Autore Topic: Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.  (Letto 3809 volte)

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Offline Aquila Maremmana

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Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« : Venerdì 31 Ottobre 2014, 18:01:45 »
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/10/31/cucchi-genitori-stato-lha-ucciso-tre-volte-andremo-avanti/307489/

Queste sono le cose che mi fanno vergognare di essere italiano.
Altro che i marò!!!
SCHIFO TOTALE!!!
Noi potevamo essere loro. Non abbiamo voluto.
Loro non avrebbero mai potuto essere noi.

ThomasDoll

Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #1 : Venerdì 31 Ottobre 2014, 21:09:07 »
schifo.

Offline MCM

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #2 : Venerdì 31 Ottobre 2014, 21:30:28 »
E' chiaramente morto di freddo.
Mi taccio :-X

Anzi non mi taccio.
Cucchi è solo l'ennesima vittima dell'arroganza di uno Stato servo e accondiscendente coi delinquenti, i disonesti, i mafiosi e i terroristi, dentro e fuori l' Italia, e lupo contro i deboli e i cittadini onesti.
Quello di Cucchi, così come quello di Aldrovandi, sono casi eclatanti perché abbiamo il morto, ma l'arroganza di questo Anti-Stato Italiota, con la sua vergognosa e vomitevole ingiustizia è rintracciabile in tantissimi episodi durante ogni giornata della nostra vita.

Vagabondi e mezzi delinquenti a cui è concesso di tutto, interi palazzi occupati mentre decine di famiglie italiane aspettano che venga loro assegnato un appartamento, fantomatiche industrie private italiote che hanno ricevuto miliardi dai cittadini e che si permettono di delocalizzare e spostare le sedi sociali all'estero col bene placito dei governi mentre noi poveri stronzi dobbiamo pagare le tasse qui in Italia e se ci permettiamo di non battere uno scontrino ci fanno le multe.
ecc ecc ecc

Offline MCM

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #3 : Venerdì 31 Ottobre 2014, 22:51:55 »
http://www.repubblica.it/cronaca/2013/06/07/foto/cucchi_il_dito_medio_dopo_la_sentenza-60579644/1/?ref=HREA-1#1

La difesa dello Stato, di uno Stato degno di essere chiamato tale, passa anche attraverso l'epurazione (se necessario, violenta) di questi subumani.

Offline BobLovati

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #4 : Sabato 1 Novembre 2014, 00:15:40 »
assurdo
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Er Matador

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #5 : Sabato 1 Novembre 2014, 02:22:49 »
Non sono fra quelli che danno contro alle forze dell'ordine per partito preso: ma devo prendere atto che la situazione sta degenerando, e non da ieri.
Già una ventina d'anni fa, di fronte a uno sgangherato sciopero non ricordo se di Polizia, Carabinieri o chi altro, Enzo Biagi confessò di avvertire "un senso di sfascio".
Aveva visto lunghissimo, intuendo un percorso che sarebbe poi arrivato a un atto di puro stampo mafioso come l'oscena parata sotto casa Aldrovandi.
Da parte di chi la pensa diversamente si è sottolineata la tossicodipendenza di Stefano Cucchi, sostenendo che a rendere drammatiche le conseguenze del "trattamento" ricevuto avrebbe contribuito in maniera decisiva il suo stato di salute, già minato dalle private abitudini di cui sopra.
Ammettiamo per un attimo che tale deduzione corrisponda al vero: in tal modo si introduce tutt'al più una componente di preterintenzionalità, concetto assai diverso da quello di innocenza.
E nulla si toglie ai due inquietanti dati di fondo che emergono dalla vicenda e da altre analoghe.
Uno è il corporativismo sempre più ringhioso e serrato con cui gli uomini in divisa difendono anche l'indifendibile, purché alligni tra le loro fila.
Nulla a che vedere coi diritti e le legittime istanze di un sindacato di categoria: qui siamo nel mondo mentale e culturale del branco, della squadraccia, se non del gruppo malavitoso o terroristico.
L'altro è il portato di vigliaccheria che brucia le residue attenuanti.
E che si risolve nell'infierire con ogni genere di abuso verso i più deboli: mentre di fronte ai criminali incalliti, che magari un pestaggio se lo meriterebbero, ci si mette sull'attenti perché quelli fanno sul serio.
A quanti hanno liquidato la faccenda con un'alzata di spalle, perché tanto c'è andato di mezzo un tossico, vorrei far notare un particolare decisivo: Stefano Cucchi non è stato ucciso per quello.
È stato ucciso perché era un povero cristo che solo altri poveri cristi sarebbero andati a reclamare, mettendo sul tavolo di quella sconcia trattativa un potere contrattuale pressoché nullo.
Dietro certi pareri un po' sbrigativi, tengo a precisare, ci sono spesso persone rispettabili, buoni lavoratori e onesti padri di famiglia.
Che però condividono con Stefano Cucchi un difetto fatale: quello di non far paura a nessuno.
Col risultato che la stessa sorte potrebbe capitare a uno qualunque fra loro.
Anche se non è un tossico.
Anche se è una persona dalla condotta pressoché irreprensibile.
Anche se crede che le forze dell'ordine siano dalla sua parte.
Salvo accorgersi del contrario quando potrebbe essere troppo tardi.

