Autore Topic: "Coalizione" vs Isis  (Letto 90865 volte)

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borgorosso

"Coalizione" vs Isis
« Risposta #40 : Sabato 14 Novembre 2015, 18:08:26 »
Dobbiamo forse valutare l'enormità delle "cose" che scriviamo.

Io personalmente smetto, almeno per un po'.

Non ho certezze. Valutiamo. Valutiamo anche le ipotesi più estreme. Forse non esiste l'integrazione, forse i nostri valori non sono compatibili con quello dell'Islam. Forse abbiamo bisogno di dittatori sanguinari nel Maghreb che soffochino sul nascere questi movimenti ed impediscano il diffondersi del virus e ci permettano di continuare a fare gli internazionalisti, i terzomondisti e gli anti-USA.

Potrebbero sembrare dei suggerimenti ma non lo sono. Io ho sempre guardato tutto da una prospettiva di "sinistra": integrazione, accoglienza e soprattutto una lettura incentrata sui fenomeni economici. Adesso non ne sono più convinto. La diseguaglianza non spiega della gente che si fa esplodere

borgorosso

"Coalizione" vs Isis
« Risposta #41 : Sabato 14 Novembre 2015, 18:09:27 »
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #42 : Sabato 14 Novembre 2015, 20:36:21 »
Forse non esiste l'integrazione, forse i nostri valori non sono compatibili con quello dell'Islam. Forse abbiamo bisogno di dittatori sanguinari nel Maghreb che soffochino sul nascere questi movimenti ed impediscano il diffondersi del virus e ci permettano di continuare a fare gli internazionalisti, i terzomondisti e gli anti-USA.
Ecco,detto così suona meglio.
Se poi dopo USA ci aggiungiamo "col culo al caldo" è perfetto.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline disabitato

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #43 : Domenica 15 Novembre 2015, 00:01:50 »
Pare che ci sia il Qatar a tirare le fila di tutto.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #44 : Domenica 15 Novembre 2015, 04:51:22 »
io non metteri al centro di tutto il discorso integrazione, ed infatti non sono d'accordo con Chemist quando dice che in UK succede come in Francia, visto che in 10 anni non e' successo quello che in Francia e' successo solo nell'ultimo.

sebbene l'integrazione gioca una sua parte, guarderei piu' ai ruoli sostenuti dai due paesi in tempi diversi, e proprio 10 anni fa nell'invasione Afghana e Iraqena, e negli ultimi nella primavera araba ed ancor piu' nel cosidetto conflitto siriano.

insomma, non semplice terrorismo la cui strategia e' solo appunto il terrore, ma piu' una nuova forma di guerra e di scontro armato.

Offline Er Matador

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #45 : Domenica 15 Novembre 2015, 07:56:33 »
Per mettere ordine in una matassa così ingarbugliata, mi sembra innanzitutto importante sottrarsi al luogo comune di una propaganda che quos vult perdere dementat prius: la trattazione monolitica dell'Islam e dei temi che lo riguardano.
Vale a dire la premessa fondamentale per certe reazioni a testa bassa – parlo di aggressioni a Paesi altrui, non certo delle opinioni espresse in questo topic – che, ben lungi dal risolvere i problemi, ne creano di nuovi.
Procedendo per punti:

1) l'integrazione è possibile? Dipende dal soggetto a cui ci si riferisce: l'integrazione delle singole persone di religione musulmana sì; di una comunità islamica no.
Poiché quest'ultima ha dimostrato un'unica strategia di costruzione della propria identità: porsi come uno Stato nello Stato, reciprocamente esclusivo rispetto alle leggi e agli interessi del Paese che lo ospita.
Chiunque abbia una minima conoscenza diretta, ricorderà i primi immigrati di fede maomettana – in gran parte marocchini – giunti nel nostro Paese.
Il massimo della trasgressione che si concedevano era di carattere fiscale, data la diffusa abitudine a operare come ambulanti senza “condividere” nulla con l'erario.
Per il resto neppure avevano percezione di sé come musulmani, e tantomeno si ponevano il problema di trasmettere una qualsiasi identità alle nuove generazioni.
Capitava spesso di vedere madri intabarrate in mise improbabili quanto sgargianti – comunque assai diverse dalla tetraggine monocolore apparsa in seguito – che passeggiavano tranquillamente al fianco di figlie con minigonne accorciate fino all'ugola.
La spiegazione, per chi la chiedeva? I genitori erano nati in Marocco, e portavano a termine nella sfera personale le usanze con cui erano cresciuti; i discendenti erano nati o comunque crescevano in Italia, ed era semplicemente ovvio che ne assumessero i costumi.
Per essere chiari: la tensione intrafamiliare tra mentalità e generazioni diverse era molto più spiccata nelle famiglie emigrate al Nord dal nostro Meridione.
Perché eventuali devianze e conflittualità, all'epoca presenti a titolo quasi esclusivamente individuale, hanno assunto un carattere sistemico?
Intanto ha inciso la diversa composizione etnica dell'immigrazione musulmana, spesso sostenuta da un retroterra tribale o di altra natura che ben poco condivideva della tradizione arabo-islamica non wahabita.
Il resto passa per il concetto centrale quando si analizza la realtà dell'Islam nei suoi aspetti peggiori: ORGANIZZAZIONE.
Non c'è nulla di culturale e spontaneo nel fatto che un immigrato musulmano trovi sfoghi identitari e aggressivi per le proprie frustrazioni, anche di altra natura: qualcuno, con un quotidiano lavoro di indottrinamento ai fianchi, gliel'ha messo in testa.
E per capire chi sia questo qualcuno basta una statistica relativa agli attentati di Londra del 7 luglio 2005.
Il 5% dei maomettani residenti nel Regno Unito frequentava abitualmente le moschee; il 100% degli autori materiali di quegli attacchi frequentava abitualmente le moschee: è abbastanza chiaro?
La prima misura di ordine pubblico consiste, quindi, nell'equiparazione dell'associazionismo islamico al terrorismo e alla liquidazione d'autorità delle sue espressioni.
Dai luoghi di culto al clero, che al loro interno predica violenza e odio sulla base di concetti assenti nello stesso Corano; dai pestiferi centri culturali alle sedicenti macellerie halal il cui scopo prioritario consiste nel coprire giri di soldi poco puliti.
Prevengo l'obiezione di default, che si limita alla citazione del passaggio in cui la Costituzione garantisce a chiunque un'astratta libertà di culto.
A parte il fatto che, di fronte a simili emergenze, i fatti contano più dei pezzi di carta.
A parte il fatto che citare in maniera fossile ed esaustiva il Libro Sacro di riferimento significa sguazzare nello stesso humus del fondamentalismo islamico.
A parte il fatto che con quell'articolo si pretende di gestire complessità inimmaginabili per i suoi già allora attempati estensori.
Ma prendiamo per un attimo la libertà di culto come valore assoluto.
Chi la sfrutta per aprire moschee lo fa allo scopo di indottrinare, e con precise finalità operative, all'odio e all'intolleranza.
E ha come primi nemici non tanto noi – non per ora, almeno – quanto i musulmani integrati, moderati, laici o che comunque sono venuti in Italia anche perché ne avevano le tasche discretamente piene di barbacce e turbanti.
Reprimere con mezzi anche non democratici una simile tipologia di associazionismo significa difendere la libertà di culto, non limitarla

