Autore Topic: Vulpis: "Indice di liquidità come una boa, ecco perché la Lazio è bloccata"  (Letto 405 volte)

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di Elena Bravetti

"Indice di liquidità? Non so che ca**o sia!". Così si esprimeva Maurizio Sarri nell'immediato post-gara di Inter - Lazio. Dichiarazioni particolarmente spontanee, ma che trovano l'accordo di tanti tifosi della Lazio. Perché se la sua importanza sia evidente tanto da bloccare il calciomercato in entrata, la sua funzione, lo scopo per cui è stato introdotto e il modo tramite cui "sbloccarlo" non sono concetti chiari. La confusione regna sovrana sui social. E proprio in virtù di questo, abbiamo cercato di rendere più comprensibile tutto ciò che ruota attorno all'indice di liquidità dando voce a Marcel Vulpis, giornalista specializzato in economica e polica dello sport. Intervenuto ai nostri microfoni, ha spiegato: "All'interno delle NOIF (Norme Organizzative Interne Federali) c'è l'indicatore di liquidità. Serve a identificare un gap finanziario da parte di un club. Questo viene determinato tramite il rapporto tra quelle che sono le attività correnti di una società di calcio e le passività, quindi intrioiti e debiti. L'indicatore di liquidità può essere, di anno in anno, da parte della stessa Figc irrigidito o ammorbidito. Per la stagione corrente è stato portato a 0,6 mentre nelle precedenti era 0,7/0,8. Chiaramente, la Figc non poteva non valutare quella che era la situazione pandemica. Non puoi irrigidire determinati indicatori in una situazione d'emergenza sanitaria che è sotto gli occhi di tutti. Oggi è un po' più semplice per i club poter raggiungere quell'equilibrio che richiede la Federazione". 



IL RUOLO DELLA COVISOC - Vero "arbitro" della situazione, e dunque l'organo chiamato a verificare il rispetto di questo parametro, la COVISOC (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche). Vulpis prosegue il discorso, focalizzandosi proprio sul suo operato: "La COVISOC, deputata a fare i controlli sulle società di calcio, due volte l'anno (il 31 di marzo e il 30 di settembre) fa delle verifiche. Gli ispettori prendono le carte per comprendere se i club hanno la possibilità di procedere nelle proprie attività. Il concetto base nella buona gestione del club è quello di avere risorse proprie finanziarie per garantire quella che si chiama la continuità aziendale. Vuol dire che hai i soldi per pagare, ad esempio, gli stipendi dei calciatori o gli obblighi presi nei confronti dei fornitori. Queste sono le passività, poi ci sono gli introiti che sono date, ad esempio, da diritti tv, sponsorizzazioni, merchandising etc. Incrociando questi due mondi, dare e avere, deve uscire un rapporto sano. Se tu hai soldi che stanno per entrare, e quindi ricavi certi, puoi ottemperare agli obblighi presi nei confronti di fornitori e tesserati. La COVISOC deve controllare che questi parametri siano in linea, o che comunque non si discostino troppo, da questo indice. Si tratta di una sorta di boa. Se la vedi e la superi, sai che se non sai nuotare vai giù. Un centimetro prima, invece, tocchi la sabbia con i piedi".



MODALITÀ DI SBLOCCO - Sono diverse le modalità per "rimettere in asse di galleggiamento la barca", e dunque riequilibrare la situazione, evitando di andare incontro, per l'appunto, al blocco del calciomercato in entrata. Il giornalista le ha esaminate: "Ci sono diverse modalità. Ad esempio, ci sono versamenti che riguardano l'aumento di capitale, oppure versamenti che si fanno per copertura perdite. In quest'ultimo caso, a fronte di un rosso troppo elevato, si chiamano i soci dell'azienda e si invitano a fare dei versamenti. Possono anche essere dei prestiti, soldi che poi vengono restituiti. Per le norme del diritto italiano, una società, dopo che ha fatto un rosso, non può restarci. Altrimenti, sorgerebbero altri problemi per gli amministratori soprattutto. Ci sono tutta una serie di attività che i soci, gli azionisti di un'azienda pongono in essere e che hanno l'obiettivo di riequilibrare i conti e tornare a essere vicini alla boa. Se non rispetti quest'indicatore, la COVISOC non ti consente di andare a fare calciomercato, arriva a non ammettere operazioni di acquisizione delle prestazioni dei calciatori nelle due sessioni. Da un punto di vista economico, vai ad aggravare una situazione che già è traballante. La COVISOC è l'arbitro che ti dice 'fai attenzione, questa volta do solo il calcio di punizione, poi ti ammonisco perché non ti faccio fare il mercato. Cerca di non arrivare formalmente al rosso, cerca di essere in grado di iscriverti al campionato". 



