento in Kosovo? È a due passi dalla base americana della Nato

Almeno cinque campi, di cui - se non tutto - l’impressione è che si sappia molto. Se la presenza di cellule fondamentaliste nell’area dei Balcani è cosa nota (due anni fa l’Espresso ne aveva censite una ventina in tutta la regione), adesso arriva la conferma dell’esistenza di un livello superiore. Prevedibile, per alcuni versi, ma finora mai resa nota più o meno ufficialmente: la presenza di campi di addestramento dell'Isis in Kosovo.

Dove gli aspiranti jihadisti di etnia albanese, oltre a studiare l’arabo e il Corano, imparano a maneggiare le armi, si esercitano col tiro e apprendono nei boschi le tecniche di guerriglia. Sotto la supervisione di ex paramilitari dell’Uck, l’esercito di liberazione dei tempi della guerra con la Serbia, considerati autentici eroi in patria (statue dedicate ai combattenti si trovano praticamente in ogni città).

Secondo fonti di intelligence citate dall’agenzia russa Sputnik i principali campi allestiti dallo Stato islamico sono a Ferizaj, Gjakovica e Dečani, mentre altri più piccoli sarebbero stati individuati a Prizren e Pejë. Anche senza conoscere la geografia del luogo, è importante tenere a mente alcune di queste località perché rappresentano l’emblema dell’incapacità occidentale di prevenire la diffusione del radicalismo islamico, visto che il Kosovo è tuttora una nazione sotto tutela Nato in cui risiedono migliaia di militari dell’alleanza atlantica. Il simbolo di questa “disfatta” è rappresentato proprio dalla città di Ferizaj, 100 mila abitanti non lontano dal confine con la Macedonia: a Sojevë, pochi chilometri fuori dal capoluogo, c’è infatti Camp Bondsteel. Realizzato nel 1999 ai tempi della guerra, col suo perimetro lungo 14 chilometri, è attualmente la più grande e costosa base americana mai costruita al di fuori degli Stati Uniti dalla guerra del Vietnam, in cui si calcola che vivano circa 7mila fra soldati e impiegati civili.

I quattro fermi di cittadini kosovari per apologia del terrorismo non sorprendono. Come aveva raccontato l'Espresso nel 2014, sui social network molti aspiranti jihadisti si incontrano e pubblicizzano le azioni del Califfato. Così a sei anni dall’indipendenza, l’ex provincia serba si sta rivelando una fucina di estremisti

Una presenza tanto massiccia, però, non solo non ha rappresentato un deterrente per l'Islam radicale, ma non è nemmeno riuscita a impedire che l’area diventasse un centro nevralgico di reclutamento: nell’agosto 2014, nella più grande operazione mai condotta dalle autorità kosovare, su 40 terroristi arrestati ben 11 provenivano dalla città di Ferizaj. Del resto c’è poco da meravigliarsi: in passato a Camp Bondsteel, secondo una versione mai smentita, ha lavorato anche Lavdrim Muhaxheri, il comandante della famigerata “brigata balcanica” al servizio del Califfo, noto per le sue atrocità (come le esecuzioni postate su Facebook raccontate dall’Espresso). E per la base Usa sarebbe passato pure Blerim Heta, un kamikaze che poi si è fatto saltare in aria a Bagdad.

Altra città-simbolo è quella di Gjakovica, che invece è non lontana dal confine con l’Albania: nell’aeroporto cittadino ha sede il distaccamento aeronautico Amiko (Aeronautica militare italiana in Kosovo). Neppure in questo caso il controllo dei cieli da parte della missione Kfor ha impedito che l’Isis dilagasse e impiantasse nei paraggi un suo campo di addestramento, stando alle informazioni dell’intelligence. Esattamente come a Pejë, dove sorge il Villaggio Italia, e Prizren, dove la presenza dell’Alleanza atlantica è altrettanto massiccia. E pure a Dečani, dove la Nato controlla insieme alle Nazioni unite il trecentesco monastero ortodosso serbo, patrimonio Unesco, dai rischi delle violenze dell’etnia albanese. Del resto le minacce non mancano. A gennaio, ad esempio, quattro uomini sono stati fermati davanti all’entrata e trovati in possesso, a bordo della loro auto, di un kalashnikov, una pistola e diverse munizioni. Da dove venivano? Sarà una coincidenza ma a eccezione di uno, tutti erano originari proprio delle città in cui si trovano i campi di addestramento: Ferizaj, Gjakovica e Prizren.

