chi compra il quotidiano?

[WombyZoof]

da un rapporto dell'ufficio studi di mediobanca:

La diffusione complessiva dei quotidiani che fanno capo a 6 dei 7 maggiori gruppi (la Mondadori pubblica solo periodici) è calata del 24,8 per cento, da 2,8 milioni di copie al giorno a 2,1. La flessione più marcata è del Corriere della Sera (-28,4 per cento), seguito da Repubblica (- 27,4 per cento) mentre Messaggero, Stampa e Sole 24 Ore hanno perso copie intorno alla media, circa un quarto dei lettori.

chiudono tutti in perdita forte, che ripianano con i contributi pubblici e con i soldi degli azionisti.

il motivo è chiaro, con i giornali non si guadagna, ma si controlla l'informazione.

io ho smesso di comprare quotidiani da oltre 15 anni, li sfoglio al bar se li trovo, e invito chiunque e ovunque a boicottarli per la scarsa qualità, la faziosità, il dilettantismo.  altro che "tutta pubblicità" come sostiene Franz, questi vanno a picco, per internet a non solo.

quello che fa mensurati su repubblica lo sappiamo, e giustamente lo boicottiamo. la stessa cosa accade con chissà quanti mensurati scrivono per ogni svariato argomento, dalla medicina alla cronaca, dal teatro alla politica internazionale. chiunque conosca bene un argomento non può che inorridire o scoppiare a ridere quando dello stesso se ne scrive sui quotidiani. dai e dai, si arriva alla domanda finale, ma st'euro è speso bene o buttato via?



voi li comprate ancora? quali?

[Ataru]

voi li comprate ancora? quali?

mi leggo Playboy, Playman, Penthouse, Le ore (cit.)

peccato non siano quotidiani 

[franz_kappa]

io ho smesso di comprare quotidiani da oltre 15 anni, li sfoglio al bar se li trovo, e invito chiunque e ovunque a boicottarli per la scarsa qualità, la faziosità, il dilettantismo.  altro che "tutta pubblicità" come sostiene Franz, questi vanno a picco, per internet a non solo.

Al tempo.
Io sostengo che il boicottaggio che si traduce nella puntuale citazione del tal articolo incriminato si traduce, inevitabilmente, in pubblicità gratuita per la testata.
Viceversa, un generico invito a boicottare la tal testata - sulla base di una puntuale identificazione delle inesattezze pubblicate che non implichi la pedissequa citazione dell'articolo o degli articoli in questione - è un'azione più che legittima e che, senza dubbio, può raggiungere i suoi obiettivi.

Parallelamente, ritengo che l'importazione di argomenti 'altri' dal forum per confutarne l'accuratezza o la faziosità non faccia il bene del forum, che sarebbe in teoria nobilitato da 'teste' di livello medio alto, in grado di produrre contenuti autonomi . Con ogni evidenza si tratta di due questioni distinte.

Di fondo io credo dovrebbe consolidarsi in noi la consapevolezza, basata su numeri oggettivi, che la stampa quotidiana tradizionale (= cartacea) attraversa una fase di profondissima crisi. E dunque ogni azione che, indirettamente, può spingere anche una sola persona ad acquistare un quotidiano per verificarne la correttezza e/o (im)parzialità va considerata un'indiretta forma di sostegno alle vendite.

Ognuno, consapevole di ciò, agisca come meglio ritiene.

[BobLovati]

NO

[Pomata]

Il Tromba, Maghella e Vampirella

[lollapalooza]

Do uno sguardo al trigorriere sul frigo del bar, e — dopo le bestemmie di rito — lì mi fermo.

[disabitato]

Plaudo al calo vendite di repubblica.

[Zapruder]

Gazzetta tutti i giorni.

[Alex_K]

Se l'Italia è al 49° posto del World Press Freedom Index 2014, dopo nazioni come Suriname, Ghana, Botswana, Romania, ecc. ci sarà pure un motivo, no?