"IL DEBITO NON È UGUALE" - La domanda è lecita ed è stata sollevata da più parti all'interno del mondo biancoceleste. Per quale motivo la Lazio, giudicata tra i pochi club di Serie A "sani" e dal bilancio positivo, può acquistare giocatori solamente a fronte di uscite, mentre società fortemente indebitate non sono coinvolte nel discorso relativo all'indice di liquidità? Di seguito la risposta di Vulpis: "Bisogna vedere come sono state analizzate le attività correnti e le passività. Queste ultime, soprattutto, non sono tutte uguali. Se sono passività di breve, medio o lungo periodo. Se sono passività, ad esempio, per la costruzione di uno stadio. Il passivo non è uguale in tutti i club, dipende da come è strutturato. Se ho 30 mila euro da pagare in una rata sola, tra un mese, e in cassa ho 10 mila, è improponibile che io riesca a pagare. Posso invece avere sempre 30 mila euro ma da pagare in dieci anni. L'arco temporale e la dilazione del pagamento è differente. La rata è 500 euro? Io guadagno 3000 euro, sono in grado di sostenerla. Dipende dalla struttura, dalla durata, dall'esposizione con la banca, col fornitore. Il debito non è mai uguale". 



CASO LAZIO - Nell'ultima sessione di calciomercato Lotito ha sbloccato le operazioni d'acquisto immettendo della liquidità. Sono passati pochi mesi e il problema si è posto nuovamente. E nel caso in cui non si riuscisse a far uscire giocatori, bisognerebbe intervenire nuovamente per poter regalare nuovi innesti a mister Sarri. Anche sul caso Lazio s'è espresso Vulpis: "Aumento di liquidità? Lotito ha fatto bene, è una di quelle attività poste in essere dai soci, dal presidente, dall'azionista per rendere più forte, per sostenere maggiormente la propria continuità aziendale nel corso della stagione. A Lotito si può dir tutto, ma fino a oggi ha dimostrato di essere un manager attento. Se lui fa determinate operazioni, è proprio per alleggerire una determinata situazione e far in modo che possa continuare le proprie attività aziendali in modo più sereno".



L'IMMAGINE DELLA SERIE A - L'indicatore di liquidità è una "creatura giovane", è stato inserito solamente sei anni fa, nel 2015. Perché non prima? E perché si è posta la necessità di introdurlo? Ne va dell'immagine della Serie A. Conclude il giornalista: "I club spesso e volentieri volevano prendere top player, giocatori in più senza preoccuparsi di sistemare i conti di coloro che erano già tesserati. È stata data una bussola d'orientamento, una boa da seguire. Se il club fallisce, si ritira dal campionato nelle peggiori delle ipotesi, si falsa il torneo. L'indicatore di liquidità non è stato fatto solo per aiutare il presidente un po' più spendaccione, ma anche per dire 'fai attenzione, se non rispetti determinate norme, crei dei problemi a te stesso e alla comunità calcistica di cui fai parte'. I club, nel momento in cui partecipano a un campionato, devono avere contezza del fatto che devono restare in piedi saldamente e, soprattutto, che le proprie attività non devono creare danno né a se stesse né ai club con cui si confrontano. Se si parte a 20 squadre, si finisce e riparte a 20 squadre. Se ogni anno fallissero dei club, il valore, l'immagine del calcio italiano, ne uscirebbe fortemente ridimensionato. La Figc giustamente tutela l'immagine del movimento, dalla Serie A a scendere. Si cerca di aiutare i club prima che la nave finisca sull'iceberg".

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