Autore Topic: Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma  (Letto 9474 volte)

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Bill Kelso



Leggo su La Repubblica di oggi, 17 Agosto, a firma di Matteo Pinci, un articolo molto interessante, non so quanto veritiero.

Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
l piano Rothschild per un rilancio stile Liverpool e Bayern. Centro residenziale vicino al nuovo impianto da 60mila posti. L´interesse del fondo Clessidra



Rothschild pronta a presentare il dossier Roma. A venti giorni dalla firma di Unicredit e Italpetroli su un accordo che, di fatto, pone ufficialmente il club giallorosso sul mercato, la banca d´affari, nominata advisor per la vendita della squadra, è pronta a presentare l´information memorandum per illustrare a eventuali acquirenti la situazione economica del club giallorosso. E proporre un piano aziendale per il rilancio del club a breve, medio e lungo termine.

Nel 2000/01 - stagione dell´ultimo scudetto - il fatturato annuale della Roma (123 milioni) era superiore a quello del Barcellona (110): dal 2003 ad oggi, però, il giro d´affari del club catalano si è impennato fino a 365.9 milioni, 2 volte e mezzo quello dei giallorossi (146,4). L´obiettivo a medio termine nella pianificazione studiata da Rothschild è portare in 5 anni il brand Roma a cifre simili a quelle del Liverpool (217 milioni), promuovendo attività di merchandising e di promozione del marchio sui mercati internazionali, dagli Usa alla Cina, e proponendo un autofinanziamento in stile Bayern con la partecipazione dei tifosi al capitale sociale, sul modello di Real e Barça. Non solo, però: perché dei 146 milioni di entrate romaniste nel 2009 appena 19 (il 13% del totale) provenivano dall´attività dell´Olimpico.

Per questo Rothschild ha realizzato con Sports Investment Group, società specializzata nello sviluppo di impiantistica sportiva, un piano per dotare il club di uno stadio proprio. L´idea: impianto da 50-60 mila posti con adiacente centro residenziale, costruito in un´area messa a disposizione dal comune (scartata la Massimina del progetto-Sensi). Un´area ben collegata per i trasporti su ferro e gomma. I costi? Circa 200-250 milioni che potranno arrivare da vari finanziatori: nuovi proprietari del club affiancati da costruttori interessati al business, ma anche una banca e un fondo di azionariato popolare, a cui offrire posti allo stadio e pacchetti tv.

Un piano allettante, quello di Rothschild. Che, in queste ore, registra la prima "dichiarazione d´interesse" ufficiale per l´acquisto della Roma, firmata dal fondo di risparmio Clessidra, per bocca del consigliere e fondatore Alessandro Grimaldi. Allo studio una joint venture "a tre" che comprenda la partecipazione di Angelini e Unicredit. L´interesse di Clessidra (emerso già a novembre) si somma alle voci di un´offerta da 130 milioni da parte del magnate egiziano di Wind, Sawiris, e ai contatti di Rothschild con il fondo Aabar di Abu Dhabi e con l´imprenditore romano Angelucci.



Insomma, che ne pensate?
Credete sia vero tutto ciò?
Quanto scritto dal giornalista è attinente alla realtà.



Offline Andre

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #1 : Martedì 17 Agosto 2010, 09:27:19 »
se gli fanno fare il centro residenziale e lo negano a noi, c'è da far guerra contro il comune, ma quella vera
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

zorba

Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #2 : Martedì 17 Agosto 2010, 09:59:06 »
Al di là della fattibilità o meno del centro residenziale, a mio parere sarebbe l'espansione del 'brand Roma' sui mercati internazionali che potrebbe provocare per noi tifosi biancocelesti scenari 'apocalittici' (la commistione tra nome della Capitale e quello della squadra è stato, è attualmente e sarà ancora in futuro, purtroppo, un fattore determinante a loro vantaggio).  :( :( :( :(

Offline Andre

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #3 : Martedì 17 Agosto 2010, 10:10:48 »
questa è stata una scelta che fu fatta nel 1900 e non possiamo più farci nulla ... è il dazio da pagare ...
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

CiPpi

Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #4 : Martedì 17 Agosto 2010, 12:00:39 »
... un piano per dotare il club di uno stadio proprio. L´idea: impianto da 50-60 mila posti con adiacente centro residenziale, costruito in un´area messa a disposizione dal comune (scartata la Massimina del progetto-Sensi). Un´area ben collegata per i trasporti su ferro e gomma. ...

manca solo la classica fettina di culo vicino all'osso e poi il progetto puo' partire.

