Autore Topic: Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.  (Letto 27328 volte)

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Offline Frusta

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Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« : Lunedì 13 Ottobre 2014, 15:30:17 »

Avrei voluto titolare il topic  "Encomio di Elena" così, tanto per far rigirare un po' nella tomba le ossa del povero Gorgia (ed un pochino pure per far piacere a Carpelo), dato che un personaggio più "Elena" di Craxi (a noi che abbiamo contratto, privi di anticorpi, il virus ipocrita und maligno del manipulitismo) non può venirci in mente, ma tant'è: mesà che certa storia sia ora di cominciare a riscriverla meno farlocca di come ce l'hanno propinata.

Ergo:
"Encomio di Elena"

APOLOGIA DI CRAXI
 
L' Invito di Cartesio mi ha ricordato che tempo fa spuntò in non ricordo più quale post il nome di Craxi, buttato lì en passant come esempio di chi ha meritato abbondantemente di rimanere crocifisso in eterno sul trono d'infamia dove è stato collocato dalla memoria collettiva del dopo tangentopoli.

Ok, Craxi è stato condannato, e su questo non ci piove.
Così come per esempio non piove sul fatto che Churchill sia stato un tabagista alcolizzato o Pattom un criminale di guerra paranoico e vanaglorioso, 
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
però ciò non toglie che Churchill sia stato un grande statista e Pattom un ottimo generale.

Ergo, se pensiamo di attribuire alla condanna inflitta a Craxi anche un valore storico e politico non possiamo.
E soprattutto non dobbiamo, perché, mi di spiace per il Pool di mani pulite, quello è un tipo di giudizio che non rientra nelle competenze dei suoi tribunali.

Ed ora diamo un' occhiata al pre Craxi.
Volendo fare un bignami dei guai di quel periodo possiamo riassumerli in una mostruosa inflazione a due cifre che divorava gli utili delle imprese ed erodeva la liquidità dei dipendenti molto più velocemente di quanto la montasse la scala mobile, mentre le banche concedevano crediti solo a condizioni impossibile e risparmiare era inutile perché gli interessi non riuscivano minimamente a compensare la perdita del valore d'acquisto dei depositi. E soprattutto era impossibile per le aziende ipotizzare un accumulo liquidi con l'intenzione di destinarli agli investimenti perché qualsiasi accumulo di liquidità era destiano ad una fatale erosione.

Poi un' occhiata al giorno in cui, in virtù di un accordo legato a niente altro se non ad una staffetta di cui sembra che la DC non potesse fare a meno, fu cortesemente invitato a cedere il posto a De Mita.
E vediamo cosa ci aveva lasciato:

1) L’istituzione dello scontrino fiscale e il registratore di cassa.
2) L'inflazione scesa dal 16% al 4%, grazie all’eliminazione della scala mobile (meccanismo che persino gli elettori con un referendum giudicarono deleterio. Per la cronaca io votai no, ma questa è un’altra storia).
3) Un nuovo concordato: in modifica ai Patti Lateranensi del 1929 il cattolicesimo cessava di essere «religione di Stato». La «congrua» (cioè lo stipendio dei preti pagato direttamente dal ministero della giustizia) veniva sostituita con il contribuito volontario dell' 8 per mille a TUTTE le religioni e l' insegnamento della religione cattolica nelle scuole diventava facoltativo.
4) L'italia promossa dal tredicesimo al quinto posto tra i paesi a PIL più alto del mondo.
5) Una politica nei confronti dei paesi mediterranei senza la quale non sarebbe stata possibile la metanizzazione del paese.
6) E per concludere una politica internazionale per la prima volta dal dopoguerra NON generata dai diktat di Washington.
Per non parlare della vicenda di Sigonella, quella di Tripoli e della politica filoaraba e della conseguente espansione dell'area di interesse politico e commerciale rivolta all'altra sponda del mediterraneo.
Da notare che per fare queste cose si mise un bel po' contro le banche (Cuccia si dimise per "merito" suo) la Confindustria (all'ennesima richiesta degli industriali di soldi di stato li accuso -Unico presidente del Consiglio-  di "voler lucrare senza pagare") e i sindacati (soprattutto con la CGIL, sia sulla scala mobile che sulla redistribuzione dei redditi).
Insomma, voi non so, ma dopo Craxi, un presidente del consiglio che sia uno capace di opporsi a banche, chiesa, sindacati e confindustria io non l'ho più visto.
Nonostante questo, quando si parla di Craxi il discorso si arena sulla sua fedina penale, anche se nessuno dei politici attuali può vantare di aver fatto così tanto per il paese: NESSUNO!
E non solo:
a) Nonostante il fatto che le poche componenti di modernità fra le tante di arretratezza che abbiamo oggi in Italia le dobbiamo a Craxi.
b) Nonostante il fatto che e dopo Craxi, molte di queste cose sono morte: Prodi ha legiferato sulle scuole private dando soldi ai preti, Prodi creò quelle mostruosità fuori controllo che sono le fondazioni bancarie, cui i governi sono a tutt'oggi chini. Craxi avvisò Gheddafi dei bombardamenti americani e negò a Reagan le basi per gli aerei , mentre D'Alema si piegò a 90 gradi e prestando le basi a Clinton. Contro l'evasione fiscale Visco non fece quanto fece Visentini istituendo il registratore di cassa obbligatorio, che stoppò il più diffuso fenomeno di evasione del tempo.