Offline Er Matador

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #6 : Sabato 1 Novembre 2014, 02:35:58 »
P.S. Dimenticavo: per un caso analogo, in Francia si è arrivati a una condanna

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/29/daniele-franceschi-morto-in-cella-in-francia-condannati-medico-infermiera/1178630/

Come dire: gli Italiani, persino in un Paese dove non sono certo ben visti, si scoprono tutelati più di quanto lo siano a casa propria.

Offline cartesio

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #7 : Sabato 1 Novembre 2014, 03:12:03 »
A quanti hanno liquidato la faccenda con un'alzata di spalle, perché tanto c'è andato di mezzo un tossico, vorrei far notare un particolare decisivo: Stefano Cucchi non è stato ucciso per quello.
È stato ucciso perché era un povero cristo che solo altri poveri cristi sarebbero andati a reclamare, mettendo sul tavolo di quella sconcia trattativa un potere contrattuale pressoché nullo.

Vedo che Matador non scrive bene solo quando fa le pagelle.
Nel mio piccolo, pur non essendo un tossico né un emarginato da alcun punto di vista, ho rilevato anch'io più volte questa tendenza ad ignorare i diritti di chi non ha gli agganci giusti.
Non solo da parte delle cosiddette forze dell'ordine, ma anche in altre istituzioni.
Se la situazione migliorerà ci vorranno decenni per raggiungere un livello di civiltà all'altezza delle nostre aspirazioni.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Zapruder

Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #8 : Sabato 1 Novembre 2014, 07:26:07 »
Troppa discrezionalità all'elemento umano ai livelli più bassi di potere decisionale: l'elemento fondante di ogni disastro. Abbastanza perché gli errori dei singoli si sommino, abbastanza perché le responsabilità si polverizzino, rendendo apparentemente marginale quella di ogni singolo, che così si disperde nel branco.

Stefano Cucchi, in quelle condizioni fisiche e per 28 grammi di hashish, non doveva finire in carcere. Mai.

Offline disabitato

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #9 : Sabato 1 Novembre 2014, 12:02:11 »
Brutta storia.
Insomma Cucchi, tossico o non tossico, si sarebbe autopestato per poi essere lasciato morire per denutrizione in ospedale (non in strada, in ospedale)?
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline aquilafelyx

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #10 : Sabato 1 Novembre 2014, 13:31:06 »
Una vergogna assoluta che non può finire senza colpevoli, chiunque è arrestato è sotto la custodia dello Stato, e dipende da esso per qualsiasi cosa, morire per le percosse nell'indifferenza di guardie carcerarie o medici è una ulteriore sconfitta di quel poco che resta delle istituzioni.
La parte peggiore mostrata è l'omertà tra gli appartenenti ai reparti che sono venuti a contatto con Stefano Cucchi.
La magistratura inoltre ha dimostrato ancora una volta quanto sia obsoleto e bizantino il suo modo di operare.
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline Frusta