[DinoRaggio]

Purtroppo no, non lo compro, e vorrei tanto farlo, visto anche il fatto che sono un pendolare, e che durante l'ora di treno la lettura mattutina di un quotidiano sarebbe il modo ideale di arrivare a destinazione. non lo compro perché ritengo che gli attuali quotidiani non valgano l'euro e 30 della spesa. Compravo fino a poco tenpo fa La Stampa, ma ha subito un forte ridimensionamento di formato e di qualità. In generale, direi che l'epoca gloriosa della carta stampata italiana è finita da un po', i Montanelli, i Biagi, i Cannavò non hanno lasciato eredi.

Concordo con Franz sull'importanza dei clic nella raccolta pubblicitaria, ma personalmente frequento sempre meno i siti dei giornali, grazie (o per colpa) anche al fatto che ormai sono saturi di video e pubblicità che bloccano il mio vestusto computer. Più che altro, per informarmi, uso degli aggregatori di notizie come Google News, News Republic o Magnify Reader, che raccolgono notizie da varie fonti.

[Matita]

Repubblica (- 27,4 per cento) 

Godo.

Non li compro.

[DinoRaggio]

Scusate per il post, ma 'sti orrori non si potevano leggere. Correggo 

Purtroppo no, non lo compro, e vorrei tanto farlo, visto anche il fatto che sono un pendolare, e che durante l'ora di treno la lettura mattutina di un quotidiano sarebbe il modo ideale di arrivare a destinazione. Non lo compro perché ritengo che gli attuali quotidiani non valgano l'euro e 30 della spesa. Compravo fino a poco tempo fa La Stampa, ma ha subito un forte ridimensionamento di formato e di qualità. In generale, direi che l'epoca gloriosa della carta stampata italiana è finita da un po', i Montanelli, i Biagi, i Cannavò non hanno lasciato eredi.

Concordo con Franz sull'importanza dei clic nella raccolta pubblicitaria, ma personalmente frequento sempre meno i siti dei giornali, grazie (o per colpa) anche al fatto che ormai sono saturi di video e pubblicità che bloccano il mio vestusto computer. Più che altro, per informarmi, uso degli aggregatori di notizie come Google News, News Republic o Magnify Reader, che raccolgono notizie da varie fonti.

Sul calo di vendite dei quotidiani, sarebbe interessante vedere anche la raccolta pubblicitaria rispetto all'anno scorso, poiché credo che ormai l'informazione abbia ceduto il passo al marketing.

[Il frigorifero]

Non compro nulla.

[Frusta]

L'ultima volta che ho comprato qualcosa di carta in edicola è stato il 30 maggio del 2013.
Non dico il nome del giornale ma ricordo ancora il titolo dell'articolo di fondo scritto con la bile secernuta secernata secreta dal fegato spappolato del povero Tonino-arf-arf-Cagnucci: "Quella stella che non perderemo mai"
Poi ho smesso: dopo che ti sei scofanato col massimo, qualsiasi altra cosa potrai assaggiare 'nsesaprà più de gnente.

[darienzo]

Lavorando nei pressi dell'ufficio stampa della mia amministrazione praticamente ho a disposizione tutti i giornali  dei quali sono accanito lettore fin da bambino, dai tempi delle tre edizioni quotidiane di Paese Sera.
Quindi, soprattutto adesso che non c'è più l'Unità (che adoravo per la parte di cultura e spettacoli), acquisto regolarmente solo la Gazzetta alias Bibbia Rosa, imprescindibile per il basket e il non calcio.
In passato ho avuto il periodo manifesto (in una desueta abbinata col Corsport), un lungo e conflittuale rapporto con repubblica, un'enfatuazione per il fatto quotidiano. Il messaggero lo comprava tutti i giorni mio padre, dopo appunto la chiusura di Paese Sera.
Al momento apprezzo molto l'ultima svolta grafica del Corsera che finisco per prendere quando non lavoro

[AlenBoksic]

voi li comprate ancora? quali?