Se non guardiamo alle fedine penali, non ci sono nel dopoguerra italiano politici con quel coraggio.
Ci furono indubbiamente altri buoni politici, ma quanto a coraggio delle proprie opinioni di fronte ai vari potentati (Chiesa, Confindustria, Banche, Sindacati, Commercianti, Washington) non ne troveremo uno, uno solo, che abbia tenuto il polso fermo come lui. Possiamo fare a meno di cercarli.
E soprattutto se riusciamo a considerare, fra un crucifige e l'altro, la figura di Craxi alla luce degli ultimi 30  anni della nostra storia, non possiamo non concludere che le accuse rivolte a lui potevano essere rivolte a chiunque.
E che Mani pulite NON CI HA DATO UN' ITALIA MIGLIORE.

Mani Pulite non ci ha dato un'economia migliore. Né un paese più laico. Né una politica estera più attenta agli interessi nazionali. Né una destra migliore della DC. Né una sinistra migliore del PCI.
Ci ha dato la libidine della condanna. E dei nuovi estremismi, dalla Lega a di Pietro; cui si è aggiunto il M5S. 
 ;D Roba da leccarsi le orecchie!



Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

CP 4.0

Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #1 : Lunedì 13 Ottobre 2014, 15:38:38 »
...Mani Pulite non ci ha dato un'economia migliore. Né un paese più laico. Né una politica estera più attenta agli interessi nazionali. Né una destra migliore della DC. Né una sinistra migliore del PCI.
...

no, perche' quando e' arrivata era gia' troppo tardi

Offline BobLovati

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #2 : Lunedì 13 Ottobre 2014, 15:47:21 »
no, perche' quando e' arrivata era gia' troppo tardi


... però ha fatto prestissimo a riorganizzarsi; ´cciloro   >:(
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Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”


CP 4.0

Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #4 : Lunedì 13 Ottobre 2014, 15:55:23 »

... però ha fatto prestissimo a riorganizzarsi; ´cciloro   >:(

:)

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #5 : Lunedì 13 Ottobre 2014, 16:14:03 »
(...)


Mani Pulite non ci ha dato un'economia migliore. Né un paese più laico. Né una politica estera più attenta agli interessi nazionali. Né una destra migliore della DC. Né una sinistra migliore del PCI.
Ci ha dato la libidine della condanna. E dei nuovi estremismi, dalla Lega a di Pietro; cui si è aggiunto il M5S. 
 ;D Roba da leccarsi le orecchie!

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #6 : Lunedì 13 Ottobre 2014, 22:50:47 »
Piccolo contributo alla discussione.

Da http://www.liberoquotidiano.it/news/home/1069257/Il-console-americano-imbarazza-Di-Pietro---Nel--91-mi-preannuncio-Craxi-indagato-.html

TANGENTOPOLI, VENT'ANNI DOPO
Il console americano imbarazza Di Pietro: "Nel '91 mi preannunciò Craxi indagato"
30 agosto 2012

Ombre americane sul pool di Mani Pulite: "Violavano ogni diritto"