2) Di fronte a fatti come quelli di Parigi, urge ribadire concetti noti ma mai realmente assimilati.
La politica occidentale, vale a dire Usa e alleati, ha sistematicamente combattuto chi si opponeva sul campo ai terroristi, si tratti di regimi attivi in tal senso (Iraq, Libia, Siria) o di Paesi (Russia, Iran) che non ne assecondano la politica di ingerenza, destabilizzazione, stupro reiterato del diritto internazionale: tutti soggetti, per accennare al nostro interesse nazionale, che annovera(va)no l'Italia fra i più importanti partner economici.
E ha sistematicamente armato, aggregato, trasformato in una massa critica i futuri gruppi islamici combattenti: Hamas, mujahidin, Al Qaida, la stessa Isis.
I quali attingono sì a materiali di odio e fanatismo che allignano all'interno dell'Islam, ma sono passati regolarmente dal dire al fare grazie a un know-how finanziario, logistico e organizzativo in gran parte extra-islamico.
La loro presenza sul campo al soldo altrui si accoda da tempo a due precise direttrici, non proprio di osservanza maomettana.
Impedire al mondo arabo mediterraneo di assumere politicamente una forma compiuta, sostenibile e autonoma per non perdere il controllo sulle risorse petrolifere.
Evitare che il suddetto mondo arabo si saldi all'Europa sud-orientale, a Russia e Iran, alla nascente Eurasia costituendo un formidabile polo economico ed energetico che ributterebbe nell'Atlantico l'Occidente, il suo strapotere, i metodici crimini contro l'umanità con cui ha imposto i propri interessi al resto del pianeta.
Dobbiamo capire che la testa del mostro è a Washington, a Wall Street e in subordine a Riad, non a Raqqa o dove si stendono i suoi miserabili tentacoli.
Che inviare l'Occidente contro l'Isis è come scagliare Ciancimino contro Cosa Nostra.
Che la destabilizzazione a mezzo attentati è, al pari, di UE, Euro, TTIP e chi più ne ha più ne metta, parte del disegno di matrice primariamente finanziaria col quale si punta a fare tabula rasa dell'Europa e del suo benessere di massa: per trasformarla in una gigantesca Haiti, in una colonia di meticci senz'arte né parte.
Che quello di Parigi non è un attacco portato dall'Islam contro l'Occidente, ma un attacco portato dall'Occidente contro l'Europa e il Mediterraneo, dall'economia finanziaria contro quella reale, dalle lobbies sovranazionali contro gli Stati Nazionali, seguendo le linee di faglia dei veri scontri di civiltà che ci stanno annientando.
Se non ci rendiamo conto di tutto questo, e pensiamo di reagire in base alla favoletta del “noi” contro “loro”, lasciamo pure fare al Califfato: provoca meno danni di certi nostri interventi.
E, soprattutto, produce meno terrorismo

