Gli spretati: gente adusa a cambiare squadra.

[Frusta]

Oggi ad un convegno di ex alunni ho incrociato un (ex)romanistafracico, uno che magnava pane e scarattispadinimuiesan e mi ha detto che tifa Lazio dalla metà degli anni 90.
"Colpa" dei figli innamorati di Signori che volevano essere accompagati allo stadio.
Accompagna oggi, accompagna domani, ed alla fine ineluttabilmente il Bene trionfando sul Male, ecchitelotiè che dacafone è fiventato un fior di gentiluomo
P.s.
Vi dirò, è migliorato pure esteticamente: prima era una specie di fagocero scornacchiato, ora è quasi normale.

[Er Matador]

E' vero.
Non mi riferisco al bambino che va allo stadio col papà e si innamora dei colori o di un campione. Parlo di gente come la Ferilli. Straccioni che cambiano bandiera e rinnegano il loro essere a seconda di come tira il vento (e il loro interesse personale). Il calcio sarà pure un gioco ma questi, per me, sono piccoli indizi che rispecchiano un modo di vedere la vita e il mondo che a me fa schifo: cambio divisa pur di salire sul carro del vincitore, mollo la mia donna appena me ne capita una meglio, non rispetto una parola data appena qualcuno mi fa vedere due lire di più, ecc..
Sono esagerato, probabilmente. Ma di queste persone diffido e non mi piacciono.

Non esageri affatto.
Si è sempre detto del calcio che fa ridiventare bambini, annulla le distanze sociali stimolando comportamenti impensabili anche nelle persone più distinte, e così via.
Tutto dipende da un dato di fondo: il tifo viene vissuto in gran parte sotto la soglia della coscienza.
Portando a galla, con una sorta di maieutica socratica, componenti della personalità per solito mimetizzate dietro l'immagine di sé - consapevole, e quindi in parte convenzionale - che si intende proporre agli altri.
Lo dico per esperienza: dal modo di vivere il calcio, si capisce moltissimo del modo di essere complessivo di una persona.
E su gente del genere - che svende per un piatto di lenticchie una componente accessoria, ma fortemente simbolica, della propria identità - è difficile trarre conclusioni meno drastiche.

[Fabio70rm]

La mia famiglia, da parte di padre, sono tutti Laziali, da quando il bisnonno Rolando si iscrisse nel 1905 alla Podistica e Ginnastica Lazio.

Da parte di madre invece i fratelli tutti asfallitici.

Da parte di mio padre origini romane. Nel senso mia nonna era del Friuli, ma mio nonno (e il padre), erano romani antichi di nove generazioni, passate però poi ad abitare a Marino, e quindi persero la primogenitura.

Quando nacqui io i fratelli di mia madre ci provarono, offrendomi di portarmi allo stadio quando avevo 9/10 anni. Arrivarono tardi: ricordo in tenerissima età esordio in una partita di coppa italia, Lazio - Monza, poi due Lazio - Torino, il primo con Carosi allenatore, finito 1-0, il secondo 1-1, ed era l'anno terribile dell'ultima retrocessione.

E fin da piccolo odiavo due colori, il giallo e il rosso, che a prescindere dalla fede calcistica continuo a detestare; tant'è che negli anni che avevo la tessera comunista la dipingevo di bianco e celeste....

Di gente che cambia casacca purtroppo ne conosco anche io.

Mia madre, da agnostica totale del calcio (io Laziale, mia sorella pecora nera asfallitica), da quando abbiamo cambiato casa e il suo nuovo compagno gli si è semi piazzato dentro casa, sta diventando, sia pure molto all'acqua di rose, asfallitica, alla tenera età di 70 anni. Alla mia richiesta di spiegazioni scrolla le spalle e mi dice in fondo è un gioco, però poi si incazza quando io strillo ai goal della Lazio....

Un mio ex collega di lavoro, da agnostico, è diventato asfallitico perchè "è la squadra con il nome della città, mica come la Lazio"; quando gli ho detto che all'estero non esiste il Londra, il Berlino (herta è il nome di un quartiere), il Parigi (anche qui il germain è una zona della città), mi ha ribattuto ecco appunto siamo unici!!