Peter Semler, a Milano negli anni Novanta: "Parlavamo spesso, a novembre mi disse in anticipo di Chiesa e delle indagini su Psi e Dc. Mi stava molto simpatico". Il leader Idv: "Dice cose vere ma imprecise, all'epoca non sapevo dove saremmo finiti"
A vent'anni dall'inizio di Tangentopoli, le ombre sull'operato del pool di pm milanesi guidati da Saverio Borrelli non sono ancora state diradate. Ci stanno provando ora alcuni dei diplomatici americani presenti in Italia nel periodo tumultuoso di Mani Pulite. Ha iniziato l'ex ambasciatore americano a Roma Reginald Bartholomew, che un mese prima di morire ha parlato all'inviato de La Stampa Maurizio Molinari i dubbi sui metodi usati dai magistrati, "che calpestavano ogni diritto degli imputati". E ora, sempre a La Stampa, ha parlato l'allora console statunitense a Milano, Peter Semler. Il diplomatico ricorda come nel novembre 1991 l’allora pm di Milano Antonio Di Pietro, punta di diamante del pool, gli avrebbe preannunciato l'imminente pioggia di arresti e gli disse che le indagini avrebbero raggiunto il segretario del Psi Bettino Craxi e la Dc. "Di Pietro mi piacque molto - afferma Semler - poi fece il viaggio negli Stati Uniti organizzato dal Dipartimento di Stato. Gli fecero vedere molta genta a Washington e a New York. Ero spesso in contatto con lui. Ci vedevamo. Ero in favore di ciò che Di Pietro faceva. Di Pietro con me era sempre aperto, ogni volta che chiedevo di vederlo lui accettava, veniva anche al Consolato". Semler, di fatto, conferma come Washington vedesse di buon'occhio il repulisti giudiziario operato dalle toghe sui papaveri della Prima Repubblica.

Il ricordo di Semler - "Ci vedemmo alla fine del 1991, credo in novembre - ricorda l'ex console milanese -, mi preannunciò l’arresto di Mario Chiesa e mi disse che le indagini avrebbero raggiunto Bettino Craxi e la Dc. Di Pietro aveva ben chiaro dove le indagini avrebbero portato. Da Di Pietro, da altri giudici e dal cardinale di Milano seppi che qualcosa covava sotto la cenere. Eravamo informati molto bene". Che rapporti aveva con il pool di Mani Pulite? "Incontrai più giudici di Milano - afferma Semler -, c'era un rapporto di amicizia con loro ma non cercavo di conoscere segreti legali. Eramo miei amici. Ci vedevamo in luoghi diversi. Di Pietro mi piacque molto". Un panorama inquietante, molto fluido, in cui si intrecciavano interessi politici, economici e militari. E proprio i vertici militari americani guardavano da vicino le grandi manovre giudiziarie di Milano: "I militari - ricorda Semler - volevano solo essere sicuri che avrebbero potuto continuare a muovere liberamente le loro truppe e navi. E che le armi nucleari fossero al sicuro".

La versione di Tonino - "Quello che Semler racconta è sostanzialmente vero ma impreciso", spiega Antonio Di Pietro. "Nel novembre 1991 - dice l’attuale leader Idv - non potevo anticipargli il coinvolgimento dei vertici di Dc e Psi perché, in quel novembre, già indagavo su Mario Chiesa ma non avevo idea di dove saremmo andati a parare". Perché si incontrava con Semler? "Perchè lo desiderava - rispoinde Di Pietro -, faceva il suo lavoro. Voleva capire e infatti capì perfettamente, a differenza di altri suoi connazionali. E incontrò un sacco di altre persone". Non è irrituale? "No - replica Di Pietro -, non ho mai violato il segreto istruttorio". Lei fu invitato anche dal Dipartimento di Stato? "In America - risponde Di Pietro - ci ero stato anche prima per atti di indagine. Poi fui invitato come succede a molti. Ma voi che pensate: aveva ragione Bartholomew che diffidava di me, o Semler che mi ricorda volentieri?".


Chi avrà ragione? Il console o Di Pietro?
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline Frusta

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #7 : Lunedì 13 Ottobre 2014, 23:16:59 »
Chi avrà ragione? Il console o Di Pietro?
Tu che dici? :)

P.s.
Il giurista Di Pietro per me rappresenta un fenomeno inspiegabile.
Nel senso che da un da un giurista mi aspetto la lettura di massime latine, non l' italiano di Di Pietro.
In che modo si vincano i concorsi lo sappiamo, e non pensiamo che quelli per diventare magistrati a Milano siano molto diversi. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/04/irregolarita-al-concorso-per-magistrati-e-le-prove-scritte-rischiano-lannullamento/1047669/
Poi magari quello che ha fatto Di Pietro sarà stato regolarissimo, eh? 
Ma se sentissi un candidato ad un concorso per magistrato parlare come Tonino e dovessi scommettere per la sua vittoria ad un concorso con una prova scritta, diciamo che non lo darei vincente, ecco.
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ThomasDoll

Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #8 : Martedì 14 Ottobre 2014, 01:32:33 »
quindi rivogliamo il pentapartito? L'apologia di Craxi dovrebbe essere reato.