3) Una considerazione sui regimi filo-occidentali: siamo davvero sicuri che rappresentino un argine e un'alternativa?
Storicamente, l'irresponsabilità proconsolare con cui abbiamo dato loro carta bianca in cambio dell'assoluta fedeltà ha ottenuto lo splendido risultato di sputtanare il laicismo.
Sì, perché decenni di corruzione, di sviluppo economico castrato, di prepotenze assortite hanno fatto sì che popolazioni abituate a una certa consuetudine col Vecchio Continente – e dall'immaginario politico solidamente peri-europeo – associassero tutto questo alla matrice ideologica di chi lo commetteva.
Permettendo così alle varie Fratellanze di raccogliere e incanalare in ottica islamista consensi che, in partenza, si riducevano a europeissimi voti di protesta.
Nel presente, il caso più indicativo è quello dell'Egitto.
Insoddisfatte di un voto libero e regolare che aveva premiato la Fratellanza Musulmana, le democrazie occidentali hanno ridotto a carta igienica usata quella sovranità popolare di cui si riempiono la bocca e organizzato l'ennesima Rivoluzione dei cetrioli.
Motivazione? La stessa che ha sprofondato nel sangue l'Algeria un quarto di secolo fa dopo la vittoria elettorale del FIS: impedire l'islamizzazione del Paese.
Peccato che Morsi, ancorché inesperto e inadeguato, avesse trascorso il primo anno di potere senza spostare di un millimetro il tasso di laicismo né accennare all'introduzione nella legislazione nazionale di un qualsiasi concetto riconducibile alla Sharia.
Ciò non ha impedito che il Presidente venisse arrestato per incapacità – proprio così: chissà se applicassero da noi un simile criterio – e trascinato davanti a un tribunale con la stessa credibilità di quello che mandò a morte Saddam.
Al suo posto è salito al potere il generale al-Sisi, che un editoriale anonimo sul Wall Street Journal ha salutato senza perifrasi come il nuovo Pinochet: aggiungendo le felicitazioni al popolo egiziano per la fortuna di avere in sorte un simile leader (!) e diffidando in maniera altrettanto chiara chi intendesse riportare al potere i suoi predecessori.
A parte la dimostrazione che Kissinger è vivo e gode di ottima salute, rileggiamo questa squallida vicenda in ottica anti-terrorismo: al-Sisi lo sta veramente combattendo? Ma niente affatto.
I terroristi servono al regime come indispensabile legittimazione, senza la quale diventerebbe problematico giustificare ruberie (sempre la motivazione primaria in casi del genere, alla faccia dei massimi sistemi), omicidi, incarcerazioni operate nel più totale arbitrio.
Il regime serve ai terroristi o presunti tali perché li legittima come opposizione, cala su di essi un'aura da liberatori, attrae consenso popolare anche fra i moderati per mancanza di alternative, consegna loro militanti e radicamento (anche qui innanzitutto economico) sul territorio.
Quella fra i nominali arcinemici, qui e nello schema complessivo dei rapporti Occidente-terroristi, non è altro che una spartizione.
Operata, come già nella Prima Guerra Fredda, innanzitutto a danno di qualsiasi ipotesi terza

4) A proposito della Francia: come si sia comportata nei nostri confronti quando ci trovavamo in difficoltà, per rimanere al passato recente sulla questione migranti, è cosa nota.
E mi piace ricordare il provvedimento con cui, all'indomani delle prime voci sulla Xylella e senza alcuna seria verifica, ha prontamente varato l'embargo sui vegetali provenienti dalla Puglia.
A queste splendide dimostrazioni di solidarietà vanno aggiunte tante loro scelte strategiche degli ultimi decenni.
Un'immigrazione scriteriata e senza controllo, sia nei numeri sia nei meccanismi di inserimento.
L'accoglienza ai terroristi di casa nostra con la Dottrina Mitterand.
Il continuo flirtare col terrorismo, anche a opera di intellettualoidi da salotto con la pettinatura a schiaffo e l'espressione perennemente schifata verso il resto del mondo.
E, ciliegina sulla torta, il sostegno all'opposizione “democratica” siriana – nella quale rientrava la stessa Isis, sia pure con una ragione sociale diversa – brillando per protagonismo anche nello scellerato intervento in Libia.
Dove la loro priorità, se non fosse chiaro, era quella di fregarci il petrolio locale: confermandosi semplicemente un Paese nemico.
Le condoglianze più sentite alle vittime innocenti e ai loro familiari, ci mancherebbe.
Ma condoglianze ancor più sentite per quanti, enormemente più numerosi, hanno visto la propria vita e la propria dignità immolate alla ridicola, isterica e assassina grandeur di Parigi.
Milioni di vittime, sbrigativamente liquidate come una statistica, mentre per qualche centinaio di pasciuti occidentali si pretende di fermare il mondo: questo non è razzismo?
Alla Francia come Paese nessuna solidarietà, tantomeno europea.
Ha avuto semplicemente quello che si è costruita giorno dopo giorno.
E, per quanto mi riguarda, anche quello che si merita

Offline Er Matador

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #46 : Domenica 15 Novembre 2015, 08:37:34 »
La prima misura di ordine pubblico consiste, quindi, nell'equiparazione dell'associazionismo islamico al terrorismo e alla liquidazione d'autorità delle sue espressioni.
Errata corrige:

La prima misura di ordine pubblico consiste, quindi, nell'equiparazione dell'associazionismo islamico al terrorismo e nella liquidazione d'autorità delle sue espressioni.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #47 : Domenica 15 Novembre 2015, 08:59:06 »
io non metteri al centro di tutto il discorso integrazione, ed infatti non sono d'accordo con Chemist quando dice che in UK succede come in Francia, visto che in 10 anni non e' successo quello che in Francia e' successo solo nell'ultimo.
Tranne il piccolo particolare dei 56 morti in metropolitana e le recenti promesse di reiterare l'impresa. E non mi sembra che questi signori minaccino a vuoto.
 Esiste dunque una strategia giusta per integrare i musulmani ed evitare la radicalizzazione?
Si, quella di Isabella di Castiglia, l'unico esempio in TUTTA la storia dell'umanità.

Cerchiamo di fare un minimo di chiarezza.
L' integrazione c'entra eccome, dato che uno dei tre identificati è un parigino nato nella banlieue di Courcouronnes non so se di seconda o di terza generazione. Esattamente come gli attentatori di Charlie Hebdo. Poi vedremo quando verranno identificati gli altri.
Da notare che in Europa, il paese che fornisce più combattenti islamici all' ISIS è la Francia (1.200) seguita dalla Gran Bretagna e Germania con circa 600 Foreign Fighters ciascuno. Se ci aggiungiamo poi che, rispetto alla popolazione residente, il paese con il maggior numero di jihadisti attivi è il Belgio: 440 islamisti (40 per milione di abitanti), seguono Danimarca e Svezia, otteniamo che si tratta proprio dei paesi con le politiche d’immigrazione e d’integrazione più aperte.
Ah, beh, certo, l'occidente bombarda i musulmani e quindi stanno incazzati per quello... Ah, beh, certo, vivono in ghetti orribili ed a vivere lì ci si incazza abbestia... Ah, beh, certo, e blablablà...
Ok, ma a prescindere dal fatto che il terrorismo islamico esisteva anche PRIMA di Desert Storm, vorrei far notare una cosa: quei due ragazzotti nati nelle Banlieues o in qualsiasi altra enclave islamica di un qualsiasi altro paese europeo NON sono MAI stati bombardati da nessuno.
Anzi, per la precisione sono stati accolti in Europa, o meglio sono stati accolti i loro genitori, e poi sono cresciuti sotto la cappa di quei diritti che dicono di combattere. Quindi di quali diavolo di bombardamenti vaneggia uno che è cresciuto a furia di sussidi e case popolari offerte dallo stato?
Sono diventati forse "europei" dopo essere nati in Europa? Hanno integrato il loro essere musulmani con la liberté, la legalité e la fraternité che non esiste nei paesi dai quali i loro genitori sono scappati? NO, cazzo! NO!
Embè, sai che vi dico cari fautori dell'accoglienza? Che se c’e’ qualcuno che non ha diritto di lamentarsi di come li tratta l’occidente sono proprio quelli che vivono nelle banlieues di Parigi o nei ghetti di Rosengard o di Molenbeek e via dicendo.
Oh, certo, sono dei posti tremendi: sarebbero forse migliori se la popolazione locale CI LASCIASSE ENTRARE LA POLIZIA, per dire.
E sarebbero forse migliori se la popolazione locale non avesse devastato l’arredo urbano.
Certo, le foto di quei posti mostrano panorami di degrado: ma sono andati i Marines o la Legione Straniera, a rompere tutto? E’ stato il sindaco di Parigi, quello di Malmo o quello di Bruxelles a sporcare i muri? E’ stato il governo a sfasciare uno ad uno i lampioni ? E’ stata la polizia a ridurre in macerie i parchi?
Sono arrivati in Europa classificandosi come “richiedenti asilo”, ovvero presunti perseguitati politici. Sono stati sistemati in case che hanno avuto a prezzi irrisori, pagate coi soldi degli europei. Hanno avuto la possibilità di un’istruzione universale e gratuita.  Di una sanità universale e gratuita.
Hanno devastato i quartieri costruiti per loro, (eggià, qualcuno dovrebbe accorgersi che quei quartieri sono stati costruiti per loro!) non tollerano che ci entri la polizia, e poi si lamentano che “li fanno vivere nel degrado”.  Cioè: li fanno vivere nel vandalismo e della sporcizia che essi stessi producono. Curioso, eh?
Embè, sapete che vi dico? Che per affermare che questa gente, questi francesi nati in Francia, questi belgi nati in Belgio, questi europei nati in Europa non si siano integrati per colpa nostra, e che proprio per questo siano in credito con l’occidente, e che proprio in questo vanno ricercati i motivi del disagio che li spinge in braccio al terrorismo bisogna avere la faccia uguale al culo.  Anzi, peggio: uguale a quella di qualche opinionista che sto ascoltando in tv in questo momento.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #48 : Domenica 15 Novembre 2015, 12:00:41 »
i fatti a cui ti riferisci, fru, sono appunto vecchi d idieci anni, e le minacce fanno il paio con il nome piu' comune in UK. una semplificazione qualunquista a cui non voglio oltremodo dare altro spago.