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #11 : Sabato 1 Novembre 2014, 13:58:43 »
Non riesco a commentare serenamente questa notizia, forse mi riuscirà più tardi, quando mi sarà passata la nausea, per ora condivido tutto quello che avete scritto e provo vergogna per questa giustizia.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Ceres

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #12 : Sabato 1 Novembre 2014, 14:33:41 »

E' la stessa cultura reazionaria e proibizionista che ha ucciso Cucchi.
Ed è la stessa mano che ha operato e commesso le mattanze a Genova nel 2001.

Sono sempre gli stessi, coloro che fecero volare Pinelli giù dal quarto piano.
Per la Lazio, Giordano!

Offline carpelo

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #13 : Sabato 1 Novembre 2014, 18:28:19 »
Ma non basta la sentenza, devono continuare ad infierire.
Mi riferisco a quelle due dita medie sollevate verso il pubblico subito dopo la sentenza e alle dichiarazioni di un uomo senza dignità quale è il capo del sindacato autonomo di polizia, Gianni Tonelli.
"Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze."

Ci sono assassini che hanno una dignità ben maggiore.

Zapruder

Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #14 : Domenica 2 Novembre 2014, 00:14:40 »
In rete ho trovato questo, penso valga la pena leggerlo.

Lettera aperta sul caso Stefano Cucchi
Friday, February 25, 2011
Ho deciso di scrivere questa lettera dopo lunga riflessione. Cio che mi ha finalmente motivato è l’indignazione rispetto alla falsità ed ipocrisia con cui il caso del povero Stefano Cucchi continua ad essere orchestrato.
Un giovane che probabilmente ha subito soprusi per tutta la vita, anche dopo la morte è stato usato per costruire un teorema orribile fondato sulle menzogne: sei medici e tre infermieri si sarebbero accordati per volontariamente lasciar morire un giovane tossicodipendente per coprire il fatto che tre agenti di polizia penitenziaria gli avrebbero inferto delle lesioni. TERRIBILE.
Finora ho confidato nel fatto che la magistratura prendesse atto dell’assurdità di queste accuse e che avendo i giornalisti presenziato tutte le udienze preliminari venisse riportato quanto era emerso in fase preprocessuale ovvero che sia le perizie che le accuse rivolte ai medici fossero prive di fondamento o quanto meno discutibili. Non un giornalista che fosse uno ha riportato quanto emergeva giorno dopo giorno nel corso delle udienze preliminari. PERCHE’?
Ciò non è avvenuto e con estrema diciamo “serenità d’animo” siamo stati tutti rinviati a giudizio con le medesime orrende accuse basate su presupposti inesistenti (l’incapacità di intendere e di volere del ragazzo, l’intenzione di voler lasciare privo di assistenza un paziente, l’intenzione di voler fuorviare le indagini per nascondere l’accaduto). Grazie poi al fatto che non siamo stati accusati di negligenza ma di abbandono di incapace (poco importa che il ragazzo non fosse incapace e noi non lo avessimo mai abbandonato) si è riusciti a far finire il processo in CORTE D’ASSISE, composta prevalentemente da giudici popolari ovvero comuni cittadini. In un caso mediatico di tal fatta, costruito a tavolino giorno per giorno ciò è quantomeno diabolico poiché grazie alla stampa l’opinione pubblica ha oramai già deciso che noi medici siamo i colpevoli.
Ho quindi deciso di uscire da questa omertà e portare alla luce alcuni semplici elementi che fa tanto comodo tenere nascosti.
Le foto del giovane
Le foto di Stefano Cucchi pubblicate su internet, sono le foto effettuate dopo l’autopsia ovvero a distanza di 24 ore dalla morte (intervallo di tempo obbligatorio stabilito dalla legge), dopo che e’ il suo corpo è stato aperto e sezionato, gli organi interni prelevati per essere esaminati.
Le macchie sulla schiena non sono lividi ma macchie ipostatiche ovvero la colorazione blu delle zone declivi del corpo che avviene naturalmente a partire da 30 minuti dopo la morte. Le visite mediche né al Pertini né al Fatebenefratelli hanno mai trovato simili lividi sulla schiena: è descritto solo un piccolo livido perigluteo. L’autopsia parla di “piccole escoriazioni al livello lombare para sacrale e del gluteo-desto”.
Potrebbe sembrare una precisazione accademica alla luce del fatto che le fratture vertebrali testimoniano che il trama sia avvenuto (trauma che al personale medico il ragazzo ha dichiarato risalisse a circa 20 giorni prima, a seguito di una caduta accidentale dalle scale). Quindi perché far credere che la sua schiena fosse anche cosi’ visibilmente martoriata? Forse perché’ in tal modo ancora una volta si e’ potuto far passare il messaggio, che ora e’ convinzione assoluta, che i medici avrebbero ignorato i segni cosi drammaticamente evidenti di un pestaggio.