D’altronde basta guardare ai numeri per rendersi conto di quanto la penetrazione del radicalismo islamico in Kosovo rappresenti un problema troppo a lungo sottovalutato. Secondo i dati forniti nei giorni scorsi dal ministro dell'Interno, Skender Hyseni, almeno 57 foreign fighters sono morti in combattimento, una quarantina sono stati fermati prima che potessero partire, 102 sono stati arrestati sospetti di attività terroristica e altri 17, benché a piede libero, sono sotto indagine. E al seguito dei combattenti (almeno 300 quelli di etnia albanese, stimano le organizzazioni indipendenti) ci sarebbero anche 38 donne e 27 bambini.

Il tutto, in una regione di due milioni scarsi di abitanti, grande quanto l’Abruzzo, a poche centinaia di chilometri in linea d’aria dalla Puglia e soprattutto autoproclamatasi indipendente dopo un intervento militare che doveva servire a portare la sicurezza e la pacifica convivenza nel Paese. 

Invece, solo a scorrere le cronache degli ultimi mesi, c'è da riflettere.

La settimana scorsa a Pristina per terrorismo sono stati condannati in cinque, con pene comprese fra 4 e 13 anni di carcere: avevano giurato fedeltà all’Isis e stavano preparando un video da diffondere in rete per dimostrare la presenza dello Stato islamico anche nel Paese. E che i simpatizzanti non manchino lo dimostra anche la scritta, ritrovata lo scorso marzo sulla facciata della chiesa ortodossa di San Nicola, sempre nella capitale: “Isis is coming”, l’Isis sta arrivando, scritto in inglese perché fosse più chiaro. Forse non proprio una casualità, dal momento che quel giorno ricadeva il dodicesimo anniversario delle violenze che nel 2004 portarono all’incendio di numerosi luoghi di culto della minoranza serba. Senza contare che proprio in Kosovo erano le menti della cellula jihadista stroncata a dicembre dalla Procura di Brescia. Obiettivo: disintegrare l’Europa e imporre la sharia.

http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/07/26/news/isis-il-campo-di-addestramento-in-kosovo-e-a-due-passi-dalla-base-americana-della-nato-1.278544
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #197 : Giovedì 28 Luglio 2016, 10:31:02 »
Ma come si fa a prendere sul serio simili fesserie?
Appunto perché esiste il pericolo che una organizzazione criminale possa diventare un brand (già successo in Italia negli anni di piombo) non bisogna dar retta a questo giulivo sprovveduto quando dice che "Quelli di Magnanville e Orlando sono attentati peggiori del Bataclan proprio perché non c’è difesa" la difesa c'è eccome: impedire ad un tizio condannato insieme ad altre persone a 3 anni e sei mesi nel 2013 per aver partecipato all’invio di jihadisti in Pakistan di poter acquistare liberamente delle armi da guerra o di avere la licenza da vigilante con una 44magnum appesa alla cintura, tanto per fare un esempio
O ostacolare la penetrazione del wahabbismo veicolato dai petrodollari che i sauditi riversano in occidente per la costruzione di moschee e "centri culturali". Parlo degli stessi sauditi che non accolgono uno che sia uno dei loro correligionari che scappano dalle guerre che loro stessi finanziano, tanto per farne un altro. 
E soprattutto prendere a pizze in faccia lo struzzo di turno che con la testa accuratamente ficcata sotto la sabbia ci invita a convivere col terrorismo ed a convincerci "che il terrorismo non sia il problema" "Il problema è il terrore."
Mai sentito un bizantinismo più idiota: come se il terrore fosse una causa e non  un effetto.
Il problema, l'unico, sta nel rifiuto della nostra cultura e di tutto il faticosissimo cammino che abbiamo dovuto fare per uscire dal medioevo che loro ancora gelosamente conservano sotto i loro veli i loro burka e i loro turbanti.
Il terrorismo comincerà a sparire quando non ci sfiorerà nemmeno lontanamente il pensiero di dover coprire una nostra opera d'arte per non far indignare un troglodita col medioevo sotto al turbante. Ed il terrore pure.