ThomasDoll

Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #9 : Martedì 14 Ottobre 2014, 01:45:43 »
negli anni del Pentapartito il debito pubblico italiano è cresciuto da 115.000.000k di euro a 850.000.000k di euro, a fronte di un PIL cresciuto di 1/3. Dalla fine del pentapartito a oggi, in 22 anni, il debito è poco più che raddoppiato, col PIl che è cresciuto di 1/4.
ecco una cosa importante fatta da Craxi: metterci nella merda, con i suoi accoliti, in modo irreversibile.

http://www.blia.it/debitopubblico/index.php

Offline Frusta

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #10 : Martedì 14 Ottobre 2014, 09:05:29 »
L'apologia di Craxi dovrebbe essere reato.

Esattamente quello che pensavo io quando Craxi era al governo con il pentapartito e nelle giunte di sinistra insieme al PCI nei vari comuni, province e regioni.
Ma eravamo in pochi a poterlo pensare, Pank, giusto i pochissimi che NON votavano per lui o per i suoi variegati alleati.
Ed ora non siamo in tanti a poterci permettere di considerare il Craxi politico distinguendolo dal Craxi condannato, giusto quelli che sanno che le accuse rivolte a lui potevano essere rivolte a tutti, e con lo stesso esito penale, sia PRIMA che DOPO.

Il problema è che Craxi rappresenta un pochino la coscienza sporca di una bella fetta del paese. Ed è più facile pensare che in fondo Churchill era solo un etilista intossicato dagli avana e Pattom un criminale gonfio di boria pensare a Craxi come ad una fagotto di merda spazzato via da Mani Pulite piuttosto che rendersi conto che dopo Mani Pulite non solo non è cambiato nulla in Italia, ma è peggiorato tutto.

Ed è peggiorato tutto, lo sappiamo bene, perché quella classe politica abbattuta dalle inchieste era sì poco onesta (quanto la media degli italiani) ma come politici sono stati i migliori uomini politici del dopoguerra.
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Offline AlenBoksic

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #11 : Martedì 14 Ottobre 2014, 09:09:22 »
negli anni del Pentapartito il debito pubblico italiano è cresciuto da 115.000.000k di euro a 850.000.000k di euro, a fronte di un PIL cresciuto di 1/3. Dalla fine del pentapartito a oggi, in 22 anni, il debito è poco più che raddoppiato, col PIl che è cresciuto di 1/4.
ecco una cosa importante fatta da Craxi: metterci nella merda, con i suoi accoliti, in modo irreversibile.

http://www.blia.it/debitopubblico/index.php

Però in compenso ha dato regalato l'etere a Berlusconi per decreto,
vuoi mettere?
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Offline AlenBoksic

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #12 : Martedì 14 Ottobre 2014, 09:17:01 »
Ed è peggiorato tutto, lo sappiamo bene, perché quella classe politica abbattuta dalle inchieste era sì poco onesta (quanto la media degli italiani) ma come politici sono stati i migliori uomini politici del dopoguerra.

I migliori politici del dopoguerra sono stati quelli del primo dopoguerra: quelli del 1992 (Forlani, Craxi, La Malfa jr, Nicolazzi e Altissimo in ordine di percentuale) erano solo i tristi epigoni di De Gasperi, Nenni, La Malfa sr, Saragat e (addirittura) Croce.
Il tutto a non considerare il resto del personale politico, sia come capacità politica che, soprattutto, come elaborazione concettuale.
Voglio 11 Scaloni