Possibile poi che chi ha diffuso le foto non sapesse tutto questo? E’ cosi’ difficile capire che a 24 ore dalla morte e dopo un’autopsia, un corpo appare irriconoscibile?
Non sta a me stabilire come e quando abbia riportato il trauma delle vertebra lombare e coccigea ma non sopporto più che si continui ad affermare il falso facendo passare delle macchie ipostatiche come dei lividi.
In funzione del fatto che il ragazzo presentava tale frattura vertebrale abbiamo invece agito di conseguenza richiedendo una visita ortopedica urgente, radiografia vertebrale, instaurato terapia antalgica e disposto il riposo a letto per stabilizzare la frattura secondo quanto indicato dallo specialista ortopedico.
Il ragazzo presentava delle ecchimosi attorno agli occhi, per cui abbiamo richiesto una visita oculistica (l’oculista è venuto in sede affinché il ragazzo non venisse mobilizzato ponendo a rischio la stabilità della frattura vertebrale). Ebbene il ragazzo purtroppo cacciò via i medici e non volle farsi visitare. Così come rifiutò di sottoporsi a TAC cranio richiesta per escludere un sanguinamento intracranico.
Le sevizie avvenute al Pertini
Un giorno al telegiornale nazionale hanno fatto vedere le mani del Cucchi che presentavano ulteriori segni di decomposizione post mortem e quei segni fatti passare per bruciature che gli sarebbero state procurate magari proprio al Pertini. Si è parlato di atroci torture cui lo avremmo sottoposto. Ovviamente non era vero e la perizia medico legale ha ampiamente escluso che si trattasse di ustioni da sigaretta , quanto piuttosto anche questa volta di fenomeni post mortem. Anche in questo caso nessun giornalista ha poi smentito la notizia a seguito del risultato dell’autopsia.
COSA C’E’ DIETRO TUTTA QUESTA OSTINAZIONE A MENTIRE?
Ma i medici non hanno fatto proprio niente?
Noi siamo riusciti a sottoporlo a visita ortopedica, effettuare la radiografia alla schiena, i prelievi ematici, somministrare gli anti-dolorici e farmaci per l’epilessia; il ragazzo ha sistematicamente rifiutato ogni altro nostro trattamento e indagine proposta: ECG, TAC cranio, ecografia addominale, reidratazione per via endovenosa, visita internistica quotidiana, visita oculistica. È chiaro che in questo modo un medico ha le mani legate. Abbiamo insistito ripetutamente ad ogni occasione che lui mangiasse e bevesse, gli abbiamo procurato un vitto personalizzato per celiaci in quanto lui dichiarava di essere celiaco. Ora al fine di non riconoscere che al personale medico non è stato possibile operare per prevenire un evento che comunque non era atteso e le cui cause restano tuttora sconosciute si è detto che il ragazzo era incapace (di intendere e di volere) per cui i suoi rifiuti non dovevano essere presi in considerazione. La legge Italiana infatti non consente che siano praticati trattamenti medici di alcun tipo senza il consenso del paziente ammesso che questo sia appunto in grado di intendere e di volere.
Se il giudizio clinico di tutti i medici che hanno avuto in cura il ragazzo e che lo hanno giudicato nel pieno delle proprie facolta’ mentali non conta, come pare di capire dalle accuse, forse allora puo’ avere maggiore valore scientifico la registrazione del suo arresto messa in rete ed accessibile a tutti , in cui il giovane risulta assolutamente vigile, lucido ed orientato, risponde correttamente e congruamente a tutte le domande del giudice. Il giorno prima del decesso scrive una breve ma assolutamente lucida e composta lettera alla comunita’ di recupero cui apparteneva. Perchè nessuno si ribella di fronte a questo ulteriore affronto alla memoria di Stefano che strumentalmente viene definito incapace di intendere e di volere senza alcuna evidenza.
Ma perché rifiutava?
La sera prima di morire il ragazzo chiede di parlare con l’avvocato ed afferma che questa è la condizione perché accetti di essere curato. Il medico di turno si adopera immediatamente per far si che Stefano compili una richiesta formale di colloquio con l’avvocato. Ma perché al ragazzo, processato per direttissima una settimana prima ancora non era stato fissato un colloquio con l’avvocato? Da chi dipendeva che il fatto che l’avvocato si recasse a far visita al suo assistito? Questa domanda mi ossessiona, così come il perché la famiglia non sia riuscita ad avere accesso alla struttura. Perché non le è stato rilasciata l’autorizzazione? Anche questa da chi dipendeva? Forse in questo modo si sarebbe potuto far leva sul ragazzo e convincerlo a farsi curare? Non è forse un punto centrale questo? Perché l’inchiesta non se ne è intenzionalmente preoccupata?