Debbo dire però a sua discolpa che è molto alla tiepida, non ha mai fatto sguaiatezze e all'indomani delle vittorie dopo mezz'ora sbotta sempre dicendo "mo' basta, nella vita ci sono cose importanti, altro che aariomma".

[The Loner]

Paperinik da piccolo era del rioma.
Poi l'ho convinto.
L'ho picchiato dall'agosto del 1964 fino al Marzo del 1966, ininterrottamente.
Ed è diventato della Lazio.


 

[ammiraglio]

Provengo da una rara famiglia senza particolari radici e senza alcuna cultura calcistica. Roba rara per l'APPUNTO. I miei primi 10 anni sono assai confusi, ricordo di un completino in omaggio da parte di mio zio ed io scelsi il milan, senza un particolare motivo, se non forse la sequela di colori. Parto per l'estero con I miei e mi dimentico del calcio. Negli stati uniti ingurgito baseball e basket a profusione. Torno in italia, in una citta' per me strana e ignota, forse troppo grande. Si chiama roma. Nel quartiere dove abitavo era tutto nuovo, una classica appendice dell'eur.  Famiglie nuove, tanta gente sostanzialmente non romana. Scelgo la juve, forse cabrini, magari platini. A scuola la roma imperversava ed ero in netta minoranza, mentre il quartiere pullala di napoletani, laziali, merde, interisti e altri strisciati. Ricordo anche qualche fan isolato, tipo del bologna. Divento laziale grazie a tania, una ragazzona biancoceleste piu' grande di me e sorella di sandro, buddy juventino. I primi match allo stadio sono con loro e rigorosamente in nord. Si sosteneva con simpatia la lazio allora in b. Forse il meno nove fascettiano spariglio' di molto le cose. Direi che sono uno spretato anche io ... ahahah!

[ThomasDoll]

Chi diventa della Lazio è un convertito.
Non è mai troppo tardi.

[BobLovati]

Paperinik da piccolo era del rioma.
Poi l'ho convinto.
L'ho picchiato dall'agosto del 1964 fino al Marzo del 1966, ininterrottamente.
Ed è diventato della Lazio.
 

pure TheLoner ha fatto qualcosa di buono, nella vita; non disperate, gente   

[Il lodolaio]

Due conoscenti erano juventini.
Poi, dopo l'adolescenza, hanno cambiato fede.
Uno, persona stimabile, è diventato laziale.
L'altro, che mi è sempre stato antipatico, è diventato romanista.

[MCM]

fino alla 3-4 elementare cambiavo squadra. Ho tifato Milan e Giube.

Poi mi sono innamorato

[pantarei]

2 amichetti di mio figlio da laziali so' diventati riomisti . 11 anni.
uno da laziale ha smesso e non tifa nessuno.
bisogna invertire questa tendenza.

[giamma]

La mia famiglia, da parte di padre, sono tutti Laziali, da quando il bisnonno Rolando si iscrisse nel 1905 alla Podistica e Ginnastica Lazio.

Da parte di madre invece i fratelli tutti asfallitici.

Da parte di mio padre origini romane. Nel senso mia nonna era del Friuli, ma mio nonno (e il padre), erano romani antichi di nove generazioni, passate però poi ad abitare a Marino, e quindi persero la primogenitura.

Quando nacqui io i fratelli di mia madre ci provarono, offrendomi di portarmi allo stadio quando avevo 9/10 anni. Arrivarono tardi: ricordo in tenerissima età esordio in una partita di coppa italia, Lazio - Monza, poi due Lazio - Torino, il primo con Carosi allenatore, finito 1-0, il secondo 1-1, ed era l'anno terribile dell'ultima retrocessione.

E fin da piccolo odiavo due colori, il giallo e il rosso, che a prescindere dalla fede calcistica continuo a detestare; tant'è che negli anni che avevo la tessera comunista la dipingevo di bianco e celeste....

Di gente che cambia casacca purtroppo ne conosco anche io.

Mia madre, da agnostica totale del calcio (io Laziale, mia sorella pecora nera asfallitica), da quando abbiamo cambiato casa e il suo nuovo compagno gli si è semi piazzato dentro casa, sta diventando, sia pure molto all'acqua di rose, asfallitica, alla tenera età di 70 anni. Alla mia richiesta di spiegazioni scrolla le spalle e mi dice in fondo è un gioco, però poi si incazza quando io strillo ai goal della Lazio....