ThomasDoll

Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #13 : Martedì 14 Ottobre 2014, 09:27:39 »
Craxi non è la coscienza sporca dell'Italia.
Craxi è stato uno dei massimi responsabili, essendo segretario di un partito al governo, della stagione della sovranità limitata che ha prodotto, negli anni in cui il PSI era cosa sua, Moro, Ustica, Bologna, Pecorelli, Ambrosoli, Sindona, Calvi ai Frati neri, giù giù fino a Falcone e Borsellino; una stagione virulenta del terrorismo di destra e di sinistra (lui ha preso la segreteria nel '76, quindi almeno almeno 6-7 anni); ha portato il PSI fuori dall'ottica marxista soltanto per togliersi dal cono d'ombra delle svolte democratiche del PCI di Berlinguer; ha posto le basi per l'enorme debito pubblico attuale, ha massacrato il tessuto delle grandi imprese di stato (Iri, ENI), ha prodotto la terziarizzazione dell'economia italiana, ha gestito dismissioni a non finire negli anni '80, da bere, in scia al thatcherismo e all'edonismo reaganiano.
La sua abilità politica è consistita nello sfruttare i veti atlantici al compromesso storico per imporsi, con un pugno di voti, come puntello necessario a una DC il cui senso dello stato se ne andava rapidamente a donne di facili costumi (se non ricordo male tra quando diventa segretario lui e l'inizio del pentapartito ci sono in 5 anni lo scandalo Lockheed, le dimissioni di Leone e lo scandalo della P2). Da quella posizione di forza ha imposto un governo paritario a una DC che aveva il triplo dei suoi voti.
Tra l'altro, l'affermazione della Lega è precedente alla sua dipartita, durante Tangentopoli è soltanto nata la Lega come la conosciamo adesso.
Certo, non tutto il male del Paese è stato fatto da Craxi, ma ha responsabilità enormi. Anche nella scia avvelenata del berlusconismo che ci è toccata grazie a lui.

In definitiva si può dire che l'odio per la politica in Italia nasce come reazione alla stagione del craxismo. Quindi non è esagerato sostenere che Craxi abbia distrutto questo paese nella sua capacità di darsi delle riforme e di pensare come un corpo unico. Come nazione.

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #14 : Martedì 14 Ottobre 2014, 09:46:02 »
IL Frusta si sta esibendo in colpi da maestro, veroniche, colpi di tacco, rovesciate.
E tutto questo "fuori casa".
Vai Frusta, insisti, continua, non ti fermare.

Per tutti (a cominciare da Frusta) consiglio "Ricordati di vivere".
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ThomasDoll

Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #15 : Martedì 14 Ottobre 2014, 09:57:08 »
Perdonami, Fish, quello che rimane da quello che dice Frusta è che il dopo Craxi fa schifo perché c'è stata mani pulite. Non mi sembra colpo da maestro. Il dopo Craxi, che sarebbe meglio definire dopo-CAF o dopo-Pentapartito, è stato peggiore perché c'è stato QUEL prima. Non per altro. Mani pulite ha svolto una funzione storica che si è esaurita praticamente subito.
Quello che è arrivato dopo, con Berlusconi, la Lega, l'approdo al governo di quelli che erano gli "opposti estremismi", cioè gli eredi di MSI e PCI, è stato figlio dei problemi del Paese e della fine della guerra ideologica, che in Italia ha vissuto la scia avvelenata del berlusconismo. Quando infuria tangentopoli il Presidente del Consiglio, se non ricordo male, è Amato, che azzanna il Paese alla giugulare con leggi finanziarie draconiane e svalutazione della lira. E sempre pentapartito era, e in quell'ottica ci furono tentativi di sottrarre i corrotti al meritato giudizio.
Quello di Frusta è un provocatorio tentativo di rimozione, oltre alla chiamata di correo che fa il verso a quella, minacciosa, che Craxi tentò a suo tempo. Equivale a dire che Mussolini ha modernizzato l'Italia, tacendo che il contesto storico in cui governava il capoccione era di modernizzazione generalizzata dovuta alla fortissima spinta tecnologica.
Craxi e compagni governano il Paese nel momento in cui le economie occidentali fanno un salto in avanti nella qualità della vita dovuto a decine di fattori che con Craxi non hanno niente a che fare, tant'è che proprio negli anni '80 l'economia italiana si attesta sulle eccellenze di Benetton, Del Vecchio, Della Valle, stilisti in genere, per cedere irrimediabilmente posizioni nel settore industriale, col declino della FIAT (sono gli anni in cui Agnelli si butta sull'alimentare) e lo sgancio dell'Olivetti dall'universo della tecnologia avanzata.