Offline chemist

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #5 : Martedì 17 Agosto 2010, 13:25:37 »
Al di là della fattibilità o meno del centro residenziale, a mio parere sarebbe l'espansione del 'brand Roma' sui mercati internazionali che potrebbe provocare per noi tifosi biancocelesti scenari 'apocalittici' (la commistione tra nome della Capitale e quello della squadra è stato, è attualmente e sarà ancora in futuro, purtroppo, un fattore determinante a loro vantaggio).  :( :( :( :(

quoto.

Se penso alle occasioni mancate negli anni vincenti della Lazio con una politica di merchandising quanto meno fallimentare se non nulla, mi viene da piangere. Ancora adesso si fa una fatica pazzesca a capire quello che si potrebbe ricavare diventando un brand mondiale. La cosa che ci manca cmq ora sono i risultati. Speriamo di risalire presto la china

Offline syrinx

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #6 : Martedì 17 Agosto 2010, 17:34:56 »
Qui stiamo parlando di un piano di rilancio stilato da dei consulenti.

Tra il dire e il fare.....

POMATA

Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #7 : Mercoledì 18 Agosto 2010, 11:32:10 »
questa è stata una scelta che fu fatta nel 1900 e non possiamo più farci nulla ... è il dazio da pagare ...

Nessun dazio, orgogliosi di chiamarci SS LAZIO 1900!!!

Offline Andre

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #8 : Mercoledì 18 Agosto 2010, 16:56:54 »
ci mancherebbe, mica me l'ha ordinato il dottore di tifare Lazio  :)

resta il fatto che l'associazione roma città rioma squadra di fatto avviene perchè non abbiamo occupato noi quella casella, tutto qui
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Offline giamma

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #9 : Mercoledì 18 Agosto 2010, 19:25:31 »
No, il dazio da pagare c'è eccome !
Non prendemmo il nome della città perché nel mondo nessuno osava darsi il nome della propria capitale, solo il fascismo poteva avere questo ardire, lo fece e oggi i giallozozzi godono di questo indubbio vantaggio.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Offline WBB

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #10 : Lunedì 23 Agosto 2010, 19:03:01 »
L´idea: impianto da 50-60 mila posti con adiacente centro residenziale, costruito in un´area messa a disposizione dal comune
che cosa?
che coooooooooosaaaaaaaaaaa??????
spero sia una battuta, o disinformazione
al massimo il comune può dire che quell'area andrebbe bene, altrimenti se vogliono fare questi regali li DEVONO fare pure a noi, stessi ettari e stesse caratteristiche
ma non sarà così...
trigoria delenda est

zorba

Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #11 : Martedì 7 Settembre 2010, 11:58:20 »
(Corsport.it)

Profumo: Tempi non lunghi per la vendita della Roma

L'amministratore delegato di Unicredit, parlando con la stampa estera, non fissa date ma rivela: «Rothschild ha iniziato a raccogliere le manifestazioni di interesse». E il titolo del club giallorosso torna a volare in Borsa

MILANO, 6 settembre - L'As Roma torna a volare in Borsa col mercato che scommette su una stretta per la vendita del club giallorosso ancora prima delle parole dell'a.d. di Unicredit, che afferma alla stampa estera di sperare di chiudere «in tempi non lunghi» per l'operazione. Da subito a mettere le ali al titolo (+5,85% a 0,99 euro tra scambi dieci volte superiori alla media dell'ultimo mese), che nella seduta è tornato anche sopra la soglia psicologica di 1 euro, è soprattutto l'atteso incontro di venerdì prossimo tra UniCredit e Rothschild, l'advisor incaricato di trovare il nuovo padrone della squadra di Trigoria.