altrimenti sarebbe da domandarci anche della spagna, dove e' avvenuto l'attentato piu' sanguinoso in europa prima di Parigi, e meno di dieci anni fa, quando lo stesso paese era insieme agli UK, il principale alleato europeo per l'attacco in Iraq.

oppure anche piu' semplicemente del fatto come in occidente progressista, culturale e democratico, ci sia spippettati all'elezione di un presidente sulla promesa di chiudere un lager e terminare ogni ingerenza militare in paesi altrui, gli e' stato dato un premio nobel alla pace e lo si e' lasciato, non solo sovvenzionare e creare il nuovo mostro ISI, ma anche far partire altre ingerenze militari in paesi altrui.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #49 : Domenica 15 Novembre 2015, 12:27:53 »
Vogliamo ricordare chi sono i Progressisti Democratici che si spippettavavano sull'elezione di quel presidente e che col ditino alzato scimmiottavano il suo yes we can o anche questa è una semplificazione qualunquista a cui non va dato spago?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #50 : Domenica 15 Novembre 2015, 16:48:17 »
la semplificazione qualunquista e' che tu tali distinguo che fai su chi si spippettava col ditino alzato e chi no da sta parte della barricata a riguardo l'elezione di chi sarebbe tranquillamente considerato un guerrafondaio non fosse 'uno di noi', verso chi sta dall'altra parte, in simili situazioni, non li fai.

e come te molti altri, sia chiaro. me sa che ormai i casi unici e quasi rari sono quelli che la pensano diversamente dal 'tutta'n'erba'fascio'.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #51 : Domenica 15 Novembre 2015, 17:42:24 »
la semplificazione qualunquista e' che tu tali distinguo che fai su chi si spippettava col ditino alzato e chi no da sta parte della barricata a riguardo l'elezione di chi sarebbe tranquillamente considerato un guerrafondaio non fosse 'uno di noi', verso chi sta dall'altra parte, in simili situazioni, non li fai.
Ho letto la frase più volte ma, onestamente, non ho capito quello che non faccio.
Se, vado ad intuito, secondo te non considero guerrafondaio qualcuno solo perché è occidentale stai sbagliando persona.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #52 : Domenica 15 Novembre 2015, 17:44:50 »
la semplificazione qualunquista e' che tu tali distinguo che fai su chi si spippettava col ditino alzato e chi no da sta parte della barricata a riguardo l'elezione di chi sarebbe tranquillamente considerato un guerrafondaio non fosse 'uno di noi', verso chi sta dall'altra parte, in simili situazioni, non li fai.