Un mio ex collega di lavoro, da agnostico, è diventato asfallitico perchè "è la squadra con il nome della città, mica come la Lazio"; quando gli ho detto che all'estero non esiste il Londra, il Berlino (herta è il nome di un quartiere), il Parigi (anche qui il germain è una zona della città), mi ha ribattuto ecco appunto siamo unici!!

Debbo dire però a sua discolpa che è molto alla tiepida, non ha mai fatto sguaiatezze e all'indomani delle vittorie dopo mezz'ora sbotta sempre dicendo "mo' basta, nella vita ci sono cose importanti, altro che aariomma".

E tu rispondigli "Ecco appunto, siete protervi, coatti !!"
Anche perché non esuste neanche un Lisbona, un Madrid, un Praga, Un Varsavia, un Mosca, un Atene, digli che potresti proseguire citando quasi tutte le capitali mondiali.

[giamma]

Io primo romano di famiglia longobarda con madre e nonna francesi e bisnonne tedesche, nasco interista perché mio nonno fu tra i soci fondatori, ma da subito tifo anche per la Lazio in odio ai protervi riommici (erano così già negli anni 50), malgrado i disastri nostri e i trionfi nerazzurri degli anni 60, crescendo il tifo biancoceleste diventa prima prioritario e quindi esclusivo dal '68.

[BobLovati]

io sono riuscito a fuggire dalla .... barbarie giallozozza, nonostante Padre di fede riommica, anche se devo riconoscere che non ha mai provato ad andare dalla loro parte.
Da appassionato di calcio e frequentatore di vari sport, la domenica andavo con mio fratello a vedere la Lazio, la seguente ( con Papà ) a vedere la riomma in M.Mario

Mi applaudo da solo      

[darienzo]

Io avevo un collega calabrese che era innamorato di Roma e da grande appassionato di calcio tifava allo stesso modo sia per la Lazio che per la Roma: solo ai derby non andava perchè non riusciva a schierarsi e temeva i tumulti.
Penso unico nel suo genere

[fish_mark]

Del calcio non ne sapevo molto, anche perché nel 1973 le occasioni per vederlo in TV erano pochine.
Avevo (e ho ancora) una selva di cugini più grandi di me che mi assediava cheidendomi a turno di che squadra fossi. Rispondevo ogni volta una cosa diversa: una volta citai anche l'Ascoli o l'Avellino, per dispetto perch non ne potevo più.

Poi allo scudetto decisi di essere laziale e da lì arrivò il battesimo di fuoco con quella selva di cugini lazialissimi, capitanati dal grande Cesare e la sua FIAT 127 bianca.
Le mie immagini da bambino laziale sono le corse da matti lungo il Muro Torto, l'appuntamento con il "Findus" sulla Prenestina, i viali dell'Olimpico pieni di gente*, lo stadio colorato, il fumo delle mille sigarette che mi circondava, i canti della curva di allora (O surdato 'nnamurato!), il bottiglione della Pallini che camminava lungo le strisce del campo nell'intervallo.

Portavo bene nelle prime partite, visto che vincevamo sempre.
Un giorno, mentre ci avvicinavamo allo stadio, segnalai questa mia attituine al grande Cesare che annui tutto soddisfatto. Era Lazio-Torino: finì 1-5 ...



* Domenica sera sui viali dell'Olimpico vedevo una folla ordinata anche troppo. Di quella confusione di una volta non c'era traccia: sembrava di stare nella Tirana comunista o a Pyongyang ...

[Drenai]

era prevedibile che tu fossi diventato laziale a seguito dello scudetto. se non altro sei coerente.

[fish_mark]

era prevedibile che tu fossi diventato laziale a seguito dello scudetto. se non altro sei coerente.

Drenà, avevo neanche 7 anni.

[Drenai]

guarda che non era una critica. abbiamo una visione diversa della correlazione tifo/vittorie ma ne ho preso atto da tempo.
semplicemente sottolineavo come il tuo carattere fosse già formato da piccolo e ti guidava nelle scelte. magari inconsciamente. ti va dato atto che poi hai tenuto duro e sei rimasto fedele nei duri decenni successivi.