PROFUMO - L'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, parlando con la stampa estera, pur non fissando date, sembra avvalorare la tesi. «Rothschild ha iniziato a raccogliere le manifestazioni di interesse - spiega il banchiere - dopo di che speriamo in tempi non lunghi». Il meeting di venerdì, al quale dovrebbero partecipare Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso per l'istituto di Piazza Cordusio e Alessandro Daffina per la banca d'affari, servirà come aggiornamento sullo stato d'arte del piano di vendita e per individuare una short-list tra i potenziali acquirenti. Il tutto in modo da poter avviare degli incontri one-to-one con gli interessati a partire dalla prossima settimana in modo da permettere l'accesso alla data room dell'As Roma.

CLESSIDRA - In ambienti vicini all'operazione si dice che le manifestazioni d'interesse siano state diverse. E tra queste si registrerebbero quelle del fondo Clessidra, al fianco dell'imprenditore farmaceutico Francesco Angelini, del fondo di Abu Dhabi Aabar (già azionista di UniCredit) mentre nelle ultime ore prende sempre più quota la candidatura della famiglia Angelucci. In corsa sarebbero anche il magnate egiziano Naguib Sawiris proprietario di Wind e di altri investitori esteri che sarebbero entrati in contatto con la sede londinese di Rothschild.

INVESTITORI - E così sull'aspettativa che la situazione si possa sbloccare a breve gli investitori sono tornati a comprare a mani basse i titoli As Roma. Le azioni sono volate al rialzo sin dalle prime battute, riportando peraltro le quotazioni su livelli che non si vedevano dallo scorso aprile. Intanto, per quanto riguarda il perfezionamento dell'accordo siglato lo scorso agosto tra UniCredit e la Italpetroli per l'azzeramento del debito della famiglia Sensi (circa 400 milioni), gli avvocati delle parti torneranno ad incontrarsi la prossima settimana per mettere a punto gli ultimi dettagli, tra cui la nascita di Newco Roma, la società in cui confluirà il 67% dell'As Roma finora di proprietà dei Sensi. In particolare, i legali sono in attesa - entro la fine del mese - del via libera della Consob all'esenzione dall'Opa obbligatoria sul capitale della squadra. Va ricordato che il tutto deve essere pronto entro l'11 di ottobre, giorno in cui è convocata l'udienza finale davanti al collegio arbitrale presieduto da Cesare Ruperto. In quell'occasione verrà emessa la sentenza che porrà la parola fine al contenzioso sorto più di un anno fa tra UniCredit e Italpetroli.

Offline Whistle

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #12 : Martedì 7 Settembre 2010, 12:06:15 »
A questi gli salvano il culo e anche alla grande... e forse tutto ció é dovuto anche al nome che hanno usurpato al momento della grande ammucchiata.

:asrm:

Offline Fulcanelli

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #13 : Martedì 7 Settembre 2010, 12:36:08 »
Sottolinea, perché non vorrei la cosa passasse inosservata.
La CONSOB non solo esenterà l'attuale Newcom dall'obbligo di Opa, ma esenterà anche il nuovo acquirente, mettendolo così al riparo da ulteriori esborsi e dalla possibilità di controscalate, ossia parandogli il culo.
Lotito (quando è giusto, è giusto) per non esporsi all'OPA ha dovuto fare il marchingegno con lo zio, alla fine pagando dazio.


Offline masti càzzi

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #14 : Martedì 7 Settembre 2010, 14:47:39 »
che poi, uno che se chiama profumo che cazzo c'entra con la roma -che e' merda-?

Offline AlonZo

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #15 : Martedì 7 Settembre 2010, 18:48:56 »
Sottolinea, perché non vorrei la cosa passasse inosservata.
La CONSOB non solo esenterà l'attuale Newcom dall'obbligo di Opa, ma esenterà anche il nuovo acquirente, mettendolo così al riparo da ulteriori esborsi e dalla possibilità di controscalate, ossia parandogli il culo.
Lotito (quando è giusto, è giusto) per non esporsi all'OPA ha dovuto fare il marchingegno con lo zio, alla fine pagando dazio.

impossibile.