Purtroppo devo aggiungere che sono molti i pazienti che nel reparto penitenziario del Pertini rifiutano i trattamenti allo scopo di ottenere che la macchina della giustizia si muova. Questo rende il lavoro dei medici difficilissimo, trovandosi per cosi dire tra l’incudine ed il martello, da un lato la necessita’ di curare, dall’altra la legislazione che ripeto non consente al medico di praticare trattamenti senza il consenso del paziente in grado di intendere e di volere.
Ma perché il ragazzo è morto?
Il ragazzo muore in maniera inaspettata ed incomprensibile durante la notte. La perizia non è in grado di identificare la causa della morte. Non ravvede nelle lesioni traumatiche la causa della morte. Parla di un cucchiaino di zucchero, che gli avrebbe salvato la vita. La frase si commenta da sé, mi preme precisare: – il ragazzo beveva succhi di frutta che notoriamente contengono zucchero ed anche se non regolarmente si alimentava. Davvero qualcuno crede che 5 giorni di scarsa alimentazione provochino la morte?
Il ragazzo non ha mai presentato segni di ipoglicemia la quale peraltro passa attraverso una precisa sequenza di eventi che vanno dall’agitazione psicomotoria al coma.
Al contrario l’esame degli organi interni, in particolare del cuore ha rivelato un organismo fortemente e cronicamente debilitato.
Certo in questo paese è politicamente scorretto affermare che il consumo di sostanze stupefacenti tipi eroina e cocaina, nonché l’alcol facciano male alla salute.
Pertanto la lunga storia di tossicodipendenza non può aver avuto un ruolo nel deperimento organico del ragazzo. La interminabile letteratura che parla del rischio cardiovascolare, in particolare di morte improvvisa dovuta a fibrillazione ventricolare nei giovani che presentano abuso di cocaina ed altri stupefacenti è qualcosa di estraneo evidentemente alla cultura dei consulenti della procura.
Il certificato di morte falso
Bene di fronte alla morte improvvisa ed inattesa del giovane il medico di turno aveva le seguenti informazioni per stilare il certificato di morte:
paziente tossicodipendente da circa 20 anni, ricoverato a seguito di trauma vertebrale per il quale veniva richiesto solo riposo a letto, trauma che il giovane riferiva di aver riportato a seguito di una caduta accidentale avvenuta il giorno del suo compleanno quindi circa 20 giorni prima. Alterazioni della sodiemia, dell’azoto ureico, lievi alterazioni delle transaminasi, un emocromo stabile.
Assolutamente un rebus, pertanto il medico scrive sul certificato “presunta morte naturale” (faccio notare che il termine presunta, che denota dubbio non viene riportato nella perizia) ed IMMEDIATAMENTE RICHIEDE IL RISCONTRO AUTOPTICO, perché per primo vuole vederci chiaro sulla morte del ragazzo.
Il mattino presto assieme al Primario chiama il magistrato per informarlo dell’accaduto e per avere direttive su come comportarsi. Lo stesso magistrato che avendo sottomano la richiesta di riscontro autoptico e consapevole di essere stato informato direttamente dai medici della morte del ragazzo accusa il medico di aver redatto un certificato falso allo scopo di nascondere l’accaduto. L’accusa di falso è quanto di più infamante si possa rivolgere ad una persona onesta.
La perizia arriva alla conclusione che i traumi non hanno procurato la morte. Per morte violenta si intende suicidio, impiccagione, morte in seguito a trauma di varia natura (da arma, colluttazione etc). Quali elementi aveva il medico per affermare che la morte fosse stata violenta?
Io posso accettare che l’operato di un medico possa essere messo in discussione. La morte di paziente è sempre un terribile fallimento per un medico: non si dorme la notte pensando che una parola in più, un esame in più avrebbe potuto cambiare le cose, un tarlo che fa sanguinare la coscienza di qualsiasi dottore che perde un paziente sia esso giovane o anziano, bianco, nero, che abbia commesso più o meno errori nella vita.
Ma l’assurdità delle accuse che ci vengono rivolte, la distorsione della verità operata più livelli, l’ossessione di additare come unici responsabili i medici dell’Ospedale Pertini, il coinvolgimento di parti politiche che a vario titolo emettono sentenze contro i MOSTRI DI TURNO, mi fa disperare e temere che dietro ci sia l’intenzione di dis-orientare la ricerca di quanto sia davvero avvenuto a Stefano Cucchi.
Spero che questa lettera abbia fatto riflettere.
Flaminia Bruno