applausi

poi, esaminando quanto accaduto a Rouen per causa di due miniterroristi, c'è da dire una cosa, forse non politicamente corretta
c'è un ragazzo che PER DUE VOLTE cerca di andare in Siria (via Turchia, la falsissima e bizantina Turchia dell'amico Ergogan) a combattere
questo imbecille rientra in Francia e gli mettono un braccialetto per controllarlo, post condanna

ora, io mi chiedo quando si passerà FINALMENTE ai vecchi cari metodi: cattura e sparizione di un potenzialissimo e pericoloso terrorista che, prima o poi, avrebbe colpito
(con la sicurezza che avrebbe colpito un obiettivo minimo e, quindi, non difendibile, vista la sua non integrazione piena in una rete terroristica)

una buca, un po' di calce viva
e via

otherwise, un volo nel golfo di Biscaglia ed un bel tuffo

e lo fai, sempre e ripetutamente, con tutti quelli che sai che hanno velleità terroristiche
in silenzio, che dare una eco a queste sparizioni sarebbe solo un'opera di ulteriore propaganda


Offline Er Matador

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #198 : Giovedì 28 Luglio 2016, 11:01:27 »
applausi

poi, esaminando quanto accaduto a Rouen per causa di due miniterroristi, c'è da dire una cosa, forse non politicamente corretta
c'è un ragazzo che PER DUE VOLTE cerca di andare in Siria (via Turchia, la falsissima e bizantina Turchia dell'amico Ergogan) a combattere
questo imbecille rientra in Francia e gli mettono un braccialetto per controllarlo, post condanna

ora, io mi chiedo quando si passerà FINALMENTE ai vecchi cari metodi: cattura e sparizione di un potenzialissimo e pericoloso terrorista che, prima o poi, avrebbe colpito
(con la sicurezza che avrebbe colpito un obiettivo minimo e, quindi, non difendibile, vista la sua non integrazione piena in una rete terroristica)

una buca, un po' di calce viva
e via

otherwise, un volo nel golfo di Biscaglia ed un bel tuffo

e lo fai, sempre e ripetutamente, con tutti quelli che sai che hanno velleità terroristiche
in silenzio, che dare una eco a queste sparizioni sarebbe solo un'opera di ulteriore propaganda


Esattamente ciò che hanno fatto per anni nei rispettivi Paesi, e in parte su nostro mandato, Saddam, Gheddafi, la famiglia Assad.
Infatti abbiamo tolto di mezzo i primi due e tentato altrettanto coi terzi.
Segno di come la vera forza del terrorismo sia il suo essere profondamente parte del sistema.
Il nostro, non il loro.

neweagle

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #199 : Venerdì 29 Luglio 2016, 20:14:30 »

Il terrorismo comincerà a sparire quando non ci sfiorerà nemmeno lontanamente il pensiero di dover coprire una nostra opera d'arte per non far indignare un troglodita col medioevo sotto al turbante. Ed il terrore pure.
Il terrorismo, almeno questo, sparirà quando troveranno un accordo su chi deve vendere il gas agli europei e su quali territori dovrà passare prima di arrivare in Europa