La consob, se lo fara - e penso di si, esenterà solo unicredit dal lanciare l'opa sulla roma. Esenzione fra l'altro che avrà carattere temporaneo.

Vorrei capire cosa ti porta ad esprimerti in maniera così sicura - e sbagliata - su un tema così tecnico e delicato.

jumpingjackflash

Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #16 : Martedì 7 Settembre 2010, 18:54:05 »
che poi, uno che se chiama profumo che cazzo c'entra con la roma -che e' merda-?
è un tentativo anche se chiunque sa benissimo che profumare la merda è inutile, puzzerà solo di più

Offline giamma

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Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #17 : Martedì 7 Settembre 2010, 19:46:59 »
che poi, uno che se chiama profumo che cazzo c'entra con la roma -che e' merda-?
Profumo de merda.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

zorba

Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #18 : Mercoledì 8 Settembre 2010, 07:47:47 »
Della serie: il metodo Profumo.

(Il Fatto Quotidiano 08.09.2010)


SELF SERVICE UNICREDIT

Profumo soccorre con decine di milioni l’azienda dell’azionista Biasi (Cariverona)

(di Vittorio Malagutti)

Parlano arabo i problemi di Unicredit? Non solo. Anche veneto. A Verona il numero uno Alessandro Profumo deve vedersela con gli azionisti-debitori. Il sindaco della città scaligera Flavio Tosi ha già chiamato a raccolta i banchieri e i bancari padani. I libici in Unicredit? “Intervenga il governo, intervenga la Consob”, strepita da giorni il focoso primo cittadino. La Fondazione Cariverona, con il suo cinque per cento (quasi) del capitale, pesa eccome negli equilibri della banca guidata da Alessandro Profumo. E Tosi, che proprio in questi giorni designerà i quattro rappresentanti del comune da inviare nel consiglio della fondazione, non perde occasione per sparare a palle incatenate contro quegli arabi che con una miniscalata in Borsa sono da poco arrivati al 7 per cento di Unicredit. 

Messo in mezzo, Profumo si difende. Spiega che Gheddafi non lo ha certo invitato lui. La parola, oggi, va al comitato governance dell’istituto, dove siedono i rappresentanti delle fondazioni azioniste, oltre a Verona anche Torino, Bologna e Treviso. Ma lo scontro sulla presenza libica rischia seriamente di diventare un tormentone che assillerà per settimane il numero uno di Unicredit. Come ha dimostrato più volte in passato Tosi è pronto a usare la clava con l’obiettivo dichiarato di tutelare gli interessi del territorio di fronte a un colosso come Unicredit. Un colosso che troppo spesso, sostengono i leghisti, si rivela attento più che altro alle logiche della grande finanza.

Non tutti i clienti sono uguali

TRADOTTO in breve: le aziende annaspano e Profumo guarda altrove. Vero? Può darsi, a volte. Ma ci sono clienti e clienti. Prendiamo un’azienda ben conosciuta da Tosi come la Biasi di Verona che da un paio di generazioni produce caldaie e radiatori. Biasi è un nome che conta. Cattolico di sponda Opus Dei (anche se lui ha sempre smentito l’affiliazione), Paolo Biasi ha 72 anni, da almeno 20 siede con vari incarichi ai vertici della Fondazione Cariverona: attualmente è presidente, ed è quindi un socio di peso di Unicredit. Sempre più spesso negli ultimi tempi proprio Biasi, soprannominato “la sfinge” per l’aplomb e la capacità manovriera da vecchio democristiano, si è messo di traverso ai progetti di Profumo, condizionando scelte e strategie. Normale, per un socio di peso. Se non fosse che lo stesso Biasi, assieme alla famiglia, è anche l’azionista di controllo della Biasi Spa. E quest’ultima va male, talmente male che a fine giugno è stata messa in liquidazione con la prospettiva di salvare il salvabile trasferendo alcune attività in una società creata ad hoc (in gergo newco). Il disco verde a questo piano di liquidazione in bonis è arrivato nei mesi scorsi dalle banche creditrici. E chi troviamo in prima fila tra gli istituti più esposti verso la Biasi di Verona? Ma sì, proprio l’Unicredit dove Biasi, tolto il cappello da imprenditore e indossato quello da manager bancario, si muove da tempo quasi come se fosse in casa propria. Va segnalato che Unicredit ha dimostrato più volte in passato grande fiducia nelle possibilità dell’azienda veronese. Nel 2008 per esempio, la Biasi Spa non era riuscita a rispettare i parametri di bilancio (covenant) fissati a garanzia di un finanziamento di 20 milioni di euro concesso dall’istituto di Profumo. In casi come questi succede che la banca chieda il rimborso anticipato del fido, come espressamente previsto nel contratto. Insomma, per l’azienda di solito sono guai grossi.