Giglic

Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #15 : Domenica 2 Novembre 2014, 07:28:28 »
Che Stefano Cucchi dovesse finire in galera lo dice la legge: ed è inutile dire che "non è giusto che si vada in galera per 28 grammi da hashish". La legge è questa, e per cambiarla bisogna mandare in parlamento gente che la cambi, oppure portare una legge popolare, o cercare di organizzare un referendum abrogativo.
Il problema non credo sia quello, credo sia il fatto che lo stato non ha il diritto di lasciar morire una persona come è morto Stefano. E lo stato non ha il diritto di essere rappresentato da poliziotti che fanno il dito medio ai familiari, o da senatori che insistono sul "cristo morto di freddo" come Giovanardi.
I magistrati, se non hanno ritenuto palese la colpevolezza, hanno fatto non bene, ma benissimo, ad assolvere. Ma la verità processuale è una cosa, la verità dei fatti un altra. E la verità dei fatti dice che un ragazzo "preso in consegna" dallo stato è morto dopo una settimana, e non perché si volesse lasciar morire lui. E chi è coinvolto in questa storia fa il dito medio ai familiari. Ovvio che lo stato non POSSA e non DEBBA essere rappresentato da questi, INDIPENDENTEMENTE dalla verità processuale. Che poi i medici scrivano i dossier autoassolventi (oste, com'è il vino?) ci sta. Ed è anche probabile che ciò che è scritto li sia - almeno in arte - vero. Ciononostante, un ragazzo è morto mentre era li, e non certo di raffreddore.
Ripeto: le teorie secondo le quali Ilaria Cucchi è una povera mitomane (trasformando la vittima in aggressore: vecchio trucco) non reggono. Non davanti a un giudice (ripeto: chi se ne impipa, a me di vedere gente arrestata o meno per ciò che ha commesso interessa poco) ma davanti ai fatti normali. Perché il fratello della brava persona che ha fatto il dito medio è vivo e vegeto, Il fratello di Ilaria Cucchi no. Ed è morto mentre era in custodia alla Stato.

