www.LaLazioSiamoNoi.itUn fiume in piena il Sergente. Erano quasi quattro anni che non concedeva un'intervista in patria: Milinkovic ha aperto il suo cuore dopo una delle soddisfazioni più grandi della sua carriera. Eliminare il Portogallo e trascinare la Serbia ai Mondiali di Qatar 2022 da protagonista. Tanti i temi trattati dal centrocampista classe 1995 ai microfoni di Mozzart Sport: dalla qualificazione con la Nazionale al rapporto col fratello Vanja, dai cambiamenti nella Lazio ai desideri per il nuovo anno. Di seguito un estratto dell'intervista a Sergej Milinkovic-Savic.
VOCI DI MERCATO - “È qualcosa di cui si scrive ininterrottamente. Io leggo, ma da un orecchio mi entra e dall’altro mi esce. Non ci ho prestato troppa attenzione. Quando c'è stato qualcosa di concreto, la società non mi ha lasciato andare, sono rimasto, ho prolungato il contratto e abbiamo aperto un nuovo ciclo insieme. Ho ancora due anni di contratto e vedremo cosa accadrà. Forse ci pensavo di più quando ero più giovane. Ora che sto crescendo, lo capisco un po' meglio. Finché non c'è qualcosa di concreto, potete scrivere quanto volete”.
MATURITÀ E FUTURO - “Ho lasciato la Serbia molto presto, sono andato all'estero da giovanissimo e fin da giovane mi sono abituato a vivere al ritmo degli allenamenti: casa, centro sportivo, casa... Sono a Roma da sette anni ormai e sono soddisfatto di come sta andando tutto quanto. Ora sono a due anni dalla scadenza del contratto: vedremo cosa succederà in estate, come sarà strutturato il club e in che direzione andremo. Se ci sarà qualcosa dovremo sederci e parlare".
MEGLIO DI NEDVED - “Ho letto questa cosa del record di Nedved. Ho anche letto che ero tra i 10 giocatori con più partite nella storia del club. Dicono e scrivono che sono passato alla storia, ma sinceramente non lo sento. So che non è una cosa da poco, ma non ci penso così tanto. Non mi piace parlare di status individuale, ma di squadra e società".
RISULTATI E INZAGHI - “Non siamo nella posizione in cui vorremmo essere. Stiamo lavorando, stiamo cercando di capire al meglio il nuovo allenatore. Ricordo di Inzaghi? Con lui ho fatto dei progressi incredibili sia come giocatore che come persona. Avevamo un ottimo rapporto e per quanto riguarda le sue capacità lo si vede dai risultati dell’Inter”.
IL RAPPORTO CON SARRI - “Nessun problema. All'inizio può essere un po' più difficile, ma col tempo, quando vedi, ascolti e parli con un allenatore, ti ci abitui. Abbiamo iniziato da zero questa estate. Dopo aver giocato 3-5-2 con Inzaghi per tanti anni, ci conoscevamo tutti a memoria, poi è arrivato Sarri e ha stravolto tutto. Siamo ripartiti dall'inizio con una formazione diversa. Il "Sarri-ball” è, come lo spiega lui, un calcio molto semplice, con due tocchi e tanta corsa. Il che è vero, ma dobbiamo allenarci ancora meglio come vuole lui e non credo ci saranno più errori. Giochiamo un calcio totalmente diverso dalle stagioni precedenti, questo è certo. È una formazione completamente diversa, non è stata ancora messa a punto a dovere, ma siamo sulla strada giusta".
IL PRESUNTO LITIGIO - “Non so da dove esca fuori una cosa del genere. Ma qui se n’è parlato solo per due giorni... La partita ha dimostrato e spiegato che era una sciocchezza. Se non fossi in buoni rapporti con Sarri non giocherei e a distanza di due giorni non mi avrebbe dato ancora la fascia da capitano".
RUOLO E OBIETTIVI - “Sono alla Lazio da sette anni, poi c’è la Nazionale. Certe volte gioco come “8” (mezzala, ndr), certe volte come un “6” (mediano, ndr.), posso ricoprire qualunque ruolo in mezzo al campo. Desideri per il 2022? Finire il campionato tra le prime quattro con la Lazio e chiudere in bellezza l’anno con la Serbia in Qatar”.
Pubblicato il 6/01 all'01:00