Son abbonato in edicola a LaStampa: è una formula vantaggiosa economicamente (ogni copia costa 1,10) e che consente anche di non avere i disguidi che possono verificarsi con la posta.
Inoltre il servizio abbonati è molto preciso: ti rispondo subito e bene.
Il quotidiano torinese è, chiaramente, come tutti, di parte, però è (abbastanza) ben fatto e si legge bene, cosa molto positiva.
Certo, come ha detto giustamente DinoRaggio, c'è un calo di qualità abbastanza evidente. Se uno lo avesse comprato 20 anni fa poteva trovarci Colombo, Pera, Romano, Maltese, Spinelli e pure Minzolini (che come cronista parlamentare non era affatto male),
adesso siamo più in basso, però c'è ancora qualcosa che si salva,
tipo il TuttoLibri del sabato.

[Fabio70rm]

Gli inserti culturali e scientifici spesso sono pressapochistici.

Ho letto tempo fa, mi pare su repubblica, un'analisi di un tizio che diceva come Schoemberg avesse inventato la dodecafonia per reazione al clima antirazziale post prima guerra mondiale.

Ma come si fa a scrivere scemenze del genere?

[WombyZoof]

Se l'Italia è al 49° posto del World Press Freedom Index 2014, dopo nazioni come Suriname, Ghana, Botswana, Romania, ecc. ci sarà pure un motivo, no?

allora, su questa classifica all'epoca avevo approfondito per sapere su quali criteri si basava.

il principale era il numero di processi a carico di giornalisti. nel nostro caso c'era stata la vicenda lino jannuzzi che ci aveva fatto precipitare in basso.

diverso però il discorso della quantità di lettori, da quello di un indice della libertà di stampa. da noi mi sembra ognuno sia libero di scrivere qualunque fregnaccia anche sputtanante e diffamatoria (basta usare il condizionale) passandola liscia. da primi posti insomma, visto anche che si pubblicano liberamente intercettazioni rsu fatti personali e irrilevanti. 

[WombyZoof]

certo, se penso che negli anni 70 e 80 , da ragazzo e poi giovanotto raramente compravo meno di due quotidiani, i tempi sono cambiati.   
me li leggevo un po' tutti, paese sera, messaggero, il primo giornale di montanelli (rischiavi le pizze..) poi repubblica, corriere dello sport, gazzetta, corriere della sera, persino il giornale d'italia e vita sera.


hai voglia fabio se sono pressapochistici, e aggiungo sensazionalistici. 
per esempio pubblicano abitualmente senza verifica, con semplice copia e incolla, ogni bufala che trovano in rete, spesso abboccando agli articoli satirici del National Report.

qui una bella raccolta: http://attivissimo.blogspot.it/search/label/giornalismo%20spazzatura
 

[Alex_K]

allora, su questa classifica all'epoca avevo approfondito per sapere su quali criteri si basava.
il principale era il numero di processi a carico di giornalisti. nel nostro caso c'era stata la vicenda lino jannuzzi che ci aveva fatto precipitare in basso.

Lino Jannuzzi? Parliamo fine anni '60 allora? Immagino che da allora abbiano rivisto i criteri. Comunque sì, non è certo l'indice della qualità. Però da un'idea di come siamo messi.

btw, diciamo che anche nel settore la crisi economica prevale sulla deontologia.
Da una parte bisogna far fronte alla sempre maggiore richiesta di informazione-spettacolo (tipo le Iene o striscia la notizia), poi chi se ne frega se i fatti sono un po', come dire, alterati. Dall'altro lato ci ritroviamo con l'esigenza di aumentare i margini riducendo i costi, ed ecco qui che appaiono questi nuovi e giovani "giornalisti" a partita iva, consulenti, stagisti, ecc. che per sbarcare il lunario si appecoronano - giustamente - subito al main-stream (e noi li conosciamo, tipo il sig. accademy formellese, o il sig. capitan futuro biancoceleste, ecc. ecc.)