Offline BobLovati

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #16 : Martedì 14 Ottobre 2014, 10:15:26 »
:)

il verbo era "hanno", m´era sfuggito.    ;)
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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #17 : Martedì 14 Ottobre 2014, 10:17:04 »
Perdonami, Fish, quello che rimane da quello che dice Frusta è che il dopo Craxi fa schifo perché c'è stata mani pulite. Non mi sembra colpo da maestro. Il dopo Craxi, che sarebbe meglio definire dopo-CAF o dopo-Pentapartito, è stato peggiore perché c'è stato QUEL prima. Non per altro. Mani pulite ha svolto una funzione storica che si è esaurita praticamente subito.

Sulla funzione storica di mani pulite posso concordare, perché se non altro servì a produrre un ormai inevitabile ricambio generazionale. Il  problema è che come un alluvione Mani Pulite spazzò via anche molto altro: i grandi partiti il che significa anche grandi ideali o almeno la capacità di progettare il futuro.
Tutto questo apparteneva alla vecchia classe dirigente e da quel momento in poi non è più stato espresso dalla nuova, tutta riversa alla gestione del presente. L’Italia di oggi, a distanza di più di 20 anni da quei fatti, è molto più piccina di quanto lo era allora e questo è un dato di fatto di cui pentirsi amaramente (segnalo un intervista di Occhetto di stamattina).


Quello che è arrivato dopo, con Berlusconi, la Lega, l'approdo al governo di quelli che erano gli "opposti estremismi", cioè gli eredi di MSI e PCI, è stato figlio dei problemi del Paese e della fine della guerra ideologica, che in Italia ha vissuto la scia avvelenata del berlusconismo. Quando infuria tangentopoli il Presidente del Consiglio, se non ricordo male, è Amato, che azzanna il Paese alla giugulare con leggi finanziarie draconiane e svalutazione della lira. E sempre pentapartito era, e in quell'ottica ci furono tentativi di sottrarre i corrotti al meritato giudizio.

L’impressione dell’epoca fu che il tentativo della “casta” era di sottrarre i corrotti al meritato giudizio. Va anche osservato che anticipare i giudizi parlando di “meritato giudizio” fu una operazione di gigantesca demagogia. Il problema è che i grandi partiti italiani avevano inceppato i meccanismi interni di selezione e di ricambio della classe dirigente e questo pagarono, caramente, con la loro eliminazione fisica: DC e PSI, in primis, ma anche PCI.

Quello di Frusta è un provocatorio tentativo di rimozione, oltre alla chiamata di correo che fa il verso a quella, minacciosa, che Craxi tentò a suo tempo. Equivale a dire che Mussolini ha modernizzato l'Italia, tacendo che il contesto storico in cui governava il capoccione era di modernizzazione generalizzata dovuta alla fortissima spinta tecnologica.

Lungi da me il tentativo di rivalutare addirittura la figura di Mussolini, ma nel ventennio si misero in piedi cose “di sinistra” come l’IRI (prodotta dalla fervida mente dal Tremonti dell’epoca, ossia Alberto Beneduce, in gioventù socialista di Caserta), tanto per dire, ossia l’architrave finanziario e industriale con cui poi – è bene ricordarlo – l’Italia costruisce gran parte del miracolo economico degli anni 50 e 60, ossia un paio di decenni dopo. Oggi che ne è più di quella esperienza? Dove sono i campioni italiani che vincono all’estero? E quali sono più le multinazionali italiane?
L’Italia nel 1992 per espiare i peccati di una classe politica ormai al capolinea fu annichilita dagli scandali di Tangentopoli e dalla pressione internazionale. Come oggi, anche allora, fu incapace di tenere il punto nella contesa internazionale e di gestire il cambiamento, lasciando campo aperto a quelli che fino ad allora facevano altro o erano ai margini, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi di tutti: pessimi.

Craxi e compagni governano il Paese nel momento in cui le economie occidentali fanno un salto in avanti nella qualità della vita dovuto a decine di fattori che con Craxi non hanno niente a che fare, tant'è che proprio negli anni '80 l'economia italiana si attesta sulle eccellenze di benetton, Del Vecchio, Della Valle per cedere irrimediabilmente posizioni nel settore industriale, col declino della FIAT (sono gli anni in cui Agnelli si butta sull'alimentare) e lo sgancio dell'Olivetti dall'universo della tecnologia avanzata.