e come te molti altri, sia chiaro. me sa che ormai i casi unici e quasi rari sono quelli che la pensano diversamente dal 'tutta'n'erba'fascio'.

non c'e' cieco peggiore di chi non vuol vedere

Offline Frusta

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #53 : Domenica 15 Novembre 2015, 18:30:13 »
non c'e' cieco peggiore di chi non vuol vedere
 ;) si è non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
A cosa ti riferisci esattamente? Chi sono questi dall'altra parte verso cui non faccio questi distinguo?
Onestamente non ti seguo, fammi qualche esempio in merito almeno.
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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #54 : Domenica 15 Novembre 2015, 18:34:13 »
se tu non ricordi precedenti discussioni, io non ti posso fare certo il riassunto.

Pomata

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #55 : Domenica 15 Novembre 2015, 18:43:25 »
Al margine di scazzi personali, risalta l'ipocrisia del mondo occidentale.

Per il resto, seguendo il discorso dei presenti nel topic, mi sento di dare ragione a tutti.

Occidente ha deciso, vanno sterminati, prepariamoci ad attentati a go-go per i cazzi loro.

Offline chemist

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Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #56 : Lunedì 16 Novembre 2015, 01:25:59 »
Interessante analisi di Matador, che pero' spero sia un'estrema visione della realta'.
Penso che l'America non voglia il terrorismo, ma che lo provochi involontariamente cercando di 'difendere' i suoi interessi in una maniera goffa e da far west di cui non prevede mai le conseguenze.
Del tipo: gli armamenti della CIA ai mujaedin afgani che poi sarebbero diventati i talebani, erano in chiave antirussa. L'Unione Sovietica probabilmente avrebbe voluto arrivare all'oceano indiano nelle sue intenzioni originarie, cosa che gli USA non potevano permettere.
Per quanto riguarda l'Iraq e la Libia, la ragione dell'intervento e' semplicemente basata sul fatto che sono due paesi che navigano sul loro petrolio. L'America non poteva permettersi due paesi ostili con questo potere. Ovviamente la cura ha fatto molto peggio e creato un mostro di cui adesso si pente amaramente.
La prova di cio' sono le recenti frenetiche consultazioni di Obama con Putin (ultime quelle di ieri ad Antalya) cercando disperatamente di trovare un punto in comune su come fermare il suddetto mostro. Ovviamente anche la debole opposizione degli USA ai bombardamenti russi sulle posizioni degli antagonisti non-isis di Assad prova il disperato tentativo di far salire Putin sul carro della coalizione, il quale va dritto per la sua strada avendo un poker d'assi in mano.
@CP
Il problema dell'integrazione e' fondamentale, perche' sono i musulmani non integrati e radicalizzati dalle moschee di cui sopra, la manovalanza degli attentati. E purtroppo ti dico che il fatto che ancora non sia successo nulla di serio dopo il 2005 in UK forse e' una questione di 007  - come l'intelligence francese si  sia lasciata scappare una cosa del genere lo dovra' spiegare prima o poi - cosi' come l'episodio in germania dell'arresto del montenegrino un mese fa che portava un arsenale di AK47 in macchina e che nessuno ha riportato all'antiterrorismo - poiche' come dice Frusta, il maggior contributore di combattenti partiti per la Siria dopo la Francia e' proprio il Regno Unito con 600 persone. E forse questa e' anche la ragione per cui l'italia ancora non ha subito attentati visto l'esiguo numero di radicalizzati partiti per la Siria.
@Frusta.
Se tu gli dai le case ma poi questi rimangono disoccupati, e' un cavolo e tutt'uno.  E purtroppo e' la disoccupazione che spesso porta alle moschee.

MrMoto

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #57 : Lunedì 16 Novembre 2015, 04:45:23 »
Ciao. State bene così. In your little world, with your self importance. Listening to the sound of your own voices. So' soddisfazioni.