La fiducia nel socio forte

LA BIASI SPA se l’è cavata diversamente. Rientro? Macché. Unicredit ha concesso un nuovo prestito di 21 milioni che serviva a sostenere un primo piano di salvataggio. È finita male, perché la recessione ha continuato a picchiare duro e la scialuppa di salvataggio lanciata dai creditori è affondata nel giro di qualche mese. Del resto il conto economico lasciava poco spazio ai sogni di   rilancio. La Biasi spa ha perso 14 milioni nel 2007, 19 milioni nel 2008 e, infine, 25 milioni l’anno scorso con un fatturato precipitato sotto quota 100 milioni dai 156 milioni del 2007. I debiti con le banche hanno invece raggiunto i 100 milioni. C’è poco da fare, allora. Biasi ha alzato bandiera bianca, ma per modo di dire. Con l’approvazione delle banche, tra cui, oltre a Unicredit anche Intesa e Bnl, è stato congegnato nuovo un piano di salvataggio. In pratica il patrimonio immobiliare del gruppo, stimato circa 60 milioni verrà messo in vendita per pagare una parte dei debiti. Particolare importante: mentre la sua azienda di famiglia andava a fondo, Biasi è sceso in campo più volte prendendo posizioni critiche nei confronti di Profumo. Il culmine è stato raggiunto a febbraio del 2009 quando la Fondazione Cariverona all’ultimo momento si sfilò dalla prevista sottoscrizione della sua quota di bond Unicredit collocati per rafforzare il patrimonio dell’istituto. Proprio in quei mesi si stava discutendo il primo progetto per evitare il crac dell’azienda veronese in grave difficoltà. Di salvataggio in salvataggio siamo arrivati all’estate scorsa. La liquidazione della Biasi è stata affidata a Eugenio Caponi, un professionista gradito a Biasi ed evidentemente anche alle banche. Sarà un caso (o forse no) ma Caponi siede – anche lui – al vertice della Fondazione Cariverona: con i gradi di vicepresidente vicario sta proprio un gradino sotto il gran capo Biasi. Tutto all’ombra della Fondazione, quindi. E di Unicredit.

zorba

Re:Stadio, villette e azionisti tifosi, il dossier per vendere la Roma
« Risposta #19 : Mercoledì 8 Settembre 2010, 08:10:40 »
(Il Fatto Quotidiano 08.09.2010)

CALCIO IN BORSA

Roma, un boom con pochi spiccioli

(di V. Mal.)

La Roma vola in Borsa, titolano i bollettini di Piazza Affari. E i titoli della squadra giallorossa, sull’onda delle indiscrezioni su nuovi padroni in arrivo, hanno chiuso anche ieri, giornata poco brillante per il listino, con un rialzo di mezzo punto dopo l’impennata del 5,8 per cento di lunedì. In meno di tre mesi le azioni della “Magica” hanno guadagnato il 25 per cento. Un rialzo col botto. Se non fosse che per mandare alle stelle la quotazione sono bastati scambi per un controvalore di quattro milioni di euro nelle ultime due sedute. Davvero poca cosa, se confrontata ai volumi scambiati ogni giorno in Borsa: 1,3 miliardi di euro soltanto ieri. Significa che tre o quattro operatori coordinati tra loro sarebbero in grado di muovere il titolo Roma senza troppo sforzo. E le ultime due sedute sono state eccezionali. In media le azioni della squadra di Totti attirano meno di 300 mila euro al giorno di scambi. Sempre meglio della Lazio, comunque: lì siamo sui 10 mila euro a seduta.