Zapruder

Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #16 : Domenica 2 Novembre 2014, 09:00:54 »
Tutto sacrosanto, Giglic.

Non sono d'accordo sulla inevitabilità della detenzione, a quanto ho capito c'erano i margini per dare i domiciliari. E comunque in linea di principio trovo sbagliata una legge che prevede la detenzione per possesso di simili quantità. Ecco cosa voglio dire quando parlo di interrogarci sulla nostra fetta di responsabilità come singoli. Quella è una legge dello Stato, cioè nostra. E la sentenza di assoluzione degli imputati è stata pronunciata "in nome del popolo italiano". Non è un'astrazione la mia.

Da quanto ho capito, il pestaggio in carcere è dato per avvenuto, ma non c'è stato modo di accertare chi ne sia responsabile.

Il ricovero e le fasi che portano alla morte di Cucchi hanno uno svolgimento più complesso, in un quadro in cui le figure di medici e paramedici che buttano a morire in un angolo un povero disgraziato, non appaiono realistiche, né reali.

Offline DinoRaggio

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #17 : Domenica 2 Novembre 2014, 10:40:31 »
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/14_novembre_02/cucchi-tutti-incredibili-errori-7f46baa0-625f-11e4-9f8e-083eb8ae3651.shtml

Cucchi, tutti gli incredibili errori

Domiciliari mancati e divieti alla famiglia. I militari dell’Arma scrissero che era nato in Albania ed era senza fissa dimora

di Giovanni Bianconi

ROMA La sentenza di assoluzione è il nuovo anello della catena di eventi relativi alla morte di Stefano Cucchi, non ancora l’ultimo. Altri se ne aggiungeranno, con il ricorso in Cassazione e i nuovi sviluppi giudiziari. Per adesso la Corte d’assise d’appello ha ritenuto insufficienti le prove raccolte contro tre guardie carcerarie e tre infermieri (per la seconda volta) e sei medici (ribaltando il giudizio di primo grado), dopo un’indagine che forse poteva essere condotta diversamente e di un’impostazione dell’accusa cambiata più volte in corsa.

Tuttavia le cause della drammatica fine di quel giovane entrato vivo e uscito cadavere dalla prigione in cui era stato rinchiuso risalgono a comportamenti precedenti a quelli finiti sotto processo, responsabilità di strutture statali che non sono mai state giudicate. Fin dalla sera dell’arresto di Cucchi, 15 ottobre 2009. Lo sorpresero con qualche dose di erba e cocaina, lo accompagnarono in una caserma dei carabinieri e Stefano ha cominciato a morire lì, prima stazione di una via crucis dalla quale non s’è salvato.

Nel verbale d’arresto i militari dell’Arma scrissero che Cucchi era «nato in Albania il 24.10.1975, in Italia senza fissa dimora»; peccato che fosse nato a Roma in tutt’altra data, e che l’abitazione in cui risultava ufficialmente residente fosse appena stata perquisita, senza esito, alla presenza sua e dei genitori. Evidentemente il verbalizzante aveva utilizzato, sul computer, il modello riempito in precedenza con i dati di un albanese, senza preoccuparsi di modificarli: una sciatteria che ebbe conseguenze fin dalla mattina successiva, visto che il giudice che convalidò l’arresto negò i domiciliari per la «mancanza di una fissa dimora risultante con certezza dagli atti». Fosse tornato a casa, sia pure da detenuto, probabilmente Stefano sarebbe ancora vivo.