Negli anni di Craxi si raggiungono gli importanti risultati di una politica dei redditi che serve a contenere l’inflazione, come ricorda molto vividamente il Frusta (oggi, per la verità, seguendo l’indicazione di un certo Krugman, ci sono esigenze, praticamente opposte, ma questo è un altro discorso), mentre la FIAT negli anni 80 va alla grande, altro che declino! Questo comincia 10 anni dopo, per motivi del tutto indipendenti dalla figura di Craxi, ma dalla stanchezza di un management che vuole fare tutto meno che una cosa sola che poi sarebbe la principale: produrre auto.
La figura di Craxi va rivalutata, ma sconta purtroppo per lui il fatto di non essere molto simpatico anzi di essere, personalmente, odiato sia a destra ma soprattutto a sinistra. Meglio non ripensare alle monetine.
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ThomasDoll

Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #18 : Martedì 14 Ottobre 2014, 10:20:30 »
L’Italia di oggi, a distanza di più di 20 anni da quei fatti, è molto più piccina di quanto lo era allora e questo è un dato di fatto di cui pentirsi amaramente (segnalo un intervista di Occhetto di stamattina).

non è una cosa che puoi imputare a mani pulite, è come dire che se non si fosse scoperta la P2 la politica sarebbe rimasta una roba rispettabile. Quello che ha distrutto il sistema dei partiti è stata la loro corruzione unita al loro disinteresse per il bene del Paese, non certo un pool di giudici che per una serie di ragioni ha mostrato l'orrenda nudità del re.
C'è molta ipocrisia in queste affermazioni, non voglio dare dell'ipocrita né a te né a Frusta, ma vi invito a rifletterci: non è che se non arresti i mafiosi la mafia non esiste.

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Re:Dalla parte del torto: APOLOGIA DI CRAXI.
« Risposta #19 : Martedì 14 Ottobre 2014, 10:32:41 »
non è una cosa che puoi imputare a mani pulite, è come dire che se non si fosse scoperta la P2 la politica sarebbe rimasta una roba rispettabile. Quello che ha distrutto il sistema dei partiti è stata la loro corruzione unita al loro disinteresse per il bene del Paese, non certo un pool di giudici che per una serie di ragioni ha mostrato l'orrenda nudità del re.
C'è molta ipocrisia in queste affermazioni, non voglio dare dell'ipocrita né a te né a Frusta, ma vi invito a rifletterci: non è che se non arresti i mafiosi la mafia non esiste.

Non imputo a Mani Pulite ciò che non gli appartiene, ossia il ricambio della classe dirigente. Quello era un compito dei vecchi partiti, di cui non furono capaci e questo lo avevo già detto prima. Tuttavia, allora, come oggi, fu messa in discussione anche la loro funzione che è quella della costruzione e dell'orientamento del consenso attorno a una proposta politica: elaborazione culturale, prima ancora che azione politica concreta. Ne parla la costituzione all'articolo 49, tanto per citare una delle cose più "belle" che abbiamo.
Oggi cosa sono più i partiti? Comitati elettorali di consorterie che procacciano voti per un leader che sta bene sul palco, pronuncia bei discorsi, ma non elabora uno straccio di progetto o di messaggio che sia uno.

Poi il parallelo della mafia mette la discussione su un piano vizioso e avvelenato, visto che tra i partiti e le organizzazioni criminali una differenza c'è ed ben grande: inutile stare qui a ricordarla.
Piuttosto potrei rovesciarti addosso l'affermazione: non è che arrestando i mafiosi si arresta la mafia.
E questo - bada bene - non lo dico io ma un magistrato impegnato da sempre nella lotta contro una delle più potenti (se non attualmente la più potente) organizzazioni mafiose, la ndrangheta. Lo dice un certo Gratteri, mica Fish.

Insomma, Mani Pulite fu una inchiesta giudiziaria che avviava processi penali. Su questo si montò una poderosa campagna mediatica (e ANCHE politica) da parte di chi trovò finalmente l'appiglio giusto per mandare finalmente a casa una certa classe di personaggi fino a quel momento in auge (gli Andreotti, i Forlani e tanti altri) ma alla fine della fiera, il risultato portato a casa, non fu così smagliante: ricambio generazionale al ribasso sia della classe politica ma anche di quella imprenditoriale, con un paese più piccino quanto ad ambizioni.

E parlo di 20 anni fa. Meglio soprassedere sullo spettacolo a cui assistiamo oggi perché siamo all'aggiornamento ancora al ribasso di quanto si fece nel 1992.
Mi viene da ridere per non piangere.
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