CP 4.0

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #58 : Lunedì 16 Novembre 2015, 07:30:17 »
...
@CP
Il problema dell'integrazione e' fondamentale, perche' sono i musulmani non integrati e radicalizzati dalle moschee di cui sopra, la manovalanza degli attentati. E purtroppo ti dico che il fatto che ancora non sia successo nulla di serio dopo il 2005 in UK forse e' una questione di 007  - come l'intelligence francese si  sia lasciata scappare una cosa del genere lo dovra' spiegare prima o poi - cosi' come l'episodio in germania dell'arresto del montenegrino un mese fa che portava un arsenale di AK47 in macchina e che nessuno ha riportato all'antiterrorismo - poiche' come dice Frusta, il maggior contributore di combattenti partiti per la Siria dopo la Francia e' proprio il Regno Unito con 600 persone. E forse questa e' anche la ragione per cui l'italia ancora non ha subito attentati visto l'esiguo numero di radicalizzati partiti per la Siria.
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senza argomenti per convincere chi non e' integrato, non sarebbe possibile 'creare' manovalanza radicale.

oltre a tanti discorsi che al momento non rientrano nella discussione, tra salute mentale e psicologica ed altro (il francese coinvolto nell'attentato era ben noto alla polizia perche' comunque un criminale, ad esempio), quando un mussulmano decide di perseguire una certa strada, lo fa sulla base delle stesse cose che sappiamo noi.

gli effetti collaterali dei tanti innocenti che rimangono uccisi in bombardamenti o altro, gli interessi verso un paese od un altro perche' navigano sul petrolio o meno, l'armare certe fazioni perche' combattano un certo nemico per poi tasformarli in terroristi quando non 'servono' piu' o vanno fuori controllo, ecc.ecc.

non vengono a sapere di alieni o esperimenti su Marte, o chissa' altro che non sia quello che appunto e' comune informazione.

e non fanno altro che elaborare questi fatti in maniera diversa, ne piu' ne meno come fa ogni essere umano, altrimenti non ci sarebbero forum di discussioni, basterebbe solo scambiarci i 'fatti' e raggiungeremmo tutti la stessa conclusione.

ma mentre noi parliamo di ricconi sfruttatori, di America, di politici del magnamagna, loro parlano di un occidente che non ha problemi a dare premi di pace ad un guerrafondaio, eletto sulle ali del chiudemo guantanamo e non facciamo piu' guerre, salvo poi girarsi dall'altra parte quando si tratta di paesi che galleggiano sul petrolio.

cio' non toglie che l'integrazione sia un problema, ma non e' a mio avviso, la causa principale, a meno che di voler credere di risolvere il problema facendo 'elaborare' tali informazioni nella stessa nostra maniera.

ma quello sarebbe un lavaggio del cervello che spero nessuno pensi.

tanto piu' che nel tuo primo post mettevi in evidenza come Francia e UK abbiamo un approccio completamente opposto sull'argomento. ed e' cosi.

eppure la differenza la farebbe solo la capacita', o l'inettitudine, degli 007, non la differente integrazione.

o comunque non sembra esserci differenza nel numero di persone 'radicalizzate' e che si recano in Siria.

mentre in Italia, sarebbero tutti belli integrati.

borgorosso

Re:"Coalizione" vs Isis
« Risposta #59 : Lunedì 16 Novembre 2015, 08:17:35 »
Può anche darsi che la "solita" interpretazione di matrice marxista sia corretta. Ma forse la realtà in questo caso è più complessa del solito povertà-radicalizzazione. Tant'è che, al contrario delle masse comuniste del 900, nessun estremista pretende un mondo più giusto in senso economico, vuole solo un mondo... Islamico. È quello che accade nel Daesh lo sappiamo bene: crocifissioni, morti per strada, razzismo verso le minoranze, schiavitù per yazidi e sciiti...
L'obiettivo ultimo è il nuovo califfato, non la redistribuzione delle ricchezze mondiali. Non vogliono toglierci denaro e potere. Ci vogliono morti.


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