Incredibile, ma vero. Nello stesso provvedimento venne anche scritto che «il prevenuto, interpellato, dichiara di non voler dare notizia del suo avvenuto arresto ai propri familiari»; in realtà i genitori l’avevano visto quasi in diretta, perché dopo il fermo e la perquisizione i carabinieri gliel’avevano comunicato. E al papà che chiedeva se dovesse avvisare l’avvocato, risposero che non c’era bisogno, avevano già provveduto loro. La mattina dopo, però, Stefano non trovò in aula il difensore di fiducia che voleva, ma uno d’ufficio.

Quel giorno, nei sotterranei del tribunale, Cucchi è stato picchiato come risulta dalle stessa sentenza che, in primo grado, non era riuscita a individuare le prove per condannare i responsabili (in quella d’appello si vedrà, ma è verosimile che sia avvenuta la stessa cosa). La morte del trentenne però - che certamente aveva un fisico gracile ma sano, tanto che poche ore prima di finire in gattabuia era stato nella palestra che frequentava regolarmente - non dipende solo dalle botte. È dovuta al viavai tra il carcere di Regina Coeli (dove a un medico che aveva constatato i segni delle percosse disse che era caduto dalle scale, tipica giustificazione dei detenuti che non si fidano di denunciare gli aggressori) e l’ospedale dove si decise di non farlo restare per evitare i piantonamenti, fino al ricovero nel reparto penitenziario delPertini: un pezzo di carcere trasferito dentro un policlinico.

Anche qui si sono susseguiti eventi che hanno contribuito alla tragica fine di Stefano: l’assurdo divieto per i genitori che non solo non poterono incontrarlo prima di ottenere il permesso del giudice - e siccome c’era di mezzo il fine settimana, il via libera arrivò solo il giorno della morte -, ma per loro era vietato anche ricevere informazioni sul suo stato di salute. Avevano avuto la comunicazione del ricovero, ma era impossibile conoscerne il motivo: una regola talmente incredibile che dopo la morte di Stefano fu cancellata dalla burocrazia penitenziaria.
In quei giorni di isolamento - con papà e mamma lasciati dietro una porta blindata, ai quali fu concesso solo di lasciare un cambio per il figlio, rimasto però integro perché nessuno si preoccupò di aiutarlo a cambiarsi visto che non si poteva muovere dal letto - Cucchi chiese inutilmente di parlare col suo avvocato o con un assistente del centro per tossicodipendenti che frequentava in passato. Richiesta che non è mai uscita dal chiuso dell’ospedale Pertini, nonostante fosse annotata sul diario clinico, visto che per quel motivo Stefano rifiutava il cibo e le cure. Con la calligrafia ormai malferma per lo stato di sofferenza in cui versava, aveva perfino scritto una lettera all’operatore sociale, per chiedergli aiuto: qualcuno la spedì dopo che era morto.

Per tutta questa incredibile catena di fatti e misfatti, e altri ancora, Stefano Cucchi «ha concluso la sua vita in modo disumano e degradante», come scrisse il magistrato Sebastiano Ardita, all’epoca funzionario dell’amministrazione carceraria, nella relazione ispettiva del dicembre 2009. Cinque anni dopo quella fine è rimasta senza colpevoli, ma il problema non è certo - o non solo - l’ultima sentenza.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Frusta

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #18 : Domenica 2 Novembre 2014, 11:05:55 »
La sintesi è che è entrato vivo ed è uscito morto, quello che sconcerta è l'incapacità di accertare quello che è successo nel frattempo.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline MCM

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Re:Stefano Cucchi: tutti assolti in appello.
« Risposta #19 : Domenica 2 Novembre 2014, 11:15:56 »
Con 28 grammi di hashish per me è giusto che si vada in galera.
Non sono 2 grammi. Sono 28. E' presumibile dunque che li si spacci. La droga è una piaga e va combattuta con ogni mezzo.

Ma questo non c'entra nulla con la morte di Cucchi. La detenzione non prevede di essere ammazzati di botte.
Non gli hanno dato due ceffoni. Lo hanno ammazzato di botte.

Non è tollerabile in uno stato come il nostro, dove ai delinquenti veri stendono i tappeti rossi.